giovedì 2 agosto 2007

Su Poesie d'amore (postume) di Biagio Torello


Edizioni G.C. "F. Guarini", Montoro Inf., 2007

recensione di Emilia Dente

… poeta è colui che si lascia attraversare dalle emozioni, colui che si lascia plasmare e ferire dai brividi dell’esistenza e si trasfonde in essi… poeta è colui che, con indomita passione, allunga lo sguardo chiaro oltre l’orizzonte del visibile e si sofferma all’ascolto del silenzio, dei suoni, dei colori, dei gesti, degli sguardi con cui la vita continuamente si racconta.
… poeta è colui che solleva le braccia audace verso l’immensa volta del cielo e le sprofonda negli abissi della terra alla ricerca di sé e dell’Altro.
… poeti, esseri fragili e forti… viandanti assetati alle sorgenti dell’anima, ognuno con grappoli di speranze e pensieri stretti nel pugno e acini di emozioni nella bisaccia pesante…
Così Biagio Torello, l’autore montorese dai cui versi è scintillata, fiammella viva, questa breve riflessione sulla condizione inquieta dell’essere poeta. Pure Torello si lascia plasmare e ferire da graffi profondi sui piani obliqui dell’esistenza. Egli gioisce e soffre nell’alito rovente della vita, si lascia avvolgere dalle molteplici seducenti carezze che accoglie con ardore e che poi restituisce libere in un lungo, sincero dialogo con l’amata e con l’Amore. È la voluttà dell’impulso amoroso che si rivela nei suoi tanti volti e che sussurra e grida nelle liriche di questa raccolta; è l’impetuoso bisogno di dare, chiedere, tradurre e vivere l’incontenibile attrazione che congiunge gli esseri nel vortice della bramosia sensuale ed affettiva.
L’intenso percorso dei versi di questo autore si snoda tutto per i sentieri dei sensi e del cuore: il suo sguardo però non plana dolcemente dalle alture dell’Amore, nel volo sereno di quel saggio e responsabile sentimento nuziale che ha già superato le turbolenze sentimentali e le ha composte in una stabile e solidale unione di vita. L’autore, per i sentieri dell’Eros, invece incespica, cade e si rialza, percorre i tortuosi vicoli di quel misterioso stato d’animo che dell’amore è irrequieto padre e ribello figlio. Egli si lascia lambire dal sacro fuoco dell’Innamoramento, brucia tra le lingue infuocate di quella affezione inquieta e tormentosa che Francesco Alberoni, illustre sociologo e fine conoscitore delle dinamiche relazionali umane, definiva nel 1987, nel testo Innamoramento e Amore, come «lo stato nascente di un movimento collettivo a due», racchiudendo in tale definizione tutta la carica emozionale di tale potente sentimento in grado di rivoluzionare l’essere e il mondo.
Meravigliosa capacità dell’uomo e del poeta Torello è quella di vivificare proprio qui, sulla soglia dell’innamoramento bramato e dell’agognato amore, il sentimento forte che scuote, esalta e tormenta il suo animo. Egli si presenta così specchio lucente delle correnti e delle tempeste che lo attraversano e a cui dà voce e respiro nell’affannosa ricerca dell’essere, della vita e della sua essenza infinita e profonda.
Il fluire irruento delle emozioni narrata si disegna e si sostanzia nel profilo ondulato dei sensi, nei contorni dei tratti psico-somatici, veicoli che incanalano il cammino della passione. Gli occhi, le mani, lo sguardo, le braccia, la pelle, il profumo della donna amata sono segni esteriori e tangibili che valicano il confine del corporeo per condurre nel turbine dell’abbraccio sublime, ancestrale fusione degli esseri nella carnalità etera di un caldo, comune respiro che perpetua nel tempo l’effusione d’amore. Le ore, i minuti, gli attimi scandiscono e frantumano il tragitto emotivo del Nostro. Gli attimi, gli eterni spazi d’amore che egli riconosce importanti, unici, preziosi «momenti del tempo, / ritratti… / di pezzi di vita / (appesi) alle pareti dell’anima / come quadri in cornice…», attimi imperdibili, dilatati, assaporati, annusati, poi incastonati come gemme preziose nell’orologio del tempo.
L’energia prorompente e semplice del sentire poetico traccia pure il grafo lineare e il tessuto semantico cristallino, soprattutto nell’immediatezza, nella naturale purezza delle espressioni e nella delicatezza delle immagini pittogrammatiche in cui Torello incornicia le emozioni chiamando a testimonianza del proprio sentire le stelle, il sole, i fiori e i tanti meravigliosi prodigi del Creato.
Le parole, le trasparenti parole, divengono nel vigoroso abbraccio poetico baci lievi, incontenibili espressioni, richieste e conferme continue dell’eterna sete d’amore che ha pervaso Biagio Torello e che lo ha accompagnato lungo l’appassionata avventura umana sempre nella coraggiosa sua consapevolezza che «soltanto chi ama davvero / osa scoprire e conoscere, / mai, senza amore, / alcuno saprà toccare le stelle, / alzarsi in volo, oltre le nuvole, / migrare col corpo e con l’anima / oltre i confini di un corpo sudato, / raccogliere attimi che il sesso, l’amore, / e mille emozioni fanno bella la vita.»
Riponendo questo libro nella biblioteca dell’anima, avverto intenso sulla pelle il profumo di dolci pensieri che fremono vivi tra le pagine, sento forte nel tempo il melodioso pulsare di un cuore eternamente innamorato.

Montefusco 23 luglio 2007

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