giovedì 31 marzo 2011

Convegno avellanita 13-15 maggio

Il valore del tempo nella scrittura
Fonte Avellana 13-15 maggio 2011


scarica il programma doc


Venerdì 13 maggio

16.00 Accoglienza nello Scriptorium, presentazione del convegno, saluto del Priore Alessandro Barban e intervento/reading di Alessandro Ramberti Tempo nascosto • Nato a Santarcangelo di Romagna il 10-06-1960, con la raccolta In cerca (Fara, 2004) ha vinto il premio Alfonso Gatto 2005 opera prima, il premio “Città di Solofra” 2006, il premio Voce dal Ponte 2006 (Monopoli, BA), il premio speciale Città degli Acaja 2006 (Fossano, CN). La silloge Pietrisco (Fara, 2006) ha vinto il concorso POESI@ & RETE 2006 (Trapani-Palermo) e il Premio biennale di poesia Cluvium 2006. Ha pubblicato come Johan Thor Johansson La simmetria imperfetta (Fara 1996). Nel 2009 pubblica con L’Arca Felice di Salerno la plaquette Inoltramenti (con un pensiero visivo di Francesco Ramberti). Con lo stesso editore è in uscita Paese in pezzi? I monti e i fiumi reggono (4 poesie di Du Fu).

16.45 Giuseppe CarracchiaReading da Il verbo infinito: “senza spingere quel bruco ritrovarsi ad intendere / che ogni cosa ha il suo tempo / e ogni tempo ha le sue cose” Giuseppe Carracchia vive attualmente a Catania dove studia lettere moderne. Ha pubblicato tre sillogi di poesia: Pensieri notturni (ed. Edessae, 2005), Anime vagabonde (Roma, 2007), Il Verbo Infinito (ed. Prova d’Autore, 2010), e una piccola raccolta, Poesie col nastro rosso, nell’antologia “Burattinai di parole” (Ass. cult. Città Nuova, 2010). È in pubblicazione, per conto dell’editore Arca Felice, un poemetto dal titolo La virtù del chiodo.


17.00 Mariangela De TogniPerché scrivo? Perché non posso trattenere in me la mia anima • “Potessi nascondere la mia anima / In un rifugio silenzioso che non seguiti / A vibrare se vibri il tuo profondo” (Rainer M. Rilke). Reading da: Cristalli di mare, Flauto di canna, Nel silenzio della memoria. Mariangela De Togni, nata Savona, è suora delle Orsoline di Maria Immacolata di Piacenza. Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, membro dell’Accademia “G. Marconi” di Roma, ha pubblicato otto raccolte di versi: Non seppellite le mie lacrime (1989), Nostalgia (1991), Una Voce è il mio silenzio (1995), Chiostro dei nostri sospiri (1998), Profumo di cedri (1998); Un saio lungo di sospiri (2000), Flauto di canna (2004), Nel sussurro del vento (inserito in Quaderni di Letteratura e arte, 2005), Le visioni del Verso (2008), Cristalli di mare. In uscita: Fiori di magnolia. Numerosi i premi e le segnalazioni di merito. È presente in Agende, Antologie, riviste, in vari e accreditati studi critici. Nel web: Poeti-poesia, Flannery e in Purissimo azzurro (di Maria di Lorenzo), Farapoesia, Lettera in versi (a cura di Rosa Elisa Giangoia e Margherita Faustini).

17.15 Eros OlivottoTempo esteriore e tempo interiore • Il problema della dimenticanza, o meglio della “perdita” dell'attesa, come condizione dell'uomo contemporaneo, il suo senso di sradicamento, la sua distanza dagli altri e da sé stesso, tanto dal punto di vista esistenziale quanto da quello più propriamente creativo. Eros Olivotto nasce ad Ala di Trento nel 1950 e risiede a Sant’Ambrogio di Valpolicella, in provincia di Verona. Esordisce pubblicando poesie e racconti su periodici e riviste letterarie. Nel 1995 esce il suo primo romanzo Nonostante tutto (L’autore libri, Firenze). Poi, per Perosini Editore (Verona), pubblica un secondo romanzo Il tempo minore e due raccolte di poesie: Sipari (2003) e Ogni istante (2008).
 
17.30 Alessandro RivaliReading da La caduta di Bisanzio Nato a Genova nell’aprile del 1977. Si è laureato con una tesi di storia militare presso la Facoltà di Lettere moderne dell’Università Statale di Milano. È redattore di «Studi cattolici» e di «Atelier». Lavora all’ufficio stampa delle Edizioni Ares. Sue poesie sono uscite su numerose riviste tra cui «Atelier», «clanDestino», «La Mosca di Milano», «Lo Specchio della Stampa», «Resine», «La clessidra». È inserito in varie antologie tra le quali: Poeti per Milano (viennepierre, Milano, 2002). Quattro poeti (Ares, Milano 2003), Lavori di scavo. Antologia dei poeti nati negli anni ’70 (Antologia web di Railibro 2004). Nel 2005 ha pubblicato con Mimesis la prima raccolta: La Riviera del sangue, finalista al premio San Pellegrino, rieditata con nuove poesie da Fara nel 2007. La caduta di Bisanzio è uscita per i tipi di Jaca Book nel 2010.

18.00 dibattito aperto e sistemazione nelle camere
18.30 (per chi vuole) messa e vespri
19.30 cena e tempo libero

Sessione serale con

21.00 Luca Artioli Tra chronos e kairos. Il valore della parola nel tempo • Nato a Mantova nel 1976, città dove tuttora vive e lavora, Luca Artioli dal 2001 scrive su riviste on-line siti letterari (ad esempio «Lietocolle» e «Salotto Letterario»), curando rubriche dedicate a scrittori esordienti. Di recente apertura il blog Il Divano Muccato. È ideatore e socio fondatore della “Confraternita dell’Uva”, gruppo di scrittori mantovani/modenesi. Fa parte del “Movimento Letterario dal Sottosuolo”, gruppo per l’unione delle arti, con sede a Montichiari (BS). Ha pubblicato: Fragili Apparenze (poesie, TCC, Mantova 2005); THE SLEEPERS – Racconti tra sogno e veglia (AA.VV. – Ed. Azimut, 2008); Il rumore degli occhi (AA.VV., Edizioni Creativa, 2009); 365 racconti erotici per un anno (AA.VV., Ed. Delos Books, 2010). È presente con una scelta di poesie in Salvezza e impegno (Fara 2010) ed ha appena pubblicato la raccolta Suture (Fara 2011), con prefazione di Massimo Sannelli. Sito personale: www.lucaartioli.it

21.15 Massimo Sannelli Tempi della Comedìa: la riscrittura del passato e la composizione del futuro L’idea da sviluppare è feconda, e qui sarà proposta nel modo più dialogico possibile. Per quale tempo lavora la Comedìa? È un’opera escatologica, visto che Dante e il suo mondo sono convinti della realtà e della vicinanza del Giudizio finale? C’è un rapporto tra questa nuova poesia e il nuovo tempo? Oppure siamo nel campo della pura finzione, come denunciava, violentemente, Cecco d’Ascoli? È possibile e giusta una lettura laica della Comedìa? Oppure Dante è realmente, come scriveva Foscolo, un «legislatore di religione»? Una parte della risposta è nell’epistola a Cangrande, e nella tradizione studiata da Henri De Lubac. Più sensi dell’opera, come nella Scrittura. In realtà è tempo di capire che cosa sia veramente il poema di Dante, a quale ambizione – anche storica e sovrapersonale – rimandi. Massimo Sannelli è nato il 27 novembre 1973. Vive e lavora a Genova. La sua attività ha molti aspetti, che si intrecciano: scrittura, critica, traduzione, editing per la casa editrice internazionale La Finestra (Trento), recitazione, regìa e musica. Allievo di Edoardo Sanguineti, ha conseguito un dottorato di ricerca in Filologia latina medievale sotto la guida di Claudio Leonardi. In campo medievistico ha curato opere di Boezio di Dacia, Anonimo di Erfurt, Pietro Abelardo, Alano di Lilla, Cecco d'Ascoli, Ugo di San Vittore, Monge de Montaudon. Per Fara ha curato un'edizione della Comedìa di Dante (2010), premiata al Festival della Microeditoria di Chiari.


21.50-22.00 dibattito e riposo

Sabato 14 maggio
ore 8.15 colazione
 
9.00 Andrea Garbin Il tempo marginale Nato a Castel Goffredo (MN), ha pubblicato le raccolte di poesie Il senso della musa e Lattice; un estratto di Croce del Sud inserito in Salvezza e impegno; alcuni racconti su antologie. Ha curato le edizione del romanzo La fonte del fabbro (Lampi di Stampa) di Fabrizio Arrighi, e di Anche ora che la luna (Multimedia Ed.) di Beppe Costa. È pubblicato su Calpestare l’oblio: cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale. Direttore artistico del Caffè Galeter di Montichiari (BS), collabora con “Casa della poesia” di Baronissi. A Roma incontra Fernando Arrabal, per cui traduce alcuni testi in dialetto mantovano. Il 19 giugno del 2010 ha dato alla luce il Manifesto Letterario dal Sottosuolo sottoscritto da una dozzina di autori. Oltre a scrivere si occupa di teatro.

9.15 Rosa Elisa GiangoiaScrivere nel tempo della storia. Scrivere oltre il tempo • Insegnante, scrittrice e saggista. Collabora a riviste letterarie e di didattica anche on line. Ha pubblicato manuali scolastici, tre romanzi – In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1989; Il miraggio di Paganini, 2005 – un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia letteraria (A convito con Dante, 2006), un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (Accademia Vivarium Novum 2008) e la raccolta poetica Sequenza di dolore (Fara 2010, prefazione di Antonio Spadaro). Ha realizzato con Laura Guglielmi la collana (10 voll.) Liguria terra di Poesia (1996-2001) e con Margherita Faustini i volumi Sguardi su Genova (2005) e Notte di Natale (2005). Fa parte della redazione di «Satura» e collabora a numerose riviste letterarie e di didattica, anche on-line. Ha ideato e cura (dal 2001) la newsletter «Lettera in Versi», nell’ambito di “Bomba Carta. Esercizio e riflessione sull’esperienza creativa” (www.bombcarta.com). Fa parte di diverse giurie di Premi letterari. Sue poesie sono presenti in numerose antologie. Ha vinto vari premi letterari. È impegnata nella diffusione del Latino con il “metodo-natura” del linguista danese H.H. Ørberg. È presente con saggi in Poeti profeti? (Fara 2009), La poesia, il sacro, il sublime (Fara 2010) e Salvezza e impegno (Fara, 2010). Ha recentemente pubblicato Appunti di poesia: vademecum per chi la ama (Fara 2011).

9.30 padre Antonio Spadaro SI Gli "Esercizi Spirituali" di Ignazio di Loyola: un manuale di scritture creative in quattro tempi Nato il 6 luglio del 1966, si è laureato in Filosofia presso l’Università della sua città, Messina, con la tesi Fondamenti teoretici e valenze esistentive degli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Qualche mese dopo è entrato nella Compagnia di Gesù di Genova. Alla fine del noviziato, frequenta a Padova l’Istituto “Aloisianum”, concludendo il curricolo con L’itinerario del desiderio negli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola. Dal 1991 insegna Lettere all’ “Istituto Massimo” di Roma, attivando un lavoro interdisciplinare che ha prodotto il volume Tracce profonde. Il viaggio tra il reale e l’immaginario. Dal 1993 insegna all’ “Istituto Pontano” di Napoli. Frutto di questo lavoro è stata la pubblicazione di Radio on. Tra le colonne sonore degli anni ’90. Studia Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e nel 1996 consegue il Baccalaureato con Il cammino come figura di spiritualità biblica. Il 21 dicembre 1996 è ordinato prete nella Cattedrale di Catania.
1998 – Licenza in Teologia Fondamentale: “Non tantum lecturi sed facturi”. Riflessione teologica sulla lettura dei testi letterari. Diventa presidente dell’associazione culturale BombaCarta.
1999 – Diploma in Comunicazioni Sociali (Pontificia Università Urbaniana, Roma): Lo sguardo presente. Una lettura teologica di “Breve film sull’amore” di K. Kieslowski.
2000 – Dottorato in Teologia, Pontificia Università Gregoriana, Roma: L’uomo in attesa di salvezza. Un approccio teologico-fondamentale all’opera letteraria di Pier Vittorio Tondelli (1955-1991).
2001 –Professore presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale (CICS) della Gregoriana per il corso di “Introduzione all’esperienza della letteratura”.
2002-03 – Completa la formazione nella Compagnia di Gesù negli Stati Uniti presso il Milford Spiritual Center (OH). Il 24 maggio 2007 pronuncia i Voti Solenni nella Compagnia di Gesù presso la Chiesa del Gesù di Roma. Attualmente vive a Roma ed è Rettore della redazione della rivista La Civiltà Cattolica, per la quale si occupa soprattutto di questioni letterarie.
Ultime pubblicazioni: «Da che cosa ci “salva” la letteratura?», in Salvezza e impegno (Fara 2010, 135-142); Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea (Vita & Pensiero 2010); Nell’ombra accesa. Breviario poetico di Natale (Ancora, 2010); Il volto incompiuto. Saggi e lettere sul mestiere di scrivere (a cura di Antonio Spadaro, traduzione di Elena Buia e Andrew Rutt, Rizzoli 2011).

10.20 dibattito aperto e coffee break

11.00 Dom Alessandro Barban Tempo pasquale e ritorno
Dopo gli studi classici ha conseguito la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Bologna. Entrato a Camaldoli, è monaco camaldolese dal 1984. Ha studiato teologia al Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla Pontificia Università Gregoriana (Roma). Dal 2001 al 2008 è stato professore di teologia sistematica al Pontificio Ateneo S. Anselmo. Ha pubblicato libri e saggi su riviste specialistiche. È presente con il saggio “È possibile parlare ancora della salvezza. Fede è uno, il dubbio è due, la paura è tre” in Salvezza e impegno (Fara 2010). Svolge un'intensa attività di conferenziere affrontando temi di teologia, filosofia e di attualità politica. È Priore del Monastero camaldolese di Fonte Avellana.
11.55 dibattito aperto e tempo libero
12.30 pranzo e tempo libero
16.00 Germana Duca RuggeriTempo e scrittura: ogni momento è due momentiGermana Duca Ruggeri è nata ad Ancona nel 1950 e vive a Urbino. Ha pubblicato le raccolte distanzainstanza (Arti grafiche della Torre, 1999), Ex ore in neo-dialetto urbinate (Marsilio, 2002), Gli angoli della terra (Joker, 2009) e l’opera narrativa Tessere (Manni, 2004). Promotrice culturale, è nella giuria di premi letterari, collabora con riviste letterarie e giornali locali. Con il saggio “Parola differenziata e salvezza” e una silloge di Poesie inedite è presente in Salvezza e impegno, Fara 2010).


16.15 Roberto CogoSupplementi di viaggio: poesia tra tempo e luogo • Nato a Schio (Vicenza) nel 1963, si è laureato in lingue e letterature anglo-americane all’Università Cà Foscari di Venezia. Ha pubblicato i libri: Möbius e altre poesie (Editoria Universitaria, Venezia, 1994); In estremo stupore (Edizioni del Leone, Venezia, 2002); Nel movimento (Edizioni del Leone, Venezia, 2004); Di acque / di terre (Edizioni Joker, Novi Ligure, 2006); Io cane (L’arcolaio, Forlì, 2009). Ha pubblicato le raccolte: Confondi il vento (ne «La Clessidra», Edizioni Joker, Novi Ligure, n. 1, 2007); Mai identico riproporsi (in «Italian Poetry Review», Società Editrice Fiorentina, Firenze, vol. II, 2007); Ancora nel luogo neutro e Il cielo dentro la montagna (nell’antologia Dall’Adige all’Isonzo. Poeti a Nord-Est, Fara 2008); La luce è del sole (ne La poesia, il sacro, il sublime, Fara Editore, 2009; Verso il leggero (in Salvezza e impegno, Fara 2010). La sua più recente raccolta poetica Supplementi di viaggio è disponibile come e-book in
rebstein.files.wordpress.com/2011/02/roberto-cogo-supplementi-di-viaggio.pdf Ha tradotto dall’inglese vari poeti tra cui: John. F. Deane, Charles Olson, Les Murray e Gary Snyder. Nell’estate del 2009 è stato poet in residence sull’isola irlandese di Achill nella contea di Mayo, ospite della Achill Heinrich Böll Association.

16.30 Salvatore RitrovatoIl tempo del ritorno: reading poeticoSalvatore Ritrovato (San Giovanni Rotondo, 1967) si è formato nelle università di Urbino, Lovanio e Bologna, e insegna Letteratura italiana presso l’Università di Urbino. Si occupa di letteratura del Cinque e Seicento e del Novecento (Caproni, Calvino, Saba, Rosselli, Erba, Carlo Levi, Volponi), con particolare attenzione alla ricerca poetica contemporanea. Collabora e scrive per varie riviste. Ha pubblicato tre raccolte di versi: Quanta vita (1997), Via della pesa (2003), Come chi non torna (2008). Ha curato l’antologia Dentro il paesaggio. Poeti e natura (Archinto, Milano, 2006). Nel 2010 pubblica la raccolta di saggi e interventi La differenza della poesia (puntoacapo Editrice), è inserito ne La poesia, il sacro, il sublime (a cura di Adele Desideri, Fara) con il saggio “Il sacro in poesia”, e in Salvezza e impegno (a cura di Alessandro Ramberti, Fara) con “Il varco orfico”.
 
16.45 Elvis SpadoniNel tempo di un disegno Elvis Spadoni è nato a urbino il 23-11-1979.Ha studiato in seminario laureandosi in teologia e facendo la licentia docendi in Storia della teologia presso la facoltà teologica dell’Emilia Romagna. Ordinato diacono nel 2004 per la diocesi di Rimini, ha ottenuto la dispensa dal celibato e la riduzione allo stato laicale. È iscritto all’Accademia di Belle Arti di Urbino dal 2007 indirizzo pittura, cattedra Luigi Carboni. Il suo saggio “A cosa paragonerò il Regno dei cieli?” è inserito in Salvezza e impegno (a cura di Alessandro Ramberti, Fara 2010).




17.00 Giovanni Borriero La luce entra piano le cose: Quartine di San Francesco I testi, scritti quasi interamente nella Chiesa di San Francesco a Padova dal marzo del 2009 all'aprile del 2010, sono una meditazione sull'ascolto del tempo. Giovanni Borriero insegna Lingua e letteratura galega all’Università di Padova.
17.15 Claudio FraticelliLa scrittura dei diritti fondamentali e l'ingiuria del tempo: nuove tavole della legge... Per quale popolo? • Riprendendo alcuni concetti tratteggiati nell’incontro dello scorso anno, con riguardo alle aporie nei rapporti tra lo jus e la lex, si richiama l’attenzione sui diritti fondamentali, la cui formulazione è stata affidata a testi costituzionali, dichiarazioni di organismi sovranazionali o a trattati. Un excursus, a partire dai rapporti tra oralità e scrittura, per riflettere sulla valenza e le prospettive di queste scritture. Claudio Fraticelli – 54 anni – è avvocato cassazionista del Foro di Macerata. Alla professione forense coniuga la passione per lo studio della Sacra Scrittura nella lingua ebraica e per le nuove tecnologie informatiche. Con il saggio “La giustizia dello Stato: salvezza o inferenza da cui salvarsi?” è presente in in Salvezza e impegno (a cura di Alessandro Ramberti, Fara 2010).





17.30 Alex CelliPer aspera ad astra: Dio, il mysterium tremendum che lotta assieme a noi contro il drago del caos e i tiranni nella teodicea di Klaus BergerAlex Celli è nato a Rimini il 06-03-1979. Dopo un’infanzia dalla salute compromessa e un percorso scolastico che l’ha portato a conseguire il diploma magistrale, ha abbandonato l’università per lavorare in uno studio commerciale. Provata l’esperienza della grazia, si è iscritto all’Istituto superiore di scienze religiose “Alberto Marvelli” a Rimini laureandosi nel 2011 con una tesi sulla teodicea cristologica di Klaus Berger. Con Fara ha pubblicato nel 2002 Chicken Breast, nel 2005 gli esilaranti racconti inseriti in Antologia Pubblica, nel 2006 La Compagnia S.E., nel 2009 Il ritorno di Chicken Breast ultimo “capitolo” della trilogia di Chicken Breast.


17.45 dibattito aperto e tempo libero 
19.30 cena e tempo libero

Sessione serale con

21.00 Caterina CamporesiIl tempo come pagina dove l'istante incrocia l’eterno • Nata a Sogliano al R. (FC) nel 1944, vive a Rimini. È psicoterapeuta. Già condirettrice de «La Rocca poesia» e redattrice de Le Voci della Luna, collabora con riviste cartacee e on-line come Fili d’aquilone con saggi sui rapporti tra psicoanalisi e creatività e recensioni. Ha curato e tradotto dallo spagnolo L'Attesa di Pablo Gozalves (Sinopia, 2007). Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio, Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003), Solchi e Nodi (Fara 2008). È presente nelle antologie La coda della Galassia, La linea del Sillaro (Campanotto 2006), Poesia e Natura (c. di A. Brandolini, M. Canfield e I. Malcotti, Le Lettere, Firenze 2007), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (c. di L. Ariano e E. Cerquiglini, Campanotto 2008), con “Profezia, sogno e poesia” in Poeti profeti? (cura di B.F.M. Gianni, Fara 2009), con “Utopia, creatività, trasfomrazione” in Salvezza e impegno. Recentissima la raccolta poetica Dove il vero si coagula (Raffaelli 2011).

21.20 Ottavio RossaniScrivere è fermare il tempo: interazioni e interferenze nell'invenzione creativaOttavio Rossani (Sellia Marina, 1944) è giornalista, scrittore, poeta, pittore. Si occupa anche di teatro. Come giornalista (inviato del «Corriere della Sera» per 30 anni) ha scritto di politica, economia, cultura, cronaca. Ha intervistato molti personaggi in Italia e all’estero. Ha viaggiato nei diversi continenti, in particolare in lungo e in largo per l’America Latina. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976), Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Hogueras (1998), L’ignota battaglia (romanzo in versi, 2005). I saggi: L’industria dei sequestri (1978), Leonardo Sciascia (1990), Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti nel Risorgimento italiano (2002). Il romanzo: Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Per il teatro ha curato alcune regie e ha scritto diversi testi. Ha esposto ed espone i suoi quadri in molte mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere figurano in molte collezioni private. Dal dicembre 2007 tiene un blog dedicato alla Poesia sul Corriere della Sera on-line (poesia. corriere.it). Scrive articoli e recensioni di narrativa, poesia, saggi, sulle pagine culturali del Corriere della Sera e su altri quotidiani, riviste e siti internet. È presente con “Il diapason della poesia tra passioni e mitofanie” ne La poesia, il sacro, il sublime (a cura di Adele Desideri, Fara 2010) e con il saggio “Sul valore terapeutico della parola poetica” in Salvezza e impegno (Fara 2010).

21.50 Dibattito aperto
22.00 Riposo

Domenica 15 maggio
(per chi vuole) ore 7.30 Lodi – ore 8.15 colazione

ore 9.00 Anna Maria TamburiniTempo assegnato: cosa come perché scrivere nel tempo che mi è datoAnna Maria Tamburini si è laureata in Letteratura Italiana con la tesi Nóstoi. La poesia di Agostino Reali (Il Ponte Vecchio, Cesena, 2000). Tra gli ultimi saggi: Amore e conoscenza. Margherita Guidacci e Agostino Venanzio Reali, sulla scia di Emily Dickinson, in «Campi immaginabili» (38/39) 2008; “Nel cuore della luce”, in «Città di Vita» luglio- agosto 4/2010; La pietra crudele. Presenze bibliche nell’opera prima di Margherita Guidacci e Cristina Campo, in «Studium» sett.-ott. 5/2010. Ha curato con Natalino Valentini: A.A.V.V., Dipingere la parola. La teologia della bellezza nell’opera di Agostino Venanzio Reali, Messaggero 2006. Con FaraEditore ha pubblicato la sua prima raccolta di poesia: Colibrì (2010).

9.15 Guido Passini Scrivo nel tempo e sorrido: è solo trascorso ed io con essoGuido Passini è nato a Bologna nel 1978. Ammalato di fibrosi cistica scopre qualche anno fa una grande passione per la poesia e cura per Fara nel 2008 Senza Fiato e nel 2010 Senza fiato 2. In ricordo di te. È membro dell’Associazione Culturale Poliedrica di Forlì dal 2008. Le poesie La Vita tra le mani e Feriscimi compaiono nell’antologia Sentieri edita da Lulù.com per il blog ParolArte nel gennaio 2009, nello stesso anno pubblica con Fara la sua prima raccolta autonoma, Io, Lei e la Romagna. La poesia Ti mostrerò compare nell’Antologia I poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini (Il Ponte Vecchio, 2009). La poesia Italia son cresciuto ne Il segreto delle fragole 2010 (LietoColle). Con Due preghiere è inserito ne La poesia, il sacro, il sublime, con “Poesia: un impegno che salva” in Salvezza e impegno (entrambi Fara 2010).

9.30 Dante ZamperiniReading poetico • Nato a Negrar (Verona) il 26 agosto 1972, nell’autunno del 2006 pubblica la sua prima raccolta poetica La domenica mattina per le edizioni Gabrielli. Per Dante la poesia attiene al sacro. Solo all’interno di questa dimensione è possibile raggiungere quella profondità che si pone come oggetto e giustificazione della poesia, che nasce quindi come risposta al senso di gratitudine di fronte al dono della vita e alla sua bellezza. Una volta capito questo, scrivere d’altro diventa difficile e diviene spontaneo non smettere d’interrogarsi sul senso e sul valore della propria ricerca. Con la silloge Ora Terza è presente in Salvezza e impegno (Fara 2010).


9:45 Marco Bottoni Ore di preghiera: nel tempo oltre il caso • Nato a Castelmassa (RO) il 30-9-1958, esercita dal 1986 l’attività di Medico di Medicina Generale a Castelmassa (RO). Scrive per passione dal 1999, soprattutto racconti e poesie. Ha pubblicato: L’Altro e altre storie (2004 Montedit, MI); Sullo stesso treno (2006 Fara Editore); “Vita” (2007, sei racconti nella raccolta Storie di Vita, Fara Editore); Prosecco e Prolegomeni – memorie di un Filosofo da bar (2007 Montedit Milano); Luna – Quattro storie di scacchi e di mistero (2009 Tindari Edizioni Messina); Mi siete mancati (2009 Fara Editore). Per il Teatro ha scritto Biglietto, prego! (2008), Dio lo faccio io! (2010) e Con il titolo in coda (Fara 2011). Ha corso come tedoforo per il Viaggio della Fiamma Olimpica di Torino 2006. “Ore” ha vinto il Concorso Pubblica con noi ed è inserito in Creare mondi (Fara 2011).
Dibattito aperto e tempo libero – ore 11.00 (per chi vuole) S. Messa – ore 12.30 pranzo



15.00 Simone ZaninEllissi. Elogio della sospensione del tempo e dello spazio • Nato nel 1977, ha pubblicato: La porta dei miei sogni (1995, ed. del Leone, Venezia) e Studi (2007, ed. del Leone, Venezia); il libro d'artista Preludio (2008, Pordenone-Milano) in collaborazione con l'artista Marco Baj, ed il libro d’artista Ellissi Mediterranea (2010, Officine Ultranovecento, Pordenone-Faenza) con l’artista faentino Martino Neri, entrambi in edizione numerata a mano. È fondatore del gruppo/progetto Ultranovecento, che cura realizzazioni di opere congiunte di poeti e artisti visivi. Nel 2010 è stato inserito nel libro d’arte Capriccio del cerchio a cura di Evelina Schatz, in occasione dell’omonima esposizione dell’artista russa tenutasi a Milano, e in Salvezza e impegno con il saggio “La poesia e gli strani meccanismi del mondo troppo umano”. Collabora con la rivista ALI diretta da Gian Ruggero Manzoni e con la galleria Vastagamma di Pordenone per l’organizzazione di eventi letterari ed artistici.


15.20 Annalisa TeodoraniE’ temp: reading poetico • Giovane esponente della scuola poetica santarcangiolese (Tonino Guerra, Gianni Fucci, Raffaello Baldini, Nino Pedretti, per fare solo alcuni nomi) ha esordito giovanissima nel 1999, con Par senza gnént, Per nulla (introduz. di Gianni Fucci, nota di retrocopertina di Narda Fattori, Ed. Luisè, Rimini), seguito dalla raccolta La chèrta da zugh, La carta da gioco (prefaz. di Andrea Brigliadori, postfaz. di Narda Fattori, Il Ponte Vecchio, Cesena, 2004) e da Sòta la guàza, Sotto la rugiada (presentazione di Manuel Cohen, Il Ponte Vecchio, Cesena, 2010).

15.40 Sebastiano AdernòPer gli anni a venire: scrittura e assenza del presente per mancanza di consapevolezza e discernimento • Nato nel maggio 1978, Laureato in Lettere Moderne a Milano, il suo percorso si snoda tra poesia, concorsi letterari, reading e pubblicazioni. Sue poesie sono apparse edite da LietoColle: Il Segreto delle Fragole e Verba Agrestia. È presente sui numeri 9/07 e 11/07 della rivista «Arte-Incontro» edita da Bocca, e nell’antologia Scrittura amorosa edita da Fara. È pubblicato negli ebook Un fiore di parola e Poesia e monnezza (creati dal multiblog viadellebelledonne.wordpress.com). È stato finalista del III Premio di poesia “Gerardino Romano” (BN). Si è classificato terzo al Concorso Solaris organizzato da Edizioni Montag di Macerata. È stato premiato con una videopoesia al Premio di Poesia In/Civile organizzato dal Comune di San Giuliano Terme di Pisa. Sue poesie sono apparse nelle prime cinque antologie legate all’iniziativa Istant-Anthology organizzata da Giulio Perrone Editore di Roma. Vincendo il concorso Pubblica con noi 2008 ha pubblicato una silloge di trenta poesie dal titolo carminasincronici nell’antologia Storie e versi.


16.40 gran dibattito finale saluti e partenze intorno alle 18.00

(chi vuole può prenotare e restare anche per cena e pernottare)

Il convegno è aperto a tutti gli interessati. Le prenotazioni in foresteria vanno effettuate telefonicamente al numero 0721-730261 (chiedere del Priore) si prega di telefonare alle 13,00 o dalle 20,00 alle 21.00, foresteria@fonteavellana.it

mercoledì 30 marzo 2011

Intervista a Ugo Piscopo

Me ne andai in Africa a cercare antiche radici e altre ragioni.

di Antonietta Gnerre

Ugo Piscopo (Pratola Serra, 1934) poeta, scrittore, studioso di letterature comparate e di arte contemporanea. Benemerito della scuola, della cultura e dell’arte, è stato professore e preside nei licei (1958-1983) e ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione (1983-2000). Dal 1963 al 1967, ha insegnato al Liceo Italiano di Tripoli, per conto del Ministero degli Affari Esteri e ha tenuto corsi di lingua e cultura italiane per stranieri. Nel 1983, ha vinto il concorso per ricercatore di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha svolto e svolge un’intensa attività letteraria ed è autore anche di testi teatrali. Come poeta, ha pubblicato le raccolte: Catalepta (1963), e (1968), Jetteratura (1984, Primo Premio Gallicanum 1984), Quaderno a Ulpia la ragazza in mantello di cane (2002, Primo Premio Minturnae 2004), Haiku del loglio e d’altra selvatica verzura (2003, Menzione speciale al Premio Sandro Penna 2004), Il ricordo del tempo di un bimbo che misura (con Gianni Rossi, 2006), Presenze preesistenti. Pietre di Serra di Pratola Serra (2007, secondo Premio Penisola Sorrentina 2007), Lingua di sole. 12 haiku + 1 e una breve epistola (2008).


Lei è scrittore, critico, saggista, storico, drammaturgo, poeta, traduttore e giornalista. Tutte queste declinazioni culturali camminano insieme?

Possono, devono camminare insieme. È come nella vita di ognuno di noi. Noi viviamo, e, in quanto viviamo, non ci limitiamo a fare i viventi: pensiamo, giochiamo, lottiamo, ci rattristiamo, ci specializziamo in un mestiere, ci sposiamo, badiamo ai figli, ci esponiamo a rischi, partecipiamo alle attività ludiche, ai riti religiosi, alla politica. Proprio perché viviamo, facciamo per necessità o per scelta più cose. Anche chi si specializza, fa molte cose. Prendiamo un falegname o un commerciante. Ognuno di essi fa il mestiere come può. Ma oltre a fare l’attività specifica, fa tante altre cose che hanno rapporto con la sua vita: si sposa, fa i figli, si appassiona magari alla politica o se ne disincanta, prende una vacanza, se può va in villeggiatura. Analogamente avviene nel campo della letteratura, che è la mamma della poesia, della narrativa, della saggistica e di tutto il resto. Chi è poeta, deve conoscere i segreti della letteratura e deve sapere giocare con le sue possibilità.

In quale veste artistica, fra quelle elencate, si sente più sicuro?

Con la storia della veste, mi fai pensare a una bellissima commedia di Bontempelli, Nostra Dea. Qui la protagonista dispone di un vasto e ricco atelier, con tantissime vesti. Lei, a seconda del vestito che indossa, diventa un’altra. Temo, cara Antonietta, che tu mi abbia fatto scoprire un aspetto della mia vita, a cui finora non avevo mai pensato. Se devo risponderti, dovrei ammettere che mi va bene più di una veste.

In quest'intervista parleremo della sua passione per la poesia. Pertanto, parto subito con la prima domanda: come nasce la poesia nella vita di un uomo?

Bella domanda, questa. Da un milione di euro. Come nasce la poesia? Dove nasce, quando nasce? Sono domande che concernono le origini del mondo e insieme l’ontologia. E tu sai che cosa è l’ontologia. Io non sono in grado di rispondere. Più giusto sarebbe parlare di che cosa è, come funziona la poesia, che razza di congegno è. Più comodo, poi, sarebbe per me parlare di me, delle mie personali esperienze. Ma, con questo, siamo nel campo della biografia. Se dovessi, però, fare il mio biografo, diventerei un po’ l’inventore di un racconto. E da poeta, farei il narratore. Dice uno scrittore francese: “Ma biographie?... Inventez-là”.

Lei esordisce negli anni Sessanta con Catalepta, una raccolta che parte dalla sua terra d’origine (Pratola Serra, Avellino) con un’impostazione “fortemente elegiaco-intimista”; uno stile che richiama, come sottolinea il critico letterario Paolo Saggese in Poeti del Sud 2 (Sellino Editore, 2006), quello di Ungaretti e Quasimodo. Com’è nato questo quaderno?

È nato dalla strage di molti “pizzini” e di molte prove, cominciate quando frequentavo la quinta elementare, nella germinante solitudine agreste di Serra. Poi intervenne un lungo periodo di mie difficoltà con la scrittura. La fontana magica si riaprì in prima liceale. Ma di tutto questo non è rimasto nulla, credo. Dal primo anno di università in poi ho cominciato a raccogliere e a selezionare i testi. Che auscultavano altri testi e altre maniere: di poeti italiani, di poeti francesi e inglesi, di poeti latini e greci. Cercavo l’essenzialità della parola su uno scenario intemporale, metafisico. E presi a nuotare nelle acque di un gran fiume, dove confluivano tanti linguaggi, tante voci. Quella raccoltina, pubblicata nel 1963, piacque a Diego Valeri, che mi scrisse un lungo e affettuosissimo testo. A Toffanin, che mi fece spaventare con certi giudizi favorevoli troppo altisonanti. All’amico poeta spagnolo Felix Murga, che se ne innamorò e fece avere un copia del quadernino a Jorge Guillén, che io ammiravo allo spasimo.

Nel 1968 consegna alla stampa la sua seconda prova poetica “e”. Cinque poesie di questa raccolta sono state tradotte in francese da A. Monjo , pubblicate in «Europe», Paris 1970. La raccolta in gran parte è redatta durante il suo soggiorno a Tripoli come insegnante. Ci può parlare di questo periodo della sua vita, e di questo lavoro che sottolinea la condizione di vita in Africa e nel Sud d’Italia?

Questa raccolta marca una svolta nel linguaggio, nello stile, nei modelli culturali, nella relazione col reale. Pertanto, andrebbe letta in questa polisemia, a cominciare dal linguaggio e dallo stile. Segnala spostamenti di asse. È significativo quel titolo brevissimo, appena pronunziato: “e”, in minuscolo, accenna alla congiunzione che collega più cose fra loro (proposizioni, monemi, lacerti, sintagmi). A ogni modo indica lo stato di continuazione del discorso e delle vicende. È simpatico che un titolo del tutto identico venga adoperato subito dopo a Parigi per una sua raccolta da un poeta mio coetaneo, che stava in fase di lancio e più tardi si affermerà, Jacques Roubaud. Ed è significativo anche che “e” sia pubblicato nel 1968, anno della grande contestazione operaia e studentesca a livello internazionale. Contestazione che si avvertiva nell’aria già da qualche anno. Erano, quelli, anni fermentanti in senso rivoluzionario. La mia contestazione maturava già da tempo, in insoddisfazione e impazienza nei confronti della civiltà occidentale, degli studi classici, delle situazioni sociali. In quel tempo passai dai miei studi sulla classicità a quelli contemporaneistici. Me ne andai in Africa a cercare antiche radici e altre ragioni. Mi qualificai politicamente a sinistra. Da fidanzato passai al matrimonio. Dismisi la poesia intemporale per quella grondante magmaticamente e collassante implosività. Come Freud per Traumdeutung, avrei potuto epigrafare il mio quaderno con le parole dell’Eneide di Virgilio: “Flectere si nequeo Superos Acheronta movebo”. Quanto ai rapporti con l’Africa, ho dedicato ad essi un ciclo narrativo inedito di quattro volumi. Due li pubblicherò a breve, due li ho destinati al silenzio (per sempre).

Nel 1984 a distanza di lunghi anni dalla raccolta “e” , lei ritorna di nuovo sulla poesia. La raccolta s’intitola Jetteratura e segna un altro importante traguardo in campo letterario.

Permettimi che ti corregga, cara Antonietta: nel 1984 pubblico una nuova silloge di versi, non ritorno di nuovo alla poesia. Nella poesia, ormai, tengo le mie radici da sempre, dando segni all’esterno, questo sì, per intervalli (quasi “per intervalla insaniae”, come diceva San Girolamo di Lucrezio). In questo nuovo quaderno, la ricerca avviata continua più serrata (e anche più astrattizzante nel senso indicato da Gerardo Diego e da altri poeti spagnoli del primo Novecento). Approfondisco e allargo il lavoro di destrutturazioni e di smagliature, con l’intenzione di contattare (o almeno suggerire) uno stile e un linguaggio che cominciano a rivelarsi per accenni e per discontinuità, per rinvii ad un dicibile del non detto, per attingimenti a offerte latenti tutte ancora da esplorare. È un distruggere, per ricreare stati e situazioni nascenti.

La poesia maturerà ancora, con stimoli e nuovi flash intuitivi. Infatti, in Metropolitana blindata, si respira un dirompente sperimentalismo e l’impegno meridionalista. È vero?

In quanto al nesso col Sud, non c’è stata mai oscillazione. Io sono nel Sud, sono il Sud. Sempre. E questo è evidentissimo nella mia produzione creativa (in versi e in prosa). A cominciare da Catalepta e ancor da prima. Anche quando parlo dell’Africa, mi riferisco sempre al Sud, ovviamente a un Sud su altra scala (geopolitica, culturale, ideale). E parlo del Sud, soprattutto se ne taccio, quando l’assumo a scenario oscuro del non detto o a fondale di acque che si screziano in superficie di scintille di cielo. Come accade, quando parlo della Germania o dell’Europa settentrionale o del Nord America. In quanto allo sperimentalismo, l’avvio (in do maggiore) è in “e”. Dopo il mio passaggio al modernismo, i miei contatti con Luciano Anceschi e la conoscenza di Edoardo Sanguineti. Il quale, alla sua scomparsa (2010) ha lasciato incompiuto un lavoro, che aveva avviato per una mia collana, “Ritratti di città”, che io dirigo da anni per l’editore Guida di Napoli. In questa collana, Edoardo aveva già pubblicato un profilo della sua Genova.

Una nuova stagione si apre con l’epyllion del Quaderno a Ulpia, la ragazza in mantello di cane, dove lei riflette sulla condizione esistenziale dell’uomo. Con un gusto sperimentale molto vicino alla corrente dei Novissimi.

Le consonanze con i Novissimi e dintorni vanno cercate legittimamente, ma fino a un certo punto, nella mia produzione della seconda metà degli anni Sessanta e nei due decenni successivi. Hai pienamente ragione, invece, quando parli di una “nuova stagione”. Quest’altra stagione si avvia agli inizi degli anni Novanta e continua tuttora. In essa, perseguo l’obiettivo di una “nuova narratologia”, come dico spesso tra amici. Chiedo allo stile e al linguaggio l’opportunità di consentire un respiro più continuo e leggero alla mia scrittura. Simultaneamente spingo la parola ad avviarsi verso nuovi orizzonti, per un dialogo con aspetti e situazioni non più condizionati dall’antropocentrismo.

Questa prospettiva d’approccio alla parola sfocerà del tutto nella raccolta Haiku del loglio. Le piante, le erbe e i fiori si animano, prendono corpo, vivono oltre la carta.

In Haiku del loglio, continuo e confermo l’indirizzo intrapreso in Quaderno a Ulpia. Dopo la nuova raccolta ci sono altri quaderni, qualche libro d’arte, un’antologia pubblicata a Varsavia da miei amici che ho conosciuto lì per alcuni miei interventi all’Istituto Italiano di Cultura. L’antologia Andate e ritorni, con testi in italiano e traduzione in polacco a fronte a cura di Pawel Krupka, dà parecchio spazio a testi inediti, che vengono dopo Haiku del loglio. Comunque, una tappa fondamentale dopo Haiku del loglio è Presenze preesistenti. Pietre di Serra di Pratola Serra, con una bella prefazione di Marcello Carlino.

Quali poeti hanno influenzato, in modo specifico, la sua scrittura?

Sofocle e i lirici greci, Lucrezio, Orazio e Virgilio tra i latini, Paul Éluard tra i francesi, Jorge Guillén e Lorca tra gli spagnoli, John Donne e Dylan Thomas tra gli inglesi, i Beats (Ginsberg, Ferlinghetti, ecc.) tra gli americani, Goethe e Rilke tra i tedeschi. E poi tutti gli italiani, da Cavalcanti e Dante in qua, fino a Zanzotto e oltre.


Tre libri, di poesia, da tenere sempre sul comodino.

L’Odissea (ma in greco), la Divina Commedia e tutto il teatro di Shakespeare (ma in inglese).

Quanto tempo lei dedica alla poesia?

E come faccio a contabilizzarlo? Alla poesia dedico non solo il tempo di lavorazione a tavolino, ma sequenze di notti insonni e talora anche quelle in cui dormo e sogno di comporre versi, che per lo più al risveglio non ricordo più. Chissà che forse quelli che non ricordo non siano i migliori.

Come concilia l’attività di poeta con la sua intensa attività di critico letterario? 

La conciliazione avviene sul filo di uno scambio: la poesia è terribilmente, anche se talora inconsapevolmente, critica, e la critica a sua volta ha senso se è intrigantemente inventiva e disoccultatrice di aspetti segreti.

A quale sua pubblicazione è più legato?

Senz’altro sono legatissimo alla Casa di Santo Sasso, che vorrei ristampare, se possibile. Ma sono legato a molti altri testi: a Catalepta, che è la mia opera prima, ai miei studi sul surrealismo e sul futurismo, a Savinio, a Torneador che è un romanzo per ragazzi, alla traduzione del Grande viaggio nel paese degli Uroni, che è la prima versione italiana di un incantevole testo di un viaggiatore francese del Seicento sui Grandi Laghi del Nord America.

Un’ultima domanda, a cosa sta lavorando in questo periodo?

È uscito da circa un mese con Guida un libro da me curato e prefato di Franco Casavola, Presidente emerito della Corte Costituzionale, e ne sto seguendo la diffusione. Sono in stampa una raccolta di poesia inedita e un testo teatrale inedito dedicato all’Italia del nostro tempo. Attendo nello stesso tempo la pubblicazione a Roma di una raccolta di testi teatrali precedenti. Mi accingo a stampare due libri di narrativa dedicati all’Africa. Tre miei poemetti stanno per uscire, uno per parte, su una rivista di filosofia e su due antologie collettanee. Seguo delle riprese filmiche per un corto sulla mia attività di poeta. Curo le collane letterarie da me dirette. Do collaborazioni a giornali e a riviste. Prendo parte a eventi e a dibattiti culturali. Forse, tu mi dirai che è tanto, che è troppo. Non ti potrei che dare ragione.

Su A dieci minuti da Urano. Poesie di tentata conquista
di Carla de Angelis


Quarta lettera sull'intensità

di Massimo Sannelli

1. L’io non è un male, e perché dovrebbe esserlo? L’io lirico – bestia nera, angelo bianco – non ha mai ucciso nessuno, è impolitico e nonviolento: e allora che male vi ha fatto, amici ?  C’è chi sorriderebbe del «sudore dell’anima». Dov’è il problema: nel sudore ?  Troppo corpo. Nella cosa innominabile: l’anima ?  Troppa donna. Il vero problema è l’anima, innominabile: eppure esiste una scienza che si chiama psicologia. La «scienza dell’anima» può essere anche la scienza della farfalla; o anche: il discorso dell’anima, che parla. O anche: il discorso della farfalla, che parla a suo modo: la psyché alata, la psyché vivente, la psyché scrive. E ora Aleksandr Balagura intitola Ali di farfalla un cortometraggio di pura poesia: il racconto di più giovani a Kiev, che scoprono il cinema nei primi anni Ottanta, e qualche fotogramma rimane; poi Aleksandr torna a cercare le bobine, rivede gli amici, uno di loro è morto, si cerca una patria nuova in Italia, ci resta. Ne è nato un documentario di montaggio, come La bocca del lupo di Pietro Marcello. Non a caso sono due documentari su storie private (Enzo e Aleksandr), sulla mutazione dei luoghi (la Kiev comunista, la lontanissima Genova industriale e portuale), sulla ricerca del paese innocente (la casa in collina per Enzo e Mary; Bagno Vignoni per Aleksandr). In questi film il montaggio è grande come l’ispirazione e la regìa è meno forte della storia vera. La Bocca del lupo in particolare è il film di Enzo, non di Pietro.
L’io vivente è lo specchio in terra del Dio vivente. Crescendo, può dissociarsi nobilmente dalla scuola, come l’Anima dello Specchio di Margherita Porete: «Io non prego nulla». E così: «Basta domande inutili / analizzare ogni frase // inganni sulle vocali, inciampi sugli accenti».

3. Il sudore riappare sùbito: basta guardare la casa, opera del lavoro. I muratori bevono birre, con i «volti sudati». I sacchi di cemento sono pesantissimi, i detriti sono pesantissimi. Gli umanisti non lo sanno, di solito: quanti pesi portano, e quali? Quando? Infatti non hanno un bel corpo, di solito. La birra dopo un lavoro duro è una benedizione del Dio altissimo. Dopo il muratore, il contadino, sùbito dopo. E Carla ha ragione di dire: «Temo la vita senza emozioni / abiti da comprare // alberi da curare / stoviglie nuove tappeti // pareti da dipingere / appetiti di tavole imbandite». È una vita che fa più paura della morte. Infatti moltissima poesia contemporanea parla della morte, anche senza saperlo: parla sottilmente della «vita senza emozioni», gloriandosene anche un po’. Non si può chiederlo ad una moglie, ad una madre: infatti la poesia «senza emozione» è frutto freddo di maschi, arroccati nella mente. Chissà che cosa prova una donna, una moglie, una madre. Ma un uomo è molto inesperto, sa poco di chi lo fa crescere, di chi gli cresce accanto. Un critico criticò oralmente: «La poesia di Florinda Fusco è surrealismo mestruale». Commento di mia madre, secca: «Digli che anche lui esiste grazie alle mestruazioni di una donna».

4. La vita piena di fatti, la vita che dà la vita ad una figlia – Carla è madre – non ha bisogno di ambizioni e di illusioni. «Porto a spasso la bellezza / eppure bella non sono». E poi: «Non mi tramuta in marmo né in alloro», né scultura né Dafne, nessun particolare Apollo adorabile-tremendo. Il soggetto è la vita, svelata a fine testo. La vita non è facile, e chi l’ha mai detto? Le madri si sono spaccate in due per metterci nel mondo, e noi occultiamo la vita; oppure la cerchiamo fredda e freddina, perché l’uomo ha paura di sembrare una donna. L’uomo ha paura di ciò che è perenne e animale nello stesso tempo, intellettuale e vitale, gentile e selvatico nello stesso tempo (quando Carla sfida il gatto, e ne scrive, è come un incontro tra pari in natura). Difficilmente un uomo sarà molte cose nello stesso tempo [sarà preso in giro dai piccoli piccoli; gli diranno, anche verso il quarantesimo anno: «sei praticamente una donna», come se la parola DONNA fosse un’ingiuria. Non hanno mai visto una donna? E ancora meno l’hanno toccata]. La vita «spalma di olio la strada in salita / spezza i freni in discesa». Ci sono i rischi, ci sei tu. Tanto vale restare, il corpo ha una sua resistenza [e quanto è resistente la Farfalla in mente, l’io vivente]. Il contrario della vita grande è sempre in agguato: «Insolute bocche mendaci / sacrificano angeli // al tramonto stridono / non risparmiano trame». Il contrario del contrario è intenso fino ad una gloria nietzscheana: «di’ al tuo dio che la vita ci piace».


5. Bisogna «chiarificare la melma». La melma è il fango, che Guinizelli considerava immedicabile: il fango rimane vile anche sotto i raggi del sole, il cuore ignobile non sarà mai nobile, ma al cor gentil rempaira sempre Amore. Ora no: c’è anche della nevrosi nel rifiuto di chiarificare, amici. Significa anche: non trincerarsi più in un mistero o in una scuola di scolarchi contro il sottobosco. Chiarificare significa: abbassa il tuo stile e la tua testa se puoi [nobilmente] sedurre ed esaltare [allegramente] un lettore in più – cioè la sua anima. Ali di farfalla, appunto. Esaltare significa fargli godere la sua vita, renderlo orgoglioso della vita. E poi bisogna fargli notare che è vivo: tentata conquista.