giovedì 14 aprile 2011

su "Pentagrammi" di Marco Furia

di Monia Gaita


Pentagrammi di Marco Furia colpisce per la salva d’artiglieria di parole depurate che si susseguono a ritmo incalzante come urgenzate da un invisibile cólto di tensioni e pulsioni, rimpinguato dal rapporto riparatore e sapidamente creativo con la policromìa di toni ed espansioni energizzanti del linguaggio: (v.pag.13) «...nulla voce/ zitta, assorta sembianza/ repentina/ inerzia, solitarie/ integre frasi/ tacite, discontinue/ linee opache/ pentagrammi, riverberi/ baleni/ lustri, pallidi impulsi/ (ignoto idioma/ non sondabile indugio?)/ incerte tregue/ ritmi d’eco, barbagli/ attimi fiochi/ fulgidi...» e ancora a pag.15: «..fulgida freccia, effimero/ fugace/ elettrico riverbero/ baleno/ oltraggio, squarcio, ingiuria/ poi già tregua/ lucenti veli, garbo/ repentino/ ricurva grazia, sprazzi/ armonia chiara/ policroma lucerna/ iride, assolo/ incanto, meraviglia/ tenue gioia.» Questi versi, dando voce al rapporto dell’autore con l’’incondizionato e l’infinito, irrompono sul foglio esulando dai territori dell’ordine e del facile fraseggio comunicativo. Si fregiano di una non scontatezza formulata nei saltelli di un dettato nervoso, convulso, forbito e fluidamente attaccato alle cose e al fermentìo ciclico del divenire con i suoi fiotti d’oro e dissimmetrico catrame. La giustapposizione asindetica pigiata da un alone di indeterminatezza, ci traghetta nell’elementarità abbracciante di un dire di alta concentrazione inventiva che declina lo sgomento sinuoso nel decorativo pianoro del contrasto ossimorico: silenti melodie, inodore fragranza, tacito boato, zitto tuono, solerte pigrizia, lampi bui, statici dinamismi. A pag.34 : «..meraviglia durevole/ non suono/ ma sinfonia, d’immagine/ pur muta/ grazia, fecondo gesto/ cenno, segno/ acqueo stile, leggère/ tenui trame/ aeree (mai perimetri)/ diffuse/ sparse lucerne, fluide/ intense, lievi» il poeta addita e reclama presenze a conforto del buio, del vuoto e degli ostacoli, mentre i lessemi dalla loro accezione letterale, traslocano in un pinnacolo di forte sollecitazione allegorica. È un libro che fa buona pesca di vita, che ammonisce la nostra intelligenza emotiva lasciandoci entrare d’istinto in quella strana, piacevole alchimìa capace di accendere il bello e la curiosità del viaggio.




Marco Furia, Pentagrammi. Con uno scritto di Mario Fresa e con interventi visivi di Bruno Conte. Libro di arte-poesia stampato in 199 esemplari numerati a mano, più 199 litografie fuori testo. Edizioni L’Arca Felice, collana «Coincidenze», Salerno, 2009, pp. 40.

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