martedì 2 dicembre 2008

Su Versi per il Formicoso

a cura di Paolo SAGGESE e Giuseppe IULIANO,
Centro di Documentazione sulla poesia del Sud
Nusco 2008

recensione di Vincenzo D'Alessio

La copertina di questa raccolta di poesie e testimonianze, in favore della catena montana del “Formicoso” nella parte alta della nostra IRPINIA, è formata da immagini che abbiamo visto scorrere sui video dei nostri televisori e ci sono giunte nitide a dimostrare il dissenso popolare contro la decisione dell’attuale governo di aprire una mega discarica nel cuore di questo massiccio già imbevuto di veleni: a poca distanza dal sito di “Pero Spaccone” c’è quello di “Difesa Grande” già saturo dell’immondizia regionale.
L’Associazione “Fateci Respirare” di LIONI (AV) apre la raccolta con le voci di Antonio PICA e Rosario MAGLIO: fonica che già conosciamo perché, anche se assente con i suoi versi dalla raccolta, Pietro Paolo PARZANESE somiglia proprio a loro: “Così Irpinia perdeo anima e nervi; / ed or ne’ cenci dal tiranno aspetta / un pan che nutra gli affamati servi” (L’Irpinia, circa 1825).
Finalmente un insieme di voci che cantano la stessa “aria” che mietono lo stesso grano che fanno lo stesso pane. Accanto a queste voci ce n’è un’altra che cantò tempo addietro “Il Formicoso” e pagò con la propria salute la lotta contro il potere “oscuro” di ogni tempo umano: “Addio / incantevole altopiano / che raccoglievi / i miei giorni senza luce” (Michele LUONGO, Sull’altopiano il vento, 1997). Oggi è il Centro di Documentazione sulla poesia del Sud a trasmettere la forza vitale dei versi che animano questa imponente manifestazione di Democrazia e Libertà.
Sono molteplici i contributi poetici e le testimonianze inserite, in questa “Raccolta differenziata” (così recita il sottotitolo), e vorrei citarne alcuni emblematici: “Qui sul Formicoso, oggi, che il vento si porti al dia- / volo i politici, ladri, e gli amministratori! / Che il vento si porti via la merda della metropoli e le / loro menzogne” (L. CAPONE, pag. 44). “Ricca di grano,nonno, / che sotto il sole delle estate calde / incurvava la tua schiena /e quella di mio padre / al ritorno dagli studi / nelle città lontane” (A. DI PIETRO, pag.67). “Irpinia, mia sventura e mia sopravvivenza./ Terra del mio sangue, verde e cosmica” (A. GNERRE, pag.83). Ma tutti i poeti e gli scrittori, qui presenti oggi, in queste pagine, meritano il sincero rispetto della nostra Nazione (se è possibile definirla così).
Viviamo in un cuore verde, dimenticato e sottomesso al potere dei politici e dei faccendieri da troppi secoli, vivido di tantissime sofferenze. È bello che finalmente un raggio di sole illumini le voci della nostra oscura terra.

Dicembre 2008


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