domenica 27 novembre 2011

Mario Fresa traduce Marziale

 

 

Un Omaggio a Marziale di Mario Fresa

 

Recensione di Giuseppe Vetromile 






Una interessante e piacevole novità dalla mente (e dal cuore) poetica dell'instancabile Mario Fresa, che oltre a interessarsi proficuamente di editoria e di promozione letteraria, è prima di tutto un poeta di ottimo livello, e chi segue (e non solo sui vari siti internet e blog dedicati alla poesia) le novità, gli incontri, le discussioni e i commenti inerenti a questo mondo così particolare e delicato, ma pur sempre affascinante, non può non aver letto o almeno consultato uno spazio poetico del nostro amico Mario Fresa (si veda ad esempio http://edizionilarcafelice.blogspot.com/; http://farapoesia.blogspot.com/;http://poetrydream.splinder.com/, e tanti altri).

La novità di cui parlavamo prima è dunque un libretto interamente dedicato a Marziale, dal titolo, appunto, "Omaggio a Marziale", Edizioni L'Arca Felice. Si tratta di una raccolta di ventiquattro epigrammi, scelti e tradotti dallo stesso Mario Fresa, come cita il sottotitolo. E' un gioiellino letterario, intanto perché Mario Fresa ci ricorda, con un tuffo nella classicità latina (ed è un bene che noi tutti si riprenda, di tanto in tanto, una salutare lettura, o ri-lettura, dei Grandi che ci hanno preceduto, specialmente greci e latini), un poeta un po' trascurato: leggiamo infatti nelle note che lo stesso Fresa ha riportato alla fine del libretto, che Marco Valerio Marziale era uomo d'ingegno, acuto, pungente, che aveva nello scrivere moltissimo sale e fiele e sincerità, ma non saranno eterne le cose che scrisse (Plinio il Giovane). C'è poi da considerare l'acume letterario e poetico di Mario Fresa, che ha scelto ad hoc i 24 epigrammi traducendoli in base ad una "interpretatio ludica" dei testi, come egli stesso precisa nella nota finale.  
La scelta della rima, continua Fresa nella nota, nasce dall'idea di una costruzione burlesco-sintetica della parola tradotta, nell'ipotesi di un travestimento di trasversale giocosità straniante. Non c'è modernizzazione ma, al contrario, una specie di regressione gioiosamente infantile, in cui lo strumento edonistico del suono tende alla demolizione della presenza, e soprattutto dell'autorialità, dello stesso traduttore-giocatore.
Il libretto, in elegante veste tipografica, è arricchito da due pregevoli "interventi visivi" di Carlo Villa.


26/11/11 




articolo apparso sul Blog  Circolo letterario Anastasiano
 

venerdì 25 novembre 2011

frammento per Caterina Camporesi


(intorno a Dove il vero si coagula, 2011)

massimo sannelli

[scriverò di nuovo il diario delle sensazioni: dunque mi renderò ridicolo].

1. quello che si coagula normalmente è il sangue: il vero che si coagula è come un vero-sangue. come se il vero fosse liquido e vitale, uno dei fluidi corporei [e non si tratta della verità, un assoluto: ma del vero, cioè delle concretezze pratiche e quotidiane della verità]. e se “il testo poetico è il transito fra un silenzio e l'altro” – recitazione di Paz, in epigrafe - il testo poetico [che non è la poesia, ma il testo: come la verità non è il vero] è il sangue, un movimento che può coagularsi. [la notte è lunga, passa sui mezzi di trasporto: sperimentavo la fluidità su un treno e su ruote, fino a Nizza, poi Liguria, e di nuovo Rimini,
Ancona, Macerata; e il viaggio è il transito fra una stazione e l'altra – via crucis, via lucis, via pacis, via vitae]. Caterina Camporesi scrive un diario di illuminazioni: stati del tempo e del sé, che scopre parlando, riposa – si riconosce – lavorando. sono gli argomenti in cui la lingua è messa alla prova: perché qui non regna l'oralità primaria, e la lingua scritta comporta una traccia e un riconoscimento, e la lingua è anche uno dei fatti, cioè un pezzo solenne del vero; ma i segni dell'anima fanno un suono di sospiri o di sogno: non parlano una lingua precisa [altrimenti saremmo immortali, espressi e limpidi fin dall'inizio e dall'interno]. una vera coagulazione del vero [il fatto] è la voce [un fatto]: "si coagula in gola la parola / ormeggiata nella neve // acque lustrali rischiarano anfratti / su fondo nero di pozzi riaperti". anche i fatti mondani si coagulano: "acque amare rincorrono foci / lungo crateri lunari / con occhi ritorti verso terra // l'affanno lo raccolgono i venti / coagulandolo in schianti di nubi / capriolando arcobaleni". e poi esistono gli ambienti mentali, come esistono - cioè ci non-sono, nella terminologia fantastica di Furio Jesi intorno al Bateau ivre – le formiche mentali dipinte da Buzzati: “In cunicoli dove il vero si coagula / si stratificano inquiete sequenze // la luce dello spirito perfora palpebre / staziona in dilatate pupille”. come si sorride del diario intenso e della petite mort, un ambiente poetico non approverà le “vene aurorali”, la “parola innamorata” e i “sinfonici giochi”. Caterina sa che le parole canore le precludono l'ascolto di un'aiuola disperata e goliardica? se lo sa, non le importa. per qualcuno il  canto dei sintagmi assoluti è  petrarchismo, ma Petrarca – attenzione – non scrive poesia come un saggista. l'astrazione lirica di Onofri, ieri, o di Marotta e Cagnone, e di Camporesi, oggi, ha molto a che fare con una bella scuola filosofica e psicologica, che ragiona e sente, e divide i frammenti in sequenze lucide, con un linguaggio lucido, ma intraducibile e irriducibile. è poesia di intellettuali – esperti del dolore come figure arcaiche, lavoratori su una cattedra e in un posto da metronotte o in una Asl, caso per caso – e si sono spezzati mente e ossa due e tre volte prima di dire una parola. quando la parola si coagula, dopo la cultura, dopo la mistica e dopo un lutto o l'incidente che spacca e segna, non importa più che "parola innamorata" sia anche il titolo di un'antologia contagiosa, se “cattedrali notturne” sia il non plus ultra della lirica. si può fare tutto, ma DOPO le rotture di ossa e di vita.  dopo il DOPO si abbandonano molti vincoli inutili, per iniziare la coagulazione: “eclissare volti e sagome / sfoltire insane presenze / annacquare in dolci acque / tra le dita del tempo // attendere grani di verità / dorarli al solleone”. dopo le insane presenze, ci saranno le vere presenze: il vero coagulato, che era fluido. bisogna leggerlo come lettori di intenzioni e di biografie, non solo di testi.

2. coagulare l'invisibile in voce libera è il rischio di parlare una lingua troppo alta per essere amata. io non ne rido: perché nella poesia non cerco [più] la poesia. non dico nemmeno la banalità orrenda del "cerco la vita". non cerco la vita nella poesia: cerco le ragioni per restare nella vita. di un poeta, un primissimo amico, vidi un quadro: uno spazio bianco inondato del suo sangue, perché volle morire; e quel poeta rilesse l'Aprèslude di Benn e si disse, da solo: “resta”. poi lasciò la città, gli ambienti e la tirannia dei rapporti: ho visto una foto in cui è meno esile, sorride. ecco, la poesia dovrebbe lavorare come la glossa al solo imperativo “resta” [lo stesso dei discepoli smarriti e un po' ciechi – si tratta di noi, è chiaro – ad Emmaus: resta con noi, perché si fa sera].

mercoledì 23 novembre 2011

Spam Art 2011: Il Clima cambia, la Musica No

Spam Art 2011: Il Clima cambia, la Musica No

Financial a Cremona 2 dic


 
Venerdì  2  Dicembre  ore  19:00
 
PIKIDI ARTE

Via Damiano Chiesa  Angolo Via Cappelletti
(Dietro Palazzo Cittanova)  CREMONA



Alberto Mori

presenta

Financial


con Performance e Videoproiezione 

Per informazioni: www.pikidiarte.com


Alberto Mori ha la capacità di mettere in scena la parola. Non a caso è un grande performer. Sempre legato all’attualità, magari quella di primo acchito più contingente ed effimera (il mondo della moda ad esempio, di cui ha trattato in Fashion) o meno poetica (i rifiuti di Raccolta, gli oggetti quotidiani di Objects o il mondo della finanza di questa raccolta in cui “Chi prenderà la parola / traccerà la fine dell’oscillazione”). “Ma – come osserva Bonacini nella Prefazione – l’autore non usa la performance poetica per descrivere o esprimere il suo pensiero in un’indagine sull’argomento, egli, (…) infatti, non esaurisce il suo percorso sulla pagina, ma scandisce il suo ritmo con l’esecuzione del corpo fonico intrinseco alla versificazione”. Il tutto giocato con salace ironia, un raffinato uso dell’understatement e del potere evocativo e visionario della poesia.I gesti, i comportamenti, le “strategie”, le bolle speculative, i meccanismi del mercato e i vezzi di chi vi opera… vengono esposti a una luce che ne mette in evidenza le contraddizioni senza bisogno che il poeta li giudichi: il lettore può trarre le sue conclusioni e anche aumentare la propria consapevolezza della realtà in cui si trova immerso: “Finalmente il Top Manager Director / reimposta Asset Operativo / pulsa l’organigramma / inizializza le linee componenti del portafoglio”; “La lista movimenti sbilancia nei passivi / incasellando pendenze / discese fra shoppingare incauto”. Un libro da leggere ad alta voce, da assimilare magari camminando, quasi fossimo anche noi, assieme a Mori, sul palco di questo mondo globale.

Alberto Mori, poeta performer e artista, in più di vent’anni di attività ha costruito e sperimentato una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video e alla fotografia. Nello stesso tempo, ha collaborato con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Per Fara Editore sono stati editi Raccolta (2008) Fashion (2009) Objects (2010).

website: www.albertomoripoeta.com


Grafica di copertina: Patrizia Casadei (Kaleidon, Rimini)
elaborando una fotografia dell'autore “Le cassette di Rossano” (2005)

lunedì 21 novembre 2011

una nuova versione degli Epigrammi di Marziale





L’Omaggio a Marziale di Mario Fresa



Mario Fresa




Ventiquattro epigrammi offerti con la luminosità degna del grande poeta , interprete della quotidianità e della cultura del popolo romano. Nato in Spagna nel 40 dopo Cristo Marziale si sposta nella capitale nel 64, donando alla poesia universale quegli “epigrammi” che sono gioielli immortali. La sua personalità è presente in ogni pagina con l'aspetto comico-satirico, spesso reso dal fulmen in clausula, o in cauda venenum (stoccata finale), ovvero la tendenza a concentrare gli elementi comici e pungenti nella chiusa dei componimenti, terminanti con una battuta inaspettata. Tale tecnica è lo strumento privilegiato della sua poesia: il senso stesso e lo spirito di moltissimi componimenti sono da ricercare nel finale dell'epigramma, "che a volte riassume i termini di una situazione in una formulazione estremamente incisiva e pregnante, altre volte li porta ad una comica iperbole, altre volte li costringe a un esito assurdo o a un paradosso, altre volte li pone all'improvviso..” - Mario Fresa riesce con egregia perfezione a riproporre – tradotti elegantemente e culturalmente alti – alcuni passi della gigantesca opera latina, riaccendendo versi che si leggono e rileggono con immenso interesse, e partecipazione. La satira è ricca: “Flavia denuncia d’essere stata violentata, a turno, dai ladroni./ Quelli protestano : saremo pure delinquenti, ma non coglioni”. “Siete fatti l’uno per l’altra:/ un’oca, ignorante e scaltra,/ e un imbecille monocordo./ Ma non andate d’accordo?” – Avverte gioiosamente Fresa : “…la scelta della rima nasce dall’idea di una costruzione burlesco-sintetica della parola tradotta, nell’ipotesi di un travestimento di trasversale giocosità straniante…” e infatti la lettura riporta delicatamente al sorriso e lascia un’eco che diviene scommessa dell’attesa.





Mario Fresa, Omaggio a Marziale, con una tavola fuori testo di Carlo Villa, Edizioni L’Arca Felice, 2011.







Su Financial di Alberto Mori

recensione di Mara Zanotti pubblicata su Il Nuovo Torrazzo del 19.11.2011

scheda del libro qui

 

Matteo Fantuzzi su Magari in un'ora del pomeriggio

recensione di Matteo Fantuzzi pubblicata su La Voce Romagna Arte e storia del lunedì 21 nov 2011, p. 20


scheda del libro qui


kairos

giovedì 17 novembre 2011

Lectura Dantis a Rimini novembre

SECONDO APPUNTAMENTO DELLA LETTURA DELLA
VENERDI' 18 NOVEMBRE
ORE 17.30
LIBRERIA PAGINA
VIA MENTANA,24


CANTI I, II PURGATORIO

IN ALLEGATO VOLANTINO
 


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mercoledì 16 novembre 2011

Nota di lettura a Dove il vero si coagual

Anna Grazia D'Oria ne  «L'immaginazione», n. 64, agosto settembre 2011

Caterina Camporesi, Dove il vero si coagula, Raffaelli 2011

Certamente il coagulo è la cifra costante di questo lavoro poetico definito nell'introduzione, da Anna Antolisei, “di rara schiettezza, a volte addirittura impietoso nel non volere compiacere la banalità del lessico comune”. Il linguaggio, essenziale, procede fino ad un condensamento costante dei concetti. Il fine è una investigazione di sé e degli altri, di una verità desiderata e ricercata in perenne attività, “per scelta oculata / non per sorte data”.

Fotoracconto Microeditoria 2011

Ecco alcune foto scattate alla IX edizione della Rassegna della MicroEditoria a Chiari (BS), svoltasi da venerdì 11 a domenica 13 novembre 2011 – tema: “Valori di Carta”. Nell'ambito della tre giorni, ci sono stati due incontri fariani.


Villa Mazzotti

Il salone con il banchetto Fara


da sx: Sebastiano, Simone, Giuseppe, Davide

Alessandro Ramberti presenta Giuseppe Carracchia presente
ne Il valore del tempo nella scrittura





Davide Valecchi vincitore del Faraexcelsior
con Magari in un'ora del pomeriggio





Sebastiano Adernò ha colto il Kairos




Davide, Sebastiano e Giuseppe concludono l'incontro di sabato 12

L'incontro di domenica 13 con da sx: Luca Artioli (Marchio Microeditoria di Qualità con Suture),
Andrea Garbin, Leonardo Caffo e Alberto Mori



Andrea Garbin che ha pubblicato Lattice ed è presente (è così Luca)
in Salvezza e impegno e ne Il valore del tempo nella scrittura


Leonardo Caffo ci parla del suo Azioni & Natura Umana


Stefano, Giuseppe e Sabastiano (Sicilia alla riscossa!)






Alberto Mori performa il suo Financial


Copertine fariane


Sotto lo sguardo di Johan Thor Johansson