lunedì 1 ottobre 2012

In tema di resurrezione poetica

di Vincenzo D'Alessio 

Quando giunge tra le mani la rivista internazionale di Poesia Italiana «Gradiva» torna alla mente la lezione valida, sempre, di Luciano Anceschi nel suo lavoro: Le istituzioni della Poesia (Bompiani, 1968) a proposito del tramestio che caratterizza le voci poetiche italiane e la produzione di nuove idee. Anceschi scriveva a tale proposito: “Ma, in realtà, poi, le istituzioni fioriscono; e per quanto riguarda l’idea della poesia nel nostro paese, nel nostro secolo, s’è cercato di dimostrare nello studio delle Poetiche del Novecento quale ricchezza di prospettive, e molteplicità di piani interpretativi, e varietà di funzioni specifiche riveli una esplorazione articolata e non pregiudicata; e si intende che, attraverso indagini condotte con lo stesso metodo e per lo stesso periodo, analoghi rilievi si possono fare – e si sono fatti, e si stanno facendo – per tutti  i paesi e per tutte le arti.”

Il direttore della rivista Gradiva, il poeta Luigi Fontanella, da anni fa convergere la grande produzione poetica italiana nelle università americane e sotto gli occhi attenti dei lettori di poesia. C’è nella rivista un confluire di acque, un’urna d’acqua, dove l’idrosalino verso raggiunge la spiaggia e si cristallizza nelle forme alterne dell’idea di poesia che cantano il tempo, la società contemporanea, i sogni, le essenze della Libertà che è tanto vilipesa ed attentata in nome della civiltà del denaro. La Poesia trova sfogo ancora oggi sulle pagine cartacee di una rivista, che enuncia testualmente come esergo alle sue pagine: “Gradiva is an international journal of Italian poetry (…) It prints poems by Italian poets (with or without accompanying English translations).”
I versi di Luigi Fontanella sono chiari da molti anni in questo senso: “(…) Vorrei che il verso diventi universo / e che ogni cosa ritrovi il suo posto.” (da Ceres, 1996, Caramanica Editore). L’America dei sogni, delle tragedie familiari, delle rimesse per la gente meridionale, riluce nella veste semplice della rivista «Gradiva». Si fa pensiero di sinergie, scambio di aliti, filosofia di terre giovani e antiche, desiderio di usufruire della comune ragione di vita: l’Amore! La poesia riesce ad illuminare i pensieri di chi legge, sconfigge la malattia della solitudine di questo XXI secolo, conferisce al verso i desideri di appartenenza civile, senza partiti, senza fanatismi, senza inutili pesi del passato. Una voce, più delle altre, emerge dalle pagine cartacee (non ancora in video) ed è quella intonata, a quanto abbiamo scritto finora, della poetessa Anna Ruotolo: giovanissima e già colma di fermenti, come riportano le giuste parole di Giancarlo Pontiggia: “Da una formula ipotetica, di derivazione infantile e giocosa, si genera insomma un mondo di relazioni poetiche nuove, destinate infine a rientrare – potenziate – nello spazio protetto della casa d’amore, a trovare il loro senso nella figura dell’amante-amato, “continente” in cui tutto rifluisce” (pag. 161).
Sono tre inediti, questi inclusi nel numero 41/42 della rivista di cui stiamo parlando, che rivelano la freschezza della voce poetica di Anna Ruotolo: meridiana e forte, cresciuta nel sole della poesia dei grandi poeti, piccoli per la Letteratura del Nord, sulle orme del Nobel, Salvatore Quasimodo, di Rocco Scotellaro, di Vanna Corvese e Giuseppina Luongo Bartolini. Chiarissime voci, per fiumi di acque poetiche, fortemente emergenti nella nuova scrittura della Ruotolo:
   
Facciamo che una bellissima giornata 
io lasci la sponda del letto 
e poi ti guardi poco 
venirmi davanti come un fusto di vento
da dietro le stanze e le pareti
e preparare il sole nella tazza
il caffè, le smancerie
da bere e da mangiare.      (pag. 165, GIOCO DELL’ASSENTE)

Voce di una poetessa libera, dentro e fuori, proprio come scriveva nei versi della raccolta Serials (Cominiana,1988) il poeta Silvio Ramat: “Dentro, ogni voce è ovatta.  /  Un salotto per pochi – frasi sfatte / in nonsenso passano per le labbra / degli emergenti. (…) Non abbocca il poeta, qualcosa contrattacca / dentro di lui – le sue ce(n)sure intaccano / la Superbia del rapido sul Po.” (Sette, 6.5.87)
La geografia fantastica del mondo degli affetti della Ruotolo vive dentro  ed emerge nei versi delle sue poesie a consolidare la forza perenne della Poesia che non permette di scrivere nessun verso inutile.
La forza di leggere è la Verità per sopravvivere di fronte alla malinconia che domina il mondo che ci regge, oggi.
 

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