venerdì 29 giugno 2007

Su Anno Santo 1975

recensione di Adriana Pumpo pubblicata su «Presenza - periodico indipendente del Mezzogiorno» numero Giugno/Luglio 2007

al libro di Nicola Di Paolo
(cliccare per ingradire)

Petr Halmay, L'impronta del tempo


il primo volume della collana di traduzione «la selce e il loto» delle
edizioni del foglio clandestino, traduzione di Antonio Parente
€ 8,00 ISBN 978-88-902114-2-3

Petr Halmay (Praga, 1958) viene conosciuto dal pubblico solo nel 1991, con la prima sua pubblicazione in patria. Come per altri autori di talento vigeva il divieto di pubblicare, s’imponeva il silenzio, dato non sono solo i muri concreti ad impedire di “vedere e sentire” chi crea e vive dall’altra parte…
Creare è una parola che in Halmay viene ad assumere significati più concreti e fisici. Egli ha svolto varie professioni, soprattutto manuali – è stato, tra l’altro, camionista, magazziniere, uomo delle pulizie, insegnante, macchinista e fontaniere. Dal 1998 lavora al Teatro nazionale di Praga come attrezzista-falegname.

Non si poteva battezzare la collana ‘la selce e il loto’ con un autore più appropriato (vedi nota esplicativa della collana stessa)

Grazie alla passione e alla competenza di Antonio Parente abbiamo ora la possibilità di leggere e apprezzare questo poeta.

Nota Pavel Hruška che talvolta “… i bilanci e i ricordi del soggetto lirico siano situati quasi ‘ai margini del mondo’ (nel deposito scenografico del teatro, sulla spiaggia di un lago, in periferia, ecc.) e la loro cornice diventino anche i momenti del crepuscolo o altri cambiamenti luminosi. Anche la città, un tema ricorrente nell’autore, “viene trattato con nebbiosa ambiguità o quasi con indefinitezza astratta…” Anche l’ambito della terminologia teatrale viene richiamato in Halmay perché scrive sempre Hruška “ molte sue poesie possono essere considerate anche come una sorta di atti drammatici, dove le oggettività raffigurate acquistano una loro autosufficienza: affascinantemente illuminati e “fissati”, si manifestano in una sorta di vuoto scenico, impietosi e necessari nella loro presenza improvvisa e suggestiva.
Infine, in controtendenza con certa autocelebrazione acritica che serpeggia in ambiti poetici, conclude Pavel Hruška: “Ad un attento lettore i testi di Halmay fanno di certo venire in mente ciò che sottolineavamo all’inizio, cioè l’insoddisfazione dell’autore per (o anche davanti al) la propria opera, poiché le considerazioni sulle possibilità e le limitazioni del gesto letterario/creativo fanno parte dei temi centrali che caratterizzano fino a questo momento la produzione del poeta. Se egli guarda al processo di creazione poetica, tra l’altro, come ad una sorta di autoanestetico, qualcosa di ridicola illusorietà (“Scriver versi… / Che decadenza! / Amare l’impronta del tempo / nel proprio cervello…”), non possiamo però considerarla come una facile scusa o uno sforzo metatestuale di “coprirsi le spalle” davanti a potenziali critici o interpreti. L’ethos di questa poesia è determinato anche dalla tensione tra l’essere conscio della relativa inutilità e stoltezza della creazione poetica e la coscienza di una certa impossibilità a non compiere proprio un tale gesto sciocco.

Anche per questo volume le edizioni del Foglio Clandestino partecipano alla campagna “Scrittori per le foreste” lanciata da Greenpeace.
Questo libro è stampato su carta amica delle foreste Cyclus Offset prodotta dalla cartiera danese Dalum Papir a/S (carta riciclata senza cloro, contenente un’alta percentuale di fibre postconsumo) e non ha comportato il taglio di un solo albero.
www.greenpeace.it/scrittori

Il luglio di Artincanti

Estate in biblioteca luglio 2007
serate di poesia e musica
nel giardino della biblioteca moderna – ore 21

Comune di Forlì assessorato Cultura e Università – Biblioteca Comunale A. Saffi di Forlì – associazione Artincanti in collaborazione con ClanDestino e L’Ortica e con il contributo della Provincia di Forlì - Cesena

Mercoledì 4 luglio 2007 ore 21
Silvia Bre

introduce Paola Saiani
Pepe Medri

organetto diatonico e bandoneòn

Silvia Bre è nata a Bergamo e vive a Roma. Nel 1990 ha pubblicato la raccolta di poesie I riposi per l'editore Rotundo. Nel 2001 ha pubblicato presso l'editore Einaudi la raccolta di poesie Le barricate misteriose. Nel 2000 ha pubblicato presso Mondadori la sua traduzione del Canzoniere di Louis Labé .
Alcune sue poesie sono apparse su Tam Tam, Prato pagano, Nuovi Argomenti, Poesia, La clessidra. Nel 2007 pubblica la nuova raccolta di poesia Marmo (Einaudi).

Mercoledì 11 luglio 2007 ore 21
Gianfranco Fabbri
introduce Alberto Bertoni
Francesco Guerri: cello Alberto Fiori: piano Wurlitzer

Gianfranco Fabbri toscano d’origine, romagnolo d’adozione, ha pubblicato I ragazzi del Settanta per Campanotto editore, Davanzale di travertino Campanotto editore 1993; Jennifer un testo in prosa edito con Fernandel e recentemente la raccolta di poesie Stato di vigilanza uscita con Manni editore nel 2006.

Mercoledì 18 luglio 2007 ore 21
Poesia contemporanea dialettale
Annalisa Teodorani, Laura Turci, Danila Rosetti
introduce Davide Argnani

Giacomo Pini Trio
Guido Leotta flauto - Alessandro Valentini tromba e flicorno - Giacomo Pini chitarre

Annalisa Teodorani
È nata a Rimini nel 1978 vive a Santarcangelo di Romagna. Nel 1999 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie Par senza nient per Luisè editore di Rimini. Nel 2004 è uscita la sua seconda raccolta che si intitola la Cherta da zug per il Ponte Vecchio di Cesena. Alcuni suoi testi sono presenti nell’antologia Poeti romagnoli del secondo Novecento con un saggio critico a cura di Pietro Civita Reale, uscita per la Mandragora di Imola 2005. Ha vinto il Premio di Poesia Giustiniano Villa nel 1998 e il Premio di Poesia Pieve di Soligo nel 2003.

Laura Turci

È nata a Meldola il 1 dicembre 1971. Ha vinto la prima edizione (1996) ex equo e la seconda edizione (1998) del Premio Letterario Nino Santi di Meldola. Alcune sue poesie sono state pubblicate sulle riviste Tratti, Confini e la Ludla. Nel’agosto 2006 esce la sua prima raccolta dal titolo Al carvaj per la Società editrice Il Ponte Vecchio.

Danila Rosetti è nata il 9 Agosto 1953 a Forlì, dove vive e lavora come medico. Nel 2002 ottiene la menzione speciale al premio Mario Tobino di Lucca con la raccolta L’oasi del miraggio. Nel 2004 vince il premio San Vitale di Bologna con la raccolta Poesie per un teatro. Nel 2005 è finalista nel premio nazionale Città di Forlì. Sue poesie sono state pubblicate nella rivista Confini e La Ludla. La sua prima opera, Strambarì, è in preparazione presso l’Editrice La Mandragora di Imola.

Martedì 24 luglio 2007 ore 21
Francesca Serragnoli, Filippo Amadei, Lara Strada, Cristian Pretolani

introduce Cesare Ricciotti
Gattamolesta in quartetto

Andrea Gatta accompagnamento e voce - Martino Colicchio clarinetto - Nicolo Fiori contrabbasso - Jader Nonni spazzole e percussioni

Francesca Serragnoli è nata a Bologna nel 1972. Si è laureata in Lettere Moderne nella stessa città. Lavora dal 1997 presso il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Suoi testi sono apparsi in varie riviste letterarie (Frontiera, clanDestino, Specchio della Stampa, Graphie, Tratti etc), nell’antologia I cercatori d’oro (Forlì, La Nuova Agape, 2000) e nell’antologia a cura di Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi Nuovissima poesia italiana (Mondatori). Per i Quaderni di clanDestino è uscito nel 2003 il suo primo libro di poesie dal titolo Il fianco dove appoggiare un figlio .

Filippo Amadei, nato il 16 novembre del 1980 a Ravenna, vive a Forlì. Attualmente lavora presso uno studio di consulenza aziendale. Una sua poesia, scelta da Maurizio Cucchi, è stata pubblicata sul nº 436 dello Specchio della Stampa. Ha vinto la Sezione Giovani del Premio nazionale di Poesia Aldo Spallicci 2004. Nell’estate del 2005 pubblica la sua prima raccolta di poesie intitolata La Casa sul Mare, edita dalla Società Editrice di Cesena Il Ponte Vecchio.
Lara Strada
Traduttrice free lance, fa parte della redazione della rivista TRATTI, edita da Moby Dick. Ha curato assieme a Manuela Ballot la traduzione di alcune lettere di Bettina Brentano e Rahel Varnhagen, raccolte nell’antologia Lettere dall’Europa. Un secolo di corrispondenza al femminile, edita da Sellerio. Ha pubblicato il libro Per chi rimane, dedicato al marito, prematuramente scomparso, che raccoglie poesie scritte nell’arco di una decina di anni, alcune delle quali già apparse su rivista.

Cristian Pretolani
Nasce a Forlì il 4 settembre 1978. Esordisce con la pubblicazione di due poesie nell’ agenda Dimenticario realizzato dal centro culturale L’ Ortica di Forlì distribuito nelle Università e nella Provincia. Nel 2004 pubblica Pillole con AM EDIZIONE MAROTTA, la sua prima raccolta di poesie. Nel 2007 pubblica L’era di Atlantide con la Tinarelli di Bologna. Collabora con il quotidiano la Voce in una rubrica da lui ideata “Adesso Poesia” scrivendo recensioni a poeti del territorio Romagnolo.

Installazioni a cura di Fiorenza Pancino e Amanda Chiarucci (Artincanti)

Per informazioni rivolgersi alla Biblioteca Moderna corso della Repubblica 78 Forlì
0543 – 712615. In caso di maltempo le iniziative si svolgeranno all’interno.


R-ESTATE IN SELVA 2007
LOCALE dimensione GLOBALE
sapori, musiche, immagini dal Mediterraneo …

Domenica 1 luglio 2007 ore 20.30
Dasudadest: musiche e sapori dal Mediterraneo
Una cena a base di piatti tipici dal sud Italia con i prodotti di Libera Terra, progetto ideato da Don Ciotti, finalizzato alla coltivazione di terreni confiscati alla mafia e alla produzione di prodotti agrobiologici di alta qualità. Alla cena sarà presente Marisa Zani resp. per la Romagna di Libera. A seguire concerto di musiche e balli con gli Tziganotchka, interpreti di un repertorio che salta sfacciatamente da un cocek balcanico a un saltarello del centro Italia, da una ballata klezmer a una tarantella pugliese. Cena + concerto 25 euro (una parte dell’incasso sarà devoluto all’associazione Libera)

Per consentire una migliore organizzazione si prega di prenotare presso
La siba 0543/478139 (lun-gio 9.30-19; ven e sab 9.30-22) oppure scrivendo a artincanti@fastwebnet.it
L’Azienda agricola e agrituristica La siba a 2 chilometri da Forlì in via Del Partigiano 19 (stradone per Castrocaro) Località Vecchiazzano – Bosco di Ladino 47100 info@lasiba.it
www.lasiba.it
Le serate si svolgeranno all’aperto, si consiglia pertanto un abbigliamento adatto al fresco campagnolo, se siete inguaribilmente freddolosi portatevi una coperta!
Progetto ideato e organizzato da Artincanti e coop Kallimachus


giovedì 28 giugno 2007

Foglio Clandestino - n. 60

- I/2007 nuova serie


SOMMARIO DEL NUOVO NUMERO




AFILDIPENNA: Dei sessanta

SFULINGO: Eraclito - I Frammenti

TRADUZIONI: Tristan Corbière (1845-1875) di Luca Salvatore

TRA GLI SCAFFALI: Sergio Solmi (1899-1981) a cura di Luca Ariano


INTERVENTI: Sergio Solmi: "Letteratura come destino" di Luca Ariano

MITO E RITO: Dei del cielo (VIII) a cura di Gabriella Gavioli


POESIA
Angelo Maria Ripellino: Se avrò di nuovo ventanni
Fernando Pessoa: Mi sveglio sempre...
Peter Russell: Da 'Sonnets January-August 1999' - N. 32 traduzione di Raffaello Bisso


PICCOLA ANTOLOGIA
Testi di: S. Aldeni, F. Brugnaro, M. Casarini, A. Cecchetti, L. Eriu,
V. Guaraglia, F. Mandrino, G. Priano, G. Mendola, F. Romanò


NARRATIVA
Carlo Manzoni: I curiosi
Centocinquantarighe: Tempo di vendemmia di Maria F. Giovelli






Grazie a tutti per l'attenzione.

Un numero: 6 euro - Annuale: 20 euro - Sostenitore: a partire da 50 euro

I contributi vanno versati sul conto Bancoposta n. 37476207 - CIN J ABI 07601 CAB 01600 - intestato a Gilberto Gavioli.



Il curatore
Gilberto Gavioli

bottega_2G@compuserve.com


www.edizionidelfoglioclandestino.it

Nuova di Paola Castagna

Certo
che per essere un'analfabeta
so rovesciare sulle parole la grafia…

qui

Nuove di Giovanni Aiello

… ho immaginato venti vite diverse
tutte mie
in ciascuna ero sempre più felice di adesso
tranne in una…

qui

mercoledì 27 giugno 2007

…/faranews 91

È uscito il numero di luglio

Editoriale: La poesia come cura (oltre il sé verso il mondo e oltre)

Questo numero si apre con un lungo e stimolante saggio di Viviana Scarinci che ci parla della Nascita del poeta a partire dal mito di Orfeo (ovvero, secondo un'etimologia a base fenicia, Colui che guarisce con la luce). Abbiamo poi inediti veramente interessanti di Claudio Pagelli (“siamo fatti per essere muti / come i fiori, a che serve, mi chiedi,
la parola / se un gesto già racchiude il mare…”, Enrica Musio ("Le vie delle nuove case difronte a me studio, / gli sguardi della gente / la mia mancanza di fiato / finestre sfuocate / il pensiero della parola che non vedo…”), di Johan Pesaresi in primissima uscita pubblica con versi che sono un vero e proprio incontenibile flusso di coscienza (“l'animo corre lontano.. / quando t accorgi ke si muove / esso è già all'orizzonte / guarda avanti.. / e sorride.. / ma nn a te..”; grazie ad Alex Celli per averceli proposti) e di Costantino Loprete (“e tutti cercano il nome / la panacea, che impedì il futuro”). Abbiamo anche una empatica recensione di Vincenzo D'Alessio a Il gatto e la falena di Maria Pina Ciancio (“Portatemi via tutto / (i sogni, l'anima, la felicità) / ma lasciatemi in segreto / la parola per ricominciare”). Padre Bernardo ci offre infine una intensa meditazione lucana (“non può esistere una società, una cultura, un sistema politico capace di capire fino in fondo la novità di Cristo”).

Le abbiamo inviato fino ad oggi inviti ed informazioni riguardanti le nostre pubblicazioni, attività, concorsi, progetti culturali, ecc. Sperando che le nostre comunicazioni siano per Lei interessanti, Le assicuriamo che i Suoi dati saranno da noi trattati con riservatezza. In ogni momento Le sarà possibile chiedere di essere cancellato dalla nostra mailing: basta rispondere UTILIZZANDO LO STESSO INDIRIZZO DI POSTA che volete venga cancellato, scrivendo in oggetto: CANCELLAMI.

lunedì 25 giugno 2007

Nuova di Daniele Borghi

qui

Nuove su Figlidienneenne

Sono stati aggiunti nuovi file audio e nuove schede sul sito www.figlidienneenne.it

eventi:
la prima serata di letture e musica di EnnE, a Roma presso l'associazione culturale "Ipotesi", 15 giugno 2007
- Maria Grazia Calandrone e Nicolò Casu
- Daniele De Angelis e Andrea Marinucci
- Chiara Pavoni legge un testo di Daniele Comberiati

poesia:
- Anila Resuli
- Fabiano Alborghetti
- Lorenzo Mari (nuova scheda)

recensioni:
curata da Matteo Fantuzzi
- Occorreva che nascessi di Gianfranco Lauretano

fateci un salto e fate girare la voce

un saluto e buon lavoro

daniele ed andrea

Finalmente mio figlio (Paola Castagna)


altre poesie di Paola Castagna qui

Angeli nella valle


Nel risveglio riprendo
una logica trovata

nel viaggio compiuto
tempi della natura
come un Dea
alla quale
si prepara come cena
grano e margherite

un grano bianco
candido
un pasto servito
su di un piatto da portata
d’altri tempi

siamo lavati
profumiamo di verde
mentre i capelli
gocciolano crisalidi

e come pupe di farfalla
ali spieghiamo
nella convivenza
veritiera

nel risveglio riprendo
senza più ombre da gigante

siamo
siamo animali pensanti
stimolo senza virtù
l’ istinto primordiale del Vedere

annusando la tua pelle
cercando sotto la tua ascella
un riparo dal vento
mentre guardi il mare
e senti le onde agitarsi dentro
tocco il tuo pelo
e del mare
ne sento il rumore

un folletto nel vento
caldo
nel tempo dimentico
divarico cosciente

una luce
che illumina d’immenso
un fondo schiena
che vanta orgoglio

mentre tu
tu
alle parole abbini fatti
senza scagliare al vento pietre
senza recar alcun danno.


Spaventapasseri

Districarmi
ricordo di una poesia disgiunta
un accordo in sol maggiore
mio candore che esiti sui respiri

diventano affanni
per la resa dei conti
che distratta
congiunge ogni lembo

sorrisi sprezzanti
tra i filari e la paglia
camuffi lo spauracchio
ma la bellezza
resta tale.


Piove

Volevo chiedere
al cielo, piovi

ci stavo riuscendo
un vento leggero
ha portato via
invece di depositare

Roberto volevo la pioggia
tu sai quanta è la gioia che rende

mi puoi aggiungere
smettila di far piovere sul bagnato
ti impantani
potrei solo che darti ragione
ovvia e giusta

ho chiesto
alle nuvole
di vestirsi di nero
come morte tra i filari
insiste la luce
sui miei lunghi sbadigli.


L’analfabeta


Certo
che per essere un'analfabeta
so rovesciare sulle parole la grafia

invento
uno stile
per sopravvivere

spartana
di una bellezza
di cui non sono responsabile

adopero
la parola
come fosse
una lancia
prossima al volo

colpire al centro
trapassarlo questo centro
nel maledetto
dei tempi

appaio
come serpe
che si insinua
la lentezza è apparizione

dentro
non c’è una fessura
merita uno squarcio
questo palpitare
di voglie.


Finalmente mio figlio


C’è un sepolcro
una lapide sbiadita
negl’anni smarriti

trovare
guardandoti negl’occhi
quel positivo
che bilancia
il lutto

chiudiamo
nella consapevolezza
l’agonia
di anni trascorsi

la balia degli eventi
non appartiene più

come una lapide sbiadita
in quel sepolcro
dove incuranti
venne scritto
era un bravo ragazzo
l’uomo manifesto.



Lì-BERA-ti

Un vasto senso
di liberazione
essere capaci
di scrivere quello che la mente
col cuore tra le mani
prova

una mente
da sempre perversa
soccombe
come un animaletto ferito
nella giungla
della vita
nella sopravvivenza estrema
della specie

un finalmente
sì una liberazione
dopo anni che si gravitava
intorno a questo evento

il figlio e la madre
finalmente
libera-ti

mentre
penso e ti sussurro
un
Lì-berati
appena puoi.


Un bacio
al figlio

Affranto bacio
sul pianerottolo
ho lasciato un uomo
negl’occhi

peggio di ieri
oggi consunto di brividi
sulla pelle inaridita nella stanchezza

l’uomo
scende gli scalini
voltando la schiena
ad ogni domani

inutile cercare
quando i meandri della memoria
non concedono altro
che ricordare

e ricordo di te
le corse che sapevi fare
impacciato in un sistema
da sempre troppo veloce
per i tuoi tempi
di sopravvivenza.

Sul cammino di Santiago a Milano 12-7

LETTERA in VERSI


Newsletter di poesia

n.° 22
GIUGNO 2007


Numero dedicato a
GIUSEPPE CASSINELLI

APRIRE L’ALLEGATO
o collegarsi a:
http://guide.supereva.com/scrittura_creativa/interventi/2003/02/130051.shtml

SOMMARIO
Editoriale
Profilo bio-bibliografico
Antologia poetica
Antologia critica
Intervista


Colophon
LETTERA in VERSI è una newsletter di poesia, contenuta in allegato, a carattere monografico, nata da un'idea di Margherita Faustini e Rosa Elisa Giangoia, che ne cura la realizzazione con la collaborazione di Liliana Porro Andriuoli, che ha redatto integralmente questo numero..
LETTERA in VERSI viene diffusa unicamente via posta elettronica ed è pubblicata con cadenza trimestrale. È inviata gratuitamente ad un gruppo di amici, che si spera progressivamente di ampliare grazie a segnalazioni e richieste di persone interessate. Per riceverla o per revocarne l'invio ci si può rivolgere all'indirizzo rogiango(chiocciola)tin.it
La redattrice si assume ogni responsabilità in merito al contenuto, nonché per quanto riguarda la riservatezza e la gestione dell'indirizzario, da loro personalmente curato.

venerdì 22 giugno 2007

Rondoni e Beatrice 24-6

su Pellegrinaggio senza Endimione di Lorenzo Mari


(vincitore del Premio nazionale Alessandro Tanzi 2005, pubblicato da Contrada della Tartuca, Edizioni Inventario Senese, 2007)

Questa raccolta di Lorenzo Mari, che conosco in quanto vincitore del concorso Pubblica con noi (con inserimento della silloge Minuta di Silenzio nel volume 3x2) dimostra una cifra poetica già individuata e pregnante, uno stile curato e perspicuo, un modo di indagare la vita che si scherma dietro una ironia da understatment, con frecciate (anche a sé stesso) a volte argute altre dolorose. Come rivela nella Prefazione Roberto Gagliardi, l'apparente semplicità del dettato risulta in qualche caso difficilmente penetrabile e a tratti ermetica. E infatti una strategia di Lorenzo è quella di spezzettare il flusso di coscienza in lacerti sporadici, di accostare immagini e sensazioni in modo misterioso. Ecco alcuni esempi: “contravveniamo alle regole degli spazi / e degli oggetti, sempre – almeno, / con una disarmante facilità epidermica / e i guizzi della mano, del piede“ (a partire da piazza santo stefano, p. 19); “delle ore omnes vulnerant, ultima necat / come stava scritto sul Vangelo / oggi non più accessibile / delle meridiane // ci metterò una pietra sopra, / in bilico sullo gnomone, // a oscurare il sole / e le sue mille potenze / (prima o poi) // è che il tempo non ha mai grazia / con chi si fa innanzi“ (una pietra sopra, p. 27); “alla terra ritornerai un giorno / quando i tuoi punti di riferimento, / sovrapposti ai punti cardinali, / ti si faranno minacciosi / (…) / dirai semplicemnte basta un giorno / volgendoti all'albero che è nel centro / (…) / rassegnazione è mentire con fatica“ (alla terra, p. 36); “non avevo alcuna possibilità di divinazione, / nel segno del mio zero astrale: / ero un ninnolo per giocare, privo pure dell'usuale / investimento affettivo – l'investimento divino / a malapena sa, in lontananza, di ciliegia / (neanche di uvaspina, la mia preferita…)“ (un altro mondo è possibile, p. 41); “di tutte le strade battute dall'incedere cardiaco / alcune / – per fortuna solo alcune – / portano a lagune fredde, / (…) / non ho potuto che esplorare corpi, / violare le epidermidi, offrire contatti / stupidi, ignorare prossemiche e presentarmi / dappertutto in quello che appare / esposto“ (come dinanzi a un sacrario, pp. 45 e 46)…
Be', potrei continuare a lungo perché questo modo di fare poesia mi piace proprio, anche i riferimenti e gli echi letterari e mitici risultano evidenti e al contempo non esibiti. C'è a volte qualche critpicismo o qualche iterazione lievemente eccessiva o prosastica ma ritengo che questa voce sia più che promettente. Buona continuazione!

Cosa farei senza questo mondo


di ozarzand (20/06/2007 - 19:36)

Una poesia di Samuel Beckett in video by Francesco Randazzo
qui

giovedì 21 giugno 2007

Ha senso Farapoesia?



di Daniele Borghi

v. anche Mimmo Cangiano

Ho un particolare affetto e stima per la Fara e, soprattutto, ne ho per Alessandro Ramberti che ne è l'incarnazione e lo spirito.
Per questo motivo guardo con molto interesse tutto ciò che essa (o lui, a scelta) propone sia in volume che in formato elettronico. Negli ultimi tempi, la mia attenzione è stata catturata dal blog "FARAPOESIA", ed è proprio la mia attenzione alle liriche in esso contenute che mi hanno spinto a riflettere su alcuni aspetti della "comunicazione poetica".
Prima di cominciare ad affrontare il nocciolo del mio disorso, vorrei scusarmi di una cosa: il mio non sarà un commento ad un autore o ad una lirica, ma piuttosto una impressione generale che, proprio come tale, non ha un valore definito ma fluido, vagamente inconsistente. Mi scuso anche perché questo mio breve scritto potrebbe sembrare una cosa che somiglia molto ad un “lanciare il sasso e nascondere la mano“, nel senso di non indicare con precisione nessun autore e nessuna poesia. Forse, se questo testo dovesse aprire un vero e proprio “dibattito“ lo farò, ma ora non mi sembra il caso.
Per non dar luogo a fraintendimenti, o almeno per cercare di limitarli nella maggiore misura possibile, cerco di spiegarmi meglio.
Fare un discorso generale (forse generico) sul contenuto lirico di un sito che pubblica poesie non sarebbe particolarmente agevole se non si riscontrassero caratteristiche comuni a moltissimi autori. Io credo che nel caso di Farapoesia molti autori abbiano, appunto, caratteristiche comuni, ed è proprio da questa convinzione che nasce questo mio scritto.
Finalmente ho finito il preambolo e vengo a quanto mi preme dire.
Allora, cosa fa una persona che pensa di trarre piacere nel leggere poesie e che conosce un blog che ne pubblica e che è tenuto da una persona che stima? Facile: quando ne ha il tempo si connette e legge. Esattamente quello che ho fatto e faccio io. Di solito si comincia dagli autori che si conoscono di persona o di nome e poi si passa agli altri lasciandosi guidare dall'istinto o dall'ordine alfabetico.
A prescindere dal metodo e dal tempo a disposizione alla fine si arriva a leggere tutto e alla fine, quasi inconsapevolmente, rimane una strisciante impressione complessiva. Scrivo strisciante perché è evidente che ogni autore ha modalità espressive, stile, tematiche e personalità diverse e definisco così quest'impressione perche non è una sensazione ben definita, lo è soltanto in parte, fuggevolmente.
Come ho cercato di spiegare, quello che rimane in bocca è un sapore indefinito, come quello che rimane in bocca dopo un pranzo nuziale: moltissime portate ma nessuna di loro, mischiandosi con le altre, ha lasciato il proprio gusto in maniera indelebile. L'unico sapore che resta dopo questo banchetto di liriche è sgradevole e ha un nome preciso: disinteresse di chi scrive verso chi legge.
Raramente capita di incontrare autori che mostrino un reale desiderio di condivisione. Quello del poeta sulla torre d'avorio è argomento talmente obsoleto da essere marcio, quello che voglio dire è altro, non fraintendetemi.
Quello che a me è rimasto, è la sensazione che moltissimi autori non siano affatto interessati a comunicare con il lettore, ma usino il testo poetico per tutt'altri scopi.
Per liberarsi di tensioni, per autoanalizzarsi, per fare acrobazie linguistiche o elenchi insensati.
In altre parole, per essere ancora più chiaro, non hanno alcuna intenzione di condividere, solo quella di scrivere, in una sorta di onanismo pubblico che, a meno di particolari inclinazioni linguistico-sessuali, desta molta più perplessità che partecipazione.
Mi domando: perché mettersi apparentemente in gioco, fingere apertura per poi ricorrere a forme che non consentono di capire?
Un altra domanda. Se la mia impressione ha un fondamento di verità, perché fare tutto questo?
È ovvio che chi scrive lo può fare come, perché e quando vuole, ciò che mi chiedo è altro. Non perché scrivere, ma perché pubblicare. Perché non lasciare le proprie liriche nel buio di un hard disc invece di darle in pasto ad un “pubblico“ verso cui non si manifesta la minima attenzione e (permettetemi la parolaccia) nessun rispetto.
Immagino che quanto ho scritto possa far nascere commenti risentiti, e immagino anche come i più risentiti commenti possano provenire da coloro che si sentoni chiamati in causa da queste parole.
Un ultima cosa. Chi mi conosce un po' lo sa: non ho affatto voluto mettermi in cattedra e pontificare. Credo che interrogarsi su quanto si fa (in ogni campo) sia necessario e salutare. Per questo motivo, proprio oggi ho mandato alcune poesie ad Alessandro per non sottrarmi a commenti di ogni tipo.

Su la nuova edizione de Il poema dell'esilio di Gëzim Hajdari


recensione di Vincenzo D'Alessio
nominato il 2 giugno 2007 Cavaliere dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana"

La poesia denuncia del poeta albanese esula in Italia Hajdari è una dirompente massa d’informazioni assimilabile ad un fiume in piena che a stento viene trattenuto dagli argini, in questo caso dagli argini delle parole. Le immagini che emergono dai versi, quasi in forma di prosa racconto, hanno scavato ancora di più, dalla loro prima uscita, l’alveo dell’emarginazione dovuta all’esilio: necessario per salvarsi l’esistenza terrena ma frustrante per non poter morire da protagonista nella terra delle sue radici, quella delle aquile.
Un esilio difficile da conciliare con i familiari rimasti in Albania. Un grido di dolore interminabile per quanto accade nella terra che si conosce per tradizioni, sangue degli avi, socialità e religione. Nel recensire la prima uscita di questo Poema dell'esilio ricorremmo ai versi di molti altri poeti che avevano vissuto una analoga esperienza, spesso con un epilogo tragico. Il bilinguismo consente al poeta di non staccarsi completamente dall’idillio con la madre terra d’origine ma genere nel contempo la voglia di essere accettato, condiviso, con la popolazione della madre patria. Cosa che purtroppo non avviene in modo evidente data l’alta qualità dei contenuti opposti al clima che si respira oggi in Albania.
Basta per demolire la forza motrice del poema la visita del presidente americano attuale in quella terra: mentre in Italia ci sono stati veri e propri cortei contro la sua presenza, in Albania c’è stato un bagno di folla immenso, smisurato, che ha fatto del presidente americano un leader per la pace e per l’autonomia del Kosovo. Praticamente leggendo i versi di Hajdari si riconosce la validità delle sue affermazioni circa il connubio generato tra i vecchi leadr bolscevichi, oggi democratici, e il potere di una nazione come l’America che vuole apparire portatrice di democrazia. Ma quale democrazia?
Quale popolo può farsi ispiratore di princìpi tanto grandi e puri da essere assunti da altre nazioni a base del proprio vivere civile oggi?
L’Albania ha una grande storia di lotta contro gli oppressori alle proprie spalle e la sua antichità non è certo simile ad una nazione giovane come gli States.
Bastano le figure di Fan Noli, di Kasem Trebeshina, F. Reshpja citate in questo poema a decretare che ai giorni nostri l’Albania sta conoscendo una involuzione lugubre verso un finale scontato. Tra questi poeti si inserirà anche il Nostro autore in un arco di tempo che non è dato conoscere.
Pagine intrise di un profondo malcontento, di una inguaribile orma di dolore che si insinua in una terra, l’Italia, chepure non è il massimo in tema di libertà democratica. Eppure in questa nuova terra il Nostro ha trovato ospitalità, lavoro, pace per sé e per i suoi cari, una nuova cittadinanza, l’affetto di una popolazione che ha diverse radici e diversa sensibilità sociale.
Chi è disposto, politicamente, in Albania oppure in Italia ad ascoltare la voce dei poeti che denunciano i misfatti degli stessi identici politici intramontabili nei loro tranelli? Il denaro ed il potere (qualche volta è presente anche la religione) sono i cavalli da montare per smontare le forze della democrazia che innalzano gli ultimi, gli esuli, gli anziani, i bambini, i portatori di handicap, i sordi, i muti, gli emarginati, i poeti.
L’ombra della repressione è presenza costante in mezzo ai popoli e nulla potrà dissetare la sete di sangue che uomini ammalati di potere nutrono contro le povere esitenze di tanti umili chiamati nemici della patria, della bandiera, delle idee democratiche, della fede.
Quanto tempo ancora dovremo aspettare perché in ogni parte del nostro pianeta venga ascoltata la “poetidemocrazia”?

mercoledì 20 giugno 2007

Licenze poetiche estive



20 giugno 2007

Periodo d’oro per il gruppo di poeti e scrittori maceratesi che fanno capo all’associazione “Licenze Poetiche”. Alessandro Seri, dopo aver curato per il Comune di Macerata durante tutto l’anno la bottega di scrittura creativa “La tribù dalle pupille ardenti” e dopo aver diretto la rassegna di poesia aggiornata “Licenze Poetiche” è partito alla volta di Coimbra, in Portogallo dove ha partecipato alla prestigiosa rassegna internazionale “Poetas” durante la quale ha ricevuto importanti apprezzamenti da poeti di fama mondiale quali l’israeliano Ytzakh Laor, l’irlandese Macdara Woods, il portoghese Alberto Pimenta e l’americano Stephen Roddefer. Di ritorno da Coimbra, Seri è stato ospite del Comune di Firenze per la rassegna “Firenze città dei lettori” dove ha presentato la sua ultima fatica letteraria nello splendido scenario di piazza della Repubblica. Cristina Babino, anche lei presente con Seri a “Poetas”, è stata invitata in Inghilterra, a Coventry dove si terrà una importate lettura curata annualmente dal poeta Jonhathan Morley e il suo blog www.lacuginaargia.splinder.com è ormai considerato, con le migliaia di contatti mensili, punto di riferimento per l’intero panorama poetico italiano. Renata Morresi, poetessa già vincitrice del premio Nodo Sottile 4 per i migliori poeti italiani under 35 e docente di Lingua e letteratura inglese all’università di Macerata ha appena pubblicato per la casa editrice Quattroventi di Urbino il saggio “Nancy Canard – America, modernismo, negritudine” prima pubblicazione italiana che tratta la vita e le opere dell’originalissima intellettuale angloamericana Nancy Cunard. Anche per Giampaolo Vincenzi, docente di Letterature comparate e letteratura italiana all’Università di Macerata, critico letterario e poeta, è appena uscita una pubblicazione di rilievo per i tipi di Giulio Perrone Editore di Roma, la raccolta di poesie “La vigilia dei nostri sensi” sta infatti riscuotendo notevoli attenzioni. Sia il libro di Vincenzi che quello di Morresi sono stati presentati in anteprima a Macerata. Marco Di Pasquale ha concluso con successo il ciclo di incontri “Libri per l’isola deserta – laboratorio di lettura” che cura per la biblioteca Filelfica di Tolentino e per Libriamoci di Macerata ed ora sta preparando il cartellone del Festival “Rampe per Alianti” che si terrà al Castello della Rancia di Tolentino a novembre. Lara Lucaccioni presenterà proprio a Macerata, nel contesto di Macerata Estate, l’importantissimo libro di Francesco Scarabicchi “L’attimo terrestre”. Inoltre vanno segnalati alcuni nuovi ingressi come quello del talentuoso poeta Christian Baleani già vincitore del premio Poesia di Strada e quello della nota pittrice Irene Dipré che cura per Licenze Poetiche tutto ciò che riguarda le attività correlate alle arti visive. I prossimi appuntamenti che vedranno impegnati i componenti di questo interessantissimo movimento letterario che proprio da Macerata prende vita sono: sabato 23 giugno alle 21,30 una lettura a Montecassiano durante l’iniziativa “Svicolando”, il 12 luglio al cortile municipale a Macerata la presentazione del libro di Scarabicchi con la presenza dell’autore, il 16 luglio la V edizione della suggestiva lettura “Poeti nel Parco” che si tiene ogni anno sulle sponde del laghetto dei giardini Diaz a Macerata, il 1 agosto in piazza Mazzini la III Edizione del Poetry Slam della provincia di Macerata (lettura semicompetitiva ad alto tasso di divertimento, che vede coinvolti autori e pubblico libero di giudicare). In ultimo da ricordare la X edizione di POESIA DI STRADA” premio per poesia inedita ideato e curato da Alessandro Seri che vanta diverse imitazioni ma che ormai, con l’apporto di importanti artisti visivi che riproducono su tela le poesie vincitrici, con la collaborazione di diverse librerie della provincia, con il sostegno di importanti enti e con la sempre più massiccia partecipazione di autori da tutta italia e oltre, si è definitivamente consacrato come il più importante concorso letterario del centro Italia. Chi volesse avere maggiori informazioni sul concorso “Poesia di Strada” e sulle altre attività può sbirciare il sito www.licenzepoetiche.it

Fara in fiera a Pozzolo 23-6


Il 23 giugno 2007 Fara sarà presente alla prima Fiera dell'editoria di poesia organizzata al castello di Pozzolo (AL) dalla rivista La Clessidra, con alcuni autori e con le sue pubblicazioni: v. il programma qui e infra. Se amate i versi non potete mancare!

Programma definitivo

Venerdì 22 giugno
h. 21,15
Sala del Consiglio
VERNISSAGE:
SUGGESTIONI DI MUSICA E POESIA. Concerto per Voce recitante e Solisti dell'Orchestra Classica di Alessandria

Sabato 23 giugno
h. 10,00
Benvenuto delle Autorità e Apertura
h. 10,30-11,00
Lettura: Beppe Mariano, Mauro Mori, Max Ponte, Lina Salvi, Flavio Vacchetta
h. 11,00-11,45
Riflessioni sull’Editoria di Poesia:
Michelangelo Camilliti, Sandro Gros-Pietro, Rinangelo Paglieri, Massimo Scrignoli
h. 11,45-12,45
Lettura: Luca Ariano, GianPiero Casagrande, Tina Cosmai, Fabio De Santis, M. Grazia Di Corso, Renzo Favaron, Fabio Franzin, Massimo Marasso, Francesco Sensoli, Elio Talon, Ranieri Teti, Stefano Vitale
Modera: Emanuele Spano

PAUSA PRANZO

h. 14,45-15,15
Lettura: Luciano Del Giudice, Alberto Mori, Alfredo Rienzi, Alessandro Rivali, Massimo Sannelli
h. 15,15-16,30
Convegno: Canone e canoni
Alberto Bertoni, Gianfranco Contorbia, Stefano Guglielmin, Tiziano Salari, Adam Vaccaro
Modera: Gianmario Lucini
h. 16,30-17,30
Lettura: Alberto Cappi, Milo De Angelis, Luciano Erba, Giorgio Luzzi, Guido Oldani, Elio Pecora, Giancarlo Pontiggia, Paolo Valesio
Modera: Davide Ferreri
h. 17,30-18,45
Tavola rotonda: Le riviste e il canone
Amedeo Anelli, Roberto Bertoldo, Roberto Bertoni, Flavio Ermini, Gabriela Fantato, Mauro Ferrari, Gianfranco Lauretano, Carlo Alberto Sitta
h. 18,45-19,45
Lettura: Corrado Bagnoli, Eleonora Bellini, Luigi Cannillo, Dario Capello, Alessandro Catà, Mariolina De Angelis, Fabrizio Dell’Aglio, Lucetta Frisa, Gennaro Grieco, Carlo Molinaro, Alessandra Paganardi, Luisa Pianzola
Modera: Emanuele Spano

BUFFET

h. 21,00
Lettura: Adam Vaccaro, Gabriela Fantato, Gianfranco Lauretano, Roberto Bertoldo, Amedeo Anelli, Carlo Alberto Sitta, Stefano Guglielmin, Roberto Rossi Precerutti, Franco Romanò
Info: Associazione culturale "La Clessidra"
Via Aldo Massiglia, 3
Novi Ligure (AL)

Tel. 0145-75043

www.laclessidraweb.com

PARMAPOESIA FESTIVAL PER ALTRI VERSI 3



POETRY SLAM

In collaborazione con Teatro delle Briciole
Master of Cerimony Lello Voce
A cura di Daniela Rossi

Sabato 23 giugno 2007
Parma, Teatro al Parco, ore 22.30

Terzo anno per il Poetry Slam di Parma, gara di poesia dal vivo sotto la
direzione dell' Emcee Lello Voce, primo e unico Master of Cerimony in
Italia; dieci poeti sul palco saranno in gara per avere il primo premio e il
pubblico sosterrà o protesterà, diventando un tutt'uno con la competizione
poetica. Ospite Sparajurij Lab, laboratorio di poeti e artisti torinesi,
vincitori del Potry Slam di Parma 2006, che presenteranno l' antologia
europea Slam, pubblicata dalla loro casa editrice.

Tutto è cominciato nel 1987, in un club di Chicago, per iniziativa di un
poeta americano, Marc Kelly Smith, allora praticamente scoosciuto. Nel giro
di pochi anni il Poetry Slam ha conquistato l'America ed è dilagato anche in
Europa, Italia compresa. Sostanzialmente si tratta di una gara di poesia in
cui diversi autori leggono sul palco i propri versi e competono tra loro,
votati da una giuria di cinque elementi estratti a sorte tra il pubblico,
sotto la direzione dell'Emcee (Master of Cerimony), come dicono in America
mutuando un termine dallo slang Hip Hop. Tutti gli stili sono accettati, uno
solo sarà il vincitore del premio finale, usualmente in denaro.
Lo Slam è un modo nuovo e coinvolgente di proporre la poesia ai giovani,
una maniera inedita e rivoluzionaria di ristrutturare i rapporti tra il
poeta e il "pubblico della poesia". Lo Slam è sport e insieme arte della
performance, è poesia sonora e vocale; è un invito pressante al pubblico di
farsi esso stesso critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere, a
superare un atteggiameno passivo e dunque superficiale, nei confronti della
poesia. La competizione che viene messa in scena durante uno Slam fonda una
comunità con il pubblico, che si appassiona alla gara, prende parte allo
spettacolo schierandosi e discute alla fine dell'evento e riconosce che la
poesia è cosa che lo riguarda direttamente, che le sue parole sono le parole
di tutti e di ognuno.

Partecipano alla gara i poeti Adriano Padua, Dome Bulfaro, Antonella
Bukovaz, Matteo Danieli, Eros Drusiani, Donatella Mei, Alexandra Petrova,
Vincenzo Ostuni, Luigi Socci e Paola Turroni.

Annalisa Teodorani a Rimini 22-6


Ultimo appuntamento con Approdi Diacronici al Femminile, la rassegna di incontri curata dall' Attoscuro e Assalti al Cuore.
Dopo il recentissimo successo della terza edizione del Festival di Musica e Letteratura, l’associazione Assalti al Cuore propone una nuova riflessione dedicata alla poesia, ospitando la più interessante autrice in versi della scena letteraria romagnola.

Dal nostro “litorale”, al Bar Caffetteria Baya del mar, tra spiaggia e scogli, nell’imperdibile scenario del tramonto sulla darsena di Rimini, conversando con Alessandro Carli e Loretta Biondi, accompagnata dalle splendide musiche inedite di Nicola Matteini, Annalisa Tedorani ci parlerà del “vento”, del respiro della sua poesia, intervallando al racconto momenti di lettura inediti, unici.

Per Assalti al Cuore l’incontro con Annalisa è estremamente importante e significativo, poiché si caratterizza come il naturale proseguimento di un percorso, di un tracciato che ha segnato l’edizione 2007 del Festival di Musica e Letteratura: un “tracciato poesia”, appunto.

Venerdì, 22 giugno 2007 - ore 19

Bar Caffetteria Baya del mar - Darsena di Marina di Rimini

info: Assalti al cuore info@assaltialcuore.it


ANNALISA TEODORANI

E’ TÉMP DLA NÒTA
dal litorale un vento di poesia

con Annalisa Teodorani & Loretta Biondi

introduzione: Alessandro Carli

musiche: Nicola Matteini (viola da gamba)

E’ malàn dla nòta - e’ malàn dla nòta e’ sta / te fònd d’una cunchéa svóita / là do ch’u s racói e mèr / che ta ne vóid mo ta l sé ch’u i è / e ta l sint quant e’ cambia e’ vént.

Dal litorale, dal bordo del nulla, dal bordo fra una lingua – lalingua – e l’altra: l’altrove, il tempo, dove soffia un vento di poesia, dove si dispiega l’una per una, presagio di una nuova, autentica, inedita democrazia. Un onore per Approdi, un debito per il domani. Annalisa Teodorani, nata a Rimini nel 1978, laureata alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali a Ravenna, scrive poesie, nella lingua materna, il dialetto romagnolo, dall'età di 18 anni. Ha pubblicato due libri di poesia : Par senza gnént (Luisè, 1999) e La chèrta da zugh (Il Ponte Vecchio, 2004).

APPRODI DIACRONICI AL FEMMINILE

donne e politica un percorso tra lettura, commento, narrazione da opere e forme dell'arte ai bordi del femminile un progetto a cura di Loretta Biondi da un'idea di Loretta Biondi, Emma Petitti e Simone Bruscia con la partecipazione di:
associazione culturale L'ATTOSCURO
associazione culturale ASSALTI AL CUORE
associazione culturale SALA 5X10

«non c'è donna se non esclusa da quella natura delle cose che è natura delle parole, e bisogna pur dire che se c'è qualcosa di cui per il momento esse stesse si lamentano è proprio questo - semplicemente, esse non sanno quello che dicono, ed è tutta la differenza fra loro e me» (Jacques Lacan)


Approdi come attracchi, momenti di interrogazione, di incontro, di scambio ; Approdi come scali. Come soglie da attraversare. Di soglia in soglia. Così, di soglia in soglia, a volte di rovescio, a volte di traverso, tra i segni (e i sogni) delle forme dell'arte sarà il femminile a scandire il tempo dei nostri ormeggi. Al centro (e ai bordi) degli Approdi il nostro sguardo sarà rivolto alle donne che pur rappresentando, prima di tutto, una condizione (femminile, sociale, politica), inventano, grazie agli stili di sublimazione delle forme artistiche, la ricchezza e le sfumature di singolarità complesse e sfaccettate. Ogni Approdo è luogo in cui alberga la parola, strutturato nella forma di seminario/laboratorio e prevede gli interventi di diversi invitati, declinazioni sul versante dell'architettura, delle varie etnie, di elaborazioni culturali diverse. Il progetto si spiega in un ciclo di incontri che accompagnano in prevalenza, ma non solo, le 'scelte al femminile' operate quest'anno dalla Compagnia dell'Attoscuro per la Rassegna Teatrale Tra donne sole - OltreMisura 2007 in programma al Teatro Rosaspina di Montescudo.

I nostri attraversamenti cercheranno di cogliere - a volte sarà solo a coté, uno sfiorare appena e un ripartire, magari decisamente un deviare - i lineamenti di Milena Jesenská e Jana Cerná, il profilo di una mistica come Marie de la Trinité e di una scrittrice come Simona Vinci; si avrà modo di bussare ai sogni degli androidi di Angela Malfitano e di afferrare la particolarità poetica che si annida nella musica dei versi di Annalisa Teodorani; ci sarà modo di ascoltare e percorrere le lande oniriche di Elena Bucci e Giuseppe Righini, si potrà inoltre volgere l'interrogazione al disincanto: alle amiche di Michelangelo Antonioni, alle donne sole di Cesare Pavese.

Loretta Biondi, Emma Petitti, Simone Bruscia


La ri-lettura di Tra donne sole - l'avvincente romanzo di Cesare Pavese di cui Michelangelo Antonioni si servì per comporre la sceneggiatura del suo film Le amiche - ha dato ulteriore impulso ad una riflessione intrapresa dalla nostra compagnia fin dal suo costituirsi come gruppo teatrale. La voglia di sondare, attraverso gli strumenti dell'arte, gli aspetti meno stereotipati dell'anima femminile, tentando di dare scacco - per quanto è possibile - al luogo comune che troppo spesso ne accompagna la lettura, hanno dato il via ad un percorso che si precisa in tappe differenti, eppure coincidenti, e che abbiamo voluto titolare appunto Tra donne sole.

L'Attoscuro

martedì 19 giugno 2007

Progetto LIRES


articolo di Marco Scalabrino

Destinata a essere diffusa nelle Scuole della Sicilia, LIRES è il prodotto tangibile del lavoro svolto nel corso dell’anno scolastico 2005–2006, e giunge a coronare un vagheggiamento protrattosi alcuni decenni. Sì, perché la farina primordiale, lo spirito che ha concepito e partorito il progetto che vi sta alle fondamenta, la perseveranza che ha fatto sì che la disposizione trovasse concreta realizzazione, sono dotazioni del sacco di Rosalba Anzalone; configurano, per così dire, l’approdo di un suo “vecchio” sogno, per il compimento del quale lei ha scelto, uno a uno, e coinvolto, spendendo tutto il suo carisma e il suo entusiasmo, i componenti della Equipe.
Ecco allora lo staff, le cui attribuzioni sono essenzialmente quelli di indirizzo (e di regia) del programma, e altresì di individuazione dell’autore regionale:
➢ Coordinatrice Dott. Prof. Rosalba Anzalone, Ispettore Regionale per la Sicilia del MIUR, Ministero della Istruzione, Università e Ricerca;
➢ Equipe Regionale, costituta per decreto del Direttore Generale del MIUR, composta da dirigenti scolastici, docenti ed esperti del Dialetto, della Letteratura e del Teatro siciliani reclutati in tutta l’Isola, in ordine alfabetico: Giuseppe Adernò, Enzo Alessi, Marcello Cerasola, Francesco Coppola, Gianfranco Di Stefano, Domenico Ferraro, Anna Fileccia, Patrizia Luna, Salvatore Mangione, Enzo Papa, Anna Maria Rampolla e Marco Scalabrino.

Ma, cos’è il PROGETTO LIRES?
La sigla L.I.RE.S. significa: Lingue, Identità, Ricerca e Sviluppo. Sulla genesi di tali termini, sui contenuti che ne derivano, sulla fattispecie del loro articolarsi, l’Ispettrice Anzalone si è, nelle fasi propedeutiche, reiteratamente soffermata; e tuttavia su essi torneremo qua e là nel prosieguo di questa esposizione.
S’è detto della Coordinatrice e della Equipe; sono state delineate le loro figure e prerogative. E nondimeno i reali protagonisti, gli interpreti principali, i titolari dell’impresa sono loro: le oltre cento scuole disseminate in tutta l’Isola. Aderenti su base del tutto volontaria, strutturate in RETI d’ambito pressoché provinciale, esse si caratterizzano in scuole aggregate e scuole capofila; queste ultime sono: I.C. “Castrofilippo” di Racalmuto AG; S.M.S. “Tomasi di Lampedusa” di Palma di Montechiaro AG; I.C. “Verga” di Acquedolci ME; D.D. di Pallavicino PA; I.C. “Mons. V. Aglialoro” di Caccamo PA; I.C. “Di Martino” di Contessa Entellina PA; Liceo Scientifico “O.M. Corbino” di Siracusa; D.D. “Leonardo da Vinci” di Trapani.
Lo staff, in questo primo ciclo, ha ravvisato in Alessio Di Giovanni l’autore regionale da proporre all’attenzione e all’approfondimento delle scuole. A questo proposito, subito una precisazione al fine di fugare eventuali precipitose conclusioni: Alessio Di Giovanni in primis sì; ma, come vedremo, non solo ADG.
Alle scuole, a loro volta, è demandato l’onere di indicare gli autori locali meritevoli di interesse. Da Anselmo ad Avolio, da Battaglia a Buttitta, da Consolo a Girgenti, da Martoglio a Meli, da Mercadante a Pedalino Di Rosa, da Pitrè a Russo, da Trassari a Turrisi Colonna, e tanti altri, assommano a un totale di quarantadue. Superfluo dire che Ignazio Buttitta è il più “gettonato”, con nove nomination. Da registrare con rammarico l’assenza, eccettuato Buttitta, di tutti i poeti – catanesi e palermitani – che hanno segnato da protagonisti, tra il 1945 e per quasi tutti gli Anni Cinquanta, la stagione del RINNOVAMENTO DELLA POESIA DIALETTALE SICILIANA. Intendo Ugo Ammannato, Saro Bottino, Miano Conti, Antonino Cremona, Salvatore Di Marco, Salvatore Di Pietro, Salvatore Equizzi, Girolamo Ferlito, Aldo Grienti, Paolo Messina, Carmelo Molino, Stefania Montalbano, Nino Orsini, Ildebrando Patamia, Elvetio Petix, Pietro Tamburello, Francesco Vaccaielli, Gianni Varvaro, oltre che Salvatore Camilleri, Mario Gori e Santo Calì, benché quanti di loro operarono a Palermo si denominarono, alla scomparsa del Maestro nel 1946, proprio GRUPPO ALESSIO DI GIOVANNI. Indice eloquente che questi autori, quantunque più vicini a noi nel tempo, sono pressoché sconosciuti tranne che agli addetti ai lavori, che le loro opere – le quali, fra parentesi, non temono il confronto con quelle di altri più blasonati colleghi continentali – hanno “bisogno di essere ristampate, che occorre promuovere una nuova fioritura di studi intorno alla letteratura siciliana, che è tempo di sottoporre a revisione critica le opere degli scrittori delle generazioni passate”.

Proverò adesso a illustrare succintamente i venti volumi, frutto di questo primo, corale anno di impegno; i cui esiti, pur con le innegabili intuibili difficoltà, sono da ritenere ragguardevoli, e che, in assenza di specifici precedenti, conferiscono alla collana il crisma di opera antesignana.
Tratteggerò le componenti prioritarie di ciascuno dei volumi, che hanno visto la luce nel Novembre 2006 presso le Grafiche Geraci di Santo Stefano di Quisquina AG.

Volume 1. Contiene alcuni saggi di orientamento prodotti dai membri della Equipe Regionale. Tra essi: LA STORIOGRAFIA SICILIANA DEL CINQUECENTO di Francesco Coppola; quattro elaborati di Rosalba Anzalone su Alessio Di Giovanni, il suo “non essere uno scrittore dialettale”, le immagini della sua poesia, i suoi rapporti con Corrado Avolio e Federico Mistral, la sua fedeltà a San Francesco d’Assisi; due lavori di Enzo Papa sugli anni netini di ADG e ancora su Corrado Avolio nel centenario della morte; e inoltre due monografie del sottoscritto: un testo denominato DEL SICILIANO, e uno studio inedito su PAOLO MESSINA & ROSA FRESCA AULENTISSIMA, la sua unica silloge.
Tutti i saggi menzionati sono consultabili nel sito della LIRES www.lires.altervista.org

Volume 2. Propone, su iniziativa del docente referente Carmelo Conte e della dirigente scolastica Rosalia De Marco dell’Istituto Comprensivo Statale “P. Fedele Tirrito” di San Biagio Platani AG, la ristampa, prologo e tre atti, de LA TRAGEDIA DI SAN BIAGIO di Padre Fedele Tirrito, in origine stampata a Palermo dalla Tipografia Valguarnera nel 1939.

Volume 3. A cura dell’IC “Vincenzo Navarro” di Ribera AG, dirigente scolastico Dino Messina e docente referente Rosaria Di Leo, col contributo della DD II “Don Bosco” di Ribera, dirigente scolastico A. Schiacchitano e docente referente D. Verde, vengono riproposte, tra l’altro, la pregevole conferenza inedita del Sac. Silvio Cucinotta su ADG datata 1909, e la testimonianza su ADG di Don Nicolò Licata, oltre che i rudimenti biografici dei due amici e ammiratori, giusto il Cucinotta e il Licata, di ADG.

Volume 4. IC Statale “A. G. Roncalli” di Burgio AG, dirigente scolastico Maria Bufalo, docente referente Caterina Guarisco. L’autore locale, a beneficio del quale è spesa la gran parte del tomo, è Nicoletta Vetrano Noto di Villafranca Sicula, artefice di ben otto romanzi di cui solo uno, LA LUNA AZZURRA, pubblicato nel 1954 e ristampato nel 2005 dal Centro Studi Giulio Pastore di Agrigento. Intriganti la presentazione della città di Burgio in Italiano e in Francese e il CALENDARIO ILLUSTRATO che introduce la figura del Venerabile Andrea da Burgio.

Volume 5. La RETE di Messina: IC “Verga” di Acquedolci ME, IC di Longi, IC di Tusa, IC di Raccuja, IC di Terranova, ICS di Sant’Agata di Militello, i cui dirigenti rispondono al nome di Rosalia Lanza, Giovanni Lento, Antonino Mancuso, Erminia Collovà, Maria G. Mirabile Russo, Maria Attinello, e i docenti referenti a quelli di Antonella Lusco, Giuseppina Pirrotti, Domenico Gullotti, Carmelo La Mancusa, Domenica Sidoti, Domenico Tata. Gli autori locali selezionati: Tommaso Cannizzaro, Francesco Trassari, Francesco Paolo Polizzano e Ignazio Buttitta.
A proposito di Tommaso Cannizzaro, Messina 1838 – 1921, titolare di svariate opere e noto per la sua traduzione in Siciliano della Divina Commedia di Dante Alighieri pubblicata nel 1904, desidero segnalare lo scritto di Filippo Cilluffo (nato a Partinico nel 1920, vissuto a Trapani dal 1944, morto a Mazara del Vallo nel 1981) LE TRADUZIONI SICILIANE DELLA DIVINA COMMEDIA, originariamente stampato in “Nuovi Quaderni del Meridione” nel 1965, e ripubblicato postumo, nel 2001, nel volume DI TENACE CONCETTO curato dall’ITC “F. Ferrara” di Mazara del Vallo, di cui Cilluffo fu preside dal 1977 al 1981. Annota Filippo Cilluffo, riferendosi a tre lavori sistematici di traduzioni siciliane di Dante, susseguitisi nell’arco di mezzo secolo, dovuti a Filippo Guastella (Misilmeri 1862, medico, dilettante di letteratura, nel 1923), a Giovanni Girgenti (Bagheria 1897, docente di materie letterarie e apprezzato poeta dialettale, nel 1954), e, per l’appunto, al Cannizzaro: «La traduzione del Cannizzaro è la più degna. Amico dell’Hugo, gran viaggiatore, poliglotta di fama europea, glottologo per vocazione, poeta quasi clandestino, stampatore ed editore del tutto disinteressato, Tommaso Cannizzaro accingendosi a tradurre la Divina Commedia era persuaso di concorrere allo sforzo comune di rivalutare i dialetti italiani. Dopo avere studiato i tempi, l’animo, le vicende dall’Alighieri; dopo avere scelto il testo da seguire (quello lemonnieriano di Brunone Bianchi), il Cannizzaro esitò nella scelta tra il siciliano aulico e una parlata integrale e più genuina. Si decise per quest’ultima soluzione. Il Cannizzaro è oggi, strumentalmente, più valido traduttore del Girgenti, ove si tengano nel debito pregio, l’aderenza testuale, lo scrupolo dell’espressione, ecc. Il Cannizzaro fece un lavoro di filologo-poeta, il Guastella di estroso dilettante, il Girgenti di poeta dialettale.»

Volume 6. I Circolo Didattico “Leonardo da Vinci” di Trapani, dirigente scolastico Anna Maria Campo, docente referente Rita Bommarito, coadiuvata da Giuseppina Adornetto, Francesca Minaudo, Filippa Bologna, Leonarda Civita, Teresa Fodale, Maria Grimaudo, Laura Quirino. Autore locale Giacomo Tranchida. Giacomo Tranchida, Erice 1911-1983, fu insegnante nelle Scuole Elementari e in seguito impiegato presso il Comune di Erice; rivesti peraltro la carica di presidente della “Salerniana”. Pubblicò: TE ... VA LIGGENNU E VA RIRENNU, 1968; FLORESTO CENTRALINISTA LESTO (commedia) 1973; UN DIAVOLO SUL CAMPANILE, 1977; LA “MINI-GUIDA” D’ERICI MIA, 1978; SCHERZANDO CON CASANOVA, 1983. Il libretto ne offre alcune poesie tradotte in Italiano e illustrate dagli alunni.

Volume 7. IX Istituto Istruzione Secondaria Superiore IISS “O.M. Corbino”, Liceo Scientifico “Einaudi”, XIV IISS “Principe di Napoli” di Siracusa, dirigente scolastico Enzo Papa, docenti referenti Cinzia Gallo, Antonella Caruso, Maria Boscarino. Autori locali individuati: Corrado Avolio, del quale nel centenario della morte viene ricostruito il profilo biografico, la formazione, la fortuna critica e analizzata l’opera più significativa I CANTI POPOLARI DI NOTO; Nino Martoglio, del quale oltre ai cenni biografici si può gustare una crestomazia dei sonetti, e Maria Bella Raudino.

Volume 8. Direzione Didattica di Balestrate, Scuola Media “G.A. Borghese - XXVII Maggio”, IV Circolo Didattico di Bagheria, dirigenti scolastici Anna Maria Lo Piccolo e Gianfranco Di Stefano; docenti referenti Caterina Gaglio, Patrizia Luna, Giovanna Ferrigno. Una osservazione su Salvatore Salomone Marino e gli stralci della conferenza di ADG sullo stesso Salomone Marino, a diciotto anni dalla morte, la descrizione di «un rapido viaggetto in tre tappe» – un po’ in treno, un po’ in groppa a un asino, un po’ in barca, un po’ a piedi – di ADG, da Sferracavallo a Castellammare del Golfo, da Segesta a Selinunte, da Mazara a Monte San Giuliano, nonché talune sentite testimonianze sulla emigrazione in Sicilia.

Volume 9. I Circolo Didattico “Francesca Morvillo” di Monreale, Direzione Didattica “Borgo Ulivia” di Palermo. Dirigenti scolastici Luigi Caracausi ed Enza Pitarresi, docente referente Francesca Picone. Ricerca, corredata da preziosi commenti e dalla riproposizione di un poema SANTA CATERINA, su Giuseppe Fedele. Ristampa di ZA FRANCISCHEDDA di ADG, testo apparso nel 1910, e un suggestivo itinerario pedagogico-didattico, nel 60° della morte, compiuto in dieci giorni da docenti e studenti, tra la via Castro e Piazza Giulio Cesare, la via Lincoln e la via Perez, di visita alle case che abitò ADG a Palermo.

Volume 10. IC “G. Meli”, IISS “Luigi Pirandello”, IISS “Lorenzo Panepinto” di Bivona. Dirigenti scolastici Baldassare Losi, Giuseppe Vella, Giusepppa Milazzo; docenti referenti Rosalia Cinà, Maria Elena Puma, Lucia Vincenza Messina, Margherita Schembri. Singolare il CALENDARIO ERBACEO di ADG, con ventotto schede descrittive e disegni prodotti dagli alunni, sulle “erbe della Valplatani” di uso medicinale, veterinario e alimentare. Citiamo a mo’ di esempio: addricula, addauru, burrania, camumiddra, cicoria, finocchiu sarbaggiu, gidi, majurana, marva, nipitedda, paparina, sarbia, accia, sparaciu … Cenni bio-bibliografici di Romano Cammarata.

Volume 11. IV Circolo Didattico “Giovanni Girgenti” di Bagheria, dirigente scolastico Gianfranco Di Stefano, docente referente Antonietta Eucaliptus, coadiuvata da Cettina Barracato, Rosellina Lo Grasso, Giovanna Mirone, Giovanna Pagano, Tanina Vetro, e in aggiunta Giuseppina Fiorino e Livia Merra. Pagine di parole antiche, proverbi, tradizioni, riflessione linguistica e testi poetici e disegni degli scolari, si susseguono. Giovanni Girgenti è l’autore locale, del quale gli alunni hanno drammatizzato il racconto: L’ASINO DI DON SANTO.

Volume 12. Istituto Comprensivo Statale “Mons. V. Aglialoro” di Caccamo, Istituto Comprensivo Statale “Luigi Pirandello” di Cerda. Dirigente scolastico Luigi Cona; docenti referenti Giuseppina Filippone, Patrizia Cottone, Calogera Venticinque, Massimo Natoli, Castrenze Rasa. Vengono esposti parecchi vocaboli del periodo greco e arabo, cenni sulla letteratura siciliana, tra la scuola poetica federiciana e il ‘900, passando da Cielo D’Alcamo e Giacomo da Lentini ad Antonio Veneziano, da Giovanni Meli a Giuseppe Pitrè, da Giovanni Verga a Luigi Pirandello, fino a Salvatore Quasimodo e a Ignazio Buttitta. Autori locali Giovanni Anselmo e Calogero Rasa, di cui si riportano alcuni componimenti.

Volume 13. Raccoglie gli Atti dei Convegni svoltisi: a San Fratello il 25 Marzo 2006, ad Agrigento il 1° Aprile 2006, a Bagheria il 1° Giugno 2006. Imprescindibile e chiarificatrice la relazione della Coordinatrice del progetto LIReS, l’Ispettrice Rosalba Anzalone, che illustra, a partire dal nostro Dialetto e dalla nostra «identità regionale da perseguire come valore di sviluppo», la struttura e l’organizzazione del progetto stesso che, attivato nell’anno scolastico 2005-2006, ha una durata triennale, si basa sulla adesione volontaria di cento scuole, costituite in RETI d’ambito pressoché provinciale, distinte in scuole capofila e scuole aggregate, vincolate unicamente alla condivisione del progetto e alla espletazione di almeno 50 ore annuali di Siciliano e Storia della Sicilia, e alla produzione di documentazione originale sull’autore indicato dalla Equipe regionale e sull’autore locale suggerito da ogni singola scuola, le quali beninteso si muovono in piena autonomia organizzativa e didattica. Sottolinea la Anzalone, che «quando io dico “il siciliano” devo necessariamente aggiungere le lingue siciliane riconosciute come minoritarie. Prendere coscienza delle lingue che sono presenti in Sicilia e dei valori che veicolano significa per noi coltivare un’identità che si spoglia di stereotipi e di superstizioni per costruire una Sicilia moderna e produttiva inserita dinamicamente in un panorama nazionale ed internazionale proiettato nel futuro. Nel processo di riunificazione e integrazione europea, che è sociale oltre che politico ed economico, risulta allora urgente definire una dimensione politica che lasci gli spazi opportuni ai connotati identitari di ogni popolo partecipante». Segue, ad opera di Gianfranco Di Stefano, che peraltro gestisce magistralmente il sito www.lires.altervista.org del progetto, una analisi del campione delle scuole, in termini di tipologia di scuola per provincia, di presenza numerica di scuole partecipanti nelle diverse province, nonché l’indicazione delle scuole capofila, l’elencazione degli autori segnalati dalle scuole e la loro frequenza, e persino il numero degli studenti coinvolti per scuola. Appresso un calibrato intervento di Anna Maria Rampolla del Tindaro sui vocabolari siciliani, dal DIZIONARIO SICILIANO ITALIANO LATINO di Padre Michele del Bono del 1785, attraverso i noti DIZIONARIO SICILIANO-ITALIANO di Vincenzo Mortillaro del 1876 e VOCABOLARIO SICILIANO-ITALIANO di Antonio Traina del 1868, per arrivare al monumentale VOCABOLARIO SICILIANO di Giorgio Piccitto, in cinque volumi, pubblicato tra il 1977 e il 2002. La dispensa assai ricca racchiude poi gli interventi sul Gallo-Italico di Benedetto Di Pietro e Salvatore Di Fazio, e due elaborati del sottoscritto: il breve saggio CENNI DI ETIMOLOGIA e PECULIARITÀ DEL DIALETTO SICILIANO e uno studio inedito su ELVETIO PETIX, POETA IN DIALETTO.

Volume 14. Direzione Didattica II Circolo di Canicattì, ITC “L. Sciascia” di Agrigento, DD “Don Bosco” di Agrigento, SMS “Pietro D’Asaro” di Racalmuto, IISS “Picone” di Lercara Friddi; dirigenti scolastici Giuseppe Parisi, Anna Maria Sermenghi, Vincenza Ierna, Angelo Morreale, Salvatore Di Caro; docenti referenti Rosanna Pagliarello, Mimma Bartolotta, Vincenzo Coletti, Silvana Cirami, Calogera Forte coadiuvata da Carmela Fantauzzo e Carmela Spalanca, F. Giannilivigni, R.A. Raia.
Autori locali trattati: Giuseppe Pace, Angelo La Vecchia, Giuseppe Pitrè, Michele Battaglia. Da rimarcare un paio di pezzi in memoria di Rosa Balistreri, Licata 1927-1990, l’ultima cantastorie come lei amava appellarsi; dei versi primaverili dialettali illustrati e tradotti in Inglese; un adattamento, CAPPUCCETTU RUSSU, della celebre fiaba dei fratelli Grimm recitata e cantata in Dialetto; una breve farsa, U CARTULIAN, scritta e rappresentata in dialetto gallo-italico. Questo tema fra l’altro, il “Gallo-italico: tra passato, presente e futuro”, è stato l’oggetto principe del Seminario del 25 Marzo 2006 tenutosi a San Fratello. Le testimonianze di Benedetto Di Pietro e Salvatore Di Fazio sono illuminanti circa questa “lingua dell’anno mille”.

Volume 15. Curato da Vittorio Riera, è totalmente dedicato ad ADG nella sua (misconosciuta) qualità di critico d’arte. I pittori palermitani vagliati, che operarono tra l’Ottocento e il Novecento, sono: Francesco Lojacono, Ettore De Maria, Luigi Di Giovanni (non è mio parente, commenta ADG), Calcedonio Reina e Michele Cortegiani.

Volume 16. Redatto da Rosalba Anzalone, è riportata una antologia dei racconti di ADG. Gli scritti furono inizialmente pubblicati ne LA PAGINA PAESANA, curata dallo stesso ADG per incarico del Provveditore, nel Bollettino del Regio Provveditorato Regionale di Palermo, negli anni dal 1924 al 1926. ADG praticava contemporaneamente i due codici comunicativi: il siciliano e l’italiano. Egli dichiara di amare l’Italiano, ma di considerare il Siciliano come diritto–consapevolezza–responsabilità di ogni cittadino siciliano. Alcuni i titoli: LA PISCA BINIDITTA, CHI È SANTO BAUNA, UN POETA E UN BRIGANTE D’ALTRI TEMPI, UN’ALLUSIONE ALLA CASA SAVOIA, I CANTI DITIRAMBICI DELLA MIETITURA, IL VENERDÌ SANTO IN VALPLATANI…

Volume 17. A cura di Adelaide Spallino, propone biografie e un nutrito (e prezioso, data la problematicità di reperimento) florilegio dei testi dei poeti Vito Mercadante e Peppino Sabella, entrambi di Prizzi. Il primo (1873-1936) ben conosciuto per la connotazione politica che assumerà la sua (vita e la sua) poesia e con parecchie pubblicazioni a suo attivo tra gli anni 1902 e 1927; il secondo (1903-1980) inedito, i cui scritti però possono essere accessibili rivolgendosi alla Biblioteca Comunale di Prizzi.

Volume 18. IC “A. Manzoni” di Ravanusa, IC Ciminna – Ventimiglia. Dirigenti scolastici Francesco Provenzano e Pasquale Turrisi; docenti referenti Cettina Galatioto, Nuccia Montaperto, Maria Laura La Russa, Maria Rosa Tesè. Poeti locali Francesco Romano e Ignazio Buttitta. Apprezzabili una ricerca sui dialetti d’Italia, con approfondimento sull’origine e la storia del Siciliano, una gamma di vocaboli dialettali e dei brevi cenni grammaticali.

Volume 19. Redatto da Ida Rampolla del Tindaro e Rosalba Anzalone, vengono riportate, con ampia e dotta prefazione, l’opera teatrale IL CONTE DI GERACI di Luigi Natoli – noto per I BEATI PAOLI, CORIOLANO DELLA FLORESTA, e altri – e le lettere di ADG a Luigi Natoli. La prima, sottotitolata “scene medievali in due atti”, era rimasta inedita fino al 1991, allorché giusto su proposta di Ida Rampolla del Tindaro fu pubblicata a cura del Comune di Geraci Siculo e quindi rappresentata, nell’Agosto 2006, «sulle rovine del castello di Geraci, cioè proprio nel luogo in cui si erano svolti i fatti». Le seconde, inedite, datate tra il 1920 e 1927, sono state trascritte da Rosalba Anzalone e risultano assai utili giacché «rivelano la disponibilità di ADG a collaborare con altri scrittori ed enunciare le idee in fatto di lingua siciliana e di scrittura del siciliano».
Nella corrispondenza al Luigi Natoli, ADG tratteggia infatti, a più riprese, la poesia siciliana tra fine Ottocento e i primi decenni del Novecento, e frequenti risultano i riferimenti a Giovanni Verga, ad Alessio Valore, a Francesco Trassari, ad Antonino Giunta, a Saru Platania; enumera dati anagrafici, vicende umane e sociali, costumi e riviste del tempo. Ne diamo contezza procedendo, invero, in ordine sparso. Il saggio SARU PLATANIA E LA POESIA DIALETTALE IN SICILIA del 1896, in cui ADG auspica il sorgere in Sicilia di un poeta che sapesse «mostrare una buona volta come il dialetto siciliano, per chi sa maneggiarlo, può anche ispirare e dare espressione artistica ad una poesia umanistica»; L’AGAVE, un giornale diretto dal suo amico Silvio Cucinotta; Alessio Valore di cui si narra che «morì nel terremoto di Messina. Dirigeva là un giornaletto mezzo tra mondano e letterario: IL MARCHESINO; quando io lo conobbi nel 1894 era sulla sessantina». ADG non manca altresì di rammentare al Natoli che «nella seduta concistoriale tenutasi a Montpellier, il 4 giugno 1911, io fui eletto, all’unanimità, socio del Felibrige, su proposta di Federico Mistral» e, amaro, registra . O tempora o mores! (n.d.r.) Una curiosa – se raffrontata alle odierne vicende – postilla meteorologica: «il mio studio è, di questi tempi, una vera ghiacciaia (siamo in Siberia, quest’anno, non in Sicilia!)». Quanto alla «importante questione della grafia… per quel po’ di competenza che mi dà l’amore di questi cari studi, io, su questo argomento non ho nessuna fiducia nel Pitrè, ma ne ho un po’ al Salomone Marino, molta all’Avolio, moltissima al Guastella, l’unico vero demopsicologo che abbia avuto la Sicilia».

Volume 20. I.C. Rocca di Caprileone, IC di Caronia, DD di Racalmuto, SMS “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” di Palma di Montechiaro, DD “Falcone” di Carini. Dirigenti scolastici Giuseppina Pruiti Sciollorito, Stefana Morreale; docenti Anna Maria Grazia Cannata, Antonietta Zaffuto, Giovanna Pirrera, Anna Alaimo, Salvatore Amato, Pina Di Maggio, Antonino Pisciotta. Vengono stampati un saggio sulla lingua siciliana, con un confronto lessicale tra greco, siciliano e italiano; due atti unici di Ignazio Di Maggio, Palma di Montechiaro 1943-1977; un copione, in sette scene, titolato LA LINGUA SICILIANA.

Quella italiana, soppesa Gianfranco Contini, è ; .
Questi assunti ci ripagano di ogni fatica.

Radici europee a Roma

lunedì 18 giugno 2007

Nuove di Paola Castagna

qui

CIBO – FESTA DELLA POESIA 30-6


Castel San Pietro Terme (Bologna) – 30 Giugno 2007 dalle ore 21.00
Giardino della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Via Matteotti 79


La Poesia (sola) nutre

con: Fabiano Alborghetti, Maurizio Brusa, Dome Bulfaro, Maria Grazia Calandrone, Gianfranco Fabbri, Matteo Fantuzzi, Isabella Leardini, Stefano Massari, Francesca Matteoni, Anila Resuli, Massimo Sannelli, Giacomo Trinci e la nuova scena bolognese e modenese (Massimiliano Aravecchia, Marco Bini, Salvatore Della Capa, Erika Frigieri, Guido Mattia Gallerani, Valerio Grutt, Samuele Lambertini, Sara Obici, Rossella Renzi, Sarah Tardino).

Conclusasi l’esperienza di “Degustare Locale” Castel San Pietro Terme ritorna a parlare di Poesia: nelle serate storicamente dedicate al teatro di strada si è voluto creare un contenitore per nutrire con la sola parola chiunque abbia voglia di avvicinarsi al dialogo che la Poesia è in grado di rendere possibile grazie agli autori che quotidianamente su questo mezzo lavorano. Questo nuovo festival vuole essere sopra ogni cosa una vera e propria “festa” che sia in grado di dare “pari opportunità” alle voci che si avvicenderanno, proponendo attenzione alle tematiche di impegno e sostenendo esperienze che lavorino fuori da logiche accentratrici, ma che cerchino in primis dialogo con i possibili fruitori di quella fragile cosa che è la Poesia.

In collaborazione con: Comune di Castel San Pietro Terme, Assessorato alla Cultura; Pro Loco di Castel San Pietro Terme; Associazione Culturale Pneuma, Divisione Bassa Padana; Osservatorio Nazionale del Miele; Fondazione Cassa di Risparmio di Imola; Veronesi Immobiliare; FaNeP, Ospedale Sant’Orsola, Bologna.

Per info: Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica, P.zza XX Settembre, 14; Castel San Pietro Terme - iat@castelsanpietroterme.it; tel. e fax 051 6942090.

*

Come arrivare a “Cibo – Festa della Poesia”.

In Treno: treni da Bologna, Rimini, Ravenna. La stazione di Castel San Pietro Terme è a ca. un chilometro e mezzo dal centro storico. Lo si raggiunge percorrendo Viale Gramsci in direzione del centro abitato.

In autobus: le linee sono il 94 (da Bologna) e il 101 (da Bologna e da Imola) ma terminano dopo le 20. La stazione degli autobus è a due passi da Via Matteotti.

In auto: sicuramente il modo più comodo per arrivare. Castel San Pietro Terme ha una propria uscita autostradale lungo la A14 raggiungibile quindi da Bologna o da Ancona. Oltrepassato il casello dell’autostrada voltate a sinistra lungo la strada provinciale San Carlo in direzione di Castel San Pietro, proseguite lungo la stessa strada per ca. 3 km. A questo punto oltrepasserete il ponte della ferrovia arrivando in Via Cova. Da qui a poche centinaia di metri vi ritroverete davanti a un incrocio semaforico. Oltrepassatelo raggiungendo Viale Roma. Quando la strada si dirama (poche centinaia di metri dopo) prendete come punto di riferimento la torre medievale (chiamata Cassero) davanti a voi. La strada che da lì inizia verso la vostra destra è proprio Via Matteotti.

Dove parcheggiare: 3 sono le possibilità: - il parcheggio Coop di Viale Roma (il supermercato si trova sulla sinistra a metà del viale) - il parcheggio del Comune (quando Viale Roma si dirama prendete la strada a destra - in direzione delle Terme - e svoltate subito a sinistra, qui troverete il parcheggio) - il parcheggio dell’Ospedale (ampio parcheggio, qui troverete posto senza fatica: oltrepassate viale Roma, proseguite fino a quando non vi troverete a percorrere una breve discesa, qui sulla destra sta l’entrata del parcheggio).
Percorrendo dalla torre medievale (Cassero) il centro storico, cioè via Matteotti, vi troverete nella Piazza principale del paese. Davanti a voi (tra le due Chiese) vedrete un palazzo che è proprio la sede della Galleria d’Arte Contemporanea. Il luogo sarà segnalato da appositi manifesti, considerate comunque che il festival di Poesia si tiene all’interno di un più ampio festival sul teatro di strada che da una decina d’anni si tiene a Castel San Pietro Terme, molto partecipato e che riempie tutto il centro storico che quindi già verso sera sarà senz’altro molto affollato (questo lo dico più che altro per la questione parcheggi).

home page: http://fantuzzi.cjb.net
UniversoPoesia www.universopoesia.splinder.com

Su La signora Irma e le nuvole


recensione di Mario Trapuzzano su «Calabria Ora» del 17-6-07 al libro di racconti di Gaetano Failla

sabato 16 giugno 2007

Premio Gaetano Errico - IX Edizione 2007

Tema: "Liberi. Oltre i processi temporali e i fenomeni storici, un atto di volontà puramente interiore, sterile di risultati visibili, difficile da comprovare o da riconoscere".

Scadenza: 8 Settembre 2007.
Organizzazione: Missionari dei Sacri Cuori - Associazione Padre Gaetano Errico o.n.l.u.s
Indirizzo: Via Dante, 2/b 80144 Napoli.
Email: premio@msscc.it
Telefono: 081.195.77.694 / 393.509.12.80
Sito internet: www.msscc.it

Sezioni: Lingua e Vernacolo napoletano.
Lunghezza opere ammesse: 35 versi o righe.
N° Copie da spedire: Ogni autore potrà partecipare ad una sola sezione con componimenti rigorosamente inediti, in lingua italiana o vernacolo napoletano ed esclusivamente conformi al tema proposto, inviando una sola lirica, comprensiva delle sue generalità (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico fisso) e di una dichiarazione, in un foglio a parte, che attesti che il componimento è inedito nelle seguenti modalità: in forma dattiloscritta, a mezzo posta ordinaria o via E-mail.

Quota di adesione: Nessuna.
Premi: 11 Riconoscimenti in opere scultoree, diplomi di partecipazione e copie gratuite dell'Antologia a tutti i partecipanti.
Premiazione: 13 Ottobre 2007.
Notizie sul risultati: La comunicazione agli 11 finalisti avverrà tramite telegramma o telefono. La classifica sarà pubblicata, dopo la cerimonia di premiazione, sul Sito Web e sui quotidiani locali.
Giuria: Dott.ssa Rosaria Andretta, Dott.ssa Lucia Ciccarelli, Dott. Gennaro Gentile, Dott.ssa Maria Lasala, Dott. Antonio Laurenza, Dott. Antonio Palmiero, Dott.ssa Concetta Torri.
Patrocinio: Comune di Napoli.

Note: Con il tema proposto vogliamo invitare i poeti a cogliere quell'atto della volontà che determina l'essere liberi. La libertà, infatti, non è solo mancanza o superamento dei condizionamenti fisici e psichici, in cui si trova spesso come inceppata o incapsulata. Ci sono situazioni, ancora oggi, in cui di veramente libero resta poco alla persona. Situazioni in cui l'ignoranza, la violenza, i vizi, le cattive abitudini, le forme più radicate di dipendenze fisiche e psichiche, lasciano all'uomo pochissimo spazio per un comportamento diverso. Così, alla libertà non è lasciata altra alternativa che quella di un atto di volontà. Un atto di volontà che decide il proprio essere liberi. Si tratta, in altri termini, di una spinta interiore volta a dare pieno compimento all'essere dell'uomo. È evidente che alla radice di tale tendenza opera l'intelligenza mediante la quale egli conosce ciò verso cui deve tendere per essere sempre più se stesso.

venerdì 15 giugno 2007

Ossimori infiniti (Daniele Borghi)


v. anche Ha senso Farapoesia?


Entrata libera

È un'umida grotta franante
infestata da freddi vapori di rabbia
il luogo in cui vanno a morire
gli amori traditi e umiliati.

Sdrucciolevole e scuro
come grasso bruciato
sul fondo di vecchie padelle scrostate
il suolo afferra e trattiene
come morsa feroce e crudele
ogni piede che prova ad entrare.

Nell'aria rimbalzano gli echi
di frasi corrotte dal tempo
odore di baci marciti
e mani trasformate in tenaglie.

Gli addii rancorosi
trasformati in lampi verdastri
rischiarano a tratti
la volta di roccia
che gocciola lenta e distante
gli umori dei corpi
che un tempo sereno
rincorrevano orgasmi gridati.

Le pozze che formano
in basso, sul fondo,
hanno l'aspetto del fango
e del liquame l'afrore.

Fiammelle ormai prossime a morte
galleggiano inutili e vacue.

Non ci sono biglietti d'ingresso
l'entrata è pagata in dolore
con la paura di abbracciare la vita
con la minaccia all'istinto d'amare.


Saldi

Da oggi si svende.

In saldo il re dei forse,
Il despota assoluto
dei non posso ma vorrei,
l'esperto più famoso
delle occasioni perse,
il genio scintillante
delle parole inutili.

Soltanto una moneta.

Salterà nella borsetta
il profeta inascoltato
dei perdenti rassegnati,
il famigerato totem
degli idioti più sapienti
il simbolo del futile
l'emblema dell'inutile.

Ci basterà un sorriso.

Scodinzolerà pavido
lo scemo del paese
il marchese dei barboni
il capofila dei dementi
dei creduloni il principe
degli orfani il messia
del nulla gran profeta.


Il treno e la brezza del mattino

Guardo passare il tempo lento
come un treno merci vuoto
o il volo di un uccello lontano
che raschia pigro i vapori del cielo
Guardo passare il tempo e penso
a quanto malamente ne ho sprecato
come fossero gli spiccioli di un capitale enorme
Immagino pietoso che non stia per finire
ma evito il raffronto con quello già trascorso
Lo scorrere ha lisciato i ciottoli sul fondo
le rese inevitabili e i bilanci sempre in rosso

È solo una mattina di giugno come tante
albeggia lentamente con nuvole distanti.

È solo il punto il punto morto prima di ricadere
un acme impercettibile figlio del troppo bere
un attimo impietoso figlio del troppo male
Riposa mestamente il mondo tutto intorno
il sole manda raggi spogliati di calore
soltanto un uomo pazzo è fermo sulla riva
riproverà a tuffarsi spinto da un vecchio sogno
Non tornerà mai indietro è troppo grande il peso
dell'anima sconfitta da luride finzioni
da ingenuità racchiuse in un corpo vigoroso.
Nell'aria solamente suoni d'acqua spostata
nel vento si disperdono respiri troppo flebili
la brezza del mattino scivola sul silenzio.

È solo una mattina di giugno come tante
albeggia lentamente con nuvole distanti.


Rami secchi

Il vento ormai non districa
nessuno dei pensieri
quest'aria in movimento
incurva le mie linee

Le sento che si torcono
come dei rami giovani
si flettono e resistono
soffrendo inutilmente

Solito vecchio schianto
la terra accoglierà
marcire lentamente
maledicendo il gelo

Rami marci per chi resta
rami secchi per un dopo
un poi dalle ombre lunghe
vestito da pagliaccio.


Memoria

Ci s'innamora ancora
perché poi si dimentica

Non l'oggetto dell’amore
ma di quanto male fa

Si scordano i momenti in cui
la vita sanguina
in cui
l'anima muore
e
i giorni ti massacrano

Nel tempo poi rimane
soltanto il poco lieto
lo scarto di memorie
che spinge a amare ancora


Ghiaccio tra i denti

Come ghiaccio tra i denti
succhio un sapore svanito
ne sento i temibili crocchi
scortati da un freddo crudele.

Le schegge m’incidono a sangue
e dolgono le ossa malate
non sciolgono niente da dentro
queste albe di cieli pesanti.

Gli abiti sporchi per terra
rimandano a notti lontane
perdute e sparite per sempre
svanite in un mondo trascorso.


Equinozio

Si appoggia il vento flebile
su foglie verde morbido
l'inverno ha le ore lente
ma finalmente è andato.

Immagino il futuro
con animo ospitale
aspetto un sole tiepido
come seno di madre

Ripetere propositi
e distillare ipotesi
rivivere in un ciclo
dagli esiti immutabili.

Illudersi di vivere
con ritmi naturali
è un tentativo ingenuo
di credersi immortali


Mentendosi il dolore

Ricordi senza senso
ingiuriano il presente
Molesti ospiti ottusi
di pensieri malformati
Tubercoli gibbosi
su pelli screpolate.

Si specchiano in silenzio
in lastre di cristallo
mostrandosi perfetti
mentendosi il dolore
ignobili e sottili
serpenti sotto pietre.

La caccia mai aperta
non ne consente morte
di armi troppo antiche
non ho più munizioni
è mira dissestata
la guida delle mani.

La tregua mai richiesta
ritarda il suo sollievo
infette le ferite
perchè da mai lavate
speranze troppo attese
corrono lontano.


Crimine

Scivola il tempo
scivola il vento
su foglie di alberi morti
su fili di erba ingiallita.

Scivola il senso
scivola l'onda
su spiagge deserte
su scogli puntuti.

Smarrito torpore
di sensi annebbiati
di occhi bendati
sull'anima mundi.

Pensieri raccolti e acconciati
come capelli di crocchie pigiate
pensieri che sciolti non hanno
neppure una vaga ragione.

Scivola il vento
scivola il tempo
spirale infinita e corrotta
di vite inermi e passive

Scivola l'onda
scivola il senso
perduto nel crimine folle
di spreco, di vuoto, di nulla.

Le pazze saccenti

Capiscono soltanto
il dolore che si sono abilmente procurate

Lanciano in aria parole
come maneggevoli clavette di giocoliere

Milioni, al vento, inutili e stracciate
come fogli laceri di un quotidiano letto

Consunte lise inutili
nel vano tentativo di svellere certezze

Ossimori infiniti e iperboli scortesi
si sbranano l'un l'altro per riparare i guasti

Parole che devastano e foto audaci e folli
nascono da menti propense a uccidere

Le malattie modificano il suono delle voci
è troppo dolore inutile cercare di capire

Possenti barricate di un'anima in disuso
hanno strappato viscere e lacerato spiriti

Infami le bugie e ignobili le scuse
hanno sepolto vivo un uomo senza senso

Pietoso velo bianco ricopre un corpo immobile
pesante coltre scura nasconde gli occhi vitrei




Sono lieto di pubblicare questa poesia di Daniele Borghi che credo faccia riflettere sull'uso etico della parola.