giovedì 28 agosto 2008

Salutami il mare vince il Premio Calicanthus


Carla De Angelis aggiunge ai riconoscimenti già ottenuti dalla sua raccolta Salutami il mare anche il primo premio per la poesia edita del concorso Calicanthus indetto da «Il Gazzettino del Tirreno», Patti (ME).
Complimenti anche a Lorenzo Mari e Massimo Pasqualone che si sono classificati al secondo e al terzo posto; e ad Enrica Musio per la menzione speciale nella sezione poesia inedita.

mercoledì 27 agosto 2008

Foto del Premio Prata Poesia 2008

Ecco alcune foto gentilmente inviatemi da Antonietta Gnerre relative alla cerimonia di premiazione a Prata di Principato Ultra il giorno 3 agosto 2008. Oltre ad Antonietta nelle foto sono presenti il vice sindaco Armando Galdo, il Presidente del comitato Orione, l'autrice Maria Pina Ciancio, la presentatrice Simona Festante, i poeti Massimo Sannelli e Vincenzo D'Alessio e altri.











martedì 26 agosto 2008

Su Solchi e Nodi di Caterina Camporesi


recensione di Nunzio Festa pubblicata sabato 23 agosto 2008 in VolObliquo ArtePoesia


Solchi e nodi, ultima esperienza poetica data alle stampe da Caterina Camporesi, è lettura atroce. Sono versi che tengono la loro atrocità. La durezza elevata all'ennesima potenza: una cosa che fa persino bene. Più nodi, che solchi. Eppure una lettura – d'intensità – che porta a comprendere l'autorevolezza dell'autrice. Poesie, 'ovviamente', senza titolo. Componimenti strazianti e dilaniati dalle sorti del presente. Il male ha già fatto quello che poteva fare, a tutte e tutti. La cattiva sorte. I nodi hanno legatura che non perdona. Eppure, dalla lettura della silloge, dovrebbe venire fuori che esistono degli impegni da compiere. La poesia della Camporesi è crudele. In quanto le strofe minime accolgono tanto di quello che è l'oggi visto con la lente del pessimismo e, allo stesso tempo, della realtà elevata ad comprensibile assurdo. «acque ristagno / in gole piagate // nude emozioni si contorcono / gemmando diamanti in bocche spinate». In poche parole è condensato il segno dell'autrice. Come una chiusa che potrebbe, persino, servire a dichiarare altro ancora: «'universo intanto invano stupisce / serrando il male in trappole d'inganni». Scompigliando le regole consolidate, si può dire che il contenuto dice di una condizione di dolore che il Pianeta assicura all'umanità, e ancora – quasi fra parentesi – altra durezza che sta nel vedere un buio condizionato dall'azione dell'inganno. Non sono necessarie, qui e ora, rime. La severità allucinata e razionale di Caterina Camporesi è rigata d'incisioni che appiano praticamente tutte quanti a mo' d'epigrafe. I versi di Solchi e nodi sono utili per guardare allo specchio quella condizione, perfino, d'impotenza che si mette nelle vite e dalle vite vuole essere vissuta quale motivo immodificabile. Ma qui siamo al fiato della rassegnazione che puzza di passo indietro. Mentre la poesia di C. Camporesi sembra fare comunque per dire passi in più. I nodi portati sulla pagina dalle poetessa sono difficilissimi da sciogliere. E sono miliardi. Però la durezza del muro deve essere sconfitta dalla potenza della volontà.


Su Vorrei imprimere un vuoto nell’aria di Carlo Penati


recensione di Narda Fattori

Il prefatore ha colto con sobrietà e precisione il carattere della poesia del Penati e soprattutto della sua incapacità di aggrapparsi alla concretezze delle cose, delle emozioni, delle opinioni, alla ferita che pure lo attraversa e qua e là vediamo sanguinare.
Ho colto una contraddizione fra il titolo … un vuoto nell’aria e l’ultima stazione, intitolata “Il tutto”; il vuoto nell’aria, la sua leggerezza, la sua permeabilità forte si contrappone alla pesantezza del mondo, ai suoi dolori sempre prossimi, alla condizione dell’uomo che ogni volta riprende il viaggio, fra ascesa e abisso senza trovare un quieto fermarsi.
Siamo fatti per l’oltranza, afferma il Penati, ma è qua che si gioca le sue carte e la sua mano non porta vittoria e quale vittoria poi, su chi e per quale motivo?
Di certo sappiamo di uno stupore che ci prende dinnanzi alla bellezza, sia di donna che di natura, ma pure sappiamo di morti e carneficine, di ingiustizie, di mani fraterne insanguinate. Nella stazione “L'abisso” c’è un discreto campionario delle nostre bassezze: «vino / lasciato fermo nei mosti / attesa che intoni carmi / nel rombo denso delle guerre / rabbia / senza maestri a cui appigliare / lo scorrere uguale dei pensieri / acido addio all’acerbo stelo / di una vita solo all’inizio» (p. 35).
Vorremmo Penati più ardito, fuor di metafora osare il dicibile e l’indicibile, che l’acerbo stelo è probabilmente un bambino cui è stata sottratta l’infanzia.
Apprezziamo il Penati che non si nasconde nella vaghezza delle ombre e delle nebbie; lo preferiamo quando afferma che non vediamo « il vuoto che pasce / la filosofia vana / di certo novecento» (p. 15). Ma perché dire “pasce”, termine desueto e non “nutre”, ben più vicino alla sua poesia che vorrebbe essere disadorna e invece si trastulla con certo poetese che ormai si è svuotato di senso a forza di riempire libri di versi?
La poesia che apre il libro e avvia il viaggio ha una potente valenza semantica che si dilapida nei due versi centrali che nulla aggiungono all’ingombro in quello finale che avremmo voluto aspro come ne percepiamo l’intento.
Seppure ogni stazione/stanza inizia con un volo, abbiamo l’impressione che non ci siamo spostati di un millimetro, perché la nostra vita è hic et nunc, l’altrove è speranza inarresa.
E nell’ora presente e passata, nella nostra vita, nella vita di tutti ci sono venti ed eventi, incontri e attese, amori e disamori, illusioni e disillusioni.
Il nostro dire si fa vero e trova la sua voce quando si appiglia alla verità della ragione, dei sensi, dell’emozione e della speranza.

Ieri notte ho subito un sogno (Cléry Celeste)


Fresche e palpitanti queste primi prove poetiche di Cléry Celeste. Particolamente riuscite in quegli snodi in cui una bella immaginazione («Il cielo impazzito ci sputa addosso») si unisce a un dettato semplice e lievemente ironico: «… mi fai sognare / Ad occhi aperti nonostante il sole incosciente / Mi faccia socchiudere le
palpebre per la sua intensità».


UN SOGNO CHE HA RUBATO LA NOTTE

Ieri notte ho subito un sogno.
Un sogno che mi ha sporcato la notte
Ha reso inquieto il mio respiro e ha fermato
Il mio riposo, mi ha ricordato te e
Quell’abbraccio e quel bacio tanto sospirato
Tanto atteso e così fresco perché tu mi fai sognare
Ad occhi aperti nonostante il sole incosciente
Mi faccia socchiudere le palpebre per la sua intensità.


INDIFFERENZA

Vorrei che per un attimo tutto il mondo facesse silenzio
E ascoltasse il pianto di quel bambino
Strappato alla madre dall’egoismo di chi fa rumore.


QUELLA LACRIMA APPESA SUL VISO

Il cielo impazzito ci sputa addosso
La pioggia impertinente che non scivola,
Ma resta lì, aggrappata perché sa che
Prima o poi si prosciugherà.
Proprio come la mia lacrima.


QUEL GIORNO AL TRAMONTO

Ed io che ti pensavo guardando
La luce del sole al tramonto sulle
Mattonelle di quella chiesa.
Io che volevo averti come quel riflesso
Possedeva quel campanile dandogli
Un’aria di superiorità incerta.
Tu invece eri di ritorno a casa
E pensandoti cercavo un appiglio razionale
Nella scalata dei miei pensieri per imporre
Il silenzio al mio cuore che ribelle e pauroso
Convulsamente batteva al tuo pensiero.


IN UNA STANZA DA SCOPRIRE

L’incertezza mi ha fatto visita
Ma la verità in un angolo della finestra
mi spiava attendendo di essere scoperta.
La risolutezza toccandomi il braccio mi ha fatto
Alzare il viso verso la porta socchiusa della curiosità,
così sono entrata attendendo che la luce del sole
filtrasse dalle finestre e posandosi sugli oggetti freddi
della notte illuminasse quella stanza sconosciuta.


UN SORRISO SBIADITO DAL TEMPO

Te ne sei andata lasciando solo un sorriso
In una fotografia ritagliata dal tempo.
Nei tuoi occhi si leggeva già l’inquietudine
Che ti respirava dentro, così oggi mi chiedo
Se rivedrò ancora un sorriso che sappia riflettere
I raggi del sole serenamente come il tuo ormai lontano.


VORREI COMANDARE IL MIO CUORE

Credevo che sarebbe stato facile per te guardarmi
E non sentire quelle note d’amore in fondo all’anima.
Invece ora sento che quello strumento che grida laggiù
È il tuo cuore. Vorrei anche io essere capace di slegare
Come te quel battito e poi domarlo quando si fa sera
E le luci si spengono.


INSICUREZZA

I miei passi sono forti
È il tuo respiro che è incerto
Alle orecchie del mondo.
Lenta sul sentiero della mia
Vita quel cammino proseguo
E tu invece non restare rannicchiato
Tra arbusti e spini
Ma alza lo sguardo e tenta di
Raggiungere le soffici nuvole.


Cléry Celeste è nata a Forlì il 17 luglio del 1991 e vive a San Colombano di Meldola in provincia di Forlì. Sta frequentando il quarto anno al liceo classico indirizzo tradizionale in Forlì col massimo dell’impegno ottenendo buoni risultati. La passione per la poesia le è sempre stata nel cuore ma è da un anno che ha preso la penna in mano ed ha cominciato a scrivere anche lei cercando di seguire gli insegnamenti dei grandi poeti e di migliorarsi sempre di più. Le sue poesie sono caratterizzate da versi liberi con molti giochi di suono come ad esempio assonanze e consonanze, inoltre è una poesia che tende ad essere immaginativa. I temi affrontati scaturiscono quasi interamente da esperienze direttamente o indirettamente personali. L’intento non è solo quello di mettere nero su bianco le emozioni vissute ma di suscitarne altrettante tramite la lettura.

Quanto ho amato (Narda Fattori)

Sono lieto di pubblicare queste tre poesie di Narda Fattori, caratterizzate da un intenso rapporto con la propria terra e con le persone incontrate, con un dettato terso e non privo di ascendenze poetiche sapientemente rielaborate in un linguaggio di grande impatto visivo: «Sarà un’uscita in silenzio / senza sbatter d’imposta /
composti e nudi.»

1

Oh quanto ho amato io!
le spine e le rose
il profumo dell’uomo
la parole del miele
e dentro una vigna
gli acini dolci dell’uva di settembre.

E giunse il vento freddo
sul fondo una cavedagna brinata
il gelo nel rio
volevo accendere il caminetto
lasciare scorrere il tempo
sulla cenere che si faceva bianca.

Oh quanto ho amato io!
Il buono e il cattivo
parimenti miei simili
e ho gridato inutilmente di finirla
di svoltare l’angolo
di venirmi incontro
come fa un vecchio cane fedele
svolto anch’io e s’azzuffa il cane
si sfibrano le ore
e la parole incartavetrate
sulle labbra.

Come una salda quercia
io vi ho amato e vi amo
nello struggente bottone
di un ranuncolo
nelle mani lisce nelle mani rudi
vi ho amato per amore
anche quanto fra i pensieri
restava soltanto il dolore.


2

Perché al finale di partita
non venga a mancare
nessuna chance
sul tappeto verde lanciamo
le ultime fiches
e poco ci importa della vincita
o della perdita.
Ci importa starci in questa attesa
senza farsi logorare i pensieri
senza cestinare gli ideali
la lunga fila degli idilli spesi.
Questo ci importa
e non sopportiamo il lamento
di chi non vuole cedere
né di chi alza le braccia al cielo
certo di eterna vittoria.

Ci giochiamo questo finale
con l’entusiasmo dei bambini
il terrore tenuto a bada
da decenni di convivenza.

Sarà un’uscita in silenzio
senza sbatter d’imposta
composti e nudi.



3


All’altro capo del giorno
ronzano in gallerie oscure
a sciami le ore
e annodano le stringhe del cuore
in laccioli di pena

Sarà un altro giorno a perdersi
in interstizi di luce
senza traiettorie
eppure si incalzano le lancette
tra risate silenzi e trafitture
e dimentichiamo nel tempo
il provvisorio avvenire
le scelte improbabili
la giusta cordata
l’indignazione inarresa.

All’altro capo del giorno
vibra un clamoroso silenzio
lo vorrei impercettibile
leale e pacificato.

venerdì 22 agosto 2008

Solchi e nodi vince l'Antica Badia di S. Savino



La giuria della XXX edizione del Premio Nazionale di Poesia Antica Badia di San Savino (Pisa) ha attribuito per la Sezione B (libro edito) il terzo premio a Caterina Camporesi di Rimini

per il libro Solchi e Nodi edito da Fara

La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 13 settembre alle ore 15.00 presso la Badia di San Savino.
Nel corso della cerimonia verrà consegnata gratuitamente una copia dell'antologia che contiene testi dei vincitori e di altri partecipanti.

giovedì 21 agosto 2008

A RiminiVicino alle nubi 5-9-08




Venerdì 5 settembre alle ore 21,00


Presentazione del volume


VICINO ALLE NUBI
SULLA MONTAGNA CROLLATA

a cura di Enrico Cerquiglini e Luca Ariano


Campanotto editore

Intervengono

Enrico Cerquiglini e Luca Ariano

Saranno presenti i poeti

Caterina Camporesi, Chiara De Luca,
Gianfranco Fabbri, Gianfranco Lauretano
Gian Ruggero Manzoni, Alessandro Ramberti


Indipendente|mente Interno 4
Libreria - Sala Lettura - officina Culturale
Via di Duccio, 26
47900 Rimini (Rn)
Tel. e fax 0541/784948
email: indipendentemente@interno4.com
msn: interno4rimini@hotmail.i


I curatori di questa antologia Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini spiegheranno il motivo che li ha portati a creare questo lavoro che non vuole essere un'antologia critica (nel senso letterario del termine) ma si prefigge una testimonianza poetica contro l'inquinamento e lo scempio ambientale.
Sarà un occasione per sentire dal vivo la voce dei poeti che leggeranno i propri versi.

LUCA ARIANO è nato nel 1979 a Mortara (PV) evive a Parma. Ha pubblicato la raccolta di poesie Bagliori crepuscolari nel buio nel 1999. Numerose sue poesie sono apparse su riviste, blog e siti letterari su internet. Collabora con le riviste «Il foglio clandestino» e «Tabard», «La Barriera». Nel 2005 è uscita una sua plaquette ne La coda della galassia (Fara) e la sua seconda edizione di poesie Bitume d'intorno (Edizioni del Bradipo), con la prefazione di Gian Ruggero Manzoni, per le Edizioni del Bradipo di Lugo di Romagna. Con Enrico Cerquiglini ha curato per Campanotto l'antologia Vicino alle nubi sulla montagna crollata (2008)

CATERINA CAMPORESI è nata a Sogliano Rubicone (Fc) nel 1944. Lavora come psicoterapeuta e vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie: Poesie di una psicologa (1982), Sulla porta del tempo (1996), Agli strali del silenzio (1999), Duende (Marsilio, 2003). È presente nelle antologie: La coda della Galassia (2005, Fara Editore), La Linea del Sillaro (Campanotto, 2006), Poesia e Natura (Le Lettere, Firenze 2007), Solchi e Nodi (Fara, 2008). Già condirettrice della rivista «La Rocca poesia» e redattrice de «Le voci della luna», collabora con testi poetici e recensioni a riviste cartacee. Si occupa di letteratura boliviana ed è spesso presente con interventi di saggistica in «Fili d’aquilone», rivista on line.

ENRICO CERQUIGLINI è nato a Montefalco (PG) nel 1962, vive a Gualdo Cattaneo (PG). È tra gli organizzatori del Premio Nazionale di Poesia “Sandro Penna”. In poesia ha pubblicato: Le correnti della landa, Roma, Gabrieli, 1982; Vendette azteche, Udine, Campanotto, 1994, Ballate B.I.T., Perugia, Grafiche 84, 1997, Tra nebbia e fango, Udine, Campanotto, 2006 e Fine attività (damnatio memoriae), Lulu, 2008. Altre pubblicazioni: Pier Paolo Pasolini - Uccellacci e uccellini (Dalla sceneggiatura alla realizzazione cinematografica), Udine, Campanotto, 1996 (saggistica) - La voce dolce di resa, Ascoli Piceno, Stamperia dell'Arancio, 2000 (antologia) – Lacerti critici, Lulu, 2007. Con Luca Ariano ha curato per Campanotto l'antologia Vicino alle nubi sulla montagna crollata (2008)

CHIARA DE LUCA si è laureata in Lingue a Pisa, con tesi sullo scrittore austriaco Ernst Weiß. Ha curato per Gedit la traduzione di La vita promessa (Bologna, 2004) ed Elogio per una cucina di provincia (in preparazione) di Guy Goffette e Tra le mani il divino di John Deane (Bologna, 2007). Ha tradotto, tra gli altri, Thomas Beller, Jorge Carrera Andrade, Paul Celan, Douglas Dunn, Dominique Grandmont, Colette Nys-Mazure, Thomas Kinsella, Gray Sutherland. Ha pubblicato i romanzi La collezionista (Fara, 2005) e La mina (stra)vagante (Fara, 2006). Il suo testo teatrale Duetti (in corso di pubblicazione) ha ricevuto il Premio San Vitale per la sezione teatro (Bologna, 2007). Sue poesie sono state pubblicate nell’antologia La coda della galassia (Fara, 2005), su riviste, tra cui «Poesia», «Tellusfolio», «Le voci della luna». Ha realizzato e gestisce il sito www.chiaradeluca.com. Collabora con la rivista «Poesia», l’associazione culturale Bolognamondo e la casa editrice Datanews di Roma. Lavora per il nuovo settimanale nazionale «Il Paese».

GIANFRANCO FABBRI è nato a Siena, ma vive da sempre a Forlì.
Sue pubblicazioni: - Di tutto un niente, 1980, Foum-Quinta Generazione; I pantaloni del Po, 1981, Nuovo Ruolo Forlì; I ragazzi del Settanta, 1989, Campanotto Udine; Davanzale di travertino, 1993, Campanotto Udine; Album italiano, 2002, Campanotto Udine; Stato di vigilanza, 2006, Manni Lecce.
Gestisce il blog di poesia La costruzione del verso & altre cose
Ha curato la collana “Le invetriate” dell'editrice Il crocicchio ed ha fondato la casa editrice L'Arcolaio.

MATTEO FANTUZZI (1979) è nato e risiede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna. È redattore della rivista Atelier, collabora con la rivista «Le Voci della Luna» e con l’Almanacco di Poesia edito da Castelvecchi. Pubblicato in molte riviste tra cui «Nuovi Argomenti», «Yale Italian Poetry», «Specchio», «Gradiva», «Atelier»; ha creato il sito UniversoPoesia, suoi versi sono presenti in varie antologie ed hanno raggiunto in questi anni una quindicina di Paesi stranieri. Ha diretto in questi anni una serie di festival ed eventi dedicati alla Poesia Italiana Contemporanea oltre a convegni sull'utilizzo dei Nuovi Media nella diffusione della Poesia. La linea del Sillaro, mappatura della poesia dell’Emilia Romagna è uscita a fine 2006 per le edizioni Campanotto. Del 2008 è la sua opera prima, dal titolo Kobarid, Raffaelli, Udine, 2008.

GIANFRANCO LAURETANO è nato nel 1962 e vive a Cesena. Svolge attività editoriale e pubblicistica. Ha pubblicato i volumi di poesia Preghiera nel corpo (NCE, Forlì 1997) e Occorreva che nascessi (Marietti, Milano 2004); inoltre il volume di prose liriche Diario finto (L’Obliquo, Brescia 2001). Dirige la collana “Poesia contemporanea” della Casa editrice Raffaelli di Rimini e il trimestrale letterario clanDestino. È fondatore e direttore della sezione letteraria della rivista di arte e letteratura «Graphie». Ha tradotto poeti dal portoghese e dal russo, tra cui il racconto in poesia Il cavaliere di bronzo di Aleksandr S. Puskin (Rimini 2003). Svolge attività di critica letteraria su periodici e quotidiani. Ha pubblicato, tra l’altro, il commento ai canti XXIX, XXXII e XXXIII del Purgatorio di Dante (Rizzoli, Milano 2001).

GIAN RUGGERO MANZONI è nato San Lorenzo di Lugo, in Romagna, nel 1957. Narratore e poeta ha al suo attivo numerose pubblicazioni fra le quali ricordiamo: Pesta Duro e Vai Trànquilo/Dizionario del linguaggio giovanile (Ed. Feltrinelli 1980); Il dolore (Ed. Scheiwiller 1991); Caneserpente (Ed. Il Saggiatore 1993); Peso Vero Sclero (Ed. Il Saggiatore 1997); Il morbo (Ed. Diabasis 2002); Gli addii (Ed. Moretti & Vitali 2003); Oltre il tempo/11 poeti per una Metavanguardia (Ed. Diabasis 2004); La Banda della Croce (Ed. Diabasis 2005); Scritture scelte, testi per la recitazione dal 1977 al 2003 (Ed. del Bradipo 2006). Per anni ha diretto la rivista di letteratura e arte «Origini». Con Gianni Celati ed Ermanno Cavazzoni ha collaborato alla realizzazione dell’almanacco di prose Il semplice (Ed. Feltrinelli). Sue opere sono state tradotte in Germania, Gran Bretagna, Grecia, Francia, Spagna, Irlanda, Argentina, Uruguay. www.gianruggeromanzoni.it

ALESSANDRO RAMBERTI è nato a Santarcangelo di Romagna il 10 giugno 1960. Laureato in Lingue Orientali a Venezia ha vinto una borsa annuale (1984-85) del Ministero degli Esteri presso l’Università Fudan (Shanghai). Nel 1988 ha conseguito, con altra borsa, il Master in Linguistica presso l’Università di California in Los Angeles e ha concluso i suoi studi con il dottorato in Linguistica presso l’Università Roma Tre (1993). Da allora lavora in ambito editoriale. Nel 2005 ha pubblicato la plaquette Tela di bordo in appendice al volume dedicato ai vincitori del concorso Pubblica con noi (B. Rosenberg Piccolo canzoniere di città, A. Parato, Da luoghi intravisti, Fara 2005). Con In cerca ha vinto diversi premi, fra cui l'Alfonso Gatto. La silloge Pietrisco (Fara, 2006) ha vinto la V edizione del concorso letterario POESI@ & RETE 2006 (Trapani-Palermo) e la VI edizione del Premio biennale di poesia “Cluvium” 2006. Ha pubblicato con lo pseudonimo di Johan Thor Johansson il romanzo breve La simmetria imperfetta (Fara 1996).

Vincitori “POESIA E NATURA NEL PARCO”

CENTRO CULTURALE L’ORTICA
PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA
COOP ADRIATICA -PROVINCIA FORLI’-CESENA

“POESIA E NATURA NEL PARCO”

DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008
in località TREDOZIO – LAGO DI PONTE

Il Centro Culturale L’Ortica, in collaborazione con il Parco Nazionale Foreste Casentinesi M.te Falterona e Campigna, Coop Adriatica, Patrocinio Provincia Forlì-Cesena, ORGANIZZA la 18a edizione di POESIA E NATURA NEL PARCO sul tema:

“LE MANIPOLAZIONI DELL’UOMO NELLA TRASFORMAZIONE CLIMATICA DELLA NATURA: C’È UN RINASCIMENTO POSSIBILE?”

Domenica 21 Settembre 2008 in località TREDOZIO, Centro Visita, Escursione al Lago di Ponte

Relatori: Prof. GIORGIO CELLI poeta ed Entomologo, dell’Università di Bologna (parlerà sul tema “Comportamento degli Animali e degli Insetti: spia delle previsioni catastrofiche sul Pianeta?”); LUCIANO FOGLIETTA scrittore e giornalista (parlerà sul tema: “Conosciamo la località in cui ci troviamo e la sua Storia: Il Lago di Ponte e i Castelli dei Conti Guidi nelle Terre di Tredozio”); Saranno presenti e porteranno testimonianze: Dr. LUIGI SACCHINI Presidente del Parco; NEVIO AGOSTINI Vice-Direttore del Parco e Naturalista; Prof. OSCAR BANDINI, Storico ed esperto del territorio del Parco; Prof. QUINTO CAPPELLI Consigliere del Parco, Il Sindaco di Tredozio e il Presidente del Comitato Soci di Coop Adriatica, e la partecipazione di numerosi poeti e scrittori provenienti dall’Emilia Romagna, Toscana e Marche. Il “Gruppo Slan-Sandra Mazzini” reciterà i testi dei poeti prescelti, coordina Giorgio Casadei Turroni, presenta i poeti Davide Argnani direttore della rivista L’Ortica, regia di Claudia Bartolotti.

PROGRAMMA: DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008:
Ore 7,45 – ritrovo e partenza da Forlì, in P.le della Vittoria (di fronte statua di Icaro) per chi proviene da Forlì, comunque per tutti i partecipanti, con mezzi propri
Ore 9,00 – ritrovo a Tredozio (Centro Visita Parco, Via Perisauli 6, Ristorante Mulino di S. Michele, tl.0546/943677)
Ore 10,00 – escursione a Lago di Ponte con la guida storica Luciano Foglietta
Ore 12,30 – pranzo nella Sala Centro Visite del Parco
Ore 14,30 – inizio convegno presso la stessa Sala Centro Visite
Ore 16,00 – recital: Il Gruppo Slan di Sandra reciterà i testi dei poeti partecipanti
Ore 18,00 – conclusioni
Coordinatore: Giorgio Casadei Turroni, Presidente del Centro Culturale L’Ortica.
A tutti i partecipanti sarà fatto omaggio del “Quaderno di Poesia e Natura nel Parco”, edizione 2008 a cura di Claudia Bartolotti.
Quota pranzo: Euro 25 (da pagarsi all’arrivo)

PRENOTARSI ENTRO LUNEDÌ 15 SETTEMBRE 2008, ai seguenti recapiti:
Per Info: Ortica Tel.-Fax: 0543/29127 (Ortica), 0543/402300 (Argnani) 0543/704627 (Turroni). E.mail: lortica@tele2.it – homer_g@tin.it - PARTECIPATE e FATE PARTECIPARE!!!


CENTRO CULTURALE L’ORTICA
Via Paradiso 4 – 47100 FORLÌ – Tel. 0543/29127

‘POESIA E NATURA NEL PARCO 2008’
(18ª Edizione riservata agli autori delle Regioni dell’Emilia-Romagna, Toscana e Marche, confinanti con l’Ente Parco Tosco Romagnolo delle Foreste Casentinesi, Montefalterona-Campigna)

Su sessantatre poeti e scrittori partecipanti alla 18ª Edizione “Poesia e natura nel Parco 2008” i redattori della rivista L’Ortica, dopo ampia valutazione, hanno scelto, per la qualità e la coerenza con il tema indicato ‘La Natura nei suoi diversi aspetti’, i testi dei seguenti autori:

Albini Elio (Verghereto), Amaranti Natalina (Forlimpopoli), Angelini Anna (Forlì), Baldinotti Daniele (Forlì), Battistini Stefania (Tagliata di Cervia), Bellagamba Anna Maria (Cesena), Belloni Riccardo (Ravenna), Bendi Gianfranco (Meldola), Benetti Eleonora (Forlì), Beoni Laura (S. Sofia), Bottaro Giovanni (Molino Pallone, Bologna), Briccolani Catia (Forlì), Campitelli Nicole (Verghereto), Cappellini Simonetta (Londa, Fi), Casadei Franco (Cesena), Casali Milena (Forlì), Casamurata Arrigo (Forlì), Castronuovo Rosario (Fiorano Modena), Cimatti Anna Maria (Lastra a Signa Fi), Cortesi Daniela (Forlì), De Robertis Ubaldo (Pisa), Erbacci Gino (Forlì), Evangelisti Sandra (Forlì), Ferlini Vanes (Imola), Fiumana Rina (Forlimpopoli), Flamini Renata Franca (Forlì), Focaccia Serena (Forlì), Foglietta Luciano (S. Sofia), Gardini Walter (Forlì), Gazzoni Gloria (Forlì), , Giuliari Francesco Forlì), Lunghini Sara (Lastra a Signa, Fi), Magnolfi Alessio (Firenze), Mandrino Francesco (S. Felice sul Panaro, Modena), Maraldi Maurizio (Forlimpopoli), Massani Milena (Rimini), Monti Marino (Forlì), Notari Alessandro (Forlì), Paganelli Maurizio (Mercato Saraceno), Panzini Paola (Forlì), Pasqui Umberto (Forlì), Pazzini Sergio (Firenze), Ricci Silvano (Forlì), Rossi Walter (Bagno di Romagna), Sali Lorena (Forlì), Tenaglia Silvana (Londa Fi), Treossi Gianni (Forlì), Turci Elisabeth (Cesena), Valbonesi Brunelli Alda (Forlimpopoli), Versari Pasqualino (S. Piero In Bagno), Visani Anna Rosa (Forlì), Zattoni Katia (Forlì).

Il materiale selezionato sarà pubblicato in un ‘Quaderno’ de L’Ortica e distribuito ai partecipanti al Convegno del 21 settembre 2008 a Tredozio (Forlì), durante il quale si svolgerà un recital da parte del Gruppo Slan che reciterà le opere selezionate con la Regia di Claudia Bartolotti e con il coordinamento di Davide Argnani, critico e direttore della rivista L’Ortica..
La giuria ha rilevato con soddisfazione il buon livello di tutti i partecipanti. La ragione per cui alcuni testi non sono stati scelti è dovuta al fatto che non erano in tema o erano di provenienza da altre regioni o perché sono stati inviati fuori tempo massimo dopo il 30 giugno 2008.

Forlì, 31 luglio 2008

martedì 19 agosto 2008

Vincitori del Premio A.V. Reali 2008


7º Premio Nazionale di Poesia Agostino Venanzio Reali


La Giuria del Premio Nazionale di Poesia Agostino Venanzio Reali, organizzato dall’omonima Associazione Culturale, composta da Bruno Bartoletti (Presidente), Roberta Bertozzi, Narda Fattori, Gianfranco Lauretano, Maria Lenti, Anna Maria Tamburini, comunica i risultati del concorso.

Sono risultati vincitori:
Sezione A – Poesia Adulti: (Premi: € 1000,00 – 500,00 – 250,00):
1º Premio CONSOLI CARMELO di Firenze;
2º Premio GELMI GIOVANNA di Cologno Monzese (MI);
3º Premio FANTATO GABRIELA di Milano.
Premio speciale della Giuria (Premi: caratteristico prodotto dell’artigianato locale): BELLINI MARCO di Verderio Superiore (Lecco); CATERINA ELIO di Modena; CIPELLI GIORGIA di Pieve d’Olmi (Cremona); POLVANI PAOLO di Barletta; SCHITO BENIAMINO di Albisola Superiore (SV); VICARETTI UMBERTO di Luco dei Marsi (AQ.

Sezione B – Poesia Giovani (Premi: € 300,00 – 200,00 – 100,00):
1º Premio CERRUTO PAOLO di Milano;
2º Premio IARTORI MATTEO di Lanciano (CH);
3º Premio FEJZULI BLERTINA di Saludecio (RN).
Premio speciale della Giuria (Premi: caratteristico prodotto dell’artigianato locale): ANDREONI PAOLO di Forlì; BELMEHDI HALIMA di Cesena; BETTI ELENA di Cesena. BISCAGLIA GRETA di Borghi (FC,); MONTANARI ILARIA di Bologna; SERRA JENNIFER di Santarcangelo (RN).

La premiazione si terrà domenica 21 settembre, dopo la relazione su Agostino Venanzio Reali prevista per le ore 9.30, tenuta dal Prof Marino Biondi (Università di Firenze), presso il teatro “Elisabetta Turroni” di Sogliano al Rubicone (FC) – a seguire i Proff. Ilario Bertoletti e Pietro Gibellini presentano il volume G. Pozzi, La poesia di Agostino Venanzio Reali, Morcelliana.
Il verbale della giuria e le poesie premiate sono pubblicate sul sito Web del comune: www.comune.sogliano.fc.it.

giovedì 14 agosto 2008

3 poesie da Kobarid di Matteo Fantuzzi


Raffaelli, Rimini, 2008

I versi che Matteo Fantuzzi ha raccolto in Kobarid si fanno apprezzare per la loro capacità di fotografare, con l'incisività del poeta, la realtà del quotidiano (con la profondità di uno sguardo che ha contezza della storia). C'è quasi un taglio zoliano in questi squarci di vita che sembrano chiedere al lettore un “risveglio” dal torpore consumistico/mediatico in cui rischiamo tutti di cadere, senza radici, senza valori (che è faticoso accudire), senza entusiasmi che esulino appena dalla sfera dell'io.


Non si sveglia mai
questa città dal treno
come non volesse,
ne sentisse poco l’obbligo.

E mentre chiude le finestre,
mentre si tappa in casa, intanto
dorme il proprio stato di malessere:
la sua sconfitta urbana.

+++

Devi diventare più aggressivo col lavoro
perché oramai va forte anche l’usato
e un poco ovunque spuntano degli outlet;
devi andare (avrai capito) nei luoghi del dolore,
in clinica oncologica ad esempio, e dire:

“Lei è incurabile per caso? E quanto tempo ha a disposizione,
un anno? E alla bara ha già pensato? Io le vendo da 20 anni,
importo il legno dalla Svezia, sono bravo, costo poco”.

O ancora meglio ti dovresti fare forza e suonare
porta a porta nel paese, e chiedere a chi t’apre
se per caso è a conoscenza di qualcuno che sia morto
o lì per farlo o se quello in primis (pure in ottima salute)
non volesse già decidere la cassa.

Perché tanto “quella” arriva e non fa sconti,
e per lo meno allora la tua bara sia economica e curata,
di buon gusto, fatta a mano, da un esperto del settore.

+++

Precariato

E non sai più cosa aspettarti
da questo borgo in mezzo alle montagne
dove la gente invecchia e non fa figli,
che si spopola. E tu che sei il becchino del paese
come tuo padre e il padre di tuo padre
(e che non vuoi, non puoi)
ti domandi come sarebbe meglio: che crepassero
in un solo colpo tutti per chiudere bottega,
oppure un po’ alla volta, goccia a goccia, per vivere di stenti,
ma nel contempo andare avanti, per resistere.
E sopravvivi in questa prospettiva di precario,
di chi lavora a termine, si attacca al calendario,
e quando senti un’ambulanza tremi e esulti assieme,
perché è così: oggi si mangia,
ma nel contempo non hai più un cliente,

è un nuovo scatto
che procede e porta al baratro, ti annienta.


v. anche le recensioni di Fabiano Alborghetti e Francesca Matteoni

Su Made in Italy di Simone Cattaneo


Questo libro appena pubblicato da Atelier (pp. 48, € 10,00) nella collana «macadamia» (che ho scoperto essere una pianta perenne del Pacifico) è un lavoro che resta e potrebbe essere considerato un sunto esemplare di aspetti a volte squallidi eppure presenti (nonostante i tentativi di rimozione) della vita personale e sociale di oggi in Italia/Europa.
Simone Cattaneo si cala nei personaggi (dal barbone ai precari alcolisti, dalla badante al tossico, dal pregiudicato al coatto all'erotomane…) o ce li descrive comunque da vicino con versi lunghi che compongono dei micoracconti: un esempio perfetto di prosapoetica. L'intensità dello sguardo, il linguaggio quotidiano ma calibratissimo, la capacità di arrivare al vulnus senza compiacimento, provocando una reazione emotiva che fa riflettere, fanno di quest'opera seconda una tappa rilevante di un percorso poetico di assoluto interesse:
«Che gli appestati restino appestati, i malati siano malati i bastardi che vivono in un polmone d'acciacio / fondano come formaggio in un forno a microonde. Voglio bei vestiti, / una bella casa e tanta bella figa. Buttiamo gli spastici giù dalle rupi» (p. 11);
«È rincasato camminando sulla striscia a linea continua / della provinciale sperando che la notte si potesse tagliare» (p. 30);
«Guardo dalla finestra di casa lo scheletro di una lavatrice / partorire sotto i platani del viale una nidiata di conigli elettrici» (p. 43).

Alessandro Ramberti

martedì 12 agosto 2008

Matteo Fantuzzi presenta Kobarid


16 agosto
- ore 21.00; Montecosaro alta (Mc) - Fiera del Libro d'Amore.
27 agosto - ore 16.30; Rimini, Meeting - Stand ClanDestino, presentazione Kobarid.
31 agosto - ore ; dalle 15.30, Castelfranco Emilia (Modena) - Orto Botanico, Poesia Ambiente.
5 e 6 settembre - Lido di Camaiore (Lu), Premio Camaiore a Kobarid - sez. opera prima.
7 settembre - Riccione (Rn), Parco Poesia.
12 e 13 settembre - Riva del Garda (Tn), Blogfest - Litcamp.

home page: www.facebook.com/pages/Matteo-Fantuzzi
UniversoPoesia www.universopoesia.splinder.com

Fotoemozioni

nuova tranche di fotoscatti di Andrea Parato su Emozioni che danno sollievo


momenti di rinfresco




Morena Fanti



Lara Lucaccioni



Giulia D'Intino


Subhaga Gaetano Failla e Morena Fanti

Franco Casadei



Vincenzo Celli



Brunella Bruschi

Su Mala kruna di Franca Mancinelli

Manni Editori, collana «Pretesti», 2007

Mala kruna significa coroncina e questo libro di Franca Mancinelli può essere considerato un rosario esistenziale in versi: ogni grano/poesia è ben tornito per scorrere con apparente facilità sotto gli occhi del lettore, ma è un grano al tempo stesso pesante, a tratti quasi ermetico, comunque un nodo su cui riflettere, in cui magari immedesimarsi.
La parole sono scelte con cura, le immagini restano:
«all'orizzonte un mare diverso / fermava il sangue sotto le unghie» (p. 7)
«la punto di matita, ben scolpita / può penetrare nelle stanze accese» (p. 12)
«Restano i suoi occhi lontano, / oltre la linea mobile del grano» (p. 15)
«Tutte cose che non nascono da me, / tempo conficcato come un seme rotto» (p. 23)
«prima che parole siano cera calda / sono le mani a chiamarsi» (p. 24)
«(…) segui / pescatori di vongole chinarsi / a rimboccare il sole» (p. 29)
«è una ferita accorgersi che siamo / due dita di una stessa mano» (p. 36)
«quando mi dormi in mente / la stanza ha il tuo profilo» (p. 40)
«leggo stesa, il libro sul torace / è il mio terzo polmone / che s'apre e si richiude» (p. 50)
«Di tutte le stanze resta / l'incavo intonacato dello stomaco» (p. 56)

Solo alcuni fra i molti versi citabili, e credo si possa apprezzare la lampeggiante e intelligente forza emotiva di questa raccolta che ha in esergo (non ha caso) due versi di Dante in cui il Poeta dice che nessun affetto e legame familiare poterono trattenere Ulisse dall'intraprendere l'ultima sua fatale navigazione. È questo il destino del poeta?
Affrontare come spinti da un demone indomabile i confini del dicibile? Sfidare le profondità del silenzio? Indagare l'assurdo?
Franca in un distico ci dice: «ho la forma dell'acqua e un suono / come ogni animale un verso» (p. 51). In un altro afferma: «qua dove ogni parola è ramo rotto / albero di musica in riva al mare» (p. 35)… Non so sono riposte, tutta la coroncina è costellata di momenti ossimorici come la vita, con le sue tragedie e le sue esultazioni.
Le quattro sezioni del libro indicano forse i punti cardinali del cammino di Franca (e di ciascun lettore che vorrà farlo suo): l'ultima, “Un rudere la casa ”, contiene alcune poesie dedicate di grande intensità (in particolare quelle ad Andrea Ponso e Danni Antonello), ma molto intensa è tutta la sezione, ecco ad esempio l'incipit della poesia a p. 60: «più neanche chiedo un laccio o un gancio / a te che mi svapori come un segno / d'alito sul vetro. Sorridi o è il flauto / suonato con i bordi del bicchiere?»

Un'opera prima di grande tenuta, che rivela una voce giovane e matura al tempo stesso, in definitiva un libro che è un piacere rileggere, riassaporare, riscoprire.

Alessandro Ramberti