martedì 30 settembre 2008

Su Raccolta di Alberto Mori


caro alberto,
di Raccolta mi piace una cosa che non riguarda i testi, ma la loro costruzione e ciò che ne è all'origine: lo sguardo, l'intensità, la qualità e l'acutezza dell'osservazione. te lo avevo già detto che i tuoi testi, parlando del canone, mi si mostravano come manufatti precisi, lavorati, come si dice, a regola d'arte. Mi rendo conto che anche la mia lettura è una lettura "rifiuto", espressione di un punto di vista a cui si può rinunciare, che può cioè solo servire a qualcosa/qualcuno. Sì, quello che trovo efficace in ciò che mi offri come testi, è la forza dello sguardo intorno a cui "agiscono" e sono "agiti" gli altri sensi. Mi sento un po' Mongo in quello che ti dico, perché ricorro a vecchie categorie come fanno – in fondo – anche Sanelli e Ramberti. Ma credo che le tue parole/oggetti siano più esplicative e illuminanti di ogni ermeneutica o chiave di lettura e che non sono tanto e solo verità "fotografiche", ma immagini distillate di qualcosa che appartiene a un 'elaborazione che avviene e che riguarda sensi, corpo, mente (occhi che osservano; occhi che si osservano; occhi-che-si-osservano-e-che-sono-osservati-dal-rifiuto).
Chissà...
Ciao e grazie per le foto.
renzo favaron

scheda del libo qui

“Cultura on the web”: premiati



I premio per la Poesia a Laura Vicenzi

Un evento importante per la cultura virgiliana curato da Paolo Moschini, promotore del Premio.
Venerdì 26 settembre presso il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti a Mantova ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del II Concorso Poetico Nazionale “Cultura on the web”, patrocinato dal Comune di Asola. Alcuni numeri descrivono il successo e la qualità della premiazione: presenti i finalisti, una quindicina di poeti e poetesse giunti da mezza Italia, tre fotografi tra cui il noto reporter Corrado Corradi, un attore, sceneggiatore e regista, Pier Paolo Paganelli, tre pittori, Fulvia Locatelli, Rachid Zaroki, Enzo Riccò, una cantante, Gildali Reghenzi, una pianista giapponese, Tomoko Murakoshi, un Microfono d'Oro alla Carriera, Mino Rizzotti, due miss nazionali, Zaira e Sibill Barbagallo e il famoso entomologo Giorgio Celli; circa 3.000 € il valore dei premi in palio. Laura Vicenzi di Bassano del Grappa con la poesia "Acqua Nuova" è stata la prima classificata ed ha vinto un week end per 2 persone in una capitale europea; al secondo posto Rosanna Milano Migliarini con la poesia "Sulle tracce di Francesco", ha vinto un quadro del pittore Rachid Zaroki; Marusca Leali, arrivata terza con la poesia "Verso il Tepore", ha vinto un blog personalizzato ed ottimizzato e il "Premio speciale Ulisse Moschini ad memoriam" è stato vinto da Giorgia Caramanti con la poesia "Nel Profondo", il premio una bella pianta ornamentale. Il folto pubblico pervenuto nelle sale del M.A.M. nella seicentesca Villa Ippoliti, per l’occasione ha anche potuto apprezzare le mostre d’arte contemporanea ospitate al museo.

Person Laura Vicenzi
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Langella su poesia.corriere.it

Poesia
30/09/2008

RECENSIONE: Realtà e preghiera nella raccolta "Il moto perpetuo"di Giuseppe Langella

Scritto da: Ottavio Rossani alle 10:00

Ospitiamo questa recensione di GILBERTO FINZI all'esordio poetico di Giuseppe Langella, noto finora per il suo insegnamento di letteratura italiana contemporanea:

"Due osservazioni su Il moto perpetuo, il libro di poesie di Giuseppe Langella. La prima (come egregiamente Stefano Verdino sostiene nella postfazione) rende giustizia a un professore di letteratura contemporanea che scrive poesia (segue in questo esempi famosi). Langella sa usare misure esatte di sillabe, ritmo, rime anche interne, parole dell’uso e termini culti, squadra e riga ideali di un armamentario sicuro di sé ma non presuntuoso, anzi con la modesta coscienza di un artigiano alla sua prima uscita ufficiale.
La seconda è più specifica e riguarda l’oggetto del suo poetare. Oggi siamo abituati, da tutta la produzione del no-stro tempo, a una poesia del presunto sublime, di pensieri astratti senza consistenza, di vertiginosi nullismi che risuonano nel vuoto. Langella si distingue dalla massa dei poetanti che esaltano la perfezione delle sfere perché i suoi versi prediligono la terra: fuori di ogni schema usuale nella poesia attuale, egli parla di cose (nel senso di oggetti), di monti e salite, di amore senza limiti e, per una stessa compagna della vita, di preghiere a una divinità quanto mai simile e vicina al mortale che la invoca. I testi esaltano la diversità di questo suo “fare poetico”. Si tratta di pregevole sforzo di identità, quello sforzo di non imitare nessuno che dovrebbe fare ogni scrivente versi, sforzo di essere solo se stesso. Leggiamo insieme Sempreverde, poesia trascritta dalla sezione Giorno e notte, dedicata alla moglie.

Sempreverde

Ogni tanto mi dici che sei vecchia.
E certo, se ripenso
alla ragazza in fiore
per la quale le gonne
non erano mai corte
abbastanza, consento
che gli anni e la triplice gravidanza
hanno prodotto qualche smagliatura.
Ma come osservo le ferite inferte
alle altre donne da madre natura,
della tua mite sorte mi contento:
serbi la schiena intatta
e gli occhi da cerbiatta,
e quando ebbrezza d’amore t’ispira
hai il riso dell’eterna giovinezza.
Giuseppe Langella

Da Il moto perpetuo

(Aragno, 2008, pagg. 120, Euro 14)

Langella si legge per il piacere che dà un vaso moderno ben tornito, per l’abile sprezzatura con cui mette insieme versi lievi ma (dal punto di vista metrico-musicale) severi, consci dell’importanza che assume un dire non solo corretto ma inventivo, originale, fuso col pensiero di sé e del mondo in un blocco verbale duttile e sorretto da una coerente intenzione. Langella parla di realtà e non per metafora. È gradevole ascoltarlo parlare direttamente; si apprezza l’endecasillabo così come il verso breve; si lega una scansione musicale a un sentimento. Tra quelle che sembrano la “nugae”, le cose minori, notiamo in finale una specie di ars poetica solo apparentemente senza pretese. Al poeta che compie gli anni che cosa regalare? “Un braciere e una gomma”. Ed ecco il severo insegnamento: “per uno che fa versi, / un’istruzione seria, / … / cancella molto e ardi.”

Gilberto Finzi

lunedì 29 settembre 2008

3 poesie "riminesi"

di Stefano Leoni

(commenti di poeti riminesi e non son benvenuti!)

Si sbraccia Rimini a settembre
quando il grigio la scaglia nell'autunno
si aggrappa a un paio di infradito,
al ventre che si affaccia tra il jeans e la maglietta,
sul lungo mare si svende in saldo
fra le ultime canotte e un prendisole
di un colore invecchiato, l'anno a venire.
Rimini sgancia i viali estivi dalle furie d'inverno,
come scissa, disgiunta,
e a noi che siamo spazi inorbitanti
resta un sapore magro sulle ciglia.
Le città costiere sono specchio,
ci assomiglia il dolore del distacco
e del muro improvviso che si innalza
tra il profumo di sole e l'acre dei camini.
Rimini torna, poi, ciclicamente, in luce,
parallela illusione ed inguine irrequieto,
mentre di me rimane di ora in ora
qualche cosa di più dietro quel muro.

***

Rimini è ancora illuminata
ci sono i gonfiabili in vetrina
e il ragazzo del bar serve il caffè
a scuri occhi fondi senza notte.
L'autunno è nei piedi dei ragazzi
se guardi, nelle scarpe chiuse.
Le ragazze invece scalze
tagliano l'aria fresca del mattino.

***

Trema il colore, sbanda
dalla certezza al ruvido,
l'impasto tra ricordi e vino nuovo
accoglie l'ansia di tardive albe.
Parla nel grigio l'eco che rimbalza,
ancora, di muscoli nel sole,
stringe ai fianchi.
Chinato cuore, le vie tornano piene,
vuote di spalle nude, s'accontenta.



Stefano Leoni è nato a Forlì, città dove vive, nel 1961, è laureato in Economia. Sue poesie sono state pubblicate sulle riviste «L’Ortica», «Confini», «il Dimenticarlo». Ha allestito diverse mostre di foto-poesie. Nel 2005 pubblica con Il Ponte Vecchio di Cesena la sua prima raccolta,
Ipotesi sottili, finalista al premio “Renata Canepa” (Torino). Maurizio Cucchi lo ha segnalato nella rubrica “Scuola di poesia” su «Specchio de La Stampa» n. 511 e su «Tuttolibri» del 7 dicembre 2007. Secondo classificato al Concorso Prosapoetica e segnalato al concorso Pubblica con noi di Fara Editore nel 2007, è presente nelle antologie: Il segreto delle fragole 2007, Stagioni e Verba Agrestia 2007 dell’editore Lietocolle, con cui nel 2008 ha pubblicato la seconda raccolta dal titolo Frane e frammenti. È fra i fondatori dell’associazione “Poliedrica Poesia” di Forlì, con Matteo Zattoni, Filippo Amadei, Marco Viroli, Andrea Brigliadori, Gianfranco Fabbri, Stefano Cattani, Marina Sassi.

È nato !!!!!


ringrazio Chiara De Luca, che ha scritto la prefazione alla silloge, per il rilancio in rete del lieto evento!

(dal sito www.chiaradeluca.com)

Cani al guinzaglio nel ventre della balena, di Simone Molinaroli.

qui la presentazione del libro

e qui la mia prefazione

qui altre poesie di Simone Molinaroli

qui altre mie riflessioni sulla sua poesia


Clicca sulla cover per leggere una poesia




dal blog chiaradeluca.leonardo.it/blog

Cani al guinzaglio nel ventre della balena

È uscito per Fara editore Cani al guinzaglio nel ventre della balena, di Simone Molinaroli

Altre notizie qui



simone_molinaroli_cani_al_guinzaglio_nel_ventre_della_balena_502

domenica 28 settembre 2008

Su Come chi non torna di Salvatore Ritrovato

Raffaelli Editore, 2008
nota di lettura di AR

La citazione di Pavlos Màtesis in esergo pare stendere un velo di pervasivo pirronismo su questa silloge in cui la nostalgia innescata dai sogni e dai ricordi si deposita in versi di ritmo vario in cui le assonanze e le allitterazioni giocano un ruolo importante: spesso i versi sono anche piuttosto lunghi, quasi abbisognassero di spazio per dare trama e immagini a un “racconto” costellato di visioni illuminanti di sapore qoheletiano o zen: «Meglio una luce di traverso / appesa sullo scoglio, / meglio il trabucco che lievita sul mare» (p. 17); «Appena chiudo gli occhi / da qualche parte cantano i galli.» (p. 20); «Laggiù corrono puledri senza morso / e asfodeli portano un ciuffo aspro / che sembra un dono della terra / a primavera, ma d’inverno un osso.» (p. 22); «Usciamo dalle campane / rannicchiati nel vento. / E intorno deserto.» (p. 25); «Sale l’eco dei trattori, polverosa / dai campi dove scattano corvi / e ogni estate tornano più pochi.»; «Solo un’afa scollina tra i castagni.» (p. 38)… Più che lo scetticismo di Pirrone, questa raccolta declina forse la speranza cristiana in un un più laico (che non significa areligioso) stupore intriso di domande che cullano il mistero: «Galleggia verso la riva opposta come un tronco / lasciato inerte alle correnti questo corpo / (…) / E dalle colline di cobalto alluminio ferme / in un celeste nulla che bacia i templi i pilastri / il vapore acido di un incendio notturno / della città tra stillanti raffiche di sogni, / alza lo sguardo nel decadente piano dell’universo / alle stelle che spariscono per milioni d’anni / al loro silenzio, alle correnti di materia in quel punto / in cui declina care ombre ogni muro.» (p. 43); «Indossiamo il mondo eppure è un velo a termine quest’abito.» (p. 45); «nessuno credererà che io sia morto.» (p. 54).
In questo libro l'autore ci porge un paesaggio “ritrovato”, un passato ricompreso e quasi rivissuto (anche negli occhi e nelle parole degli antenati), una meditazione elegiaca ricca di echi e sfaccettature.

sabato 27 settembre 2008

Su Alluminio di Mario Fresa


Lietocolle, Collana ARETUSA, 2008

nota di lettura di AR

Concordo con Mario Santagostini quando scrive, nella prefazione alla silloge: «Sta lavorando la memoria o l'immaginazione? Eppure, è proprio questa ambiguità a costituire l'elemento di più alta originalità e inquietudine delle poesie di Fresa, forse la nota che attraversa l'intera raccolta, la cifra dominante e caratteristca.»
In effetti la poetica a tratti fantasmagorica e neobarocca (in senso positivo perché lessicalmente sobria e fondamentalmente priva di solecismi) di Fresa, ricca di sinestesie e metafore, di visioni soprendenti e fascinose, pervade Alluminio, facendone una suite compatta pur nelle sue fughe e nelle ardite variazioni di una materia mercuriale, sensualmente spiritualizzata: «Qui mormorava il nastro della gola, / c'era l'immensa porta che inghiottiva i nostri passi, / in un istante solo; / e invece poi nessuno ha ricordato le parole / che migravano stupìte, nel cielo retrocedendo / con una dolce danza: / “ma guarda / come ci succhia, adesso, guarda come / ci rinnova, questa fervida luce / respirata” » (p. 13); «si accendono le dita nell'argilla del silenzio» (p. 14); «questo piede si è trasformato in vento: si fanno avanti i muri, le loro bocche ansiose» (p. 19); «qui si ascoltano tremare la variabili dita dei canneti / nei magnifici ingressi dell'udito» (p. 22); ecc.
La chiave che in genere offre il titolo, rimanda a qualcosa di leggero e argenteo, forse un po' algido, ma ci pare che i versi di Fresa siano mobili e sfuggenti come l'argento vivo, luminescenti e caldi. Un libro che è un piacere rieleggere.

venerdì 26 settembre 2008

Simone Zanin in «Paideia»

cliccare sulle immagini per ingrandirle




Rampe per alianti a Tolentino 27-9-08

Su Padri della terra di Vincenzo D'Alessio


recensione di Carla De Angelis

L’opera I Padri della Terra di Vincenzo D’Alessio è un invito continuo a soffermarsi sulla condizione umana per approfondire il senso della vita perso e disperso nel veloce susseguirsi degli atti quotidiani, che poco tempo lasciano al pensiero.
La prima poesia si fa immagine e ricorda una pittura sita nell’atrio di un palazzo romano: “con la falce nel fieno / e un bimbo in grembo come / nuovo grano”. Da anni non mi stanco di ammirare quel dipinto e mi commuovo, così come mi accade nel leggere le poesie di Vincenzo D’Alessio, dalle cui pagine esce il profumo del pane di Montefusco, la rabbia non celata per la classe politica e la camorra, la continuità tra le generazioni, la memoria, che D’Alessio celebra con la consapevolezza che conservarla vuol dire continuare il viaggio di oggi per procedere con più consapevolezza verso il domani. La sua acuta sensibilità fa sì che ogni poesia sia un evento, un confronto costante con la propria esistenza non disgiunta dal resto del mondo, e specialmente dalla sua terra tanto bella quanto sfruttata. Sensibilità che gli permette di credere nella bontà degli uomini e di non perdere il senso della bellezza e del vivere “vivremo nell’intensa giovinezza / di questa terra antica di oltraggi / sentiremo la pecora e l‘agnello / il volto dei nostri paesaggi / ritorneremo saggi senza lutti”; e ancora: una preghiera a mio padre: “Spingi lontano il grido insabbiato / Rompi l’indugio all’invito del vento / Vai lontano / Lo sento”; una invocazione a Dante: “Dante che pieghi le stelle / al tuo timone riassetti / … / t’attardi nel silenzio di Ponente / mentre ci affidi al mare.”
Per il Poeta D’Alessio anche il gesto più umile e quotidiano diventa poesia, il suo è uno scrivere liquido che si insinua ovunque, ogni verso di questa raccolta meriterebbe di essere citato. Sa parlare di tutto a tutti, sa affrontare le tematiche le più svariate e ci invita a indugiare sulle parole che diventano azioni perché trasudano amore, denuncia e soprattutto speranza.

Roma 24 settembre ’08

Premio Guerriero di Capestrano

Sono lieto di aver vinto il II premio per la poesia inedita al Guerriero di Capestrano.
La cerimonia di premiazione domenica 5 ottobre 2008 alle ore 18.00 preso la sala consiliare del Comune di Bussi sul Tirino (PE), via Martiri della Libertà.

AR

Premiazione vincitori Cluvium 27-9-08

Complimenti ai vincitori della sezione poesia edita Narda Fattori, Stefano Bianchi e Antonietta Gnerre! Fra i segnalati anche i fariani Marco Bogliani e Carla De Angelis. Complimenti alla vincitirice della poesia d'amore Emilia Dente di cui trovate poesie in questo blog. Ad maiora!

La premiazione il giorno 27/09/2008 alle ore 18:00 c/o il centro sociale del Comune di Calvanico. V. anche qui. Ed ecco alcune foto della serata gentilmente inviatemi da Antonietta.


da sin. Narda Fattori, Stefano Bianchi,
Antonietta Gnerre e Carla De Angelis





Alessandra Conte vince il premio Anna Osti…

… per la sezione silloge inedita (5 poesie) di poeta nato dopo il 1977. La premiazione domenica 5 ottobre 2008 ore 15.30 presso il Centro Culturale "Mario V. Rossi" - P.le san Benedetto - Costa di Rovigo. Si veda il bando del premio. Compliementi ad Alessandra anche lei come Fabrio Franzin presente nell'antologia Dall'Adige all'Isonzo. Poeti a Nord-Est che verrà presentata in anteprima alla mostra della Microdeditoria di Chiari (BS) venerdì 4 novembre alle 17.

giovedì 25 settembre 2008

Loris Ferri a Brussellando 26-9-08

Venerdì 26 settembre 2008, ore 20.00
per la trasmissione radiofonica “Brussellando”
intervista in diretta per Radio Alma di Bruxelles
del poeta Loris Ferri (redattore del quadrimestrale
di poesia e realtà: “La Gru” ) in occasione dell’uscita
dell’opera prima: borderlinea, Thauma edizioni 2008.
Lettura di brani tratti dal poema e presentazione del progetto
di collaborazione artistica con la rock band Damien
(già Miami e Heineken Jammin’ Festival 2008):
due dei brani registrati passeranno, radiofonicamente,
come porta d’entrata e di chiusura all’intervista.
La puntata sarà scaricabile tramite podcast direttamente
da sito: radioalma.blogspot.com

Info Damien: www.damienlive.com
www.myspace.com/rockdamien

Info “La Gru”: www.lagru.org

Fabio Franzin vince a Treviso

La bravura di Fabio Franzin viene premiata dal concorso letterario S. Paolo di Treviso per la sezione poesia in dialetto

la premiazione il 19 ottobre 2008 a Treviso, in via Grecia 2
presso il salone parrocchiale alle ore 10:00

Complimenti a Fabio prossimamente presente anche in pubblicazioni Fara.

Poeti riminesi in Biblioteca 3 ott 08


Il giorno 3 ottobre alle ore 17.30 potete incontrare 4 poeti fariani alla Biblioteca Gambalunga di Rimini nella presigiosa Sala del Settecento:

Ardea Montebelli con Ma il cielo ci cattura (appena uscito), intenso dialogo di versi misitci e splendide fotografie dell'Autrice.

Caterina Camporesi con Solchi e nodi, selezionato dal Premio Montano 2008, vincitore dei premi Badia di S. Savino (PI) e Fiera di Casalguidi (PT)

Nicoletta Verzicco con Il sangue dei papaveri che ha ricevuto, fra gli altri, gli apprezzamenti criciti di Nicola Vacca, Stefano Leoni, Alessandro Canzian e Guido Passini.

Stefano Bianchi con Le mie scarpe son sporche di sabbia anche d’inverno, fresco vincitore del Premio Cluvium

Info: Oriana Maroni
Biblioteca civica Gambalunga
Via Gambalunga, 27
47900 Rimini
tel. 0541.704484

Gli indirizzi ai quali mandiamo la comunicazione sono selezionati e verificati, ma può succedere che il messaggio pervenga anche a persone non interessate. In caso ci scusiamo e vi preghiamo di rispondere a questo stesso messaggio specificando l’indirizzo mail che volete venga cancellato dalla nostra mailing list.

mercoledì 24 settembre 2008

Sulla poesia di Simona D'Urbano

Per chi fosse interessato segnalo l'uscita on-line dell'articolo apparso sul numero di settembre del mensile noidonne.
Si tratta di una breve ricognizione della poesia, ancora inedita, della poetessa romana Simona D'Urbano.

Di seguito il link all'articolo

http://www.noidonne.org/index.php?op=articolo&art=2162

Un caro saluto

Luca Benassi

lunedì 22 settembre 2008

La Gru: annuario 2007/2008

Ad ottobre torna
"La Gru - Portale di Poesia e Realtà"
www.lagru.org

Chiunque voglia proporre propri testi, interventi o riflessioni di carattere storico, filosofico o letterario è invitato a mettersi in contatto con la Redazione.

*

L'annuario 2007/2008
(La Gru n. 5, 307 pagine)

con interventi di: Boscarol, Cardellini, De Angelis, D'Elia,
Di Salvatore, Fabiani, Ferri, Iemma, Lago, Mancinelli, Marano,
Marotta, Monti, Monville, Nota, Ortenzi, Pascali, Pulsoni,
Sanchi, Sanchini, Stramucci, Tarquini, Zattoni

è acquistabile a soli 15 euro
presso
http://www.lulu.com/content/2686101

per Antonio D'Alessio da suo padre



nel limite di luce
dove s'incontra il sole
negli occhi azzurroverdi
dove è fermo il mare
i sogni vivono più della vita
nel gioco delle note con l'eterno

9 settembre 2008

Su Farabeer 2008

articolo pubblicato sulla «Citadella» di Mantova il 12 settembre 2008

ANDANTE IN (4 inediti di Oronzo Liuzzi)


Di sapore sperimentale, questa suite di Oronzo Liuzzi, è comunque ben legata alle questioni sociopolitiche e globali dei nostri giorni: «salutai con rammarico l_ideologia appassita insoddisfatta / inesistente fuori dal senno. l_inganno trionfa Nel mezzo / del cammin sul palco di una piazza cittadina e nei dialoghi / televisivi e nelle campagne elettorali e nella new economy». Una poetica che taglia la realtà di sbieco, con una luce impietosa e a tratti allucinata: un modus operandi che ricorda, per certi versi, quello di Alberto Mori, anche se in Liuzzi appare più evidente un sotteso desiderio e trascendenza.


ANDANTE IN

la maschera di Arlecchino è incisa sul volto della verità
… inafferrabile e inquieta e chiassosa e arrogante. relativa
e volubile. il tempo trasparente sopravvive all_ombra
del tempo della passione nella passione… del sacro e
nel sacro e del canto libero diss’io ………………………
la maschera… in figura… camaleontica lingua. strozza
il pensiero del profeta Nel mezzo del cammin di nostra vita la maschera…………………………………………
salutai con rammarico l_ideologia appassita insoddisfatta
inesistente fuori dal senno. l_inganno trionfa Nel mezzo
del cammin sul palco di una piazza cittadina e nei dialoghi
televisivi e nelle campagne elettorali e nella new economy
……………… finge e tranquilla si atteggia a velina in un
talk show e strizza l_occhio al grande fratello e spreme
il vuoto del sapere. diss’io………………………………

~~~

abbraccio la fantasia degli sconfitti mentre cade sul mio
capo la neve di dicembre… l_ultima neve… luminosa…
divina e sazia il respiro stremato e penso alla gioia della
luce e Mi ritrovai per una selva oscura prima del tempo
fuori dal tempo dico……………………………………
avverto gli ormoni ossigenati dalla diossina. aggrediscono
l_eterna bellezza del sentimento incapace di vivificare
i viventi dico………………triste gioco del presente non
assente per una selva oscura………………………….
l_inno dell_esistenza ha smesso di illuminare il destino
dell_uomo interrotto dal dogma dell_indifferenza amo non
amo non amo amo chi…il potere…il dio denaro…chi
la grande abbuffata…l_oppressione…sopraffazione…
chi l_odio…l_effimero dico e Mi ritrovai a non essere
vero nel caos in via dei barbari…………………………

~~~

il pensiero di vita scompare nell_habitat della storia.
affiora la fatalità del destino condizionato dall_habitat
sociale…………… la verità si nasconde dentro di noi
mi dissi. è incantata mascherata inibita… disintegrata
… dorme. sconfitta dai reality show e massacrata
dal credo pubblicitario la lingua dell_inganno altera
il dramma popolare…………………………………
la diritta via era smarrita non riuscivo a rintracciarla
nemmeno sul palmare… indecifrabile… schizofrenico
percorso collettivo… consumata dallo stress quotidiano.
noi homines novi soffriamo di cecità mi dissi. la diritta via naviga sul blog. la diritta via accede nella
polis di una chat. rincorre l_habitat virtuale………
………………………………………………………
la diritta via era smarrita col pensiero di vita assonnato
e inchiodato da montagne di cemento suonerie di
cellulari… defluisce nel mare di spazzatura di tossine
nel dolore dei veleni mi dissi……………………
…………………………………………………………………

~~~

in Questa selva selvaggia la commedia dell_arte
si manifesta con un programma d_azione. l_arroganza.
spettacoli musicali dibattiti culturali sfilate di moda
…il numero da lei selezionato è momentaneamente
irraggiungibile…assente…………………………..
respiro con affanno. l_ossigeno si consuma. mi è
difficile respirare in Questa selva selvaggia e aspra e forte… l_umanità si è galvanizzata. attendo diss’io
il calvario dell_assurdo con la mente mutilata dalle
illusioni e delusioni………………………………
l_occhio è in terapia intensiva per il traffico intenso.
la selva selvaggia deturpata dalla nevrosi e bufere
di ansie… non ci sono cani randagi… sei morbosa…
immagazzina le nostre solitudini………………
il numero da lei selezionato è momentaneamente
irraggiungibile………… lo spettacolo dell_arroganza
continua. prego non fermatevi…prego non fermatevi.
il percorso è d_obbigo diss’io……………………




Oronzo Liuzzi, nato a Fasano (BR) nel 1949, vive e lavora a Corato (Ba). Si laurea in Filosofia Estetica presso l’Università di Bari. Si occupa di arte, scrittura verbo-visuale, poesia e mail-art; ha realizzato anche libri d’artista e libri oggetto. Ha effettuato numerose mostre personali e collettive a livello nazionale ed internazionale.
In poesia ha pubblicato: L’assoluta realtà (Firenze, 1971), Poesie (Albatros, Roma, 1975), Teresa/Attunico (Schena, Fasano-BR, 1977), Poesie (Albatros, Roma, 1977), Bio (Edizioni Tracce, Pescara, 1987), Ronz (Campanotto, Pasian di Prato-UD, 1989), Canzone antica (micronarrativa, Pensionante dè Saraceni, Caprarica di Lecce, 1990), Plexi (Campanotto, Pasian di Prato-UD, 1997), Nuvole di gomma (Edizioni Riccardi, Quarto-NA, 2001), Poesie (1972-1977) (Edizioni Riccardi, Quarto-NA, 2002), L’albero della vita (Portofranco, Taranto, 2003), Chat_Poesie (Edizioni Spazioikonos, Bari, 2004), Pensieri in_transito (Fermenti, Roma, 2006).

giovedì 18 settembre 2008

Su Stanze del viaggiatore virale di Giovanni Turra Zan

L'arcolaio, collana «Il laboratorio» diretta da Gianfranco Fabbi, prefazione di Luigi Metropoli, pp. 64, € 11,00)

nota di lettura di AR

La struttura nerboruta della poesia di Giovanni Turra Zan, sofferta come notava Massimo Sannelli con riferimento al Lavoro del luogo, si è in questa nuova silloge come ossificata in un dettato preciso e dinamico (ovvero “potente”): i versi si dispiegano in ricordi-visioni-meditazioni che trasformano il lirismo in qualcosa di pulsante, di emozionante, eppure (come si diceva) riportato all'osso da un stile già maturo e riconoscibile, dantesco nella sua forza. Come osserva Luigi Metropoli, “l'idea del viaggio è il filo conduttore della raccolta”, il libro infatti e quasi la sequenza fotografica di un cammino, che è poi quel grumo infettante e infettato chiamato vita: «il sole sbarca tra pagine di quaderno, oggi / e i nervi a bolo sono soli. soli nella stazione» (p. 11); «… menischi che s'arrendono al gioco / e fasciati si toccano. le mudra delle mani a ripetere / che vietati sono i ventri» (p. 13); «… di quella loro frazione d'amore / lei è l'ossessiva numeratrice, lui il loro comune, / incerto denominatore» (p. 27); «oggi è ruggine il baccano delle ruspe / che rifanno i marciapiedi su cii prendevi / la rincorsa per alzare la ruota della bici» (p. 34); «o per impedimenti, o per il peso del corpo che perso / aveva ogni riflesso e stava nel pantano delle ossa, / nella scintigrafia dei dubbi. ossa, / paolo e asse, respiro imploso, lui così si sentiva» (p. 47); «purché sia ragione il volo, siamo noi / ad inquinarne il lampo: o torni o vai» (p. 49)…

Alcuni lacerti che abbiamo impietosamente separato dal loro tessuto poetico, ma credo possano dare un'idea della bellezza di libro: non lasciatevelo sfuggure, è già un classico e le sue “ossa”, come quelle descritte da Ezechiele (37), sono amorosamente pronte alla battaglia, cioè alla vita.

Domenico Cipriano in poetrydream


Cari Amici,
Segnalo gli aggiornamenti al blog di Antonio Spagnuolo. ci sono anche 5 miei brevi testi. è possibile lascire commenti.

http://poetrydream.splinder.com/

buonalettura e scusate il disturbo
D.Cipriano
www.domenicocipriano.it

mercoledì 17 settembre 2008

Padre Nostro di Guarracino in musica

  • corriereblog
Poesia
16/09/2008

RECENSIONE: Il nuovo "Padre Nostro" scritto da Vincenzo Guarracino e messo in musica

Scritto da: Ottavio Rossani alle 10:00

Guarracino 180.jpg
Meriterebbe di essere pubblicata interamente la nuova "cantata" di Vincenzo Guarracino, A Te che per sempre. Il poeta la definisce "cantata" o "cantico", ma si potrebbe chiamare anche "poemetto" o "preghiera" o "salmo".

Si tratta di un'opera messa in musica da Massimiliano Pascucci e presentata in concerto nella Chiesa di san Rocco a Lugano il 28 giugno 2007. Ora il testo è stato pubblicato dall'editore di Lugano "alla chiara fonte" in una plaquette corredata da un CD con la registrazione del concerto "live"dei Vox Àltera Ensemble (voce recitante: Massimiliano Pascucci; soprano: Barbara Zanichelli; tenore: Raffaele Giordani; arpa: Chiara Imbriani; violoncello: Claude Hauri).

Poiché il poemetto è troppo lungo, trascrivo l'inizio e la fine, due brani di grande efficacia letteraria e di coinvolgente emozionalità. Una preghiera "bella", forte, penetrante, soffusa di grande pietà per l'uomo debole, necessitato alla ricerca di un Dio benevolo e accogliente, un Dio d'amore e di perdono.

A Te che per sempre

A Te che per sempre fine e origine
sei provvida Mente ed arcana
sorgiva energia che tutto reggi, Padre,

a Te che tutti nel verbo chiami figli
e che dai forma nel cielo all'infinito
di una sete di bellezza irraggiungibile,

cui ognuno da sé non può attingere
nell'io della sua infima sostanza
se non nel coro di tutti gli esistenti,

a Te mi rivolgo, con la trepida
devozione di un figlio nel rivolgersi
al proprio padre, io che figlio e padre

sono al tempo stesso, in un processo
in Te ordinato di progressive inconoscibili
accumulazioni di acquisti, ansie e delusioni.

...........................................


E proteggi con la tua ala d'indulgenza
se ci son semi di beni che ho piantato
nel giardino di questa vita di malizia

cosicché sia preservato dal richiamo
dell'abisso il nostro cuore, l'indigente
creatura senza di Te nell'universo.

E così sia nei secoli dei secoli.

Vincenzo Guarracino

Da A Te che per sempre
(alla chiara fonte, 2008, pagg. 25, s.i.p.)

In mezzo si susseguono diversi ragionamenti e invocazioni: dal "mistero nell'amore d'essere padre" al "grumo di un destino" che ognuno porta con sé; dall'irragionevole carità del padre alla "libertà d'indirizzarsi al proprio bene"; dal "rischio esaltante della crescita" all' "orgoglio di essere dentro e oltre i fatti". Il Padre, depositario di carità, ma anche "insonne e spietato", ammonisce o conforta. "Il sentirsi da Te pensati in ogni istante" dà forza alle creature per proseguire nel cammino della ricerca della verità che "è nel Creatore". "Questo io ti chiedo: che al mio limite/ sovvenga con pienezza la Tua grazia, il dono/ di sentirmi sempre col creato in armonia".

Una religiosità esposta con sobrietà, ma con grande consapevolezza. È una sorpresa, piacevole, tenuto conto che Guarracino si è sempre presentato nei confronti della vita, dell' "altro", un approccio riservato, contenuto. Critico fine e profondo, professore, curatore di molti libri, infaticabile studioso di Leopardi di cui ha scoperto carte inedite, e poeta di molte risorse espressive (da un morbido sperimentalismo a una suadente confidenza con riverberi classici, artistici, intimi, in cui le ombre si sono sempre mimetizzate con i desideri), in questa "cantata" si confessa come mai ha fatto in tutta la sua opera: grandezza di padre, fragilità di figlio, nocchiero di un viaggio nei sentimenti umani senza protezione di fronte a Dio.

Confida nell'introduzione: "...questa mia ambiziosa parafrasi del Padre Nostro, sotto forma di un Cantico in terzine variamente intrecciate, che è andato crescendo come sotto una misteriosa dettatura...". E aggiunge che il testo è anche un omaggio al suo Maestro, don Rocco De Leo, che tanta parte ha avuto nella sua formazione. Ho scoperto così che si tratta dello stesso Maestro che ho avuto io Sono molti decenni che conosco Guarracino e mai era venuta fuori una simile coincidenza, anche perché appartenuamo a due diverse regioni del Sud. Apprenderlo da questa plaquette mi ha commosso. Visto che qui ho potuto proporre solo una piccola parte, invito gli amici del BLOG a procurarsi il libretto (alla chiara fonte, email: chiamavals@ticino.com) per la lettura e l'ascolto dell'intera opera. Ne vale la pena.
Ottavio Rossani

Didascalia: foto in alto, il poeta Vincenzo Guarracino; in basso, i componenti del Vox Àltera Ensemble

Pubblicato il 16.09.08 10:00 | | Commenti(0) | Invia il post

Una poesia di William Wall

(for Will Stabile)

they put a camera up my ass

they put a camera down my throat

(not the same camera)

(or not the same day)



they made pictures of my brain

in onion skin

my spinal column

(intact I’m glad to say)

dear doctor

what else is there

I think

I eat

(I think I eat)

(I eat I think)

what goes in comes out

more or less on cue

I overheat at times

that’s the way the world goes

although I have never been exactly straight

I am approximately upright

& things that happen in my head

have their correlative elsewhere

we are all part of the great digestive tract

that is the world

& we all become much the same substance

& shadow

& when push comes to shove

you can know too much

since there never was a Jesus Christ

(as per the label)

(or at least not one that was a god)

there is no such thing as the perfect life

no let there be light

no logos to speak about

no way out

let’s call it evens

give me the strength to be
a broken man of the broken world

Programma Convegno Agostino Reali Venanzio 2008

Domenica 21 settembre

Sogliano, teatro “Elisabetta Turroni”
ore 9.30 All’ingresso, distribuzione di un opuscolo con le poesie premiate e segnalate e i relativi giudizi critici.
(Riservato agli Amministratori, alla Giuria, all’Associazione Culturale, ai Poeti premiati. In prima fila Giuria e Amministratori).
Luci spente in sala – illuminato solo il palco.

Sul palco all’inizio Anna Maria Tamburini, il Prof. Marino Biondi e il sottoscritto
• Breve saluto Assessore o Sindaco
• Breve saluto del sottoscritto
• Breve saluto Padre Dozzi
• Breve presentazione di Marino Biondi
• Relazione di Marino Biondi sul tema La poesia di Agostino Venanzio Reali.
• Al termine lettura di alcune liriche di Agostino Venanzio Reali.

Ore 10.30: I Prof.. Gibellini e Bertoletti presentano il libro di Giovanni Pozzi, la Poesia di Agostino Venanzio Reali, Morcelliana, 2008

BREVE INTERMEZZO MUSICALE

• Ore 11.00 Premiazione del concorso di poesia
• Anna Maria Tamburini presenta la giuria (chiamati, uno dopo l’altro, i componenti la Giuria saliranno sul palco)
• Breve intervento del sottoscritto

Inizio della premiazione: Anna Maria Tamburini chiama i vincitori nel seguente ordine:

Sezione B – Poesia Giovani:
Premio speciale della Giuria:
• Anna Maria Tamburini chiama i segnalati giovani in ordine alfabetico:
ANDREONI PAOLO di Forlì, con la lirica La scatola di fiammiferi;
BELMEHDI HALIMA di Cesena, con la lirica Ti voglio bene;
BETTI ELENA di Cesena, con la lirica Inverno.
BISCAGLIA GRETA di Borghi (FC,) con la lirica Quercia antica;
MONTANARI ILARIA di Bologna, con la lirica Angeli.
SERRA JENNIFER di Santarcangelo (RN), con la lirica Se potessi tornare bambina;
• Di ciascuno, quando il giovane è sul palco, Marchesini legge la poesia, poi consegna della pergamena.
La premiazione si svolge sul palco, ma, una volta scesi i poeti, ciascuno riceverà, portati da due giovani, un omaggio per tutti.
A tutti la teglia + fiori per le ragazze

BREVE INTERMEZZO MUSICALE

Premiazione dei Vincitori
3º Premio FEJZULI BLERTINA di Saludecio (RN), con la lirica Se fossi…; legge il giudizio Maria Lenti.
2º Premio IARTORI MATTEO di Lanciano (CH), con la lirica Tentativo; legge il giudizio Bruno Bartoletti
1º Premio CERRUTO PAOLO di Milano, con la lirica Il mio dono; legge il giudizio Narda Fattori.
Al termine della lettura del giudizio Premiazione. Gabriele Marchesini legge la poesia.
La premiazione si svolge sul palco, ma, una volta scesi i poeti, ciascuno riceverà, portati da due giovani, un omaggio per tutti. Teglia per tutti + fiori alle ragazze.

Consegna di un attestato alle scuole che, per merito dei propri alunni, hanno partecipato a questo premio, inviando le proprie composizioni::
Istituto Comprensivo di Sogliano al Rubicone . Scuola media di Borghi
Scuola secondario di 1° grado “Albini”, Istituto Comprensivo di Mondaino – Saludecio;
Istituto Comprensivo “Valle del Conca” Morciano di Romagna;
Istituto Comprensivo “Gabellini” Coriano;
Scuola secondaria di 1° grado “Viale della Resistenza” Cesena;
Istituto Comprensivo di Gambettola;
Istituto Tecnico Commerciale “Rino Molari” Santarcangelo di Romagna;
Istituto di Istruzione Superiore “Roberto Ruffilli” Forlì;
Liceo Classi “Morgagni” Forlì

BREVE INTERMEZZO MUSICALE

Sezione A – Poesia Adulti:
Premio speciale della Giuria:
BELLINI MARCO di Verderio Superiore (Lecco), con la lirica Ci sono luoghi;
CATERINA ELIO di Modena, con la lirica Per dimenticare;
CIPELLI GIORGIA di Pieve d’Olmi (Cremona), con la lirica E noi… e noi…;
POLVANI PAOLO di Barletta, con la lirica Il confine del vento;
SCHITO BENIAMINO di Albisola Superiore (Savona), con la lirica Per il terzo compleanno di Simona;
VICARETTI UMBERTO di Luco dei Marsi (Aquila), con la lirica L’attesa interminabile del Cristo.
La premiazione si svolge sul palco, ma, una volta scesi i poeti, ciascuno riceverà, portati da due giovani, un omaggio per tutti.
• Di ciascuno, quando il poeta è sul palco, Marchesini legge la poesia, poi consegna della pergamena.
La premiazione si svolge sul palco, ma, una volta scesi i poeti, ciascuno riceverà, portati da due giovani, un omaggio per tutti.

BREVE INTERMEZZO MUSICALE

Premiazione dei Vincitori
Anna Maria Tamburini chiama i vincitori adulti nell’ordine e con le stesse modalità:
3º Premio FANTATO GABRIELA di Milano, con la lirica In bilico. Legge il giudizio Gianfranco Lauretano (se presente).
2º Premio GELMI GIOVANNA di Cologno Monzese (MI), con la lirica Luna diurna; legge il giudizio Roberta Bertozzi.
1º Premio CONSOLI CARMELO di Firenze, con la lirica Sensi e controsensi; Legge il giudizio Anna Maria Tamburini.
Al termine della lettura del giudizio Premiazione. Gabriele Marchesini legge la poesia.
La premiazione si svolge sul palco, ma, una volta scesi i poeti, ciascuno riceverà, portati da due giovani, un omaggio per tutti. Teglia per tutti + fiori alle signore.

BREVE CONCLUSIONE MUSICALE

Al termine, consegna di un Omaggio a Marino Biondi, a Gibellini e Bertoletti. Omaggio alla Giuria. Omaggio a Gabriele Marchesini e Angela Baviera. Omaggio ai due ragazzi.

Poi tutti al pranzo (ore 13.00 circa).

lunedì 15 settembre 2008

Prometeo, pièce di Massimo Sannelli, in tour



Marino Biondi parla di Agostino Venanzio Reali

Domenica 21 settembre a Sogliano al R. nel teatro E. Turroni il prof. Marino Biondi (Università di Pisa) alle ore 9.30 terrà un disquisizione sulla poesia di Venanzio Reali dal titolo La poesia di Agostino Venanzio Reali e i proff. Ilario Bertoletti e Giovanni Pozzi relazioneranno sul volume La poesia di Agostino Venanzio Reali, La Morcelliana. A seguire la premiazione del premio di poesia intestato a Reali.
Sarà una mattinata intensa per cultura, ormai rara da fruire a latitudini raggiungibili, per cui invito tutti gli amici fariani e tutti gli interessati.

Narda Fattori

V RASSEGNA DI TESTIMONIANZE LETTERARIE

PARROCCHIA DI SAN MARTINO A VADO
DIOCESI DI FIESOLE

V RASSEGNA DI TESTIMONIANZE LETTERARIE
In Cammino con Gesù...

TESTIMONIANZE DI ESPERIENZE DI FEDE
IN FORMA DI RACCONTO O DI PREGHIERA


SEZIONE SITI INTERNET PARROCCHIALI
INVIA LA SEGNALAZIONE DEL SITO DELLA TUA PARROCCHIA !!

TEMA SPECIFICO: La famiglia che porta a Gesù

SCADENZA INVIO OPERE: 30/10/2008

PER INFORMAZIONI E BANDO: www.parrocchiastrada.net

Parrocchia di San Martino a Vado - Diocesi di Fiesole
Via La Pieve n° 1 - Strada in Casentino
52018 Castel San Niccolò (AR)
Tel. 0575/572602
e-mail: parrocchia.strada@libero.it

domenica 14 settembre 2008

Colomba Di Pasquale segnalata al premio “Versi con mani di pomice”



Cari Amici,
da qualche giorno ho saputo dalla giuria del premio di poesia "Versi con mani di pomice" (www.poesia-creativa.it) di aver ottenuto una segnalazione con la terna di poesie che vi allego con gli apprezzamenti di uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, Davide Rondoni (www.daviderondoni.it), cosa questa per me che mi rinfranca dei dubbi che spesso nutro intorno al mioscrivere.
Dall'invito leggerete che è questa l'occasione per apprezzare soprattutto la lettura di un autore così importante che so leggerà versi tratti dal suo ultimo libro Apocalisse amore, edito da Mondadori.
Allego la terna che so che sarà apprezzata da qualcuno di voi presente nella mia rubrica e-mail e che per le distanze geografiche non potrà venire alla premiazione e quindi ascoltarle. Questo è anche un mio modo per dire che non dimentico e per ringraziare quanti mi sono vicini nei periodi più o meno bui della mia esistenza.
A presto quindi, Colomba


Letto 114

Dal letto 114
vedo le antenne
su una sdraio di sole.
All’orizzonte vitale
il raccordo anulare,
auto ferme,
auto in continuo moto,
le guarda attonito San Raffaele
piantato com’è
all’ingresso del Regina Elena.
Tutto d’intorno questa veduta
vive o per meglio dire sopravvive.


Oltre il ponte

Amore perfetto
anelo di qua dal ponte,
amore vitale
desidero dal letto 114,
amore condiviso
bramo al di là
di ogni ricordo marino,
amore gioioso
respiro ad ogni nostro incontro di luce.


Speme

Ascensione e assunzione in cielo,
è questione di fede.
Le braccia di San Raffaele
vele spiegate
tese al giovine,
remi in barca,
a mostrare la fruttuosa pesca.
Vitto comune,
pasto domenicale.



Motivazione della Segnalazione attribuita a Colomba Di Pasquale al premio “Versi con mani di pomice” Presidente di Giuria: Davide Rondoni – 21.09.08 Pianello Vallesina (AN)

La severità scarna delle poesie ospedaliere della grandissima Amelia Rosselli, ecco la grandezza di Colomba Di Pasquale che rende una privata sofferenza alla lunghezza d’onda col ricordo del mondo circostante, ora che lo osserva dal confino del letto 114 del San Raffaele. Paesaggio e sofferenza nelle sue liriche dai versi secchi e convincenti, ognuno uno spigolo, una stilettata, a ricordarci quanto sia difficile continuare a vivere, dopo aver vissuto. “Vitto comune, pasto domenicale”.

Fotoracconto PoesiAmbiente

Trovate il resoconto della giornata di PoesiAmbiente con le foto sulla Rivista Sconosciuta
www.rivistaonline.altervista.org

ed anche sulla mia pagina su facebook, per chi ce l'avesse. Vivamente gradito chi vuol lasciare un commento sulla giornata (servirà come una sorta di rassegna stampa da portare agli
amministratori, per avere fondi in futuro...).
grazie a tutti per la
partecipazione, a presto!

Guido Mattia Gallerani

venerdì 12 settembre 2008

Solchi e nodi vince ancora!

Caterina Camporesi si classifica seconda, con la nuova silloge Sochi e nodi, alla XVI edizione del Premio Nazionale di Poesia “Fiera di Casalguidi”

La cerimonia di premiazione si terrà sabato 13 settembre 2008 - ore 17,30 a Casalguidi (Pistoia)

E-mail: cultura@comune.serravalle-pistoiese.pt.it
Telefono: 0573917404

Nottambuli su Exitime

Risvolto di copertina pubblicato sul n. 11 di Exitime (settembre 2008)
scheda del libro qui

mercoledì 10 settembre 2008

Se non si muore di Franco Casadei

nota di lettura di Alessandro Ramberti

Questa nuova raccolta di Franco Casadei, pubblicata da Ibiskos Editrice Risolo (pp. 64, € 8,00, giugno 2008) in quanto vincitrice del I premio del concorso “Luigi Di Liegro” (sez. silloge inedita), è compatta e intensa. Senz'altro ci offre poesie che emozionano con l'intelligenza del cuore, con un dettato che evita artificiosità e orpelli e va con umiltà e humanitas al nocciolo delle questioni, componendo quasi un diario, sobrio e mai autocompiaciuto, in cui amore, dolore, perdite, incontri, sguardi, entusiasmi, paesaggi, ricordi, riflessioni, propositi… assumono una forma poetica essenziale e coinvolgente.
La prima parte, initolata “Sull'altra sponda”, ha in esergo queste parole di Pavese: “Forse qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?”
Credo che qui troviamo una chiave importante per leggere questo libro, dato che l'autore, nella vita e nei suoi versi, cerca di dare un senso “operoso” (e certo cristiano) a questo attendere: «le cose tranquille mi sono indifferenti» (p. 18); «aprire quella porta / vedere la misericordia promessa» (p. 21); «non importa sapere l'ora / ma l'approdo, / che si apra la porta, adagio» (p. 25); «il cielo non è vuoto, arriverai / anche se non chiamo / nel silenzio della neve / vento sul grano» (p. 27); «di me rimane un tonfo di remo nell'aria / sopra il mare vuoto» (p. 30)…
Nella seconda parte, “Poesie del dolore”, si trovano versi di grande presa emotiva (si veda fra tutte la poesia dedicata ai fratellini Bruno e Rosalba) citiamo qui un passo di una poesia dedicata al padre: «la pendola non suona / i giorni ormeggiati su una sedia, / anche il cielo è perplesso» (p. 43).
L'ultima parte, “Fra partire e stare”, con in esergo un citazione di Montale, ci lascia immagini/domande come queste: «… dove nasce il vento, / cosa oltre il punto / che demarca il volo?»
Una silloge che riteniamo particolarmente importante per l'Autore e per tutti coloro che la leggeranno assorbondone i molteplici rimandi alla realtà, che è anche quella quotidiana di un territorio, come la Romagna, ricco di autentiche voci poetiche.

Solchi e nodi di Caterina Camporesi

lettura di Morena Fanti pubblicata in VDBD



È un rovesciare e rivoltare le tasche dell’anima, ciò che Caterina Camporesi ha fatto, scrivendo questo suo ultimo libro Solchi e nodi (Fara editore 2008, pagine 93, 10 euro).
Una scrittura senza veli e senza parole superflue, un darsi in totale libertà, penetrando nei Solchi nei corpi (prima parte del libro), solchi che inesorabili scavano il terreno su cui viviamo e incidono il nostro contorno. I solchi sono segni che il tempo e la vita lasciano sul nostro corpo, sul nostro viso, segni che ci tolgono materia su cui sognare: ” il volto della terra / e il nostro // perde ogni giorno sogni / in cambio di segni…”.
La mancanza di punteggiatura e di maiuscole, rende il verso come poggiato nell’aria e trascina il lettore con slancio, in una fusione totale con Camporesi e i suoi versi:

vene in piena abbandonano la loro pena
lungo ponti allucinati

si coagulano in lampi d’azzurro
accasciandosi in cuori di torba

Sono solchi che segnano il cammino, le strade che percorriamo, e lasciano tracce in cui ritrovare le ombre, quelle visibili anche con gli occhi chiusi: “scialli di nuvole gialle /si smagliano // screpolando scogli / ad occhi chiusi inseguono // sussurri in voluttuose volute / d’intriganti conchiglie”.

Eppure, tra tanti solchi, tra pieghe a volte dolorose, Camporesi riesce a mostrarci

lo stupore nei sensi
l’incanto ad ogni passo

resta bianca la strada
sotto il manto della notte

perché accanto ad ogni solco scuro e ruvido può nascondersi il colore e il profumo di un fiore: “l’amara erba degli addii cresce / accanto a gigli di campo // apre mute bocche di leone”.

Ma nei Nodi del tempo (seconda parte del libro) il verso si asciuga ancora e i verbi si fanno più taglienti, in un legare e raggrumare, ritrovando ferite e sofferenze. Non si nasconde dietro le parole, Caterina Camporesi, non ci addolcisce l’anima con aggettivi superflui o artifizi: “sanguinanti ferite faticano / a lasciare voci nel lago blu // nodi nel tempo / ombre e ambra negli occhi // nel quarzo tra antiche rovine / vene d’oro lumeggiano superfici”.

E ancora:

allarga lo sguardo
la vita esiliata

si ricrea nelle celle del pensiero
sconfinando in distese d’abissi

E nello sciogliere questi nodi, seppur non in modo totale, Camporesi ci accompagna tra dolori vissuti ed espiati, nel tempo che è già passato e che resterà con noi, mostrandoci una possibile visione che è anche espiazione e sollievo: “amare sere slegano parole / ruotano su gerle di vento // annegando in occhi / di notturne ombre // riemergono di giorno / come fili di luna”.

Caterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944 e vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma. Svolge l’attività di psicoterapeuta. Già condirettrice de “La Rocca poesia” e redattrice de “Le Voci della Luna”, è socia di Sinopia (www.sinopiaonlus.org) e collabora con riviste cartacee e on-line come “Fili d’aquilone”. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio e Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003). È presente con “La sorte risanata” nell’antologia La coda della Galassia (Fara, 2005) e altre sue poesie sono state inserite ne La linea del Sillaro (Campanotto, 2006).
Ha recentemente pubblicato con Fara la silloge Solchi e Nodi (selezionata al Premio Montano 2008 e terzo premio al Badia di San Savino ) e il saggio “Gratitudine e poesia” inserito ne Lo spirito della poesia.

A Solchi e nodi, la Giuria della XXX edizione del Premio Nazionale di Poesia Antica Badia di San Savino (Pisa) ha attribuito per la Sezione B (libro edito) il terzo premio.
La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 13 settembre alle ore 15.00 presso la Badia di San Savino. Nel corso della cerimonia verrà consegnata gratuitamente una copia dell’antologia che contiene testi dei vincitori e di altri partecipanti.

martedì 9 settembre 2008

5 inediti di Giovanna Fozzer

(2006-2008)

Due d’ambito cittadino (Giochi, Pallido miele), due di campagna (Biacco o frustone, Racconto d’autunno), una di montagna (Nubi).

Scriveva Francesco Giuntini, per il volume Repertorio d’infinito: «Le forme del visibile, o l’arte del ritratto. Il soggetto, apparso immobile, può porgere la sorpresa di un movimento, farsi vicenda breve, o cortometraggio, animato da creature di terra, o d’acqua, o più spesso dell’aria. Scoperta delle cose, o piuttosto riscoperta, sotto la luce nuova di una teoria della conoscenza, intesa come riconoscimento dell’armonia tra creature alate, terrestri e marine/ sinuose geometrie della vita.

V. anche qui e qui


GIOCHI
(a un giovane gatto rosato)

Con la grazia
di libertà e natura
ti arrampichi sul nespolo
e il sole calante coglie il tuo
mantello lucente
e dorato lo amalgama a sé

Scendi sul muro in ombra,
dove le tue rincorse, il tuo
guardare attorno
e in alto – fai la posta agli uccelli –
sono, come i leggeri balzi
veloci,
il fascino vero della prima fanciullezza

Sul nespolo c’è ora
Rossino: finirà presto
la vostra infanzia di fratelli,
il vostro intento ruzzare
nei liberi giochi fantasiosi?

novembre 2006


PALLIDO MIELE
(a Margherita)

Nel frastuono bruto dei viali
colano a fine marzo
le chiome dei bagolari
il loro pallido
innocente verde miele.

Poco dura il culmine
di grazia dorata
riversa sui tronchi quasi neri,

poi tutto sarà
(nel velo di polvere e fumi)
verde norma, innocenza violata.



BIACCO O FRUSTONE

Biacco o frustone pare sia il tuo nome,
creatura,
forma allungata che posi intrecciata
tra secco e verde – quasi
i tuoi colori – al sole d’aprile infine lucente

Godevi il tepore, in basso la testa
dal tondo nero occhio innocente

Ai passi, ai sussurri d’umani,
dal tuo riposo subito distolto
ti snodi sinuoso e quieto sparisci
nel tondo pertugio tra ghiaia e rami



RACCONTO D’AUTUNNO
a Marinella

Sorbo di luce

solo la casa dei nostri spuntini
rimane ancora del color del tempo

dorati e rosa vigneti e querceti,
oro disteso il manto
del parco di Pratolino

fulve trame dorate
rami di sorbi sul cielo di nord,
puro cielo innocente, lontano.

Cammini e attendi che tutte
entrino in te, vedute, le cose:
il grande pino del Palazzaccio
che solo potano i venti,
la nobile quercia d’oro, che l’edera
avvolge e assale

Languide cantano foglie dorate
di antiche viti avvinghiate
a ulivi e meli spogli


Non più giace nel prato
il nostro ulivo caduto



NUBI
(per Andrea Giuntini)

Alito terso d’altitudine,
nubi bianche nel sole il vento
trascina, scompone e ricompone,
addensa e tende in trasparenza:
schiume e vapori, cumuli e colonne,
a velare e disvelare spigoli verticali,
torri, valli di monti pallidi.

Come un frusciare remoto
scende dal nevaio tra le ghiaie
in brevi asticciole di luce
il Travignòlo fatato
e s’incammina al fondo.

Cime di larici radi, ariosi,
lievi oscillano a valle
dentro l’azzurrità assolata
del meridiano silenzio.

lunedì 8 settembre 2008

Su La carne / El sueño


Recensione di Maria Lenti uscita ne «il grande vetro», anno XXXII, 189 (83), marzo-aprile 2008

Gladys Basagoitia, La carne / El sueño, Prefazione di Mariella Bettarini, Postfazione di Antonio Melis, Fara, 2007, pp. 168, euro12.00 (testo casigliano a fronte)

Se si cerca nella poesia, insieme ad altre, la via di congiunzione, di relazione, tra la parola e il mondo, tra il corpo e la ragione, tra la veglia e il sogno, tra il senso da cercare e il senso non trovato, ecco, la poesia di Gladys Basagoitia sembra offrirle: una o tante, a seconda dell’inclinazione e dell’apertura del libro.
Che si presenta ricco di sfaccettature, a cominciare dal titolo La carne/El sueno e, quindi, dalle due lingue, l’italiano e il castigliano, entrambe con risvolti di ricerca in un lessico che sia il meno concreto possibile dentro l’astrattezza esistenziale e di pensiero, o, viceversa, il meno astratto possibile dentro la concretezza.
Una contraddizione? No, perché quando nomina, ed è solo un inciso, il corpo sottoposto a cure dovute, la poesia ricorre alla necessità di farsene carico del vivere e quando le attese, le perdite, gli incanti finiscono, la poesia vira sull’urgenza di salvare il tutto la memoria.
È una caratteristica di questa poetessa che, provenendo dal Perù, ha scelto l’Italia e l’Umbria come sua seconda terra.
Delle sue origini e formazione la poesia contiene la carnalità, cioè il sapore delle cose della vita avvertito con il corpo, quel colore trovato anche nei poeti della sua America Latina, passati o ancora viventi, come César Vallejo, quell’aderenza alle radici che è tanta parte di chi in quella terra ha dimora, anche solo sentimentale. E dunque l’energia della nascita e la forza nell’incontrare le cose della vita.

Dalla terra d’adozione o d’elezione, ma direi anche dal suo essere biologa, Gladys Basagoitia trae l’attenzione al particolare, agli interni della sua anima, la sosta nell’analisi di sentieri difficili da percorrere, perché insidiosi nella loro verità, non aggirabili.
E, in questo universo-mondo, una costante: le persone dell’intorno, le persone del cuore, quelle della relazione in-terminabile, la mano allacciata all’altra vicina, la ricerca del sodale, dell’amica perché la pace sia reale e non flatus vocis. Moltissime sono, infatti, le poesie dedicate. Ma, pur senza dedica, il “tu” ricorre non come risvolto dell’io, quanto davvero come rivolto ad un interlocutore/un’interlocutrice cui rimettere un’idea di sé, un proposito, un proponimento, un desiderio che tornino, se possibile, come comunione d’intenti.
Gladys avvicina la realtà ma ne dice anche il possibile essere: sempre che la carne e il sogno siano in congiunzione, che il sogno sia non altro dal sentire del corpo (dalla carne). Vi si scorge il senso della vita che non soggiace alla pur inevitabile fine e che dimora nella continuità sentimentale.
Vi si avverte la vicinanza ai poeti della sua lingua, la consapevolezza della donna che dà la vita, esprimendone, se la realtà chiude cerchi, il desiderio.

Fabiano Alborghetti a San Francisco



Sarà il poeta Fabiano Alborghetti a rappresentare la Svizzera al festival internazionale di poesia Other Words 2008 di San Francisco (USA).

Nato nel 1970 a Milano e da anni residente a Paradiso, in Canton Ticino, Alborghetti è stato inoltre tra gli assegnatari di una delle borse letterarie promosse per il 2008 da Pro Helvetia.
Diverse le pubblicazioni all’attivo: Verso Buda (Como, LietoColle, 2004), L’opposta riva (edito per il medesimo editore nel 2006), libro che raccoglie le voci dei migranti clandestini coi quali Alborghetti ha vissuto per tre anni e che lo porteranno a partecipare anche al festival interculturale TraSguardi che vede tra i promotori oltre alla Commissione Federale per gli Stranieri anche la Direzione Sviluppo e Cooperazione nonchè la Commissione cantonale per l’integrazione degli stranieri e la lotta contro il razzismo.
Nel 2008 pubblica la plaquette d’arte Ruota degli esposti per le edizioni fuoridalcoro di Mendrisio (poi inclusa nella mostra “Sul filo del tempo. Nascere” in corso a Casa Croci, Mendriso), anticipazione del più corposo volume Registro dei fragili atteso nella primavera del 2009 per l’editore Casagrande di Bellinzona.

All’attività di poeta, Alborghetti affianca una intensa attività di critico letterario sia in riviste che per il web oltre che drammaturgie teatrali: l’ultima scrittura per il teatro è infatti una trasposizione scenica de La notte dei desideri di Michael Ende che gli ha valso l’immediato nulla osta da parte dell’editore tedesco e della famiglia Ende.
Il festival internazionale di poesia Other Words -ormai giunto alla sesta edizione- è organizzato e promosso da Art Bureau (USA), Czech National House (USA), Consolato Generale d’Irlanda, Consolato Generale di Svezia, Goethe-Institut, Istituto Italiano di Cultura, Irish Arts Foundation, Royal Norwegian Consulate General e NORLA (Norwegian Literature Abroad), The Poetry Center presso San Francisco State University, University of San Francisco, la rivista Parthenon West, lo Swedish Institute e la celebre libreria City Lights ancora in mano al poeta Lawrence Ferlighetti che insieme a Jack Kerouac, Allen Ginsberg William Borroughs e Gregory Corso diede vita al movimento artistico della Beat Generation.

In rappresentanza della Germania saranno Michel Abdollahi, nato a Teheran nel 1981, ma residente ad Amburgo da oltre 20 anni, la cui scrittura e performance avvengono sia in tedesco che in farsi, creando un connubio tra oriente ed occidente e Sulaiman Masomi, nato a Kabul nel 1979 ma che in Germania ha vissuto praticamente per tutta la vita. Attivo nella scena degli slam e dell’hip hop si è aggiudicato numerosi riconoscimenti per una poesia politica e per performance spesso focalizzate sullo stato degli stranieri residenti in Germania.

Per la Francia, l’ospite al festival sarà Jean-Michel Espitallier , classe 1957, autore in bilico tra musica, performance, recitazione, poesia pura. Ha all’attivo diverse pubblicazioni e oltre che critico letterario è fondatore di riviste. Attualmente lavora su diversi progetti multimediali che includono suono, video, musica, poesia.

Per la Svezia sarà invece Li Li, poeta nato nel 1961 in Cina, a Shanghai ma residente in Svezia dal 1988. Numerosi i volumi, anche in traduzione, pubblicati anche nella patria di origine. Attualmente gode di una borsa di studio valida 10 anni assegnatagli dalla Swedish Authors Foundation

L’irlanda si vedrà invece rappresentata da Sinéad Morrissey nata in Irlanda del Nord nel 1972 e cresciuta a Belfast. Tre i volumi di poesia pubblicati sino ad ora coi quali è anche stata candidata al prestigioso T. S. Eliot Prize.. Nel 2007 si è vista assegnare il Lannann Literary Fellowship. Lo stesso anno ha vinto l’UK National Poetry Competition.

Fabiano Alborghetti parteciperà al festival in rappresentanza della Svizzera e della poesia in lingua italiana, su invito del Consolato Generale di Svizzera in San Francisco e grazie alla compartecipazione di Pro Helvetia.

International Poetry Festival Other Words – San Francisco, 10-12 Ottobre 2008

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