venerdì 30 novembre 2007

Concorso "Kriterion" 28 feb 2008


Concorso Nazionale di Poesia, Narrativa, Arti Figurative Kriterion (scadenza 28/02/08)

Il concorso è rivolto a tutti coloro che riconoscono in se stessi sensibilità letteraria e civile, soprattutto nei confronti delle problematiche sociali. Lo scopo del premio consiste non soltanto nell’intento divulgativo della poesia, della prosa e delle arti figurative ma nel superamento dei pregiudizi che vogliono creare discriminazione ed intolleranza.

REGOLAMENTO
Il concorso si articola in tre sezioni per adulti:

A-Poesia inedita adulti
B-Narrativa Edita
C-Poesia inedita riservata ai poeti Irpini.

e due riservate gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado:
D- Poesia inedita studenti
E- Disegno studenti

Sezione per adulti.

Sezione A – Poesia Inedita

Ogni autore può inviare una singola poesia a tema libero o sull’argomento della diversità di non oltre 25 versi, in sei copie dattiloscritte, anonime, ma con un motto o sigla che dovrà essere riportato in calce ad ogni copia e riprodotto su busta a parte contenente le generalità complete dell’autore (nome, cognome, indirizzo, numero telefonico) e titolo della lirica in concorso. Inoltre ogni autore dovrà firmare una dichiarazione di paternità e di inediticità del proprio elaborato .

Sezione B – Narrativa Edita
Si concorre con un romanzo, pubblicato dal mese di gennaio 2006 in tre copie con breve lettera di presentazione allegata. Le case editrici possono presentare un solo titolo. Sono esclusi i romanzi pubblicati in proprio.

Sezione C
Come per la sezione A, riservata ai soli poeti residenti in Irpinia.

SEZIONE PER STUDENTI

Il tema per questa edizione è : La violenza nelle scuole: il bullo sceglie sempre un ragazzo fragile per vittima, non è questo un sintomo di debolezza?

Sezione D – Poesia Inedita

La sezione è rivolta agli allievi degli Istituti di ogni ordine e grado. Ogni giovane concorrente partecipa con una singola poesia di lunghezza non superiore ai 25 versi, in sei copie autografate e corredate di generalità complete e provenienza scolastica. Non saranno oggetto di valutazione le poesie non inerenti al tema proposto.

Sezione E – Disegno studenti

Ogni giovane concorrente, come per la sezione poesia, può partecipare con un'unica opera eseguita con qualsiasi tecnica e dimensione, indicando generalità complete e provenienza scolastica. E’ data facoltà di concorrere con un’ opera eseguita collettivamente dagli allievi di una singola classe con indicazione dei partecipanti, classe, sezione, istituto scolastico. In tal caso riceverà il premio l’Istituto.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE

1.I concorrenti dovranno attenersi rigorosamente alle norme del presente bando, pena l’esclusione dal concorso.

2.Ogni lavoro dovrà pervenire alla segreteria del premio entro e non oltre il 28 febbraio 2008 (farà fede il timbro postale). I plichi possono essere inviati tramite posta prioritaria all’indirizzo:
Concorso “Kriterion”
AIPD Sez. di Avellino c/o Gerardo Pepe
Via Pianodardine, 9 –83042 Atripalda (Av).

3.Per la partecipazione al premio non sono richieste quote di iscrizione, bensì un versamento a favore dell’Aipd sez. di Avellino solo per le sezioni “A” “C” adulti. Per le sezioni “A” e “C” Euro 15; Per chi partecipa ad entrambe le sezioni Euro 25; per la sezione Narrativa edita non è prevista tassa di lettura. Per le sezioni riservate agli studenti “D” e “E” si può effettuare un versamento facoltativo. Il mancato versamento comporta automatica- mente l’esclusione dal concorso.
Inviare i relativi importi sul
c/c postale n. 10282838
intestato a:
AIPD Sezione di Avellino.

4. Gli elaborati non verranno restituiti. L’operato della giuria, i cui nominativi saranno resi noti all’atto della premiazione, è insindacabile ed inappellabile.

5.L’Associazione si riserva la facoltà di non assegnare taluni premi, qualora la qualità degli elaborati in genere venisse giudicata insufficiente. Inoltre si riserva la facoltà di pubblicare le opere vincitrici senza nulla dovere ai partecipanti.

Burgazzi new edition

qui

mercoledì 28 novembre 2007

Su Lune Persuase di Brunella Bruschi


recensione di Lucia Visconti dal sito culturale L(’)abile traccia
scheda libro qui

“Vorrei stare come / un fenicottero rosa con / zampe lunghissime / che slittano a pelo / dell’acqua per distanziarla / e collo snodabile / per raggiungerla ancora”.
Appare immediato: in Brunella Bruschi, notissima e impegnatissima scrittrice, corpo e parola sono tutt’uno.
Ciò che germina nell’intelletto – visione filosofica della vita – diviene parola generata e generante.
Il flusso del pensiero esprime il contenuto delle liriche, esso stesso in fieri.
“Non correggere i pensieri / col bianchetto, stampali coi / segni rossi e blu così / che fioriscano petali di possibilità/ e soluzioni di continuità per/ fermarsi ogni tanto a guardare / ciò che permea l’orizzonte, ciò / del confine oltre”.
E di seguito: “L’acerbo pomo distillerà / i suoi fragranti umori / sotto il sole / e la luna. / La poesia ha bisogno del cielo / e della terra / dalle salde radici”.
Maturità di forma, originalità di metafore, ampio lessico, rivelano a colpo d’occhio, l’autrice, persona intrisa di cultura: dalla classica alla contemporanea.
Non di semplice lettura, quindi, Lune persuase, per chi non abbia raggiunto cime di conoscenza, anche nell’uso dell’enjambement e della scarsa punteggiatura.
Tuttavia i versi lasciano l’impronta del vero talento che invoglia ad approfondire la comprensione.
Ricorrono nelle quattro parti del testo, gli elementi primordiali: terra-pietra, acqua-mare, aria-soffio. Il fuoco è assente, ma solo in apparenza. L’ardore per la poesia – uno con la vita stessa – trabocca in “vi lascio attendere alle porte. / Se mi viene a trovare la poesia […] / Resto a lungo nel buio ad occhi / chiusi e vorrei entrare ignorandola / ma il torpore di lontano si dissolve / e il mondo incalza rendendo / di corpo le parole. Vi lascio / attendere e vi desidero, ho nostalgia/ del fiato che torna con voi alle/ mie figure ma devo restare / nella pelle del reale e allineare/ questi figli con pazienza”. Così come nella tenerezza tutta femminile: “Ti chiedo di venire / a passeggiare come allora, ti invento / una festa nella casa grande e invito/ i tuoi amici. In un mobile ho lasciato / una serie di doni graziosi che / distribuisco mentre voi giocate… / e poi ripongo felice / gli avanzi della cena nel frigo”.
In definitiva, il motore nascosto della penna della Bruschi è una consegna di gioie, paure, conquiste esperienziali. Per questo, non posso impedirmi di citare “mi è cresciuto dentro / uno spazio nuovo / un respiro profondo / che non c’era; si sono / allineati il dolore, la / pietà, il perdono e non / so più guardare senza/ trovarli insieme”.

martedì 27 novembre 2007

Poesie senza adsl



sentimenti ad alta tecnologia

Girolamo Grammatico

I edizione: novembre 2007 www.giulioperroneditore.it
€ 10 pp. 114 ISBN 978-88-6604-118-0

SOGGETTO
Poesie senza adsl sono frammenti amorosi contemporanei, schegge impazzite di emozioni ad alta tecnologia. Sentimenti e parole invasi dal virus della technè. L’immaginario di Girolamo Grammatico è un plurisfaccettato ensamble di contenuti e forme nutrite dalla sensibilità multimediale della comunicazione contemporanea. Internet, la rete, le nuove forme di connessione virtuale, che portano nuove velocità e nuove distanze, sono i frammenti semantici di cui si costruisce un discorso amoroso che è pur sempre poesia. Una poesia ad alta tecnologia, una poesia alla velocità d’esistenza di un accesso web, una poesia che non vede l’esaurirsi del suo significato perché ha in sé la possibilità dell’infinita riproducibilità. L’immaginario tecnologico, post-cyber, ora comunemente condiviso e non più appannaggio di tecno-élites, si arricchisce e si ridefinisce attraverso le parole lame e lampi di Grammatico e, lo splendido inserto fotografico di Alessio Maria Claudio Curatolo, visual, industrial e sound designer. Suggestioni a circuiti intermittenti in cui la parola e l’immagine hanno la forza e la rapidità per rivelare il battito elettronico e virtuale del nostro tempo.

Il libro è in copyleft.
Il libro è anche una mostra fotografica, con istallazioni e video.
Per maggiori informazioni:
http://www.myspace.com/poesiesenzadsl

AUTORE

Girolamo Grammatico di origini siciliana è emigrato a Roma nel ’98 e lì sopravvive tuttora. Lavora da secoli con i senza fissa dimora e tenta di laurearsi in sociologia dando un esame all’anno. Per il resto scrive per dispetto e per denuncia.

INSERTO FOTOGRAFICO A CURA DI

Alessio Maria Claudio Curatolo
Nasce a CL un giorno di dicembre di 25 anni fa. È un visual, industrial e sound designer. Odia tutti da quando la tecnologia è alla loro portata. O qualcosa del genere.

CONTRIBUTI POETICI AL VOLUME A CURA DI
Antonio Bruno
Luigi Pagliarini
Tommaso Gragnato
Emanuele Del Caldo
Ezio Tarantino
Claudio Morici
Alessandro Ramberti
Angelo Orlando Meloni
Nino G. D’Attis
Francesco Cozzolino
Silvio Berlingeri
Luca Moretti
Andrea Piras
Mauro Pettorruso


Camilla Brunetti
Add. Stampa Giulio Perrone Editore
mobile. phone (+39) 333-6191626
Giulio Perrone Editore
Via Eleonora d'Arborea 30
00162 Roma
06-98261961(provvisorio per cambio sede)
06-99709480

Nuove di Giovanni Fierro

Su il sito de 'il primo amore' ideato e curato dallo scrittore Tiziano Scarpa ci sono dei miei nuovi scritti

l'indirizzo è: www.ilprimoamore.com

sono nella pagina di copertina.
Per leggerli basta, ovviamente, cliccare sul titolo di questi nuovi scritti, e cioè 'dire amore', o sul testo.

ciao
giovanni

Presentazione di Devarim a Milano 5 dic



La Culture Factory di Milano della Fondazione Eni Enrico Mattei ha il piacere di invitarVi a

DEVARIM
Presentazione del libro di poesie di Cristina Unterberger
Mercoledi’ 5 dicembre, dalle 18:00 alle 19:30

L’evento si terrà presso la Sala Consiglio della Fondazione Eni Enrico Mattei, Corso Magenta 63, Milano.

Filo conduttore delle poesie è la ricerca della sacralità della parola per riportarla alla sua funzione più alta, quella creativa. A quel punto resta l’essenza, l’impalpabile argilla che dà forma a una realtà vissuta o solo sognata. Non vi è differenza alcuna, perché le parole “sono”, ma solo il silenzio che esse velano “sarà”.

Nel titolo il pensiero si rivolge e s’inchina ad una lingua scarna e sontuosa nel contempo, l’ebraico che apre spiragli infiniti all’anima assetata di poesia e di vita.

“È un viaggio attraverso le parole le “fragili parole” che però conquisteranno con il silenzio la verità”, scrive di “Devarim” Roberto Carifi (“Poesia”, gennaio 2007).

Cristina Unterberger
Poetessa e traduttrice. Esperta di simbologia, mistica giudaica e letteratura mitteleuropea. Ha pubblicato la raccolta di poesie “Incontri” (Lietocolle - 2002). Attualmente tiene corsi sulla simbologia e lavora al progetto di un lungo racconto.

La partecipazione all’incontro è gratuita e aperta a tutti previa prenotazione telefonica. Per informazioni e adesioni:
Tel. 02 520.36977 dal lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 19
e-mail: culturefactory.mi@feem.it

Vi ringrazio molto per l'attenzione.

Cordiali saluti,

Montserrat Fernandez Blanco
Culture Factory
Fondazione Eni Enrico Mattei
Corso Magenta 63, Milano
Tel. 02 52036977-78

lunedì 26 novembre 2007

La Gru - Portale di poesia e realtà nov 07



www.lagru.org


Novembre 2007
Trame atlantiche [di Fabio Monti]
Migrazioni della Gru [di Loris Ferri]
Resistenze orientali. Asimmetria 1# [di Gianluca Pulsoni / Matteo Boscarol]
Sanchini intervista Majakovskij [di Stefano Sanchini]

Slam a Torino 19 dic



L’iniziativa è di Poesia Totale
a cura dell’Associazione Bellatrix 1.64,
in collaborazione con La Primavera dei Poeti e Daunbailò.
Slam master Max Ponte Info http://www.maxponte.com

venerdì 23 novembre 2007

Risultati del Premio Recchiuti 2007


Carla De Angelis I segnalato sez. B con la silloge Salutami il mare complimenti!

Associazione Culturale “La Luna”

Via V. Masignà n. 4 – 64100 Teramo
Tel/Fax/Segr. 0861/247836 – Cell. 347/4568766
E-mail laluna.teramo@aruba.it
Sito www.lucianorecchiuti.it
C.F. 92031130674

4^ Edizione “Premio Internazionale di Poesia Teramo 2007 “Gino Recchiuti”

Estratto dal Verbale di Giuria
La Giuria della IV Edizione del “Premio Internazionale di Poesia Teramo 2007 Gino Recchiuti”, composta dai Signori: Prof.ssa Giuliana Villa (Presidente), Prof.ssa Franca Prosperi (Vice-Presidente), Dr. Luciano Recchiuti (Giurato), Prof.ssa Geltrude Sorgi (Giurata), Prof.ssa Anna Sciarra (Giurata), Prof.ssa Gabriella Antonacci (Giurata) e Prof.ssa Patrizia Di Loreto (Segretaria), dopo le riunioni preliminari per esaminare le opere presentate nelle singole Sezioni del Premio, si è riunita il giorno 05 novembre 2007 alle ore 15,30 presso la Sede Sociale dell’Associazione Culturale “La Luna” di Teramo per procedere alla definizione della Graduatoria Finale del Premio.
a) Per la Sezione A - Poesia Singola Inedita, sono stati selezionati finalisti i concorrenti contrassegnati dai numeri: 10, 16, 13, 3, 4.
b) Per la Sezione B - Libro Edito dal 01/01/2000, sono stati selezionati nella rosa dei finalisti:
Giulio De Niro di Foggia con il libro “Tra cielo e grano”, Francesca Ferrante di Roma con il libro “Solido e liquido”, Maurizio D’Armi de L’Aquila con il libro “Vette ardite, conquiste dell’anima”, Carla De Angelis di Roma con il libro “Salutami il mare” e Rodolfo Cernilogar di Grosseto con il libro “Argento di lumaca”;
c) Per la Sezione C – Poesia Under 18, sono stati selezionati finalisti i concorrenti contrassegnati dai numeri: 6, 3, 7, 1, 5, 2, 4;
d) Per la Sezione D – Poesia in Lingua Straniera, sono stati selezionati i finalisti contrassegnati dai numeri: 3, 1, 2.
Preso atto che la Cerimonia di Premiazione si terrà in via Comi n. 11 a Teramo, presso la Sala Polifunzionale della Provincia, dalle ore 16,30 in poi di sabato 24 novembre 2007, si verbalizza quanto segue:

Sezione A - Dopo aver riletto, esaminate e comparate le liriche finaliste, la Giuria, con voto unanime, esprime la seguente graduatoria:

Primo Classificato Franco Fiorini di Roma con la lirica: “Le mie radici”;
Secondo Classificato Anna Maria Cardillo di Roma con la lirica: “L’ultima fiaba”;
Terzo Classificato Rodolfo Vettorello di Milano con la lirica: “E gli occhi…”;
Primo Segnalato Antonio Bicchierri di Taranto con la lirica: “Il rito”;
Secondo Segnalato Roberto Egidi di Macerata con la lirica: “Sera di maggio”.


Sezione B – Dopo aver riletto, esaminati e comparati i libri editi finalisti, la Giuria, con voto unanime, esprime la seguente graduatoria.

Primo Classificato Giulio De Niro di Foggia con il libro: “Tra cielo e grano”;
Secondo Classificato Francesca Ferrante di Roma con il libro: “Solido e liquido”;
Terzo classificato Maurizio D’Armi de L’Aquila con il libro: “Vette ardite, conquiste dell’anima”;
Primo Segnalato Carla De Angelis di Roma con il libro: Salutami il mare;
Secondo Segnalato Rodolfo Cernilogar di Grosseto con il libro: “Argento di lumaca”.
Premio Speciale alla “Casa Editrice Gingko” di S. Lazzaro di Savena (Bo), per la partecipazione in proprio al Premio nella Sezione B con il libro “Le Ceneri di Candore”, autore Alessandro Pugliese.

Ai sensi del vigente Regolamento, essendo i partecipanti per le Sezioni C, D ed E inferiori al numero di 25, la Giuria non assegna il 1^ Primo Premio in denaro per le suddette Sezioni; ciò premesso, decide all’unanimità di premiare con:

Menzione Speciale il Primo fra i classificati della Sezione C (Mario De Rosa di Napoli), e Premio Speciale gli altri a seguito indicati: (Carlo Marano di Teramo, Chiara Chiti di Firenze, Leonardo Gaglio di Palermo, Valentina Gaia Pacheco di Terni, Carlo Loreti di Perugia);

Menzione Speciale il Primo fra i classificati della Sezione D ( Mariela Ramos Criscuoli) di Savona, e Premio Speciale gli altri a seguito indicati:
(Maria Arfè di Volos – Grecia, Gladys Sica di Milano);

Menzione Speciale il Primo della Sezione E (Tonino Di Natale di Teramo),
e Premio Speciale gli altri a seguito indicati: (Anna Poggi di Giulianova, Giovanni Di Marcantonio di Roseto, Maria Di Blasio Ricci di Teramo, Ernesto Albanello di Teramo).

DECIDE

inoltre, all’unanimità, l’assegnazione di un Premio Speciale per onorare la Memoria di Giammario Sgattoni, eminente e indimenticabile cittadino teramano, recentemente scomparso; con Lui la Città di Teramo perde un amico, un poeta e uno scrittore di impareggiabile stile e ironia, un uomo di indiscutibile cultura e profonda spiritualità, un autentico punto di riferimento per la cittadinanza tutta.

Il presente Verbale viene chiuso alle ore 20,30 e consegnato all’Organizzazione del Premio per gli adempimenti di competenza. Le motivazioni relative ai Vincitori e ai Premi Speciali sono contenute nell’appendice al Verbale,
parte integrante del medesimo.
Letto, approvato e sottoscritto in Teramo, addì 05 novembre 2007.

IL PRESIDENTE DELLA GIURIA (Prof.ssa Giuliana Villa )
I GIURATI (Prof.ssa Franca Prosperi - Vicepresidente)
(Dr. Luciano Recchiuti)
(Prof.ssa Anna Sciarra)
(Prof.ssa Geltrude Sorgi)
(Prof.ssa Gabriella Antonacci)
LA SEGRETARIA (Prof.ssa Patrizia Di Loreto)

giovedì 22 novembre 2007

Com'è bella la vita

nuova di Raffaele Ibba

Aschi e maravigghi di Sicilia

di Marco Scalabrino (marco.scalabrino@alice.it)


Virtuali e guàrdati

Siddu na vota
stabilisci tu e tu sulu
zoccu e comu e cu cui armari,
goditi ssa frevi.

Unni lu celu
fàgghia na scala di battista
e na sinfunia a ogni pidata,
ddocu è la to vasa.

Quannu lu roggiu
scurri nnavanti e nnarreri
e a crapicciu to si ferma e scumpari,
tannu poi vulari.



Virtuale e guardati

Se una volta / tu e solamente tu riuscissi a stabilire / cosa come chi della tua vita, / goditi quella febbre. // Dove il cielo / libera una scala di batista / e una sinfonia ad ogni passo, / quella è la tua meta. // Quando il tempo / schizza avanti e indietro / e a tuo piacimento si ferma e scompare, / allora potrai volare.



San Gennaro, chi ura è?

Fora scena
un doppupranzu
a quarant’anni
senza na smorfia
un cafè
‘n-applausu.

Tu cori pazzu e malatu
tu Capitan Fracassa
tu Splendor,
quali pusteri discretu
ti cunsignau ssa littra
l’ultima
tutta tua?

Chiù tardu
nna l’Hotel Colonial
poi ricuminciari di tri e menzu
siddu voi
poi pinzari zoccu ti piaci e pari
di l’amuri
di li strati finuti
di lu Signuri
poi …
senza mai addumannari scusa.

A nuatri
nna stu stolitu Sabatu di Giugnu
nun n’arresta chi chianciriti.


Fuori scena / un pomeriggio / a quarant’anni / senza una smorfia / un caffé / un applauso. / Tu cuore pazzo e malato / tu Capitan Fracassa / tu Splendor, / quale postino discreto / ti ha consegnato quella lettera / l’ultima / tutta tua? / Più tardi / nell’Hotel Colonial / potrai ricominciare da tre e mezzo / se vorrai / potrai pensare cosa ti piace e pare / dell’amore / delle vie finite / del Signore / potrai … / senza mai chiedere scusa. / A noi / in questo stolto Sabato di Giugno / non ci resta che piangerti.


Dammilli a mia

Zoccu n’accanzi chiù
di l’occhi toi rifardi
lu jornu chi di bottu
sgabbillisci e attranti?

Vittiru li stiddi
lu mari li muntagni
sappiru la strata
la puisia la scienza
pottiru lu chiantu
la fantasia l’amuri...
ma tannu su’ scucivuli
vasci ntamati nugghi.

Avissiru statu virdi
azzoli o niurincioli
dammilli a mia ssi brinnuli
avanti chi s’astutanu;
a mia pasciutu a l’ummira
a mia chi campu scuru.
DAMMILLI!
Chì ancora ponnu cerniri
strucchiuliari, ridiri.
Dammilli; p’un miraculu.


Che ne farai più / degli occhi tuoi malandrini / il giorno che d’un tratto / la morte, ti coglierà? / Avranno visto le stelle / il mare, le montagne / conosciuto la strada / la poesia, la scienza / potuto il pianto / la fantasia, l’amore / … ma quel giorno saranno inespressivi / bassi, allampanati, spenti. / Siano essi verdi / azzurri o neri / regalali a me i tuoi cristalli / prima che si spengano; / a me cresciuto nell’ombra / a me vissuto nel buio. / REGALAMELI! / Perché ancora possano scegliere / adoperarsi, ridere. / Regalameli; per un miracolo.



Aschi e maravigghi di Sicilia

Pi nascita, dirittu, cardacìa
di li radichi a la storia
st’ammàttitu m’apparteni.
Sulu tri pilastri
ncucciati cu puzzulana d’amuri
e tennu ‘n-pedi un munnu.

Un jornu
russu sulu nna lu me calannariu
un ancilu
paratu ad arti a l’amu di li stiddi
m’addiccò
fu na vota e pi sempri
a li soi ali.

Successi.
E siddu nun fu spassu
preju ogni novu mercuri
pi ssu miraculu
e aspettu.
Zoccu autru pozzu fari?

Ammuttanu li staciuni
cu soli di coriu sempri novu
e allonganu, a botta a botta
la prucissioni di judici
manetti, tabbuti.

Ju zeru
ju laparderi
ju senza travagghiu
ju bucatu
ju sucasimula
ju l’Aids a tagghiu
ju mafiusu
ju cascittuni
ju nuddu spiragghiu
ju… nun lentu mai di bistimiari.

Autri a spassu.
Stu jornu macari.
Ssa frevi ammartuca li mei carni
e mancu un ponti
luci
pi sbraccari.

Mastru Lunniri, scattusu
addimura
e attocca a mia
nun pozzu fujiri.

Matri
sapi d’addauru, zorba, marvasia
lu ciuri spajulatu a la to sciara
e lu ciauru
di li naschi, lu sangu, lu senziu
nun si lava chiù.


Frammenti e meraviglie di Sicilia

Per nascita, diritto, batticuore
dalle radici alla storia
questa combinazione mi appartiene.
Solo tre pilastri
saldati con pozzolana d’amore
e reggono il mondo.

Un giorno
festivo solo nel mio calendario
un angelo
spedito in avamposto dal cielo
mi avvinghiò
anima e corpo,
alle sue ali.

E’ accaduto.
E se non è stata burla
prego ogni nuovo mercoledì
ché questo miracolo si ripeta
e aspetto.
Cosa altro potrei fare?

Si susseguono le stagioni
con suole di cuoio sempre nuovo
e allungano una botta dopo l’altra
la processione di giudici
manette, casse da morto.

Io nullità
io parassita
io disoccupato
io a rischio Aids
io cicisbeo
io drogato
io mafioso
io delatore
io disperato
io ... non smetto mai di bestemmiare.

Anche oggi
qualcuno perderà il lavoro.
Questa febbre fiacca le mie membra
e non un solo ponte
s’intravede
per superarla.

Mastro Lunedì, dispettoso
s’attarda
e spetta a me
non ho scampo.

Madre
sa di alloro, sorba, malvasia
il fiore scaturito dal tuo rovo
e il suo profumo
nelle narici, nel sangue, nei sensi
persisterà in eterno.


(v. anche qui e qui)

È uscito Orfana di mia figlia di Morena Fanti


Carissimi tutti,
vi comunico l'uscita del mio libro. Qualcuno tra voi dirà: finalmente! Altri invece saranno sorpresi di questo mio libro, e anche dell'argomento.
Il motivo per cui vi comunico questa uscita è proprio nell'argomento del libro e nel pensiero che mi ha spinto a scriverlo.

La morte di una persona molto amata, in questo caso una figlia, la mia, annienta immediatamente la vita di chi resta. Annulla desideri, sogni, ambizioni e spesso anche personalità e voglia di vivere. Se è, poi, anche una morte traumatica, improvvisa e choccante, come lo è una morte per incidente stradale, allora accade tutto ancora più velocemente e lo choc è tanto forte da farti cadere a terra e temere, e nello stesso tempo sperare, di non rialzarti mai più.
Purtroppo questo è, e sta diventando sempre di più, un problema sociale: le morti sulle strade sono in continuo aumento e nessuno fa nulla per arginare il problema e contenerne il numero.
Ma, soprattutto, nessuno fa niente per le persone che rimangono in vita, familiari, parenti, amici, fidanzati, figli. Per ogni persona che muore ce ne sono almeno venti che vedono la loro vita completamente sconvolta.
Questo è uno dei motivi che mi hanno spinta a scrivere del mio primo anno di sopravvivenza: raccontare l'evoluzione del dolore, le tante facce della sofferenza e nello stesso tempo, dare una voce di speranza a coloro che mi leggeranno e che staranno vivendo le stesse emozioni domandandosi se è possibile uscirne.
Un altro motivo è che penso sia sempre opportuno parlare delle cose, anche di quelle che ci possono intimorire, come la morte.
Ho sempre pensato che il silenzio uccida i sentimenti, i rapporti tra le persone e, a volte, le persone stesse.
Ecco perché ho deciso di parlare attraverso le mie pagine e di dare voce a tante persone che non riescono a parlare.
In questi anni il libro è stato letto da tante persone (per mia volontà è sempre stato presente sul web, fin da prima che lo completassi, proprio per arrivare a chi poteva desiderare leggerlo e confrontarsi con sentimenti ed emozioni simili a quelle che stava vivendo) e tutti mi spingevano a pubblicarlo, ma io non ero mai pronta, nonostante lo desiderassi molto.
Ora, finalmente, credo di esserlo. E, comunque, ora non mi posso più tirare indietro.
E, perciò, che vada, finalmente, questo mio libro che è sempre stato tra virgolette e ora è diventato di carta, assumendo la sua dignità di vero libro, che libro vero lo era già.

Non vi annoierò ulteriormente. Se conoscete qualcuno interessato all'argomento, potete inoltrare questa mia mail.
Vi ringrazio di aver letto queste mie parole
Morena Fanti

www.scriveregiocando.it
http://auto-aiuto.splinder.com
http://morenafanti.wordpress.com/

mercoledì 21 novembre 2007

Nuova di Burgazzi

Segui…

Nasce «Format»

Diciture a Latina 2 dic


Un incontro con lo scrittore Pasquale Maffeo si terrà domenica 2 dicembre 2007, alle ore 17 nell’Auditorium delle Medaglie d’Oro di SS. Cosma e Damiano (Latina), sotto l’egida della Pro Loco.
Amerigo Iannacone e Giuseppe Napolitano parleranno del suo ultimo libro, il volume di poesie “Diciture” (Società Editrice L’Aperia, Caserta 2006).
Pasquale Maffeo, scrittore ben noto negli ambienti letterari, è nato a Capaccio (Paestum) nel 1933. Poeta, narratore e drammaturgo, ha pubblicato una ventina di libri. La sua produzione in versi è reperibile in sette raccolte. In prosa ha prodotto i volumi di racconti “Dentro il meriggio” (1975) e “Lunario dei lazzari” (1983); i romanzi “L’angelo bizantino” (1978), “Prete Salvatico” (1989), “Nipoti di Pulcinella” (1998) e Il Mercuriale” (2005); biografie di Salvator Rosa, Giorgio La Pira e Federigo Tozzi; saggi su nostri scrittori del Novecento. Suoi testi teatrali sono stati rappresentati o radiotrasmessi in Italia e in Svizzera.
Da segnalare anche le sue traduzioni dall’area inglese: W. Collins, W. Blake, J. Keats, C. Dickens, D. G. Rossetti, A. French.
Collabora alla Terza pagina di “Avvenire”.

Amerigo Iannacone

Visitate il blog / Vizitu la blogon:
amerigoiannacone.wordpress.com

Quel poco di luce che resta (Mimi Piombini)


Evidenti gli influssi dei grandi del primo Novecento, a cominciare dal conterraneo Pascoli, in questi versi semplici e toccanti di Mimi: «Il sole al tramonto / esplora la casa / con fasci radenti…» A volte qualche parola “poetica” o pleonastica potrebbe essere facilmente limata o sostituita, e qualche facile assonanza evitata, ma ci sono delle belle immagini che ci cullano un po' facendoci tornare a un passato in cui anche semplici e piccoli eventi quotidiani ci sorprendevano.

Falco!
(Metafora)

Un falco
si leva dal folto,
improvviso, di mezzo
ai quercioli,
veloce, deciso,
in volo cabrato
(freccia
dall'arco)
s'innalza con
battiti larghi
e potenti, poi
vira col breve
svolìo delle
remiganti,
disegna una
nera spirale
sul filo di
lievi correnti
ascendenti
in ruote
più ampie
ad ogni passaggio.
Solenne,
contro le nuvole
grige nel mesto
tramonto, il falco
si lascia portare
(ferme le ali)
più alto,
più alto
nel cielo
piovorno, là
dove raccoglie
e riflette
quel poco
di luce che resta
del giorno.

La piccola valle,
qui in basso
già pare
racchiusa
nel nero
steccato di ombre
notturne.

Il falco improvviso
esce dal cerchio
dell'ultimo giro
e prende
deciso il suo
volo disteso
e scompare
a occidente
dentro una nuvola
nera.



Sentiero

C'è un solco
nell'erba
del prato,
un solco
segnato
dai passi
miei, brevi
e leggeri.
Passi
per dare
ogni sera
un saluto
al nespolo
e al fico,
alla tomba
di Dick
e al sole
che piano
scompare
tra le colline
orlate di viola
di nero
o di polvere
d'oro.


I poemi del Tramonto

Parla più piano
se vuoi che ti senta.
Amo voci sommesse
che dicano
cose segrete,
cose ch’io senta
soltanto
col cuore:
inventa
canzoni
e lunghi poemi
senza parole;
solo se parli
più piano,
se taci,
ti sento!



La Memoria Anteriore

Come un vecchio
dormivo
nel sole
seduta
col mento
sul petto
inerti
le mani posate
sul grembo
placato.
Nel sonno
ho sentito
cantare il cucù:
è Maggio
ho pensato
e un brivido
lento
mi ha carezzato
le spalle.
Ho sorriso
con lieve
malizia
per un inatteso
ricordo
d’amore
subito
dimenticato



Il raggio verde


Il sole al tramonto
esplora la casa
con fasci radenti
di luce e di
polvere d'oro.
Trova nei vetri
improvvisi baleni,
disegna tacite
ombre indugianti;
là scopre una crepa
nel muro e stana
un piccolo ragno
che fugge.
Scalda i muri
sfiorandoli obliquo
con una carezza
leggera, accenna
un ultimo guizzo
e scompare.
Scende la sera.








Mimi Piombini, riminese, ha compiuto studi classici presso il prestigioso Liceo “Giulio Cesare” nel periodo bellico. Da alcuni anni vive in un suo dorato esilio sui colli riminesi, immersa nel verde silenzio delle vigne e degli ulivi, sullo sfondo il Monte Titano. “Da questa pace, da questa solitudine - come essa stessa afferma - traggo ispirazione per la mia poesia.”

Stanza della poesia a Genova 29 nov

Giovedì 29 Novembre alle ore 17:00

LA STANZA DELLA POESIA
PALAZZO DUCALE
Piazza Matteotti, 78 r
GENOVA

CIRCOLO POETICO CORRENTI presenta l’antologia

L’Uomo Il Pesce E L’Elefante
memorie future



Saranno presenti i poeti

Meeten Nasr
Terenzio Formenti
Alberto Mori

con letture dei loro testi

Durante l'incontro verrà proiettato il video 7 Urban Veils a cura della SempreCreativaPoetica

Circolo Poetico Correnti
Via Cavour 18/a
Crema (Cr)
www.correnti.org
poesie@correnti.org

Videopoesia a Vailate dal 27 nov

Le rotelle procedono affiancate (Alessandra Paganardi)


«… Un ago dentro il giorno, / una cruna di vento ad infilare / il buio custodito nei mattini…»; «La radio era una grande rana scura…»: versi sobri e calati nella storia, nella realtà, fanno parlare “lombardamente” le cose ravvivandole con una luce chiaroscurale, che dà profondità e rivela lati nascosti.
Fose Luca Ariano e Luca Benassi non sono troppo lontano da questo approccio alla poesia.


L’OMBRA DELLA SERA (1)

La chiamavano l’ombra della sera
nella terra di tufo e di metallo
dai volti isosceli. Un ago dentro il giorno,
una cruna di vento ad infilare
il buio custodito nei mattini. Una persiana
calata sulla luce in verticale
con la fessura sempre più sottile.
Un ipogeo del tempo. L’ho sentita
scorrere in una donna lunga e altera
con due valigie lievi sul vinile
del pavimento in metropolitana.
I suoi fianchi, una clessidra ad otto
bislungo come in computisteria
dove scendeva calda, senza notte
la sabbia ignota di un’isola lontana.

Testo finalista al concorso Poesia di strada, Macerata, 2007


(1) È il nome dato da Gabriele D’Annunzio alla statuetta etrusca lunga e sottile, conservata nel museo di Volterra, ai cui scavi il poeta partecipò come osservatore.



PASSEGGIATA

Le rotelle procedono affiancate
- sembrano passeggini gemellari –
parlottano ridendo le badanti
natiche in aria quasi da mangiare
denti fin troppo bianchi per le loro
pupille scure. Passano serrate
nei jeans presi al mercato del quartiere
sgranano l’esperanto del lavoro
e dei piedi nervosi. Solamente
stanno mute la vecchia e la poppante
un bavaglio diverso su ogni gola
nessuna traduzione pertinente
fra rosa di confetto e bianco avorio -
a fianco a fianco oriente ed occidente
sullo stesso binario provvisorio.

(Secondo premio “Agostino Venanzio Reali” 2006)


10 GIUGNO 1940

La radio era una grande rana scura
che gracchiava la storia. Tu ascoltavi
le sue pause, i silenzi, la mattina
di quella primavera senza estate.

Immaginavi il dito alzato, il sopracciglio
di paura, erano tutti fuori –
uomini ad inventare cieli accesi,
bambini che giocavano ai soldati.

Tu comperavi uova, riso e pane
donna che non sapevi buio e strade
e all’improvviso erano tutti spenti
come in un film veloce senza voce.

Ti sembrava la foto color sabbia
di quel vecchio raduno di coscritti
dove ogni anno c’era un volto di meno
e un sorriso più altrove.

Ti sembrava una montagna ferita
dalle cave, il brutto odore di quel marmo
strappato alla sua pancia per calare
piccoli blocchi freddi. La stagione
correva, non potevi più fermarla
come le bianche barche di cartone
nel canale da piccola.
Guardarle
passare il ponte e perderle di vista,
chiederti dove andassero a finire –
averle costruite solamente
per non saperlo mai.

(Testo vincitore del premio “San Domenichino”, 2007)

Alessandra Paganardi, nata a Milano nel 1963, vive, insegna e scrive a Milano. L’ultima raccolta di poesia edita, Ospite che verrai, Joker edizioni, Novi Ligure 2005, è stata recentemente ristampata. Sono in corso di pubblicazione la raccolta Tempo reale, Novi Ligure, e la plaquette Vedute, Empoli. Ha ottenuto riconoscimenti in vari concorsi letterari, fra cui i primi premi “San Domenichino Città di Massa” 2007 per la poesia, Gozzano 2007 per la narrativa, e numerose segnalazioni di merito. Ha pubblicato la raccolta di saggi critici Lo sguardo dello stupore: lettura di cinque poeti contemporanei, Viennepierre edizioni, 2005. Ha al suo attivo la pubblicazione di singoli testi poetici ed interventi critici su varie riviste e siti web. È redattrice della rivista di poesia, arte e filosofia «La mosca di Milano».

Die leere Mitte: Paul Celan a Roma 22 nov


Il Centro Culturale La Camera Verde [Roma, via G. Miani 20]

presenta

CONVERSAZIONI CON GIULIANO MESA

Primo ciclo: 11 ottobre – 6 dicembre 2007

Giovedì 22 novembre 2007 - ore 21:00
Dopo Auschwitz.
Die leere Mitte: Paul Celan.

Prenotazione obbligatoria: telefonare al numero 340.5263877

Centro Culturale
»LA CAMERA VERDE«
Via Giovanni Miani, 20, 20/a, 20/b - 00154 Roma
Cell. 340.5263877

file PDF del programma

Autori a Radio Sherwood 25 nov


Domenica prossima, 25 novembre alle 15:00, Simone Molinaroli, David Napolitano e Chiara De Luca leggono loro poesie a Radio Sherwood

Le frequenze di Radio Sherwood

97.800 Mhz | Padova e provincia; provincia di Venezia

93.350 Mhz | Treviso e provincia; provincie di Vicenza, Venezia e Padova

97.650 Mhz | Mestre città

97.900 Mhz | Venezia città

104.300 Mhz | Rovigo e provincia; province di Padova, Ferrara e Verona

100.250 Mhz | Padova città

107.500 Mhz | Belluno e provincia; Feltre

93.450 Mhz | Vittorio Veneto, Conegliano

92.600 Mhz | Vicenza


e questo l'indirizzo per lo streaming:

http://www.sherwood.it/-ascolta


Radio Sherwood trasmette in .ogg, ovvero in formato non proprietario e libero, esprimendo anche così la sua naturale propensione all’uso di software free e open source, contro i monopoli dell’informatica. Il formato Ogg Vorbis è compatibile con la maggioranza dei player audio gratuiti e con Windows Media Player.
Windows

martedì 20 novembre 2007

Su Salterio bianco di Cesare Ruffato


Hebenon, Mimesis, Milano 2006, euro 13,00

recensione di Caterina Camporesi


Cesare Ruffato testimonia una duratura, assoluta ed eroica devozione alla scrittura poetica documentata dalla pubblicazione di venti e più volumi lungo il corso degli anni.
Per ognuno di essi sempre il sigillo di un titolo originale, suggestivo e pertinente, così per questo ultimo in ordine di tempo: Salterio bianco, che richiama Il poeta pallido di poco precedente. In Salterio bianco, a mio parere, lo scavo diventa più interiore penetrando profondità che assecondano un verso che ritma il respiro del poeta armonizzandosi con quello del mondo. Ossia la parola poetica avvia quel processo di alchimia e di trasfigurazione mediante l’elaborazione di una sofferenza prigioniera e a lungo rimasta muta: «ti plasmo e trasformo nel languido / pallore che ti porterà altrove».
La dichiarazione di tematica è già presente nel titolo e nell’incipit: «Si viveva in un insolito isolamento / dal mondo per una elevata intensità / d’echi di persecutoria riflessione / interiore, d’una bulimia di silenzio».
Il salterio è uno strumento musicale a corde antichissimo e di piccole dimensioni tanto da potere essere trasportato con agilità.
Già in uso nei monasteri femminili dell’Umbria e delle Marche, possiede due ordini di corde il cui spazio serve per inserire i salmi, il cui nome è ancora una volta salterio. Il titolo richiama sia il verbo sáltar (pizzicare con le dita) sia il bianco, il colore che simbolizza il vestito della sposa. Tuttavia come il simbolo, anche il colore contiene un duplice ed ambivalente significato. Infatti il bianco esprime sì la congiunzione ma anche la disgiunzione: vale a dire la privazione, il vuoto, il marmo scultoreo della morte: «Il bianco addice più del nero / sul letto di morte (…)».
Il bianco non è un colore originario, bensì la combinazione di altri primari come il rosso, il verde e il blu: rappresenta l’indifferenziato che per individuarsi ed evolversi deve sottostare ad un complesso processo di trasformazione.
Anche dal punto di vista acustico il bianco si contraddistingue per il suono sibilante e fastidioso, quasi volesse segnalare e fare risaltare le dissonanze che si insinuano nella vita frantumandone la continuità. Comunque è proprio grazie alla discontinuità dovuta agli eventi perturbanti che l’uomo comincia a riflettere saggiamente cercando di dare nome e significato ai grandi temi: «Forse ora edotto saprei denominare / altrimenti dolore e morte originari / fiduciare di più la vita-in morte / forse la morte potrebbe essere / un dolore silente virtualmente bianco».
Una sconfinata bulimia di silenzio si accompagna a stati regressivi che si risolvono in: una sorta di “autismo di ritorno”. L’esperienza del lutto è necessaria perché il soggetto possa orientarsi con bagliori e strumenti nuovi di comprensione per proseguire l’irto cammino della vita.
Il vocabolo “bianco” ritorna e risuona insistentemente all’interno dei testi di questa raccolta nella quale, più che in quelle precedenti, la parola si libera per andare incontro all’altro e la poesia si fa ponte fra un dentro e un fuori, unendo spesso l’autore al lettore in una situazione di similitudine e fratellanza.
La presenza del tu riecheggia il Montale di Xenia che cerca e trova per continuare il dialogo con le persone amate scomparse. Il poeta con l’invenzione del ricordo torna ad indossare lo splendore dell’aria di Parigi con la lacrima madeleine.
Le creature amate ora amalgamate con esistenze celesti e terrene non negano la loro visibilità a chi ha il coraggio di acuminare lo sguardo e proiettare la voce e i gesti dell’amore per raggiungerle: «Se vedrò per prima una stella / sarà una stilla di loro svanite / se un fruscio di vento un loro respiro per i miei alveoli beanti / se un abbaglio di luce un loro bacio / il mio sguardo attento che ritorno / alle carte nell’ombra triste lunare».
Come nelle precedenti raccolte anche qui l’invenzione linguistica, la sofisticazione nella ricerca della parola giusta, la trasformazione e resa in verbo di sostantivi: «mi chimeri / parole bianche», intrise di una più evidente nostalgia e di una adeguata miscela tra realtà e immaginazione, continuano a rassicurarci sulle possibilità infinite che la poesia possiede per deliziarci e allo stesso tempo guidarci. L’arte rappresenta ancora una fuga onorevole per riscattare l’uomo dalla condizione di essere frammento sparso nell’universo.

lunedì 19 novembre 2007

Microeditoria Chiari 9-11 nov: fotoracconto

Ecco alcune foto scattate durante la rassegna clarense della microeditoria (ringrazio Nicola Di Paolo per avermi inviato alcune belle foto gli organizzotori, in primis Daniela Mena e Mauro Festa, e ovviamente gli autori che hanno partecipato ai reading attorno al banchetto Fara; trovate alcune foto relative anche al Premio Piccola Editoria
di Qualità
che ha visto fra i vincitori Gezim Hajadari, rappresentato dall'editore, e fra i segnalati Nicola De Paolo che ha itirato anche il diploma per Barbara Rosenberg, pure lei segnalata)