venerdì 29 febbraio 2008

Su Fiori di vetro di Antonietta Gnerre

recensione di Teresa Armenti
(in basso l’articolo di Vincenzo D'Alessio apparso su «Solofra Oggi», febbraio 2008)

scheda libro qui
v. anche Antonella RussonielloCosimo CaputoVincenzo D’AlessioLuisa AlaiaSimonetta De BartoloCarla De Angelis e le altre recensioni ivi linkate

Dalle pagine patinate, desiderose di tenere carezze, di lievi tocchi magici, esala un canto sommesso, soffuso di malinconia, sospeso tra silenzi che sanno d’infinito, colmo di vuoti.
È un canto, che si inebria dei profumi dell’Irpinia, si colora dei cieli del Sud, si culla nelle onde.
È un canto ondulato, levigato, variegato; si perde nei sogni a notte fonda, gorgheggia all’alba “appena tinta sui cocci di velluto”, si eleva al cielo “arancione di lacrime”.
È sinfonia in autunno, lieve ritmo in inverno.
E i pini, le querce, gli ulivi, i tulipani, i cardi, le ginestre, i ginepri, le gardenie si inchinano al suo passaggio, che si prende tutti gli echi della natura sommersa.
È il canto della solitudine “screziata di limo”.
Ma Antonietta Gnerre, l’autrice della raccolta, non è sola; c’è Dio che si manifesta “nell’orbita della fede piombata sullo stelo” e con la sua mano disegna il vento dell’amore sui cuscini della vita.
Dal silenzio emerge una voce sottile, timida. È la voce dell’anima, che viaggia sul binario celeste e ricama stelle; ne osserva le pupille tra i singhiozzi dei monti. La voce, dopo un iniziale smarrimento, prende forma, accarezza la pila dei ricordi, si articola in parole che diventano ora rottami, ora leggere “bagnate di solitudine”, ora vagabonde, ora galoppanti nella selva dei cipressi; le parole riescono anche a mangiare “oro nel chiostro gravido di luce”.
E la luce trasforma tutto, dà vita alle cose inerti, fa intravedere rubini, diademi, gemme, scolpisce le rive, disegna cerchi, tanti cerchi concentrici, dove la Nostra, abbandonandosi fiduciosa, intravede sfere di speranze e l’eterno che profuma di mimosa e sovrasta il mare del tempo. Nel lembo di eternità, la Gnerre si perde a “squarciare il cielo, sperando di restare incollata nel fiato riflesso degli ulivi”. Allora, con passo leggero, col pennello intinge e tinge, spalma e lucida, zufola, ruota, accarezza, insegue “il sole sdraiato sull’orizzonte.”
È una poesia particolare, quella di Antonietta Guerre: senza titoli e segni di interpunzione; la si può definire alla “D’Alessio”. Spetta al lettore il compito di leggere d’un fiato o stabilire le pause e il giusto ritmo. Si avverte un certo disorientamento, ma quasi nel mezzo, accompagnati da un sottofondo musicale segnato dalle allitterazioni e dalle assonanze, appaiono i fili conduttori della raccolta “Poesia”, “Prata”, “Mia nonna”, “Polvere di pensieri”, “Frammenti di viaggio”.
Il suono delle campane nel gran giorno di festa a Maria Santissima Annunziata riporta la poetessa a Prata, il suo paese nativo, fonte di ispirazione dei suoi scritti. La Gnerre ama la sua terra, ma soffre per le condizioni del Sud, da lei definito “il duro Sud”, “il Sud dei tormenti che tace dietro le sbarre”; la sua sofferenza è tale che il suo cuore si spacca quando vede intorno a sé le miserie del mondo. Si scaglia contro i pedofili “lontani da ogni verità, con mani viscide e piedi senza orme”, ma le mamme sono pronte a “sfondare col vento dell’amore la tela delle violenze”. I ricordi si affollano nella sua mente e si disperdono nel grande cielo soffocato di cirri. Mentre le lacrime scorrono copiose, le viene in soccorso la nonna, “la sentinella che l’accompagna nella terra della fede con i piedi fasciati dalle sue preghiere”. Allora si pone in ascolto e prega intensamente, dovunque si trovi, anche nel cimitero degli Ebrei. La sua preghiera diventa un sussulto breve, intenso, con pause tra i singulti. Antonietta Gnerre si sente “legata ai pali del tempo, il buio dell’universo”; nonostante tutto, riesce a sognare “nuove onde di stagioni” e affida alla poesia i suoi pensieri, che brillano di luce interiore.


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Poesia e monnezza

Dopo il quaderno zero - quaderno uno - Quaderno di mare e di acqua - Quaderno dello spazio e del tempo della scrittura - Insomma, la notte

una nuova iniziativa di viadellebelledonne

Quando il 16 agosto del 2006 apparve su «Liberazione» un articolo di Balestrini relativo alla poesia e ai poeti di internet la polemica fu tanta, sono passati quasi due anni e ancora se ne discute, fuffa, spazzatura, rifiuti urbani, monnezza, riciclo, eco, ecologia, coltivazione biologica, compost. Ne discutiamo anche noi di poesia e mondezza, anzi ci scriviamo versi, chi ha voglia può mandare alla mail della redazione, se non è monnezza pubblichiamo nel blog e poi in un quaderno, se lo è la buttiamo nella compostiera, ne faremo concime per le prossime.

I primi testi

viadellebelledonne.wordpress.com/2008/02/29/poesia-e-monnezza-n-4
viadellebelledonne.wordpress.com/2008/02/24/poesia-e-monnezza-n-1


Cordiali saluti

Su Padri della terra di Vincenzo D'Alessio

recensione di Narda Fattori

v. il libro Pubblica con noi 2007

Quando leggo Vincenzo D’Alessio mi viene da pensare a Rocco Scotellaro, poeta limitrofo nei luoghi, nei temi, nel coraggio della denuncia, nell’amore per la terra del Sud e, soprattutto per la gente del Sud. Mi si può accusare di scarsa fantasia, l’incipit del libro è dedicato a questo poeta. Ma leggendo si capisce che c’è qualcosa di più. Anche Dolci scriveva di rivolta e di ingiustizie, ma scriveva da politico militante, Scotellaro scriveva solo per amore. Appartengo, geograficamente, al settentrione, ma la mia storia s’affratella a quella di D’Alessio per il comune amore della nostra gente, i suoi “cafoni”, i miei contadini.
Siamo forse di troppe parole, ma chi ha vissuto il silenzio forzoso di chi non conosce le parole davanti all’arroganza dei “padroni”, parola che ormai non si usa più, quasi fosse una bestemmia e che il poeta si arroga il diritto di usare, perché le cose hanno il proprio nome e non si può edulcorare tutto perché l’amaro ci resta pur sempre in bocca.
Tutto il libro annoda vicende personali e vicende sociali, un sentire condiviso e una vicinanza che va oltre la fratellanza, direi che mira alla sovrapposizione.
Io apprezzo questo poeta meridionale che non s’arrende ai beceri mercati di qualche conterraneo, che assume il dolore e l’amore come solo può fare un poeta. E pazienza se c’è qualche déjà vu, déjà senti. La poesia che apre la raccolta ha la perfezione di un ulivo contorto, non certo quella del cammeo; ma dall’ulivo traiamo pane e companatico; D’Alessio dalle sue donne trae la storia, il passato, il presente e il futuro, trae anche la sorte «a rovistare lungo gli argini / dei solchi in cerca del verde / da cuocere con l’aglio… Ritorneremo saggi senza lutti / padri di madri senza tempo / saremo immensi quanto il cielo / rosso che ride del nostro tormento».
Credo che poche siano le poesie dedicate alle donne che hanno questa intensità e questa complessità necessaria nell’umiltà. Hanno la biscia nell’occhio e il latte nel seno: sono Madonne.
Ogni poesia rimanda ad un intero mondo e non ci basteranno tempo e fogli per dire l’armonia anche dei versi torniti, degli endecasillabi ben costruiti, della rottura dell’ordine perché necessita: «Tempo che mi urli dentro / non hai pace…»; «L’erba che muore sotto i camion / piange verità di anni chiari / illesi nelle nostre menti a salvarci».
Credo che queste brevi citazioni forniscano la temperie che agita questa poesia dedicata ai “padri della terra”, questa terra male amata, vituperata, dilaniata, disprezzata, venduta e comprata. E noi, figli della terra, ogni volta che compiamo uno di questi gesti di violenza, ripetiamo queste violenze su noi stessi, se non provassimo a «camminare camminare ancora / fino all’oasi che disseta amore».

Ci sono poesie dedicate a paesi geograficamente riconducibili all’orizzonte dello sguardo del poeta che ha sofferto l’esilio per “mangiare”, che si è affrancato dalla situazione di “cafone” per riassumerla ora, quasi che allora avesse compiuto un tradimento.

Qua e là si trovano felicissime intuizioni «i ratti afflitti / dall’insonnia dei motori», e ai politici corrotti «Torneremo soli il Sabato / con Rocco e Leonardo / resteremo sempre distanti / partigiani meridionali.», mentre le «rane / recitano inni al silenzio… il Dio che tace / l’anima sversa nell’iride / sale» ; «Noi scalzi sul molo lievi balliamo / insieme, a tempo con le onde».
Mi perdoni D’Alessio per questi furti di pietre preziose.
E anch’io invito a leggervi e a soffermarvi sulla poesia A Dante che mentre piega le stelle ci affida il mare, quasi a dire che lui, Dante, torna a riveder le stelle, a noi è rimasta la meraviglia e la fatica del mare. Ma amo molto la poesia A Maria Giovanna dove forse c’è un verso di troppo (secoli esploratori della vita) ma il resto è poesia nel suo, dettato limpido. E rispettiamo il suo, che è il nostro dolore quando dice di suo nonno Vincenzo e questa incorreggibile fame di vita.

giovedì 28 febbraio 2008

Battiti di ciglia a Gatteo: marzo poetico

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scrivere è vergognoso?

– la vita è la vita, non è un nome né un idolo, né la nemica della poesia – il documento clinico di Saveria: un reportage al posto di un lamento - questioni di lessico: "sconcia stiva" e "lussurioso appuntamento" - e di nuovo: non è necessario che la poesia sia in versi – purché sia poesia

lapoesiaelospirito.wordpress.com/2008/02/28/il-derubato-che-ride-scuola-di-poesia-9

con ogni bene
massimo

Presentazione della Rivista di Poesia STEVE 29-2-08

“Solo nel verso si conserva il fuoco
sprigionato dai raggi dell'amore.”
(Tomaso Kemeny, da: Melody, 1998)


VENERDì 29 FEBBRAIO 2008, ALLE 21,

PRESSO LA SEDE DEL Laboratorio di Poesia (Via Fosse 14 a Modena)

viene presentato al pubblico il numero 33 di STEVE, la rivista di poesia diretta da Carlo Alberto Sitta per le Edizioni del Laboratorio.
Si tratta di un fascicolo denso di interventi poetici e critici (come le “Note sulla poetica di Kemeny” di Guido Monti), con alcuni documenti fotografici sugli eventi dello scorso anno, da PAROLE SUI MURI a Fiumalbo in agosto, al Festival di Filosofia di settembre. Alla presentazione partecipano alcuni degli autori che hanno firmato il numero (Carlo Alberto Sitta, Tomaso Kemeny, Antonello Borra, Rossella Bonfatti, Fabio De Santis, Marco Fregni).

Protagonista di STEVE 33 e della serata è il poeta Tomaso Kemeny, di cui si presenta la biografia per immagini.

Il periodico STEVE, fondato nel 1981, dimostra una forte tenuta nel panorama italiano, dove nessun grosso editore rischia una pubblicazione di livello nel settore. La poesia di cui STEVE è testimonianza è quella dell'oggi, delle tensioni vive di chi affida al testo le sfide del presente. Nuove rubriche e nuovi temi si aggiungono a quelli tradizionali, nella continuità
delle presenze.


Contatti:
Laboratorio di Poesia www.labpoesiamo.it - E.mail: labpoesiamo@libero.it
Tel. 059.236680 - fax 059.281591

La Mosca di Milano propone Ombra e sogno 4-3-08

Martedì 4 Marzo 2008 ore 21,00

Circolo Culturale “Caffè Letterario”
viale Monza 224, MILANO
(MM 1 Precotto, bus 51; ingresso libero)


La Mosca di Milano
rivista di poesia, arte e filosofia

propone una serata sul tema

Ombra e Sogno
Viaggio all'origine della parola

Interventi:
Sogno, immaginario e poesia
(Gabriela Fantato e Luigi Cannillo)

La passione d'amore nella poesia di Marina Cvetaeva
(Pasqualina De Riu)

Esperta di luce: la cinematografia di Alina Marazzi
(Adriana Perotta Rabissi)

Letture dei poeti e scrittori:
Adele Desideri, Patrizia Puleio,
Sergej Rojc e Renato Maria Fondi

Letture in lingua di Laura Cantelmo e Lucilla Arienti
da traduzioni originali dei testi dei poeti
Meena Alexander e Jacques Dupin

Per infomazioni Renato M. Fondi: tel. 022550664 – 3336889071 (Caffè Letterario)

Frane e Frammenti a Forlì 2-4-08

Cari amici,
sono molto felice di potervi annuciare che è appena uscito il mio nuovo libro di poesia dal titolo Frane e Frammenti ed. Lietocolle.

Il libro raccoglie 41 poesie, corredate dalla postfazione di Matteo Zattoni e da una nota di Filippo Amadei.
Vi allego l'immagine della copertina.

Vi anticipo che lo presenterò presso il MUM (MenoUnoMega) del MegaForlì, C.so della Repubblica 144, il giorno mercoledì 2 aprile, ore 18,00.
Per chi fosse interessato ne ho comunque già a disposizione diverse copie.

Grazie.
Stefano Leoni

Alberto Mori a Milano 29-2-08


Quintocortile Viale Col di Lana 8 - 20136 Milano - tel. 338. 800. 7617
segr.telef. 02. 5810. 2441


Evelina Schatz e gli amici della galleria insieme alla cantante russo-cubana Renata Mezenov Sa e il poeta-performer Alberto Mori vi aspettano

venerdì 29 febbraio 2008

alle 19.30 un brindisi per Eugenio

fra le opere anche la sua (a dire il vero piccola, ma è la prima volta)

ALLARME
anno bisestile

a cura di Donatella Airoldi

Nei timori e tremori di un anno bisestile le opere lucide e provocatorie di undici artisti che ci allertano con alcune delle vicende del mondo attuale. Sono bambini crocefissi, guerre fin troppo evidenti, diritti negati, figure capovolte appese per un filo e prossime a precipitare. E sono prati di plastica, colori striduli e ingombranti, scansioni inesorabili di quanto ci circonda e ci incatena.

opere e installazioni di:
Eugenio Alberti Schatz, Nicoletta Crocella, Carla Crosio, Stefania Dalla Torre, Mavi Ferrando, Giorgio Longo/Daniela Miotto, Gianni Marussi, Mario Palmieri, Giuseppe Prenzato, Sergio Sansevrino, Monika Wolf

e-mail : quintocortile @ tiscalinet.it - www.sitart.org/spazi/quintocortile.htm

mercoledì 27 febbraio 2008

I poeti non dormono mai a Bologna 4-3-08

Cari amici,

ricordandovi che sono aperte le iscrizioni per i concorsi "Certamen" e "Aria rubata", i cui bandi sono consultabili sul sito www.centrodipoesia.it vi segnaliamo le seguenti iniziative:


I poeti non dormono mai
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa.
Giorgio Caproni


Dopo il successo della prima serata, torna l’appuntamento “I poeti non dormono mai” con le giovani voci della poesia italiana, che leggeranno i propri versi, discutendo insieme al pubblico e con la partecipazione del Prof. Alberto Bertoni, che introdurrà e leggerà alcune delle sue ultime poesie. I poeti della seconda serata, che si terrà martedì 4 marzo ore 21.30 presso l’enoteca AltoTasso in Piazza San Francesco 6/d saranno, da Bologna: Roberto Batisti, Alberto Gross, Matteo di Meco e Valentina Pinza; dall’Italia: Franca Mancinelli (Pesaro), Michela Monferrini (Roma) e Michele Porsia (Firenze).

I poeti non dormono mai.
Incontri e letture di
giovani e giovanissimi autori

I Poeti non dormono mai è un progetto nato da un desiderio comune: riuscire ad ottenere uno scambio tra i migliori giovani poeti dell'intera penisola, attraversando tutte le maggiori città italiane, da Bologna a Milano, a Roma, fino a Napoli e Lecce. Le serate vedranno la partecipazione di poeti, professori e critici letterari, che introdurranno i reading e saranno chiamati ad esprimere pareri in merito ai testi dei poeti coinvolti negli incontri.
I giovani poeti, selezionati dal Centro di Poesia Contemporanea dell'Università di Bologna, leggeranno i propri versi a partire dall'inizio del prossimo anno, confrontandosi con il pubblico e accompagnati dalla musica di diverse band e artisti locali, colpi di scena, cultura e divertimento. Chiunque fosse interessato a partecipare e leggere i propri versi, purché abbia un'età pari o inferiore ai 30 anni, invii i propri dati e almeno 10 poesie all'indirizzo poesia@alma.unibo.it. Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo I più promettenti saranno selezionati dai membri del Centro di Poesia Contemporanea dell'Università di Bologna e prenderanno parte alle letture.


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Due presentazioni del libro Millenario inverno di Guido Monti

v. qui

Luce feconda genera luce a Rimini dal 28-2-08

(cliccare sull'immagine per ingrandirla)



Cari amici,
siamo lieti di informarvi che domani 28 Febbraio alle ore 16.30 (con replica alle ore 20.15) presso l'Aula Magna dell'ISSR “A. Marvelli”, verrà presentata la Mostra fotografica sulle abbazie romaniche abruzzesi intitolata Luce feconda genera luce, curata da Ardea Montebelli. La mostra sarà visitabile presso i locali del nostro Istituto fino a sabato 22 Marzo 2008.

Cordialmente,
Segreteria ISSR “A. Marvelli”

lunedì 25 febbraio 2008

in forma di donna a Venezia 6-3-08


PASQUALONE primo a “I Versi di Dio”

Con la poesia La scuola del dolore, il poeta francavillese Massimo Pasqualone ha vinto la seconda edizione del premio nazionale di poesia religiosa “I Versi di Dio”, organizzata da Il Clan Verdurin, Associazione Culturale con sede a San Pietro di Feletto (TV), alla quale quest’anno hanno partecipato 140 poeti da tutta Italia.
La cerimonia di premiazione si è tenuta il 24 febbraio 2008 nel Ridotto del Teatro Accademia di Conegliano Veneto, alla presenza del sindaco di Conegliano e della giuria, così composta: presidente Toni Toniato (critico) mons. Piero Coda (teologo), Massimo Donà (filosofo), Giovanni Lugaresi (critico e giornalista), don Gianpiero Moret (direttore de «L’Azione»), Lionello Puppi (storico dell’arte), Paolo Ruffilli (poeta), Antonio Tarzia (direttore Ed. San Paolo) e Michele Zaggia (filosofo). Segretario: Lorenzo Morao (storico).

Docente presso l’Univ. D’Annunzio di Chieti e Pescara, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pio X” di Chieti e l’Univ. di Teramo, Pasqualone ha pubblicato tre raccolte di poesie in vernacolo (Che ce ne freg’a me, Paolini Editore, 1992; Vijat’a te, Edizioni Buendia, 1999; A la ddummerze, Edizioni Buendia, 2006) ed una in lingua (Agende Postmoderne, Edizioni Buendia, 2003) e numerosi saggi. È presente in diverse antologie. Al suo attivo più di trenta prefazioni, cinquanta premi per la poesia (tra cui il Premio Penne 1997, il Premio “Città di Canosa Sannita 2002, il “Guido Modena” di San Felice sul Panaro, edizioni 2003-2007), presidenze di giuria. Per la saggistica ha ricevuto il Premio “Progetto Athanor”, il Premio Mumi 2004, il premio G. Pischedda per la critica letteraria, il Premio “Guerriero di Capestrano 2007”.
È direttore artistico del Festival Nazionale della poesia dialettale umoristica di Francavilla al Mare, dell’Università di Tutte le età di Guardiagrele.
Questo il testo della poesia


La scuola del dolore

È la chemio
sospiravi quasi giustificandoti,
senza più capelli, senza più ciglia,
senza nemmeno la barba,
quella dei tempi migliori.

Siamo cresciuti alla scuola del dolore
mi dicevi sorridendo.

Pensavi al tuo ultimo viaggio.

Ma nessun viaggio è definitivo.
Nessuna speranza è vana.

Deposti gli affanni
non si interrompe il cammino:
la strada diventa luce
la vita... salda dimora.

Ricordando Luzi a Firenze 28-2-08

Nella pagina principale del portale www.circoloculturaleluzi.net
abbiamo inserito una news nella quale si comunica che il 28 Febbraio 2008, alle ore 21, a Firenze si commemorerà Mario Luzi deceduto, appunto in tale giorno, nel 2005.
In calce al comunicato abbiamo inserito due poesie in suo onore ed anche la sua ultima poesia "Il termine, la vetta", dettata a Caterina Trombetti, sua amica ed allieva, il giorno prima di morire.
Chi può partecipare alla manifestazione è invitato ad essere presente.
Sarà una serata unica per ricordare il grande epigono dell'ermetismo italiano.
(Salvatore Armando Santoro)

Poesia del Veritas a Trieste 29-2-08



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Poeti e vino in e-book

Sperando vivamente di non fare cosa sgradita, con certo orgoglio vi porto a conoscenza della pubblicazione (fresca fresca) di un e-book contenente un’antologia di poeti contemporanei con testi riguardanti il vino.

il titolo è Nel cristallo un vino astrale e gli autori antologizzati sono:

Maria Luisa Spaziani
Maurizio Cucchi
Giuseppe Conte
Ferruccio Benzoni
Antonella Anedda
Umberto Piersanti
Paolo Ruffilli
Franco Buffoni
Silvio Ramat
Gian Mario Villalta
Giorgio Bàrberi Squarotti
Ennio Cavalli
Roberto Pazzi
Roberto Deidier
Rosaria Lo Russo
Erminia Passannanti
Maria Pia Quintavalla
Alessandro Agostinelli
Antonio Spagnuolo
Arnold de Vos
Claudio Mancini
Tita Paternostro
Giuseppina Tundo Carrozzi
Feliciano Paoli
Maria Luisa Bigai
Domenico Cipriano
Claudia Ruggeri
Rossano Astremo

la rivista editrice è http://www.whipart.it

l’articolo di presentazione con link al pdf è
http://lnx.whipart.it/letteratura/4440/nelcristallounvinoastrale-vino-poesia.html

grazie

Alessandro Canzian

La Gru - Portale di poesia e realtà Febbraio 2008



www.lagru.org

Il trentennio [di Giampiero Marano]
Il mondo senza spettacolo. Poesie inedite di Matteo Zattoni [di Gianluca Pulsoni / Matteo Zattoni]
Enrico Mattei: la via italiana al petrolio [di Fabio Monti]
Per un'amnistia della verità. La ricerca storica di Giovanni Pellegrino e la Commissione Stragi [di Riccardo Fabiani]

Eco Box (su Raccolta)

recensione di Maria Grazia Martina
(v. anche le recensoni di Mara Zanotti e Andrea Rompianesi)

In questa Raccolta il poeta compone lucide emozioni in traslazioni spazio/temporali, tasselli che costruiscono una trama umanizzante del mondo delle cose lasciate, scartate.

Ancora una volta lo sguardo sorveglia al limite dell’in/utile ciò che sembra vanire in trascorrenze verbali, uniche trasposizioni sinestetiche dell’accanto.

Sarebbe riduttivo e semplicistico considerare che il poeta decanti i “RIFIUTI”, il loro squallore fetido, la loro ultima sorpresa in global trend mediatico.

Sono costruzioni mentali di sensazioni razionalizzate in curve, cubi, triangoli, tagli, tragitti, spericolate “raccordanze” di assemblaggi animati a tal punto da farli parlare.

Parlare per noi.

Storicamente il tema del “rifiuto” è articolato, geograficamente e culturalmente, in molteplici declinazioni d’ambito DADA/Surrealista, in cui l’espressione oggettivante dell’oggetto restituiva il palese disprezzo per la creazione e il fascino per ciò che esisteva già come tòpos e “utópos” del quotidiano produttivo.

Qui si tratta di rivelare il reperto del quotidiano aproduttivo/afunzionale.

È chiaro, dunque, il provenire e il divenire da questa variegata imagerie, ma è nella parola che il poeta decostruendo costruisce, attualizza il “funzionamento” connettivo, dalle cose al senso.

La parola è spazio e tempo del decostruire poetico: è spazio in quanto accumulo, è tempo in quanto sentimento malinconico della trasmutazione.

La parola è il contenitore differenziato, una forma in “distribuzione”, in cui tutto appare simultaneo, astratto: variopinta ecobox, parimenti macchina in/utile.

La ricerca nella scrittura si fa scommessa di visualizzazione della bellezza contemporanea, presente, verso la definizione di quel qual cos’altro, oltre la materia decomposta.

La parola scardina l’accumulo, entropica ed estetica, estrapola, isola, rimette all’attenzione dello sguardo lettore, l’altra poesia: “Si scuce sempre qualcosa per uno straccio”.

Una geometria dell’assurdo disordine, scrittura destrutturate, detta, enunciata, atta a scandire, contenere, rimuovere l’invenzione, ed è già obsoleta.

Questo il senso “nuovo” della vanitas scaduta, riciclabile al senso della vita della percorrenza effimera, virtuale, alloggiata in schede per tutti gli usi, esaurite in azioni omologate “merci compatte del deteriore”.

Così Mongo Refus Afball Junk Space divengono nella creazione poetica antieroici eroi di una strana “sporca” fiction di sequenze, travestimenti, geometria de/nominata, alla ribalta, sorpresa “al mattino presto “ quando “la notte si allontana”.

In Raccolta Alberto Mori è testimone dell’accadere casuale, dimostra all’ “onnipotenza” del linguaggio, che gli consente di consegnarci la vita come puro movimento nell’ingranaggio.

AutoAzione/AutomAzione che, paradossalmente, funzionalizza tutto quanto è dismesso, aproduttivo… poietico.


13:58 A. D. 22 febbraio MMVIII



Maria Grazia Martina ha iniziato il suo percorso creativo con la scrittura, interessandosi di critica d’arte. È in seguito approdata alla poesia visiva mediante l'elaborazione di un proprio segno calligrafico ed ha realizzato “non solo libri d’artista”. Ha partecipato a: 51. La biennale di Venezia isola dei poeti, 2005; Biennale Anterem di Poesia, Verona 2005/’07; 52. La biennale di Venezia eventi collaterali, 2007; V Biennale del libro d’artista Città di Cassino 2007. Nata a San Cesario di Lecce, vive a Breganze (VI) dal 1986, è docente di Storia dell'Arte al Liceo “F. Corradini” di Thiene, cura scritti critici per autori di poesia e arte figurativa.

CON…VERSANDO: il 27 feb a Montemiletto



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Continua il singolare viaggio con l’intento di conoscere e divulgare la poesia campana.
Prossimo appuntamento di Con…versando, rassegna itinerante di poesie, mercoledì 27 febbraio, presso il ristorante Patapù, in via XXIV maggio a Montemiletto.
Un’iniziativa di grande spessore culturale, organizzata dalla Consulta delle Pari Opportunità del Comune di Montemiletto, ha esordito con notevole successo il 30 gennaio 2008 e si svolgerà l’ultimo mercoledì di ogni mese fino a dicembre 2008. La rassegna, originale e innovativa, organizzata presso i wine-bar del paese, ospiterà un poeta al mese, creando occasioni d’incontro e confronto sulla produzione poetica campana.
L’appuntamento fissato per il 27 di febbraio prevede la presenza del poeta irpino Raffaele Barbieri, poeta tra i più espressivi della nostra terra. La sua produzione, ricca ed espressiva, gia nota al mondo della critica, pervasa da grande senso morale e civile e ricca di metafore, coinvolgerà il pubblico come è gia successo nel precedente appuntamento con le opere di Antonietta Gnerre.
I versi di Barbieri saranno introdotti dal critico Alessandro Di Napoli e declamati in maniera mirabile dall’attore Enzo Marangelo della scuola Teatro HYPOKRITES di Solfora, accompagnato dalle magiche note d’arpa di Verdiana Leone.
La sperimentazione, a quanto pare ben riuscita, ha il pregevole intento di divulgare la buona poesia di autori locali ma anche di creare uno speciale connubio tra l’arte poetica e teatrale e la promozione turistica ed enogastronomica.
L’auspicio da parte del sindaco Eugenio Abate e degli organizzatori, il Presidente della Consulta delle Pari Opportunità Lucrezia Di Benedetto e la poetessa Antonietta Gnerre è di una maggiore attenzione verso la produzione poetica dell’Irpinia e della Campania, e di un sempre maggiore coinvolgimento di pubblico.
Con…versando, attraverso la poesia per unire conoscenze, esperienze, nuovi orizzonti, superamento dei pregiudizi.
Con…verando per recuperare quella dignità del confronto che rende ogni uomo libero.

Poesia contemporanea in Monza e Brianza



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venerdì 22 febbraio 2008

Il silenzio che genera i versi

di Alessandro Ramberti, ispirato all'incontro di Francavilla al Mare

La poesia agli occhi di molti è “vanità” nel senso qoheletiano del termine hèvel: un “fiato” che non sembra avere grande importanza, un vapore che si dissolve presto, senza la capacità di sommuovere che ha la musica né la facilità icastica di uno slogan. Ma forse l’essenza della poesia è proprio qui, nel suo essere sfuggente e impalpabile eppure con una carica concentrata di energia che aspetta solo il lettore attento o abituato alla sue “frequenze”: se la poesia è gratuita, umilmente accolta come una pietra preziosa dal poeta che può (deve) certo lavorarla ma mai possederla, essa può raggiungere tutti e germinare in coloro che hanno orecchi per intenderla… Non credo nelle opere poetiche che siano eminentemente poesie-diario, autoterapeutiche, celebrative, esistenziali, commemorative o di denuncia: se i versi restano troppo vincolati all’occasione, all’evento o ai sentimenti dell’autore, questi rischia, nel migliore dei casi, di fare un buon esercizio di stile e più spesso di annoiare il lettore.
Sia il poeta che la poesia hanno bisogno del silenzio che decanta, prepara, accoglie, genera parole profonde, essenziali, scintille di verità.
Il silenzio è l’humus di una voce poetica autentica, e questa è espressione di un esser-ci in questo mondo, in una data realtà, con la consapevolezza che c'è però dell'altro. Se le nostre vite sono un intreccio di storie (in tutti i sensi che la parola può avere) la poesia ne illumina i nodi (che in senso positivo sono gli incontri e gli eventi che aprono nuovi cammini e prospettive), ma sempre a partire dal vuoto delle maglie in cui ha sede quel silenzio che la lingua, ogni lingua umana, tenta di scandagliare: può riportarne solo qualche eco che comunque investe la realtà impastandola di senso, rivelandola a coloro che vi sono immersi, autentificandone i pensieri e quindi gli atti. I poeti veri sono dei fari che possono aiutarci a navigare l’elusiva superficie senza suono che è la lavagna oltre il tempo in cui sta scritto il destino di ogni uomo. Siamo dunque d’accordo con quanto afferma Gabriela Fantato:

«La poesia che mi preme leggere è quella dove l’Io del poeta sa “farsi umile”, gettandosi nelle cose sino all’oblio di sé stesso tanto da “vivere nella carne” l’incontro con il mondo, direbbe María Zambrano, per conoscerne l’angoscia e la morte, scorgendo però anche la possibilità della gioia e la continuità dell’umano. È da questo “doppio sguardo” che nasce la poesia che ho più volte definito realismo intensivo.» (cfr. “La Mosca di Milano. Le riviste: il canone e il realismo intensivo, in Atti I Fiera dell’Editoria di Poesia, Pozzolo Formigaro, 23 giugno 2007, Format-La clessidra, Novi Ligure, 2007)

Guido Monti a S. Benedetto del Tronto e a Firenze

Venerdì 29 febbraio, a San Benedetto del Tronto, presso l’Hotel Progresso, alle ore 18,30, si terrà l'incontro con l'autore Guido Monti per la presentazione del suo ultimo libro di poesie

Millenario Inverno

All'evento, promosso dal Circolo culturale "Riviera delle Palme" e da "Inner Wheel", interverrà il prof. Antonio D’Isidoro che introdurrà l'opera.

v. anche qui


Mercoledì 5 marzo alle 17.30

nell'ambito degli

INCONTRI LETTERARI ALLE GIUBBE ROSSE
a cura di Massimo Mori

ANDREA GIBELLINI presenta il libro di poesie

Millenario Inverno


di GUIDO MONTI

Book Editore 'Quaderni di Fuoricasa'

Nota critica di ROBERTO GALAVERNI

Di lui ha scritto Alberto Bertoni:«... questa del Millenario Inverno di Guido Monti premia alla fine il lettore complice e paziente, perché ne dispone al movimento le percezioni intime...»

In Collaborazione Col Sindacato Nazionale Scrittori


Guido Monti è nato a S. Benedetto del Tronto (AP) il 25-12-1971. Ha compiuto gli studi universitari a Bologna dove vive attualmente. Ha collaborato con il Centro di Poesia dell’Università di Bologna per la realizzazione di alcuni progetti culturali. Le sue poesie sono apparse nelle riviste «Clandestino», «La Mosca di Milano» e sulla fanzina di Baobab «Laboratorio Giovani Scritture Reggio Emilia» diretto da Giuseppe Caliceti. Ha pubblicato nel 2007 per Book Editore nella collana «Quaderni di Fuoricasa» diretta da Alberto Bertoni Millenario inverno la sua opera prima, finalista ad Orta S.Giulio (Novara) e Chieri, vincitrice al Contini Bonacossi (Prato).

Petr Halmay a Sesto S. Giovanni 29-2-08

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)


"Chi ha paura del Lupo Cattivo?" 28-8-08

Il Circolo Equinozio \"Suona a Genova\"
alla inaugurazione della mostra su Donne e pubblicità

Inaugurazione Giovedì 28 febbraio 2008 alle ore 17,30
www.museopalazzorosso.it/eventiDettaglio.asp

L\'inaugurazione sarà accompagnata da :
musiche originali di Emanuele Scataglini, eseguite alla chitarra dall\'autore;
voce recitante e percussioni: Barbara Rosenberg
lettura di testi originali: Max Parazzini, Serafina Tarantini,
Angelo Galiotto e Ico Gasparri.

\"Biblio poesia\" con il poeta Giancarlo Majorino in zona sette
prossimo appuntamento 27 febbraio 2008 Biblioteca Sicilia via Sacco Milano

Domenica 24 febbraio ore 17.30 ADDIO MIA CONCUBINA di Chen Kaige
A Pero presso lo spazio di via Turati 21 (alla fine una cena insieme)

giovedì 21 febbraio 2008

Premio Cluvium 30-6-08

SETTIMA EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE BIENNALE DI POESIA

“CLUVIUM” 2008
CALVANICO (SA)

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BANDO DI CONCORSO

La PRO-LOCO CALVANICO, con il patrocinio del Comune di Calvanico, la Comunità Montana “Valle dell’Irno”, l’Amministrazione Provinciale di Salerno, l’E.P.T. di Salerno, la Pro-Loco “San Pantaleone” di Montoro Inferiore, organizza la settima edizione del premio “CLUVIUM”.

A. Le sezioni a concorso sono:
1) Poesia inedita in lingua italiana “Pasquale Conforti”;
2) Poesia inedita in napoletano;
3) Poesia edita in lingua italiana o napoletana pubblicata negli ultimi tre anni (2006-2008);
4) Poesia inedita in lingua italiana riservata ai giovani studenti della scuola secondaria superiore, i quali devono accompagnare le opere con certificato di frequenza scolastica;
5) Poesia inedita d’amore in lingua italiana “Biagio Torello”.

B. Possono concorrere al premio poeti di ogni nazionalità con un massimo di n. 3 (tre) poesie a sezione, spillate per gruppo, in n. 7 (sette) copie di cui una completa di generalità, firma ed indirizzo. Per la sezione poesia edita inviare n. 7 (sette) copie del libro di cui una copia con le generalità complete, la firma e l’indirizzo dell’autore. Si può partecipare a più di una sezione.

C. La scadenza per la presentazione delle opere è prevista per il 30 giugno 2008.

D. Per il carattere divulgativo del concorso, saranno inserite nell’Antologia del Premio le prime cento poesie selezionate dalla giuria. I concorrenti interessati potranno prenotare l’antologia versando la quota di 15,00 euro (comprensiva di spese postali) tramite vaglia postale intestato a: dott.ssa Rossella Ferrucci, Largo Martiri della Rivoluzione, 84080 Calvanico (Sa). L’Antologia verrà diffusa gratuitamente nelle scuole secondarie delle province di Salerno e di Avellino e sottoposta alla valutazione critica degli studenti.

E. Le opere vanno inviate alla segreteria del Premio CLUVIUM, PRO-LOCO CALVANICO c/o la Sig.ra Luisa Landi, via Indipendenza, 2 – 84080 Calvanico (Sa), tel. 089 958271 – 338 8569193.

F. La giuria del premio è costituita da: prof. Antonio Conforti, dott. Vincenzo D’Alessio, prof. Francesco Di Geromino, prof.ssa Anna Rotunno, prof.ssa Maria Stella Romano, prof. Carlo Sabbarese.

G. Ai vincitori di ciascuna sezione sarà consegnato un esclusivo cestino di prodotti locali calvanicesi. Agli altri premiati saranno assegnati premi di rappresentanza e pergamene.

H. I primi tre premi dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori. Gli altri potranno essere recapitati a domicilio previo l’invio delle spese postali.

I. Il concorso e la cerimonia di premiazione, prevista per settembre 2008, saranno diffusi attraverso i canali nazionali e la stampa.

Per ulteriori informazioni: csabbarese@tiscali.it

Calvanico, 18 febbraio 2008
Il presidente
Dott.ssa Rossella Ferrucci

Poesia senza maestri?

Carissimi,

spero di farvi cosa gradita inviandovi in allegato due articoli – uno di Cristina Taglietti, l'altro di Paolo Di Stefano – apparsi il 20 feb 2008 nel «Corriere della Sera».
Credo che la riflessione proposta, in un certo senso, segua quella scia di ragionamenti che da un po' ci sta coinvolgendo nelle Marche e non solo, prova ne è il tema dell'incontro di sabato scorso a Francavilla al Mare.
Mi scuso per la qualità delle immagini, ma scannerizzare la paginona del Corriere è impresa assai ardua. Basta solo aumentare la percentuale di grandezza della pagina pdf e tutto si risolve.
Buone cose a tutti quanti
Un saluto
Francesco Accattoli



La Stanza del Poeta a Itri 29-2-08

Organizzata dalla neonata Associazione Culturale “La Stanza del Poeta”, una lettura di poesia si terrà venerdí 29 febbraio prossimo alle ore 18 a Itri, Via S. Angelo 2 (adiacenze piazza Fra’ Diavolo, presso il Castello), dov’è la sede dell’Associazione (stanzadelpoeta.wordpress.com).
Leggeranno propri testi i poeti Sandra Cervone, Rossella Fusco, Gabriella Scamardella, Amerigo Iannacone, Giuseppe Napolitano e Sefano Sansoni.

Da tre anni Giuseppe Napolitano porta avanti una collana di poesia che porta il nome di «Stanza del Poeta», nella quale sono comparsi finora già 43 volumetti. Ora la «Stanza» diventa un’Associazione. Giuseppe Napolitano, Rossella Fusco, Sandra Cervone e Irene Vallone mettono le loro esperienze nei diversi campi della comunicazione al servizio della poesia. Il 15 febbraio scorso è stata inaugurata a Itri la sede con la presentazione dell’Associazione agli operatori della cultura e dell’informazione. È stao ospite, per l’occasione, il poeta Stelvio Di Spigno, autore di Formazione del bianco (Manni Editore).

Con preghiera di diffusione.
Grazie e alla porssima.
Amerigo Iannacone

Visitate il blog / Vizitu la blogon: amerigoiannacone.wordpress.com

mercoledì 20 febbraio 2008

Urgenza della poesia (Antonio Fiori)

Queste due poesie inedite sembrano un po' svelarci il laboratorio creativo di Antonio Fiori e forse di ogni poeta: «Non sai nemmeno se tu sia l’autore del testo/ (…) / eppure sai dove sei diretto, al cuore che palpita / alla fine, all’inizio, all’inevitabile capoverso.»
Il tocco di ironia e il ritmo sapientamente “martellante” avvolgono il lettore.



Non sai dire di no, non sai quando fermarti
cerchi ancora la mappa, lo stradario dei fatti
imbocchi i vicoli chiusi, ritorni sui passi
non sai se un santo giri i tuoi occhi o i dannati.

Non sai nemmeno se tu sia l’autore del testo
della prima quartina o di questo verso stesso
eppure sai dove sei diretto, al cuore che palpita
alla fine, all’inizio, all’inevitabile capoverso.

***

Una chiamata da fare
qualcuno che attende
un nome da ricordare
qualcosa da rendere
quello che non puoi dire
una porta da aprire

l’urgenza che avevi di vivere
nel verso ancora da scrivere.



Antonio Fiori è nato a Sassari nel 1955. Vive nella sua città, dove svolge l’attività di fiscalista nel settore del credito. Si occupa attivamente di poesia da molti anni ed ha ottenuto riconoscimenti in numerosi premi nazionali per l’inedito; nel 2004 è stato annunciato tra i sette poeti vincitori per la silloge inedita al Premio Montale Europa; per l’edito è stato tra i ventuno finalisti al Premio Camaiore 2003 con la raccolta Sotto mentite spoglie (Manni, 2002). Suoi testi sono apparsi su «L’immaginazione», «Gemellae», «Arte-Incontro», «Sonos & Contos». Collabora in diversi blog letterari e al sito web italialibri.net
È presente nelle agende antologiche Il segreto delle fragole 2004, Il segreto delle fragole 2006 edite da Lietocolle. È incluso nelle antologie Antologia della poesia erotica contemporanea (Atì Editore, 2006), Il corpo segreto – Corpo ed eros nella poesia maschile (Lietocolle, 2008) e Verso i bit – Poesia e computer (2005, Lietocolle). Ha pubblicato: Almeno ogni tanto (L’Officina delle Lettere, a cura di Crocetti ed.,1998-1999), Sotto mentite spoglie (Manni, Lecce, 2002), La quotidiana dose (Lietocolle, 2006). Hanno scritto sulla sua poesia: Maurizio Cucchi, Angelo Mundula, Fabio Simonelli, Roberto Concu Serra, Salvatore Tola, Ignazio Lippolis, Nicola Vacca, Oreste Bonvicini, Antonio Strinna, Giovanni Nuscis, Marco Scalabrino, Franco Fresi, Gianmario Lucini, Pasquale Vitagliano, Nunzio Festa, Gianfranco Fabbri.

Su Raccolta di Alberto Mori

recensione di Mara Zanotti

v. anche qui

Una parola mi continua a tornare in mente dopo aver letto l’ultimo libro di Alberto Mori Raccolta, “marginalità” e la spiegazione di questo non è poi così scontata. Sì perché nono-stante il concetto portante della Raccolta sia il ‘rifiuto’, questo non si limita a essere ‘soggetto’ evidente di molti testi (“Nel rifiuto la parola annusa due volte l’aria./ Solido ed immaterico/ vaporano la forma organica/ mentre lo scarto evitato/ allontanato a lato/ rimane dissoluzione limbale...”), ma abbraccia l’atmosfera compositiva nel suo complesso. Se così ‘marginali’ risultano i luoghi, gli oggetti e persino l’atteggiamento tra chi scrive, osserva, sente, si rapporta a quanto poi si tradurrà in parola, ecco che anche chi legge in qualche modo entra a far parte di questa marginalità in primis attraverso la scelta linguistica compiuta dall’autore: “La mia scrittura non persegue l’aulico ma l’essenziale” afferma lo stesso Mori e l’essenziale, si sa, è “invisibile agli occhi”, ossia riesce ad approdare a qualche cosa di maggiormente percettivo. Anche Massimo Sanelli nella prefazione del testo focalizza l’attenzione sulla scelta linguistica di Mori: “Qui le parole-simbolo della tradizione appaiono una volta sola, senza impegno, come fantasmi... In ogni caso quasi tutti i termini del libro sono detti una volta sola”. E ancora: “Ma la lingua si decompone nel cumulo di rifiuti, in una non-metrica senza ambizioni e senza verso”, si realizza così una perfetta simbiosi tra oggetto e termine. Tornando al concetto-rifiuto è lo stesso Mori che ci ricorda come questo abbia una tradizione artistica e letteraria molto lunga, moltissimi artisti infatti si sono confrontati con essa e sembra una coincidenza ‘al limite’ se i rifiuti, così abituati a vivere ai margini della società, siano divenuti proprio in questi giorni protagonisti della cronaca. Lo ‘sguardo abbassato’ di Mori sulla realtà porta così alla ribalta “ciò che – come la morte – abbonda e che non vogliamo vedere tra noi”. Ma inevitabilmente è proprio questo che ci accoglierà e che attraverso le ‘spoglie’ della nostra vita già ci circonda. Senza nulla togliere alla ricerca e alla sperimentazione, che si traduce sulla pagina anche in autentiche installazioni in versi, Mori ha scelto dunque di continuare, come già da tempo fa, nella sua esplorazione dei ‘non-luoghi’, del marginale appunto, consegnandoci una Raccolta coerente con la sua volontà indagativa che lo sta portando anche a realizzare un video sul concetto di decostruzione. Raccolta non si trova nelle librerie cremasche, per informazioni e ordinazioni www.faraeditore.it

***

nota di lettura di Giorgio Bonacini

Caro Alberto,
ti ringrazio per avermi inviato il tuo ultimo libro.
La tua capacità di formulare in poesia i temi apparentemente più “bassi” è invidiabile. Anche per la visività e la cristallinità del senso: in poesia e in vita.
C'è un mondo vero e profondo e non usuale, pur nella sua quotidianità, in questi tuoi versi esemplari: «Appena assunto infila guanti e comincia. / Agli occhi basta vedere dove / porta lontano la spazzatura.»

È sempre un piacere leggerti.

Un caro saluto.
Giorgio

martedì 19 febbraio 2008

da corpo. di fiati (Patrizia Rigoni)

«un uomo si accende / un fiore rosso in bocca // i miei piedi / radici di questo albero», «l’esistenza è tutto un girare e rigirar di ferri / osservare il recto e la penombra», «Meta. Lassù, e io. Qua. / Verrò, ad aprire i polmoni al cielo», «o ancora la certezza di essere vestita / di parole-piume /che toglieranno peso», «un peso andante mi accompagna»… i versi di questa nuova e inedita raccolta di Patrizia Rigoni sono espressione di una notevole maturità stilistica, anima, natura, corpo, relazioni, rapporti, mente, pensiero, cammino: c'è un po' tutta la vita, riverberata ed essenzializzata in una narrazione poetica di grande efficacia.


Setto

Diritto rovescio
undici anni dopo,
su letti affiancati di metallo
Diritto rovescio
il mio seno non sa di latte
le tue labbra chiedono acqua
Diritto rovescio
piovono di nuovo confetti bianchi sul tavolo
grandine scrosciata dal cielo di fiamma
Diritto rovescio
prendo cura del tuo naso ferito
questo sangue salato di laguna
Diritto rovescio
sono io la malata, e tu che mi curi
figlio che mi dà la mano,
figlio che mi rimetti al mondo
Diritto rovescio
ti faccio un golf di castagne e cammelli
intreccio le dita e i nostri fili di lana
Diritto rovescio
l’esistenza è tutto un girare e rigirar di ferri
osservare il recto e la penombra
Diritto rovescio
questo compiere il tempo è ringraziare
telai certificati di senso i giorni


Cima

Meta. Lassù, e io. Qua.
Verrò, ad aprire i polmoni al cielo
salirò con scarponi tra muschi
scivolerò le dita su genziane

Meta. Lassù, e io. Quasi.
Le unghie piangono il mio sforzo
l’aquila segna il suo tondo di cielo
è un fischio, il suo, il mio un urlo di eco

Meta. Qui. Sotto le mani.
Sono in alto, ho i piedi nudi.
Tutto è piccolo laggiù, io
quassù compio tre anni. Tremila

Con te, madrepadre di certezza immobile
Con te, creatura eretta, che solo ora mi lasci sdraiare


Fragile

Sto dentro di me
come in un uovo
e non so di che cosa
sia fatto questo albume
se la grazia angelica
di un Dio che mi saluta
al risveglio del mattino
se l’incontro con la foce
per un battesimo di futuro
o ancora la certezza di essere vestita
di parole-piume
che toglieranno peso
alle mie dita palmate
e le spingeranno lievi
al crepitio della sorpresa
all’annunciazione dorata
di nuovi soli


Piedi

Sulla terra pianoforte
adagio un ritmo mi solleva
un peso andante mi accompagna
e non posso spezzare unghie senza smalto
l’alluce è il cuore di queste mani
le curve tra dita inquiete
urlano l’estate nella sabbia
e tu lei loro sono solo impronte
che di nuovo calpesto, di nuovo sono
su questa terra pianoforte
chiedo ai fiumi di insegnarmi
a penetrare, a camminare
nell’orma, nell’orma
è gioia e pace la musica


Eclisse

Natale di primavera
palle di luci di nave
accendono il grigio spazio
del mare cielo

suonano le campane
nelle gole degli uccelli

le luminarie accendono
l’albero disegnato
da costa a costa

un uomo si accende
un fiore rosso in bocca

i miei piedi
radici di questo albero



Patrizia Rigoni, nata a Monza e residente a Trieste dal 1998, dal 2000 progetta e conduce laboratori di narrazione e di scrittura autobiografica presso Assessorati alla cultura e alle Pari Opportunità, Province, Distretti scolastici, Associazioni culturali e di volontariato, Dipartimenti di Salute Mentale, Cooperative sociali e Istituti di formazione.
Ha pubblicato: Come tenere l’acqua nella mano (2007 MobyDick), Andature (raccolta di poesie 2006, finalista Premio Morante inediti, secondo classificato al premio Nazionale Fara editore), La luna e le ore (premio Spagnol 2003), Giallotondo (selezione Bancarellino 1996), Il fuoco e la pioggia (1993) e i LibriMano (1989, traduzioni in Francia, Portogallo, Germania, Spagna, America). Ha concluso da poco un nuovo romanzo dal titolo Mettiamo al mondo.
Un altro romanzo inedito: Io avrò i tuoi occhi si è classificato terzo al Premio Nazionale Città Cava de Tirreni. Ha vinto nel 2007 il Premio Internazionale di Poesia Fiur’lini in Olanda con la raccolta Distanze Astrali. Con il materiale dei laboratori autobiografici ha inoltre realizzato i volumi (Una stanza di parole, Melagrana anfora di storie, La strada gialla, In forma di…, Rose, rose, rose, Attenti al lupo, Di senso in senso, Viaggio in carovana, Avevo un paesaggio), i filmati (Parole in movimento, Di senso in senso, Stare fra, Officina 2T) e le mostre (“Attenti al lupo”, “Avevo un paesaggio”).
Per l’Associazione culturale Veritas ha curato la mostra Hetty Hillesum, un cuore pensante.

Radio Pristina

nuova di Lorenzo Mari

Concorso Baderna 31-5-08

(cliccare sulle immagini per ingrandirle)


Su poesia.corriere.it si parla del Silenzio della poesia


di Ottavio Rossani


Un convegno sul tema Il silenzio della poesia si è tenuto a Francavilla al Mare sabato 16 febbraio, organizzato dalla Fondazione Michetti, con la collaborazione dell'Associazione culturale Alento. Hanno partecipato poeti da tutt'Italia. A condurre la giornata lo scrittore ed editore riminese Alessandro Ramberti (Fara editore), il quale ha dosato i tempi in due sessioni: la mattina gli interventi teorici, il pomeriggio letture di poesie.

Nell'elegante spazio del Museo Michetti (piazza san Domenico, 1 ; www.fondazionemichetti.it), la relazione introduttiva di Massimo Pasqualone ha messo in evidenza la necessità del silenzio nella poesia, come momento di riflessione, come pausa chiarificatrice dei significati. Certo, il titolo in fondo è un ossimoro: preso alla lettera si dovrebbe intendere che la poesia debba fare silenzio, cioè diventare muta, quindi negare se stessa. (…)
(Il resto dell'articolo qui)

lunedì 18 febbraio 2008

Fotoracconto del Silenzio della poesia

Ecco alcune foto della giornata trascorsa a Francavilla al Mare fra silenzio, versi e musica scattate per lo più da Alex Celli e David Aguzzi (che ringrazio e colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Massimo Pasqualone, l'Associazione Alento, Valerio Baldassarre che ci ha guidato nella visita al Museo Michetti, l'Amministrazione comunale nella persona del vicesindaco Giuseppe Pellegrino, il personale del Museo, la Provincia di Chieti, il coro “Emozioni Teatine” e ovviamente i poeti partecipanti, non tutti presenti nelle foto per mancanza di memoria nella mia camera digitale).


nelle vicinanze del MuMi


da sx sono visibili Adele Desideri, Colomba Di Pasquale, Stefano Bianchi, Gianmaria Giannetti e, in primo piano, Stefano Cattani


Alessandro Seri


in primo piano Rita Giurastante


da sx Riccardo Burgazzi, Massimo Pasqualone, Italo Radoccia e Valerio Baldassarre


da sx: Angelo Filippo Jannoni Sebastianini, Carla De Angelis,
Antonietta Gnerre e Alessandro Ramberi



Alessandro Ramberti e Italo Radoccia



alcune foto di Ottavio Rossani e Massimo Pasqualone






Antonietta Gnerre, poetessa irpina, consegna ad Alessandro Ramberti il diploma del Gruppo Culturale “F. Guarini” (con sede in via Sala 27, 83025 Montoro Inferiore, AV) “per il suo impegno nell'ambito della Cultura”, nominandolo socio onorario. Firmato dal fondatore Vincenzo D'Alessio.


panorama di Francavilla al Mare


Alessandro e manifesto della giornata


Luigi (Ass. Culturale Alento), Alessandro e Alex


I primi arrivati (si riconoscono da sx Stefano Bianchi, Caterina Camporesi, Alex Celli)


Primo a destra David Aguzzi



sopra e sotto: il cielo e il mare di Francavilla




Angelo Filippo Jannoni Sebastianini



David Aguzzi, Ottavio Rossani e Massimo Pasqualone




in primo piano Cristian Pretolani


Colomba Di Pasquale


Caterina Camporesi


Carla De Angelis


Alessandro, Alex, Ottavio, Massimo


Luigi e Alex


Alessandro Seri


Adele Desideri e Ottavio Rossani


Adele Desideri