martedì 30 luglio 2013

Su Riti di seduzione di Ottavio Rossani

Nomos Edizioni, 2013, prefazione di Maurizio Cucchi

nota di lettura di AR


http://www.nomosedizioni.it/img/book-images/00000008/00000008_cover.jpgQuesti Riti si compongono di tre parti. Dell'ultima, “Finestre aperte”, ho già parlato qui.  Le altre due sono le generalmente più distese “Seduzioni” e le più asciutte “Cartoline”. Vi troviamo versi di tono erotico/sensuale o nostaglico di una giovinezza, di una patria, di amori ed affetti in qualche modo perduti (se non appunto nel farne memoria poetica) eppure presenti con i loro tratti vulneranti anche a distanza di tempo. Ma preferiamo quei versi di un nitore accecante che costellano qua e là la raccolta: in questi nodi focali, veniamo risucchiati oppure quasi subiamo un elettroshock che risveglia in modo spiazzante come un Kōan il nucleo più intimo e vero di ognuno di voi: qui la voce poetica di Rossani si fa esatta, compatta e potente e sa vibrare in modi infiniti. Eccone aluni da “Seduzioni”: «Cautamente plana il corpo sul giaciglio / perfettamente adeguato ai dolori che rimangono» (Dopo il viaggio, p. 23); «I pensieri scavano alterazioni» (Profondità, p. 25); «C'è un luogo dove non si muore?» (Luce, p. 27); «È mancato quell'unico più / che avrebbe esaurito l'attesa» (Impossibile più, p. 34); «Finalmente firmano la pace. / (…) / tra mercanti di cannoni ora più ricchi» (Guerre, p. 35); «Cuore generoso, apri la botola. / Uscirò come un fulmine di vita» (Come, p. 36). Quest'ultima poesia ci sembra particolarmente interessante perché dà una chiave di lettura, crediamo, all'intera raccolta. La chiusa infatti recita: «Vi prego fatemi uscire dalla scatola» (ivi). Ecco, Ottavio ci chiede di porgergli l'orecchio, di ascoltare la parte fragile eppure feconda di noi, di lottare in ogni fase della vita per superare assieme i limiti nostri e altrui; egli ci chiama in causa perché non ci si salva mai da soli, ma recuperando la verità di relazioni proiettate oltre noi stessi che sono (in un'ottica religiosa ma anche psicologica alla Lacan), nei fatti, domanda di Altro, a partire dal nostro umile e concreto esserci: «Ma come annullare / i pochi punti cardinali?» (Terra, p. 38). Ne troviamo conferma anche nelle “Cartoline”: «Se felicità esiste, / come tu sostieni, / sarà ellittica, avulsa / dal luogo designato» (Felicità, p. 44); «Una forza sconosciuta / allunga le distanze. / Non posso fare altro / che continuare il cammino» (Nel buio, p. 46); «Ora, nel mio segreto / c'è un grande spazio» (p. 48); «Vale solo il tempo / ed è quasi finito» (Veduta, p. 51); «Così forte è il dolore / che sembra festoso» (Dolore, p. 65); «Ho denudato un mio antico squarcio / davanti a te e ai massi sagomati / da secoli di sabbia tagliente. / (…) / È nata così la leggenda degli scogli / prigionieri della sabbia a pregare il mare» (Salsedine, p. 67); «Lungo il tragitto troverò / qualche buon compagno» (Percorrenza, p. 70).
Pessoana (forse teologica) infine la Domanda (p. 59) che riproduciamo integralmente a conclusione di questa cursoria immersione nei Riti seduttivi di Rossani: «Dietro la maschera, / che viso sarà? / Bello, brutto, vuoto? / Da sempre cerco / di scoprirlo. / E se fosse il mio?»

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