venerdì 29 luglio 2011

DANTE FOR EVER a Cesena 31 luglio


LA COMMEDIA DAL NOSTRO INVIATO IN CRONACA
CESENA
PALAZZO DEL RIDOTTO
31 LUGLIO 2011
ORE 21,30


Fin dalla sua nascita la Fondazione Renato Serra ha svolto una serata estiva dedicata alla cultura, intrecciando letteratura, musica e teatro. Anche quest’anno nel Chiostro di San Francesco (in caso maltempo al Ridotto del Teatro Bonci di Cesena) il 31 luglio, alle ore 21,30, si svolgerà il tradizionale spettacolo, dedicato a Dante Alighieri. Il programma curato da Marino Biondi, Presidente della Fondazione, prevede la lettura di alcuni importanti passi della Commedia con la voce di Gabriele Marchesini. Intervengono Elena Baredi, Assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Marino Biondi, Roberto Casalini e Franco Pollini.

Nel corso della serata sarà presentato il volume Poeti romagnoli d’oggi e Dante Alighieri, il quarto libro di una serie, i cui precedenti sono stati realizzati nel 2005, “Poeti romagnoli d’oggi e Giovanni Pascoli”, nel 2007, “Poeti romagnoli d’oggi e Charles Baudelaire”, nel 2009, “Poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini”. Si tratta di un’antologia di testi poetici e critici curata da Franco Pollini, promossa dal Circolo culturale “Giordano Pollini” ed edita dalla Società editrice Il Ponte Vecchio di Cesena. La copertina e le illustrazioni sono state realizzate dall’artista Ilario Fioravanti, mentre i testi critici sono di Marino Biondi, docente all’Università di Firenze, di Maurizio Ridolfi, docente all’Università della Tuscia, e da Roberto Casalini. A conclusione della serata saranno lette alcune poesie pubblicate nel volume a cui hanno aderito 50 poeti romagnoli che hanno elaborato testi originali a partire da un suggerimento, un’idea di fondo. Lo spunto è offerto da una celebrazione eccellente, il 150° dell’Unità d’Italia, che appunto nel 1861 ricevette la sua consacrazione ufficiale. L’Italia era fatta, ma, come si diceva allora e forse ancora oggi, restavano da fare gli “italiani”.

In questa difficile costruzione, i cui mattoni erano fatti di convinzioni eredità, coscienza e comunque dal riconoscimento dell’esistenza di un patrimonio comune di lingua, cultura, tradizioni, religione, istituzioni, valori condivisi, oggi diremmo di una diffusa cultura materiale, etica e spirituale, comune a tutti coloro che vivono sul territorio italiano, Dante Alighieri, in quanto padre riconosciuto della nostra lingua e letteratura, è stato un faro per tutta la Nazione.

Dante ha composto in volgare, cioè in italiano, Divina Commedia, il poema più importante della nostra storia, fondando di fatto la lingua letteraria italiana, quella che ancora parliamo e che accomuna tutta la Nazione, anche se molto di quel sapore linguistico antico si va perdendo con le nuove generazioni. Se Dante fosse esistito oggi, avrebbe sicuramente vinto il Premio Nobel per la letteratura, perché, oltre ad essere letto e recitato nelle piazze italiane, il suo poema è tradotto in tutte le lingue del mondo. Ma Dante è anche l’autore del “De vulgari eloquentia”, un testo di critica linguistica, diremmo oggi, in cui egli riflette e analizza il modo di parlare degli Italiani del suo tempo.

Il testo “Poeti romagnoli d’oggi e Dante Alighieri”, presentato durante la serata del 31 luglio 2011, contiene anche una serie di annotazioni sui vari dialetti diffusi al tempo di Dante; il quale conobbe due diversi gruppi di dialetti parlati nelle Romagne, da lui descritti puntualmente. Essi sono “simmetricamente opposti. Uno di essi pare così femmineo per la mollezza delle sue parole e della pronuncia, che un uomo che lo parli, per quanto di voce maschia, potrebbe essere preso per una donna. Questa è la lingua dei Romagnoli, soprattutto di quelli di Forlì, città che, pur essendo periferica, è tuttavia come il fulcro di tutta la provincia. (…) L’altro volgare di cui si diceva è così irsuto ed ispido per parole ed accenti che, a causa della sua rozza asprezza, una donna che lo parli non solo va fuori misura ma la potresti perfino prendere per un uomo.”

Dante dunque rappresenta ancora oggi l’Italiano per eccellenza, rappresenta allo stesso tempo l’uomo e la lingua, la letteratura e la cultura, il passato e il presente del nostro Paese. Ricordare l’opera di Dante è il miglior modo di celebrare l’Unità d’Italia.

I poeti partecipanti sono
LORIS BABBINI, TOLMINO BALDASSARI, MAURIZIO BALESTRA, BRUNO BARTOLETTI, MARCO BENAZZI, STEFANO BERNARDESCHI, CATERINA BIONDI, FRANCO CASADEI, MAURO CASADEI TURRONI MONTI, BENEDETTA DAVALLI LEONCINI, DENIO DERNI, ANDREA DESERIO, FRANCA FABBRI, CARLO FALCONI, NARDA FATTORI, ANDREA FOSCHI, SABRINA FOSCHINI, FRANCESCO GABELLINI,
ANTONIO GASPERINI, CRISTINA LAGHI, GIANFRANCO LAURETANO, GUIDO LEOTTA, ROSINO MARANESI, GRAZIA MEDRI, ROBERTO MERCADINI, GIOVANNA MISSIROLI, FABIO MOLARI, ARDEA MONTEBELLI, MIRELLA MORARA, GIOVANNI NADIANI, DOLFO NARDINI, ANDREA PARATO, FABRIZIO PASI, GUIDO PASSINI, SANTE PEDRELLI, MARIAGRAZIA PILONI, MARIA QUAGLIOTTI, LUCIANA RAGGI, ALESSANDRO RAMBERTI, LUCIANO SAMPAOLI, ELLI RITA SIGNANI, ANNA MARIA TAMBURINI, ANNALISA TEODORANI, CATERINA TISSELLI, ELISABETH TURCI, MARCO VIROLI, OSCAR  ZANOTTI, MARISA ZATTINI, MATTEO ZATTONI, ANTONIO ZAVOLI.

Il libro oltre alle poesie originali dei poeti indicati comprende tre testi introduttivi di cui sono autori Marino Biondi, Professore di Storia della Critica all’Università di Firenze, Maurizio Ridolfi, Ordinario di Storia Contemporanea all’Università della Tuscia e Roberto Casalini, editore e scrittore. In copertina è pubblicato un acquarello originale di Ilario Fioravanti che ha curato anche una sezione dedicata ai poeti romagnoli di ieri, storicizzati, ritratti dallo stesso artista. Il libro, edito dalla Società Editrice “Il Ponte Vecchio” di Cesena, è curato da Franco Pollini e promosso dal Circolo culturale “Giordano Pollini”.


Fondazione Renato Serra
Via Carducci 29
47921 Cesena
Tel. 0547 29557
Mail: fondazione serra@comune.cesena.fc.it

Riconoscimento speciale a Danza immobile e segnalazioni per Sputami a mare e Sequenza di dolore

Alla poetessa  Gladys Basagoitia



Oggetto: XXXVII  Premio Internazionale di Poesia “Città di Marineo”



Mi è particolarmente  gradito comunicarLe  che la Giuria  della XXXVII Edizione del Premio Internazionale  di Poesia “Città di Marineo” Le ha conferito un riconoscimento  speciale per la traduzione dell’opera straniera tradotta   in italiano “Danza immobile” edita dalla  casa editrice  Fara Editore.


Congratulandomi con Lei per la Sua affermazione,  mi è gradito invitarLa alla cerimonia  di premiazione  che avrà luogo in Marineo, Piazza Castello,  il 4  settembre 2011,  alle ore 18.00.

                                                                                             Il Presidente
                                                                                  Mons. Giuseppe Randazzo




v. anche i risultati con le segnalazioni di Stefano Bianchi e Rosa Elisa Giangoia.
Complimenti e ad maiora!

giovedì 28 luglio 2011

Guernica


Guernica

Cocci
malo ferro
presagi
pesi di malta, d'argilla, mattoni
bisbiglii
nei timpani dei neonati

un completo corpo di esiliati
sollevati per le narici
con uncini da macello

tutto si rimesta dintorno

il vento sparge sale

e non ci sono santi:

l'uscita avviene stappandone
le scapole.

Anche Suture e Lattice all'antica Pieve di Nave (BS) 7 ago

Racconti di Santi, Poeti e Navigatori

Nella suggestiva cornice dell'antica Pieve della Mitria di Nave, BS  (v. mappa http://bit.ly/nj4PZU ), arte, cultura, storia, poesia e buon cibo "accadono" gioiosamente! Presenti anche i poeti Andrea Garbin con Lattice e Luca Artioli con Suture (entrambi pure nel volume antologico Salvezza e impegno). Buona festa!


“La zattera dei poeti” al Furlo 29-30 lug


Alla Casa degli Artisti e alla Golena del Furlo, 29-30 luglio 2011

Una grande zattera in quercia e abete approderà alle rive del fiume Candigliano e sarà il palcoscenico naturale per 36 poeti provenienti da tutta Italia. Un fiume lirico e musicale dentro la Gola del Furlo (un canyon spettacolare, nel comune di Acqualagna, provincia di Pesaro-Urbino), dove andrà in scena: La Zattera dei Poeti.
Nella conferenza stampa di ieri, nelle sale della Provincia di Pesaro-Urbino, è stata presentata l’originale iniziativa ideata da “La Casa degli Artisti” per festeggiare il compleanno della Riserva della Gola del Furlo che compie dieci anni. “Quest’anno siamo stati fortunati”, ha esordito il direttore della Riserva, Maurizio Bartoli, “l’Aquila reale ha generato due aquilotti, fatto abbastanza raro, e 36 poeti cantano nella Gola. È il simbolo del turismo che vogliamo, attento alla natura, colto e sensibile”. La giovane poetessa fanese Franca Mancinelli, curatrice del reading poetico, ha poi esposto i criteri della selezione, durata cinque mesi, e illustrato il programma delle due giornate.
Il 29 sera, alle 21, c’è un’anteprima alla Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo”, ha spiegato, “dove Gabriella Sica presenterà il suo ultimo libro “Emily e le Altre”, Salvatore Ritrovato il nuovo “Almanacco di poesia Italiana”, sfoglieremo “Argo” la rivista che Canalini edita per la cura di Valerio Cuccaroni, «Arcipelago Itaca» rivista online ideata da Danilo Mandolini, e conosceremo le iniziative di “Adam” (www.adamaccademia.com) curate da Alessandro Seri; chiuderanno la serata tre voci di giovani poetesse: Francesca Ricci, Laura Corradini e Lella de Marchi con le musiche di un altrettanto giovanissimo compositore, Alessandro Menichelli”.
E veniamo al programma di sabato 30 luglio, alla Golena, sulle rive del Candigliano, in località Passo del Furlo (Acqualagna), si comincerà alle 16 con le acrobazie di un tree-climber, Nicola Esposito, po(e)tatore volante, poi inizierà il reading “fluviale”, con un intermezzo musicale della vocalist-performer Morena Tamborrino accompagnata da Carlo Fatigoni, proseguirà la lettura di poesie che si concluderà con “Poesie al tartufo” all’Hotel la Ginestra. (Del resto siamo in terra di tartufi e domenica si svolge proprio la festa del Tartufo Estivo).
“La Zattera dei poeti” vedrà salire gli autori secondo una precisa successione: i “Nati negli Ottanta” (Tardino, Gallerani, Cati); “Le Marche in poesia” (Accattoli, Paci Morresi, Gezzi, Socci, Ruggieri); “Un’altra lingua” (Franzin, Teodorani); “Voci” (Buoninsegni, Sica); “Un nodo sottile” (Annovi, Turina, Torre, Bigazzi); “Altre Voci” (Maldini, Di Spigno, Guatteri, Foschini, Bertozzi, Mattoni). Infine, tutti i poeti, ospitati nella Casa degli Artisti, faranno una passeggiata notturna nel Parco della Land Art di Sant’Anna, per lasciare un verso, un rigo appena.
Info: www.riservagoladelfurlo.it; andreinade.tomassi@alice.it



TUTTI SULLA ZATTERA


Vogliamo mettere in salvo la terra e la parola: prima le donne e i bambini, subito dopo, i Poeti.Visto che solo la Bellezza e la Poesia salveranno il mondo, abbiamo pensato a un luogo fantastico e gotico come la Gola del Furlo, con il suo fiume smeraldo che l’ha scavata nei millenni: il Candigliano, e abbiamo chiamato le giovani e meno giovani leve della poesia italiana per lanciare un messaggio di speranza. Su questo fiume, depositiamo il simbolo letterario dell’avventura e della sfida, sogno di libertà e di follia: la Zattera. Costruita a mano dallo scultore Antonio Sorace, sarà il nostro palcoscenico verde per lanciare i messaggi in bottiglia. La poetessa fanese Franca Mancinelli ha chiamato l’equipaggio da tutta Italia, la Casa degli Artisti lo ospita, e siamo qui per festeggiare la Riserva del Furlo che compie dieci anni. Una Riserva dei Poeti. Anche se siamo nella terra del “dolce naufragio”,qui invece vogliamo salvare tutti, come possiamo, intanto, con l’Arte, la Parola e la Musica. La Musica, ce la offrono Morena Tamborrino, attrice e cantante, che esplora tutti i timbri della voce, e Carlo Fatigoni, musicista totale e “visionario”, con “SOON”, una live poetry-performance. Grazie all’impianto sonoro curato da Paolo Florio (maestro delle sonorità allo Sferisterio di Macerata). Sarà possibile ammirare le evoluzioni acrobatiche di un giovane tree-climber, Nicola Esposito, il nostro po(e)tatore volante.Come sarà possibile visitare la Land Art che va da Sant’Anna del Furlo fino alla Diga. Concludendo con un piccolo peccato di gola: il tartufo. Perché questa è la sua terra.

La Casa degli Artisti




Una scialuppa di carta
di Franca Mancinelli

Chi traghetterà quella zattera di tronchi ormeggiata sulla riva del Candigliano? Un gioco per bambini, un ponte di legno per gli animali, la ricostruzione di qualcosa che un tempo c’era?
Quando, mesi fa, la folle zattera iniziava a prendere forma dalle parole di Andreina, era già tutta nella mente e nelle mani del suo compagno Antonio. Ed è per la tenacia di questo sogno che ha finito per coinvolgerci tutti che siamo qui, in tanti, ognuno con una voce e un ritmo, con sequenze di immagini e di storie che il fiume ascolterà e immergerà nella sua lingua di argilla e di ciotoli. Metà dei poeti presenti proviene dalle Marche, questa regione che tanto ha dato alla poesia e che da qualche anno rivive nei versi di una nuova generazione che dalle province di Fermo, Ancona, Macerata, Pesaro, cerca una strada comune, oltre il solitario percorso di ognuno, cerca compagni di strada. Così Ancona, con l’associazione Nie Wiem e il festival di poesia “La punta della lingua”, Macerata con l’associazione “Licenze poetiche” e l’omonimo festival e tante altre iniziative come “La natura dei poeti” a Fermo o la rivista online «Arcipelago Itaca», hanno gravitato le esperienze di giovani poeti creando un tessuto di letture, di condivisione, di confronto, di dialogo con i maestri e con la tradizione: Adelelmo Ruggieri, Massimo Gezzi, Luigi Socci, Renata Morresi, Alessandro Seri, Danilo Mandolini, Francesco Accattoli, Valerio Cuccaroni, Natalia Paci, tutti come in ascolto dei battiti lontani di un Cuore comune (con il titolo dell’opera prima di Renata Morresi).
L’altra metà dei poeti è qui per un filo o un legame molto forte che porta alla nostra regione: come il trevigiano Fabio Franzin, poeta in lingua e in dialetto, che ha dedicato alcune delle sue Parole salse (Poesie Adriatiche) alla spiaggia e al mare di Fano, e Francesca Matteoni di Firenze che per una piccola casa editrice di Porto Sant’Elpidio, Wizarts, ha pubblicato la plaquette Appunti dal parco. Per la collana di poesia peQuod di Ancona sono usciti invece i libri della romagnola Roberta Bertozzi e del campano Stelvio di Spigno, marchigiano d’adozione, come Salvatore Ritrovato, tornato da alcuni anni a vivere ad Urbino. Altri poeti sono uniti dall’antologia nodo sottile, un’iniziativa del Comune di Firenze-Archivio Giovani Artisti, di cui hanno fatto parte, nel numero 4, Caterina Bigazzi, Novella Torre, Isacco Turina e Gian Maria Annovi, da alcuni anni residente a New York e qui con noi a trascorrere le vacanze.
Ma a che serve ricostruire la storia di un incontro, di un’amicizia? Aggiungiamo soltanto che, i trentasei poeti presenti sulla zattera appartengono per gran parte alla generazione degli anni ’60-’70 e ’80 (il più giovane, Alessandro Menichelli, è del 1990), e che la metà circa sono donne, sono poetesse emergenti e affermate come Mariangela Guatteri, Sabrina Foschini, Francesca Serragnoli, Annalisa Teodorani, Sara Tardino, ma anche poetesse che hanno alle spalle un lungo e consolidato percorso come Anna Buoninsegni di Gubbio e Gabriella Sica di Roma che, in questa occasione presenterà il suo libro Emily e le Altre.
Ogni poeta sta costruendo in solitudine la sua zattera per tentare in assoluta follia la grande traversata. Conosciamo le difficoltà che la parola incontra per essere ascoltata, per tentare di salvarsi e di portare in salvo. L’ipotesi più sensata è il naufragio. Eppure ci ritroviamo tutti qui, sulle sponde del Candigliano, pronti a salpare.

mercoledì 27 luglio 2011

Su La neve nel bicchiere di Francesco Accattoli

Prefazione di Renata Morresi,
Fara Editore, 2011, pp. 84, euro 12.00

recensione di Maria Lenti

Il titolo, La neve nel bicchiere, richiama, nella liquidità, Come acqua che riposa – il titolo del primo libro di poesie (2002) di Francesco Accattoli –. (Non conoscendolo, mi fermo all’exergo. Evito una lettura comparata dei libri del poeta osimano. Ma non posso tacere che lo stesso titolo è di un romanzo di Nerino Rossi, del 1957, da cui Florestano Vancini ha tratto l’omonimo film nel 1984. Non ho letto Rossi. A quel che ricordo, non ci sono analogie tra il film di Vancini e le poesie di Accattoli se non molto sotterranee: la durezza della neve, la liquidità come origine e genuinità).
Liquidità limpida in Accattoli: un punto d’inizio e d’arrivo, di crescita consapevole, di gradino irrinunciabile. Si trovano, nel caso, voci amiche, strade percorse (e da percorrere) insieme, rinvenimenti da scavo esistenziale, reperti d’affetti vissuti anche in altri luoghi di viaggi e d’occasione, vicinanze.
Per necessità di un’àncora che sia, ancòra, soglia di una maternale (e paternale) nascita: dove le indifferenziazioni nutrono e le sottrazioni non sono divenute tali, dove il senso del proprio esserci non s’è smarrito, non ha tradito, non si è fatto fagocitare… dal non essere costruito da estraneità su orpelli e negligenze e dimenticanze e sopravanzamenti di oscurità.
In quest’ultimo caso, allora, è liquidità solidificata, ri-attratta in staticità, ri-voltata rispetto ad una presenza a sé, agli altri, al contesto. Anzi è il rovescio di un’attesa: salificazione del “non” giungere («Da ieri la poesia ci nuoce, / perché la verità / è un incontro ed io non sono / sicuro di ciò che è dietro le parole»); constatazione di un gelo da neve («Per ora è freddo e lampioni duri, per ora è neve»); desiderio di incontri improbabili («Aspettano. C’è un mercato / d’intenzioni lungo i fianchi / delle panchine, odio i fiori regalati, / i colori divorziati dalla terra. // Ma se il mio punto d’equilibrio / s’adattasse per un soffio / allo sguardo, alla vita / della giovane cassiera, / ogni algebra direbbe / la circonferenza pura / d’ogni forma sul pianeta. // Così, a mio vedere, / avrà pace ed avrà modo, / la rincorsa, di cessare.»)
È lo “sguardo” (di cui parla Renata Morresi in clausola alla sua prefazione), ma, strettamente unito ad un modo di sentire cose, persone, spazi, di intravederne il consistere. E, prima, di calarsi nel proprio io messo, in parte, in una nudità concomitante, non tanto per semplicemente dirsi quanto per chiedere, nel dirsi, di quel sentire una ragione nella ricaduta contestuale a largo raggio, in cui ha posto la memoria (meglio, il ricordo) di lontane narrazioni.
Che non prevaricano l’oggi, per la sintonia che Francesco Accattoli vive – uomo di questo tempo – come modalità individuale e condivide con i poeti suoi coetanei.

È uscito il Monaco di Montaudon. Le poesie

a c. di Massimo Sannelli (introduzione, cura del testo e traduzione)

La Finestra editrice, Lavis (Trento) 2011

br., pp. 176; € 32,00

ISBN 978-88-95925-32-5

per informazioni :

La Finestra editrice: www.la-finestra.com
tel. 0461 241800  -  338 8202829

contatti:
info@la-finestra.com

[in allegato : la copertina. Sulla copertina il nome del Monaco appare nella forma in cui lo scrive Francesco da Barberino nei Documenta Amoris]

***

Come è un uomo che portano al giudizio,
per una colpa piccola,
e in quella corte non è amato molto,
e se fugge si salva facilmente,
ma lo sa bene: il suo errore è piccolo,
e non vuole fuggire, e ha paura,
così Amore mi ha posto in tale luogo
dove non ho diritti, né pietà
gli chiedo, non capace di fuggire.

Donna buona, se io fossi assistito
e giudicato da corte leale,
il mio reato si direbbe giusto,
ché io, se giuro, posso discolparmi,
e allora non avreste testimoni:
donna cortese e alta, io non ho fatto male,
se non amare voi e ciò che è vostro.
E ho osato dire il bene in luoghi nobili:
è questo il torto, donna, che io vi ho fatto.

Per questo male potrete volermi
male per molto tempo, ma io voglio
essere perso per il bene detto,
non conquistato per la villanìa:
nessun atto d’amore è senza la bellezza.
Quando l’uomo si fa villano e odioso,
in amore non ha rendita e censo :
può amare, ma l’amore non dà niente
se la parola o l’atto non ha senso.

Chi è puro e onora Amore ha fatto bene:
al mondo non c’è forza tanto nobile
che rende cosa tutto il suo volere,
e ogni cosa è buona e dà piacere.
Dio diede una giustissima lezione:
ci volle tutto, misura e ragione,
senno e follia, se ad Amore piaceva;
e il retaggio non dia o non tolga nulla,
perché l’amore puro ispira i due.

Un inedito di Isacco Turina

Ci è capitato di essere poeti
come arriva un esproprio sulle case
per una strada in costruzione
che quasi non ci riguarda.
Dormivamo, e le ustioni del giorno
erano pelle nuova al risveglio.

Ci è capitato di essere poeti,
ambulanze che portano
un carico di sangue estraneo.
E intanto il movimento
di pettini antichi, ci lascia
in testa capelli di morti.

Concorso “Le Strade della Poesia” sc. 20 ago

Comune di
Guardia Lombardi
Per informazioni: Biblioteca Comunale di Guardia Lombardi, tel. 0827.41297
e-mail: stradepoesia@yahoo.it

Le Strade della Poesia
Terza Edizione
settembre 2011
“Poesia della Terra”


Guardia Lombardi, 25 luglio 2011

Dopo il successo di pubblico e di partecipanti della prime edizioni de «Le strade della poesia» realizzate a Guardia Lombardi, in provincia di Avellino, nel 2003 e 2004, e dopo la lunga sospensione dell’originale iniziativa, ideata dal poeta Domenico Cipriano, il centro altirpino si riappropria di questo evento, con una terza edizione, prevista per il mese di settembre 2011, sostenuto anche dalla collaborazione dell’UNLA di Guardia Lombardi.
La manifestazione consiste nell’esposizione di testi poetici lungo le strade del caratteristico centro, affiancando interventi critici sul tema scelto per l’edizione e momenti performativi con protagonisti i versi.
Alle scorse edizioni hanno relazionato Gerardo Bianco, Luciano Luisi, Plinio Perilli e Ugo Piscopo, con l’invito, per l’invio dei testi, rivolto ai soli poeti provenienti dalla Campania. Quest’anno, per l’esposizione dei testi lungo il percorso, l’invito è aperto a tutti i poeti di ogni provenienza.
Il tema scelto per questa terza edizione è LA TERRA e il percorso seguirà nuovamente il Centro Storico del paese. Inoltre, la giornata sarà inserita in un più ampio programma della ‘Settimana della Cultura’, che coinvolgerà Istituzioni e studiosi di varie discipline e, dopo l’inaugurazione, si prevede di lasciare esposti i testi per più giorni, lungo il percorso del Centro Storico.
Chi intende partecipare deve inviare massimo 2 poesie (ogni poesia non deve superare i 25 versi, per esigenze di esposizione) sul tema LA TERRA, nel suo più ampio significato, per sceglie quelle da accogliere lungo le strade di Guardia Lombardi. Sono gradite poesie inedite, ma se si vogliono inviare degli editi, si prega di citare la pubblicazione da cui è tratta per riportarla sulla stampa, nonché l’eventuale autorizzazione dell’Editore che ne detiene i diritti. Infine, sono richiesti i recapiti degli autori e l’autorizzazione ad utilizzarli perché possano essere informati sugli sviluppi dell’iniziativa e di altri eventi collaterali.
Inviando i propri testi si cedono i diritti al loro utilizzo ai fini della manifestazione, senza nulla a pretendere, anche per una eventuale pubblicazione ad essa collegata, nonché si attesta che le poesie sono di propria produzione e si è titolari dei diritti sull’opera. L’invito è pubblico e vi esortiamo alla diffusione presso poeti che ritenete opportuno coinvolgere, nello spirito di una vera festa della poesia e della cultura.

Le poesie possono essere inviate all’indirizzo e-mail:
stradepoesia@yahoo.it con oggetto “STRADE POESIA”;
oppure per posta, al seguente indirizzo:
Segreteria STRADE POESIA
c/o Biblioteca Comunale, via San Rocco, 8 – 83040 – Guardia Lombardi (AV)

Le composizioni devono giungere entro il 20 agosto per garantire un’efficiente ed adeguata organizzazione.

Il Sindaco
Michele Di Biasi

martedì 26 luglio 2011

Vincitori XXIV Edizione – 2011 Premio Giuseppe Malattia

Sezione poesia in lingua italiana
I classificato:  Ivan Fedeli – Ornago (Monza e Brianza)
Titolo opera: (Ai margini)
II classificato ex aequo: Ivano Mugnaini – Corsanico (Lucca)
Titolo opera: Una linea retta, il sorriso
II classificato ex aequo:  Francesco Tomada - Gorizia
Titolo opera: La grammatica
III classificato:  Roberto Cescon - Pordenone
Titolo opera: [Cos’è girare la chiave …]

Sezione poesia nelle lingue delle minoranze etnolinguistiche italiane e nelle parlate locali
I classificato  Antonio Cosimo De Biasio – Cordenons (Pordenone)
Titolo opera: Sói stà su a Montreàl dóngio li mons (Sono stato su a Montereale vicino ai monti)
II classificato Francesco Gabellini – Monte Colombo (Rimini)
Titolo opera: E’ baghìn (Il maiale)
III classificato Giulio Redaelli – Albiate (Monza e Brianza)
Titolo opera: On desideri de scigala (Un desiderio di cicala)

lunedì 25 luglio 2011

È uscita a cura di Maria Lenti l'antologia Dentro il mutamento

7 - Antologia Nuovi Fermenti Poesia

Dentro il mutamento
anno 2011, pp. 154, € 18,00
Collana Nuovi / Fermenti Poesia
ISBN 978-88-97171-09-6


introduzione e note critiche di M. Lenti


Autori partecipanti: V. Busi, G. Cecchini, C. Davinio, N. Fattori, M.R. Lasio, G. Leronni,
L. Nicoletti, L. Palma, P. Polvani, G. Terzanelli.


domenica 24 luglio 2011

Mario Fresa. Ritratti di poesia (20)





 Alberto Mori






Alberto Mori è un poeta sorprendente: i suoi versi brillano, scorrono, si muovono ed esplodono con la stessa effervescente, gioiosa irrequietezza dell’argento vivo. Il suo ultimo libro, Financial (Fara editore, 2011, con una nota introduttiva di Giorgio Bonacini), ha il fascino e l’unitarietà di una compiuta e solida struttura poematica, nella quale sono fotografati e registrati i tortuosi movimenti, i tic, le strategie, le miserie e le avventatezze del mondo un po’ diabolico dell’economia (e, in particolare, delle transazioni finanziarie). È un tema difficilissimo da trasformare in poesia; eppure Mori è capace, con l’uso di un potente plasticismo visivo e sonoro, di trascinare il lettore in un viaggio grandiosamente rabelaisiano, continuamente sospeso tra il drammatico e il paradossale, tra l’epico e il grottesco.
La prospettiva di questa poesia appare seduttivamente impalpabile e sfuggente come lo stesso inarrestabile, oscuro flusso di perdite e di acquisti, di guadagni e di sconfitte dell’universo finanziario - spettacolo mostruoso, perché lucidissimo e delirante - messo in scena da Mori con una intelligente mistura di stupefatta visionarietà e di crudo iperrealismo.
La vita, dunque, impietosamente sottoposta alle leggi del Capitale, si mostra affannosa, ciclotimica e transitoria; e lo sguardo del poeta osserva, documenta e racconta l’ansioso avvicendarsi delle catastrofi e delle risalite dell’inferno della Borsa con un occhio pervaso da una saporosa, ironica leggerezza, scegliendo un’impostazione linguistica impulsiva e stordente, coloratissima e galleggiante, immersa in una catena di costruzioni ritmiche e verbali simili a un febbricitante cluster musicale che fa sbandare e sorprendere, commuovere e sorridere; ed è assai vivo, nella poesia di Mori, l’insorgere continuo di uno stralunato, irridente, anarchico impegno civile che ci pone di fronte a un’opera enigmaticamente «concreta» ed «evasiva»: l’inumana coerenza del mercato economico, arena sanguinosa e teatro dell’assurdo, diventa, qui, un mobilissimo, inquieto, straripante poema che travolge e disorienta, riuscendo, allo stesso tempo, a farci divertire e meditare.







Nella luce aurea della pelle
il bilanciamento differenziale della spese mensili sussidiarie
illude e disillude
sul crinale contabile della pendenza
ed assesta
ad estensione delle braccia
in attesa del passaggio equilibrante







Alberto Mori, poeta performer e artista, in più di vent’anni di attività ha costruito e sperimentato una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video e alla fotografia. Nello stesso tempo, ha collaborato con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Tra i suoi ultimi libri: Iperpoesie  (2001), e nel 2006 Utópos (2006)), Raccolta (2008) Fashion (2009) e Objects (2010).




giovedì 21 luglio 2011

Le poesie ritrovate di Antonio D'Alessio

recensione di Domenico Cipriano pubblicata su «NARRAZIONI - Periodico di cultura e varia umanità», Volume 13, Numero 2, Giugno 2011


v. anche qui

Sebastiano Adernò - inediti

approdo

come una madre
che porge il seno
approvandone la fame,
alla vista di quel lembo di terra
riflesso
nell'orizzonte delle sue stesse pupille
gli occhi
gli si spalancarono
come mani rivolte al cielo
che dopo il castigo
consente la rugiada



Malo viaggio

Vita ladra
come la vagina della zingara
che con la gonna ci coprì
la testa da bambini.

Fare naufragio.
Gettare le sorti.

Per chi giace
su un'arca di stracci
la notte
è il ventre di un grosso pesce.




Pellegrino


Un altrove senza dimora, cibo
che non sazia un vuoto
per la gola. Traccia per gli iniziati,
minaccia per le caviglie.

Cammina. L'odore terreno della pioggia
è un guizzo, arte
di chiuse sostanze,
muschi di un'alchimia
in cui l'ora
sposa fronda e fiore,
recita l'avere - e a mani giunte
ogni albero, cede un ramo
al suo bastone.




Requiem


Su una chiglia di latta
spalmata di bitume e pece
coi remi legati al polso
da preghiere
mentre
tra l'arsura e la ruggine
il verme
divora la vostra sete
in mare si muore
senza rumore

Anche Fara “in visione“ alla Tokyo International Book Fair

Grazie all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo (v. lettera qui sotto), due pubblicazioni Fara (Comedìa a cura di Massimo Sannelli e Sequenza di dolore di Rosa Elisa Giangoia)  sono state esposte alla Fiera Internazionale della capitale nipponica. Grazie a Toyoda Masako e a Valentina Pompili e complimenti ai fariani. Ad maiora!
Alessandro




Gentilissimi,

innanzitutto Vi ringraziamo vivamente per la Vostra partecipazione alla Tokyo International Book Fair 2011.

Questo è stato il quinto anno consecutivo che l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ha partecipato alla TIBF, il più significativo appuntamento dell’editoria internazionale in Giappone, nonché una delle più importanti fiere internazionali del libro nell’area asiatica.
Giunta alla 18esima edizione, con circa 1.000 stand, la fiera del libro di Tokyo è stata visitata quest’anno da circa 75.000 persone. Durante la cerimonia di inaugurazione, il padiglione italiano è stato visitato dal Principe e dalla Principessa imperiali Akishino, ai quali il Direttore Umberto Donati ha mostrato alcuni libri in esposizione.

Lo stand italiano ha presentato circa 280 pubblicazioni di 28 case editrici italiane a cui si devono aggiungere i cinque finalisti del premio Strega 2011 e i tredici vincitori del Premio Andersen. In esposizione, oltre ai libri per adulti, una sezione intera dedicata al libro per l’infanzia che, in Giappone, costituisce una fetta importante del mercato librario nazionale e al momento rappresenta il settore più fiorente per quanto riguarda le opere straniere. Al padiglione italiano erano presenti anche i rappresentanti di alcune case editrici che, attraverso gli incontri e gli appuntamenti fissati, hanno aperto trattative promettenti per la vendita dei diritti di alcune opere. E’ infatti palese che la visibilità dei titoli aumenti di gran lunga con la presenza dell’editore o di un agente, motivo per cui consigliamo caldamente, per il prossimo anno, una Vostra partecipazione diretta al nostro stand.
L’Istituto ha svolto un ruolo attivo, di facilitatore, tra editori giapponesi e italiani, fornendo un servizio di traduzione e di interpretariato per le trattative. Inoltre, per la prima volta, quest’anno l’Istituto ha lavorato anche come rappresentante, a titolo gratuito, di alcune case editrici per la compravendita dei diritti di testi della giovane narrativa contemporanea italiana, selezionati per motivi culturali.
Ad oggi, una sessantina dei titoli proposti dal nostro stand sono al vaglio presso diversi editori giapponesi.

I visitatori dello stand dell’Istituto sono stati complessivamente circa 8.000, tra specialisti e operatori del settore (non solo giapponesi ma anche di altri paesi asiatici quali Cina, Malesia, Corea, e Taiwan) e pubblico qualificato. Inoltre lo stand italiano, che per valutazione degli organizzatori è stato il più visitato tra quelli dei paesi stranieri, ha anche predisposto la vendita diretta di alcuni titoli, un servizio (in collaborazione con la libreria specializzata in testi italiani Italia Shobo) non offerto dagli altri paesi europei presenti e molto apprezzato dai lettori. In allegato, alcune foto dello stand.

Nella speranza che anche il prossimo anno la cooperazione con l’Istituto continui in maniera proficua, Vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.

La Biblioteca,
Toyoda Masako,
Valentina Pompili

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イタリア文化会館(図書室)
〒102-0074 東京都千代田区九段南2丁目1番30号
2-1-30, Kudanminami, Chiyodaku, Tokyo, Japan
tel: 03-3264-6011(内線23) fax: 03-3262-0853
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martedì 19 luglio 2011

Paesi e affetti 2011 a Fiera di Primiero




IX edizione
a cura di Giovanna Fozzer

Sala della Biblioteca Intercomunale di Primiero
Fiera di Primiero, via Fiume 6


VENERDÌ 29 LUGLIO 2011, ore 21
Un ritorno, un’antologia per MARGHERITA GUIDACCI
colloquio e letture di Giovanna Fozzer e Laura Beconcini

Margherita Guidacci (Firenze 1921-Roma 1992) è stata una grandissima del secolo scorso, un'autrice appartata e intensa, attenta alla cultura internazionale e al contempo immersa dentro un suo originale mondo. Animo profondamente religioso, fu traduttrice profonda e incredibilmente operosa. Come poetessa, affidò a molte raccolte le risultanze della sua intensa vocazione: le principali sono La sabbia e l'Angelo (1946), Neurosuite (1970), Inno alla gioia (1983), Il buio e lo splendore (1989).  Accompagnati dalle letture di Giovanna Fozzer, studiosa “guidacciana” e curatrice della recente raccolta Poesia come un albero e dalle acute note introduttive di Laura Beconcini, avremo modo di conoscere una  significativa selezione delle sue opere. L’ascoltatore  potrà ricavare i lampi e le ombre di una coscienza attenta, inquieta e interessata a cogliere le tracce della speranza. E troverà la durevole bellezza di una scrittrice di pregio che, una volta incontrata, non si abbandona.


MERCOLEDÌ 3 AGOSTO 2011, ore 21
Confidenze da un luogo familiare
Colloquio-incontro con il poeta Giuseppe Grattacaso, lettore dei propri testi

Giuseppe Grattacaso ha pubblicato le sue raccolte poetiche nell’arco di un trentennio, dall’esordio di Devozioni (1982) all’ultimo Confidenze da un luogo familiare (2010). Se teniamo in considerazione questo dato quel che può sorprendere  è il trovarsi di fronte a una poesia di impressionante freschezza e leggibilità e non a versi severi e necessari. Se la versificazione dell’autore è assai classica, il ritmo risulta vivace e frizzante: una ricognizione del reale, ma di quel reale che è filtrato dalla leggerezza. Da un lato il tremore, la paura, un senso di inadeguatezza; dall'altro lo stupore davanti ai piccoli e grandi miracoli dell'esistenza: il passaggio fugace di una donna, una gatta intenta a lavarsi le zampette, un imprevisto taglio di luce. Un poeta da scoprire.


VENERDÌ  5 AGOSTO 2011 ore 21
Il fico sulla fortezza
Incontro con il poeta Claudio Damiani che legge e racconta le sue poesie

Claudio Damiani è tra i maggiori poeti italiani viventi. Usa la lingua di tutti i giorni per restituire a ognuno il piacere di capire. Così è l’invito che conclude il suo volume Poesie (Fazi): guardiamo quello che ci sta vicino,/ lasciamoci ferire dalla sua bellezza/ e nella sua sapienza riposiamo il cuore.  Afferma in una intervista:  … se la parola dice solo quello che vede e non inventa niente, se la parola è necessaria e destinata  allora emoziona, incanta  e insegna.


TESTI

Guado da Anelli del tempo
di Margherita Guidacci

L’anno contiene quest’unico guado
verso di te. Ogni volta
lo trovo un poco più sommerso, l’onda
più gonfia, la corrente
più minacciosa. Eppure
io t’ho raggiunto ancora, ed ogni breve
istante che trascorro accanto a te
diviene un “sempre” e se ne nutrirà
anche il tempo deserto.





da Confidenze da un luogo familiare
di Giuseppe Grattacaso

Perciò se fosse lo sguardo circoscritto
A poche miglia, noi sapremmo solo
Il glicine, il limone marzaiolo,
il passero che salta e in un sussurro
il vento tra il ciliegio e niente intorno,
tutto finito dopo pochi passi,
appena un po’ di cielo, un tenue azzurro
e poi più niente, solo rami bassi.



da Poesie
di Claudio Damiani
Il fico sulla fortezza
ha vita molto precaria
perché quando faranno i restauri
sarà certamente tagliato.
Però sta tranquillo sotto la luce del sole
distendendo il suo ampio mantello
disuguale, incurante dell’estetica,
se ne frega di stare così in alto
non soffre di vertigini
si lascia accarezzare
dalla luce e dalle brezze tiepide
sente la nebbia, sente gli uccelli
che parlottano tra i suoi rami
.

lunedì 18 luglio 2011

Su Kairos di Sebastiano Adernò

Fara Editore 2011

recensione di Narda Fattori


Per gli antichi greci c’erano almeno tre modi di indicare il tempo: aion, kronos e kairos. Aion rappresenta l’eternità, comunque l’intera durata della vita, l’evo; è il divino principio creatore, eterno, immoto e inesauribile; kronos indica il tempo nelle sue dimensioni di passato presente e futuro, lo scorrere delle ore, il tempo dei calendari, delle agende di lavoro; kairos  indica  il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio, con una certa approssimazione, quello che noi potremmo definire il tempo debito.
Titolo cólto, dunque, per questa raccolta di Adernò, poeta giovane ma di ricca e multipla esperienza di comunicazione; qui il tempo è quello a cui si è pervenuti dopo percorsi errabondi e dolenti che sono giunti fino a annichilire l’io che è sempre avido e sempre fragile, tutto dentro kronos, ma con la certezza che esiste aion e che forse si è finalmente giunti a kairos.
Aion qui è Dio, la Sua voce, la Sua chiamata che esige una risposta che non si riesce a far pervenire nel rumore di minutaglie assordanti, nella debolezza del castigo comminato.
È un libro che testimonia una palingenesi, la nuova rinascita giunto il momento debito, ovvero fatta chiarezza sulla meta del percorso.
Il libro si apre con un assunto significativo: Un uccello cadrebbe, / se avesse la percezione / di stare volando. Questo assunto chiarisce il mistero del volo, il mistero della fede, l’inconsistenza delle sole risposte di scienza. A questo assunto ne seguono altri, brevissimi, quasi epigrammatici e sapienziali, se non contenessero un visione circolare, a tutto campo costruita con metafore ardite e puntuali procediamo scalzi / negando che altro esista. Il Tempo, Kronos, aspetta al varco, ma l’arca fu costruita prima del diluvio, pertanto salvifica fino in fondo anche se, procedendo, scopriremo  che Al ramo più robusto / pende il torsolo / di un Cristo mai colto. Questo immaginifico verso ci conduce a una ipersemantizzazione del Cristo, frutto, assassinato, preso a morsi per fame, per dispregio. Resta l’immagine di grandissima forza comunicativa, qualunque sia il percorso di senso preso. Ma  esiste questo affanno a procedere sempre in avanti, intasandosi la mente di scorie pensierose, che occludono ulteriormente la visione ma tutto diventa importante, anche il tramonto vero e metaforico che ci opacizza nel tempo  (e nella vita) si spera duri finché/perché la nostra noia diventi sublime.
Si aprono squarci di quotidianità  nutrita spesso il dolore che ci assimila al Crocefisso, ai fondamenti della Passione: il tradimento. la distanza.
Nel tempo l’uomo è fuscello che è frustato dai venti e cerca di trattenere la scintilla divina all’interno di sé, ma già dall’inizio era tutto segnato con la separatezza.
Così con due versi bellissimi, titolati “epigrafe” Adernò ci fornisce la più autentica chiave di lettura dell’esistenza dell’uomo: conosceva due tipi di sangue / quello che taglia e quello che unisce.
Il dolore, il male, la bruttezza e l’amore, la bellezza, la gioia.
La poesia che chiude il libro non è meno emblematica, solo più distesa. Mi piace qui riportare l’ultima strofa:
Con un credo sotto la pianta del piede destro,
e un chiodo al centro della fronte
il Santo afferra il permesso,
appende il capolavoro,
tenta con l’indagine
di sottrarsi alla fame, alla sete, al tempo.
Questo santo è l’uomo e per Sebastiano è giunto il tempo, kairos, di annunciarlo.


Narda Fattori presenta la poesia di Annalisa Teodorani 21 lug

Il giorno 21 luglio alle ore 21 Narda Fattori presenterà la poesia di

Annalisa Teodorani 

presso Mulino Sapignoli (sede dell'attuale biblioteca comunale) in via Santarcangiolese, 4631 a Poggio Berni (RN).
Si trova all'altezza del ristorante Brusarul, al civico 4625. Davanti c'è un grande parcheggio e il centro sportivo di Poggio Berni.
Sarà presente l'autrice che leggerà da tutte le sue opere.

Premiazione vincitori del Concorso “Invito alla Poesia” Trieste 27 ago

domenica 17 luglio 2011

Mario Fresa. Ritratti di poesia (19)




Ranieri Teti







L’inquieta danza che investe l’ultimo libro di Ranieri Teti, Entrata nel nero (Kolibris edizioni, a cura di Chiara De Luca, Bologna, 2011) ci mostra il lungo, aspro dibattersi di un soggetto tragicamente labile e vano, il cui destino è segnato dalla continua propensione alla decomposizione e all’auto-annullamento.
La rarefatta sospensione dei versi - galleggianti sul flusso di un’unica, liquida melodia priva di segni di interpunzione - intende, appunto, denunciare la disfatta dell’illusiva ipotesi di una volontà e, quindi, di un’identità dello stesso soggetto: e la visione del poeta si trasforma in un canto solenne e dolente, ancora meravigliato, forse, della dolce persistenza del suo antico sogno di ricostituzione di un’unità primordiale amorosamente agognata.
Pure, il sotterraneo desiderio di conoscere il volto luminoso di un bene soltanto immaginato non fa che incontrare la sconfitta della demolizione e della destituzione di qualsiasi speranza: la poesia stessa si presenta come una discesa nell’abisso, come un incontrastabile scivolamento nei gorghi della polverizzazione e del disfacimento di ogni eventuale ricomposizione chiarificatrice.
La scrittura di Ranieri Teti spinge le parole ad assolvere il loro segreto cómpito: riaffermare la necessità di accogliere la vita come una imponderabile manifestazione mista di pienezza e di oblio, di luccicanza e di opacità, di unioni e di scioglimenti, ricordando che la condizione del poeta è sempre legata al fiume del proprio essere-per-la-dissoluzione: ed entrare nel nero significa, allora, dovere per forza coincidere col deserto della propria lacerata e lacerante strada.

La poesia è meditazione costante ed estrema sulla dissipazione del nostro esserci.
Registra Cioran: «noi, un tempo amanti delle sommità, poi delusi da esse, finiamo con l’amare la nostra caduta, ci affrettiamo a compierla, strumenti di un’esecuzione strana, affascinati dall’illusione di toccare i confini delle tenebre, le frontiere del nostro destino notturno».
Il pensiero poetico di Ranieri Teti ha superbamente scosso e superato questi confini, restituendoci il riverbero di una bellezza tanto verticale e densa, quanto potentemente feroce e distruttiva.






davanti a sé non ha pianure la superficie del suono
non ha dolore l’inserzione della lingua alla gola

e il tempo che passa da una parola all’altra
è un precipizio in equilibrio ancora sui crinali
di un’attesa uguale al nero che vive nel giorno

alla notte dentro le parole che passano
in fila sul bianco da un precipizio all’altro








Ranieri Teti è nato a Merano nel 1958. Ha pubblicato: La dimensione del freddo, prefazione di Alberto Cappi, Verona 1987; Figurazione d’erranza, prefazione di Ida Travi, Verona 1993; Il senso scritto, prefazione di Tiziano Salari, Verona 2001; Controcanto (dalla città infondata), immagini di Pino Pinelli, nel volume collettivo Pura eco di niente, prefazione di Massimo Donà, Morterone 2008. È presente nelle antologie: Istmi. Tracce di vita letteraria, a cura di Eugenio De Signoribus, Urbania, Biblioteca Comunale di Urbania, 1996; Ante Rem. Scritture di fine novecento, a cura di Flavio Ermini, con premessa di Maria Corti, Verona 1998; Akusma. Forme della poesia contemporanea, a cura di Giuliano Mesa, Fossombrone 2000; Verso l’inizio. Percorsi della ricerca poetica oltre il novecento, a cura di Andrea Cortellessa, Flavio Ermini, Gio Ferri, con premessa di Edoardo Sanguineti, Verona 2000. Fa parte, dal 1985, della redazione della rivista «Anterem». Collabora a riviste, cartacee e on-line, italiane e straniere. Per conto delle Edizioni Anterem cura la collana «La ricerca letteraria». Co-fondatore e responsabile del Premio Lorenzo Montano, ne cura il periodico on-line «Carte nel Vento», presente nel sito www.anteremedizioni.it. Figura nella direzione artistica del festival annuale VeronaPoesia. Vive a Verona.