sabato 26 ottobre 2013

Solchiamo le pagine inquiete…

AA.VV. Chi scrive ha fede?, a cura di A. Ramberti, FaraEditore, 2013 

di Vincenzo D'Alessio 


Solchiamo le pagine inquiete dell’Antologia Chi scrive ha fede pubblicata dalle Edizioni Fara di Rimini, curate da Alessandro Ramberti, come i contadini scrutano il cielo alla ricerca delle risposte dal vento, dal sole, dal volo degli uccelli: avete notato che da un po’ di tempo a questa parte sono aumentati i rapaci? : taccole maggiori (corvi), gazze ladre e cani randagi? Tutte bestie che vivono saccheggiando i nidi di volatili più piccoli e delle tortore dal collare, che pure sono in forte crescita.
Ebbene quando il contadino arava o zappava, il proprio campo era quella la stessa terra degli avi; trascorrevano le stagioni alla stessa maniera; la fatica si ripeteva. Eppure l’attesa dei raccolti, i germogli che spuntavano lentamente, era una gioia interminabile a quel sudore dato alla terra da secoli. Davide Valecchi, nell’ascolto che diamo ai suoi versi, è paragonabile alla civiltà contadina che abbiamo rappresentato. Nella precedente raccolta: Magari in un’ora del pomeriggio (2011), pubblicata presso lo stesso editore, aveva dato prova della ricerca di un linguaggio poetico degno di fede: la costruzione della maieutica che conducesse il lettore al disvelamento della trama “del mio scrivere” (pag. 97).
Alcuni critici non sono concordi quando si prende a piene mani dal testo in esame. Noi siamo del parere che bisogna comunicare al lettore, che non ha sottomano l’intera raccolta, “la chiarità delle cose oscure”, la valenza infinita della poesia in quanto: “risposta a un’esigenza innegabile di indagine e comunicazione con piani diversi dell’esperienza della vita, dove le relazioni lineari fra spazio, tempo, luoghi, memoria, immaginazione, sogno, oggetti, suoni e parole non seguono più gli schemi della realtà contingente ma si sovrappongono e si intrecciano dando vita ad un altrove che per essere detto necessita di un linguaggio altro” (pag. 97).
“L’altrove” scandito da Valecchi è il contatto con la Natura (in greco physis), forza che ha nutrito schiere di poeti (vedi “l’inno” di Friedrich Hölderlin) dove il luogo vicino all’origine è rappresentato dalla patria a cui appartiene: “Difficilmente ciò che abita vicino all’origine abbandona il luogo”. Questo sentimento profondo di comunione con l’altrove genera “il segreto singolare” proprio della poetica dell’autore.
Scrive il Nostro nell’introduzione alla raccolta di poesie contenute nell’Antologia: “Questo piccolo viaggio cronologico all’interno della mia scrittura dovrebbe quindi, almeno nelle mie intenzioni, rappresentare la testimonianza di un percorso iniziato in età adolescenziale e che, molto prevedibilmente, è ben lontano dall’essere concluso” (pag. 97).
Il viaggio è sinonimo di esperienze, di crescita, di allontanamento dai luoghi reali o immaginari, fonti della propria gioia, dolore, incubo. La crescita è l’esercizio volontario di condividere il segreto della parola con gli altri, i lettori. La sacralità di un gesto antico come la semina e l’attesa dei germogli. La consapevolezza che il buio sotterraneo darà alla luce le essenze del seme che si è sacrificato. Quindi il gesto poetico è sacro. Sacralità che affonda nel divino, proprio come sostanza luminosa che diventa parola. Proprio come scriveva Martin Heidegger negli anni Cinquanta del '900: “Il motivo del confronto di Heidegger con Hölderlin è (…) un cammino che apre al nuovo, nuovo inteso come il das Andere, l’altro del pensiero fino adesso pensato” (T. Bettini, Sacro, spazio e divino in Heidegger, 2009).
Il primo corpo poetico di Vallecchi è datato 1993, il capoverso recita L’estate nei tuoi occhi e il luogo preso in considerazione è formato da “acque torbide / dove se ne stanno nascoste / esistenze private dei sensi” (pag. 98). Chiude il contributo in versi Ce ne vorrebbe di tempo datata 2012 (pag. 107).
In questi versi ho ritrovato il contatto con la Natura, l’uso dell’ossimoro quale disvelamento del segreto che muove la ragione poetica del Nostro: “(…) gli schianti delle pietre / triturate dal metallo alimentano / il pensiero di diventare pietra, / viva senza vita anche se fatta polvere” (Le macchine penetrano la terra, 1995, pag. 99). La poetica di Davide Valecchi è alimentata dall’energia dell’origine che ogni poeta ha nascosta in sé: “(…) Le voci dove mi trovavo allora / sono da qualche parte ad aspettare / il ritorno del suono del rimbalzo / del pallone” ( La purificazione del cielo, 2011, pag. 106). L’infanzia naturale, è il segreto del tormento di quello che siamo e che vorremmo restare, felice. Il richiamo ai colori denota l’attaccamento profondo alla vita vera. L’uso dell’enjambement regala al lettore l’energia del rogare il verso sulla carta, nel tempo indefinito dell’essere: pietre vive, leggibili.
Il tempo sospeso della ricerca è richiamato in ogni composizione, nei capoversi, dove il lettore carpisce il senso dell’immagine liquida, cangiante, nella superficie “pantha rei” del fiume della storia della Poesia: “(…) Ma è il nome del riflesso / che cambia di continuo / e sotto tutto il resto / a ruota” (Ce ne vorrebbe di tempo, 2012, pag. 107). Un racconto che continua. La levità del verso che segna nel mare delle voci poetiche il solco dell’identità.

Premio di poesia in memoria di Lorenzo Cresti (scade 31-1-14)


L’Associazione culturale La montagna incantata
con il Patrocinio del Comune di Firenze
e della Provincia di Firenze

indice il

Premio letterario di poesia in memoria di
Lorenzo Cresti
Quarta Edizione
scadenza 31 gennaio 2014

Il concorso, dedicato e ispirato alla persona di Lorenzo Cresti, si articola in tre sezioni:

Sezione A: Poesia a tema libero per opere inedite (studenti della scuola secondaria di secondo grado);

Sezione B: Poesia a tema libero per opere inedite (adulti);

Sezione C: Poesia a tema su “Inquietudini e speranze nella vita degli adolescenti”, per opere inedite (per qualsiasi fascia di età, dai 14 anni in poi).

REGOLAMENTO

Art.1 . Si partecipa con testi inediti in lingua italiana composti da concorrenti di qualunque nazionalità e ovunque residenti, E’ ammessa la partecipazione a più sezioni.

Art. 2 – Per la partecipazione è richiesto l’invio da un minimo di due a un massimo di tre poesie inedite per ogni autore e per ogni sezione (massimo 38 versi per ciascun elaborato, carattere Times New Roman, dimensione 12).

Art. 3 - Gli elaborati, IN FORMA ANONIMA, dovranno essere inviati in cinque copie entro e non oltre il 31/01/2014 (farà fede la data postale) a  ASSOCIAZIONE “LA MONTAGNA INCANTATA”, presso Lisa Baligioni Cresti, Via Lamarmora 53, 50121 Firenze.
Allegare agli elaborati il seguente materiale:
A) - la domanda di partecipazione riportata nel bando, regolarmente firmata ;
B) - una breve biografia del concorrente (facoltativa);
C) - copia della ricevuta di pagamento di un contributo di spese di segreteria di €10,00 per l’intero numero di elaborati inviati. Sono esentati da tale pagamento gli studenti di scuola secondaria di secondo grado.
I contributi suddetti potranno essere versati mediante bollettino di conto corrente postale n. 1003693536  intestato a Associazione culturale “La montagna incantata” oppure
mediante bonifico bancario alle seguenti coordinate Iban: IT - 97 - N - 07601 - 02800 – 001003693536. Sarà anche consentito l’invio di contante nel plico. Nella causale dovrà essere indicato Premio letterario di poesia in memoria di Lorenzo Cresti.
Salvo l’obbligo di invio delle copie cartacee delle poesie con i suddetti allegati, è consentito anche l’invio tramite posta elettronica (all’indirizzo associazionemontagnaincantata@gmail.com) di una copia degli elaborati in formato “word” (carattere Times New Roman, dimensione 12).

Art. 4 - E’ concessa la possibilità a ogni partecipante di concorrere a più di una sezione nella quale si articola il premio previo versamento di una sola quota di segreteria, indipendentemente dal numero di elaborati inviati (sempre rispettando i limiti per ciascuna sezione).

Art. 5 - I vincitori, i finalisti e coloro che hanno ottenuto la menzione di merito avranno come premio un attestato, la pubblicazione delle loro opere in una Antologia letteraria, edita dalla casa editrice Soleombra Edizioni, con codice ISBN, a distribuzione nazionale e la consegna di copie dell’antologia stessa.I vincitori (5 per ogni sezione) riceveranno inoltre una targa-premio.
La premiazione avverrà in Palazzo Vecchio a Firenze tra la fine di maggio e la metà di giugno 2014.
Gli autori premiati saranno preventivamente avvisati tramite email e potranno ritirare personalmente o tramite delega i premi assegnati.

Art. 6 - Composizione della Giuria: PRESIDENTE Alessandro Quasimodo, GIURATI Lisa Baligioni Cresti, Giovanni Bogani, Francesco Farina, Rina Gambini.

Art. 7 - Non sono ammesse al concorso le opere che si sono classificate ai primi tre posti in altri premi letterari, pena la perdita del diritto ai premi e a ogni altra pretesa.

Art. 8 - I nominativi dei vincitori  saranno comunicati anche all'Annuario dei Vincitori dei Premi Letterari per la pubblicazione in Internet al seguente indirizzo: www.literary.it/premi dove rimarranno esposti in permanenza.

Art. 9 - Partecipando al presente Premio tutti i concorrenti concedono il nulla osta per il libero utilizzo dei loro elaborati da parte dell’Associazione culturale “La montagna incantata”, che si riserva il diritto di pubblicare una raccolta antologica delle opere premiate senza che alcun compenso o diritto di autore possa essere preteso dall’interessato.

TUTELA DEI DATI PERSONALI

In relazione a quanto sancito dagli art. 7, 13 e 23 del D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali”, la segreteria organizzativa dichiara che:
· il trattamento dei dati dei partecipanti al concorso è finalizzato unicamente alla gestione del premio, all'invio agli interessati dei bandi degli anni successivi o di quelli di altri Circoli Letterari o Case Editrici che intrattengono rapporti di collaborazione con l’Associazione culturale che ha indetto il presente bando.
· con la domanda di partecipazione verrà rilasciata l’autorizzazione al trattamento dei dati personali per le finalità sopra elencate.
· il concorrente può richiedere la cancellazione, la rettifica o l'aggiornamento dei propri dati rivolgendosi ai Responsabili dati del Premio nella persona di Lisa Baligioni Cresti.

PER OGNI ULTERIORE INFORMAZIONE TELEFONARE  al 331/2356690 O SCRIVERE A    associazionemontagnaincantata@gmail.com


***

Lorenzo Cresti è nato nel 1991. Ci ha lasciati nel 2008, all’età di diciassette anni e mezzo, mentre stava frequentando la II classe del Liceo Classico. La sua breve esistenza si è svolta interamente a Firenze.
Lorenzo ha avuto una precoce passione per la scrittura e la lettura, la musica e il cinema. 
Ci ha lasciato vari scritti: storie, sceneggiature di films, qualche poesia, riflessioni su ciò che leggeva ed ascoltava, ed un diario, scritto negli anni del Ginnasio.
Nelle letture, un gran desiderio di trovare risposte alle sue inquietudini: la filosofia (Nietzsche, Heidegger), la psicanalisi (Freud, Jung), la narrativa (Mann, Proust), e poi la grande passione per la poesia (Quasimodo, Montale, Ungaretti).
Ascoltava molto la musica– e spesso la riproduceva al pianoforte -: sia la musica classica e lirica (Mozart, Mahler, Wagner) che quella leggera contemporanea.
Il maggiore interesse era forse per il cinema: il cinema classico (Lang, Visconti, Fellini, Wilder: Viale del tramonto, la sua grande passione) e quello più recente (Lynch e Kubrick: soprattutto, di quest’ultimo, Barry Lindon).
Un’infanzia felice, un’adolescenza inquieta, con momenti di gioia alternati a momenti di grande sconforto. Una grandissima sensibilità e tante forti emozioni: sentimenti da cui è scaturito il misterioso percorso che l’ha portato a concludere tragicamente la sua vita.



DOMANDA DI PARTECIPAZIONE AL “PREMIO LETTERARIO DI POESIA IN MEMORIA DI LORENZO CRESTI”  QUARTA EDIZIONE

(Da controfirmare da un genitore in caso di partecipanti di età inferiore ai 18 anni)

Il sottoscritto

COGNOME.....................................................…......NOME.....................................………



nato a..........................……………....................................(Prov ...............)


il .......................................



Residente a....................................................……………....................................(Prov. ……)

CAP.......................Via...............……………...........................................................................


Telefono........................…...…….............Cellulare…….....................................................



Email (nel caso di minori, email di un genitore)....………...................................................................................................................



Nome e indirizzo della Scuola di appartenenza (solo nel caso di partecipazione di studenti)
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…………………………………………………………………………………………………………
CHIEDE DI PARTECIPARE
alla Quarta Edizione del Premio letterario di poesia in memoria di Lorenzo Cresti, organizzato dall’Associazione culturale “La montagna incantata”, per le sezioni sotto indicate accettando tutte le norme del Regolamento del bando di cui assicura di aver preso completa visione.
(Contrassegnare le caselle che interessano)
□Sezione A
□Sezione B
□Sezione C


DICHIARA
• che le opere presentate sono frutto della sua creatività e del suo ingegno, che non sono mai state premiate con uno dei primi premi in altri concorsi letterari e che si tratta di opere inedite e che tali rimarranno fino alla conclusione del Concorso;


• di essere consapevole che qualsiasi falsa attestazione configura un illecito perseguibile a norma di legge;


• di esonerare gli organizzatori della manifestazione da ogni responsabilità per eventuali danni o incidenti personali che potrebbero derivargli nel corso della premiazione;
• di autorizzare la pubblicazione delle proprie opere nella raccolta antologica delle poesie premiate rinunciando a qualsiasi compenso o diritto d’autore, in conformità a quanto previsto dall’art. 9 del Regolamento del Premio letterario.



Data .............................                        Firma: ……….. ……………………..



Consenso al trattamento dei dati personali (D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali”):
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le finalità indicate nel REGOLAMENTO del Premio, alla sezione “Tutela dei dati personali” di cui prendo atto e che dichiaro di aver letto.


Firma: ........……......................................................


mercoledì 23 ottobre 2013

News da Adele Desideri

Amici

vi segnalo alcuni eventi


*Presentazione della raccolta poetica Stelle a Merzò di Adele Desideri (Moretti&Vitali 2013, postfazione di Paolo Lagazzi, quarta di copertina di Tomaso Kemeny, disegno di copertina di Daniela Tomerini).

Biblioteca Sormani, Sala del Grechetto, Ingresso Via Francesco Sforza 7, Milano, Martedì 12 novembre 2013, ore 21.

Introduce Tomaso Kemeny

Interventi di Paolo Lagazzi, Francesco Napoli, Alberto Sinigaglia

Accompagnamento musicale del maestro Emanuele Pegorari

Per informazioni: Moretti & Vitali tel. 035.251300; Ufficio Stampa tel. 02.72094703.
 

*Etica e bellezza, martedì 26 novembre 2013, ore 18, Università della Svizzera Italiana, Aula  A 31 Palazzo Rosso, Via Giuseppe Buffi 13, Lugano

P.E.N. International Centro della Svizzera Italiana e retoromancia

Tavola rotonda a cura di Adele Desideri

Introduzione del coordinatore Gilberto Isella

In collaborazione con USI - Università della Svizzera italiana

Spesso la bellezza si manifesta svincolata da ogni domanda etica.
Bellezza ed eticità sembrano essere, nella nostra società, un binomio impossibile.
Si intende - con la presente tavola rotonda - approfondire le ragioni dell’equilibrio instabile - e sempre da ridefinire - tra la bellezza espressa dall’arte e una sua consonanza a criteri etici condivisibili, e valutarne le strutturali problematicità.
Si vuole, inoltre, prospettare alcuni compiti etici dell’artista, quali la sua pericolosità nel denunciare i mali del mondo; la sua capacità di riscoprire scale di valori, epifanie del sacro, e altro; il suo promuovere la necessità di un’etica di resistenza rispetto a quanto si presenta connotato da volgarità, oppure ispirato da forme di incolto consumismo.
La finalità del convegno è pure quella promuovere, per i giovani, percorsi di riflessione che inducano a considerare bellezza ed eticità quali universi affini e dialoganti.
     
       Intervengono

       Tomaso Kemeny
       Quirino Principe
       Giuseppe Curonici
       Michele Amadò
     
       (per ulteriori informazioni e conferme scrivere a adeledesideri@libero.it)

*Amedeo Anelli, Qui sto e tu? Interrogazioni sulla poesia di Roberto Rebora, Lucca, ZonaFranca, 2012.

Un libro interessante e necessario, agile e completo per una “ricognizione davvero critica del poco che è stato scritto sulla poesia di Roberto Rebora (in www.zfzonafranca.it/catalogo.html
).

Attraverso la vita, i libri, le poesie di Rebora, Anelli introduce - con chiarezza d’intenti e eleganza di forma - alla sua poetica: nel mistero del vuoto e nella sofferenza dell’esperienza individuale e storica, Rebora ha sempre scoperto e difeso una continua, rigorosa istanza etica, senza mai esimersi dalla ferma ricerca di un linguaggio sempre più essenziale, eppure mai privo di autentica armonia.

“Avrai notizia della tua dimora/ di radici affidate alla stagione/ sempre distante dalle ombre umane./ Ma rimani alla porta nell’attesa/ e non cadrà la sorte senza lumi/ quieti nella perenne sera” (Roberto Rebora, Misure, Modena Guanda, 1940, pag. 75, in Qui sto e tu? Interrogazioni sulla poesia di Roberto Rebora, cit. pag. 7)

*Tempi d’Europa, Antologia Poetica Internazionale, a cura di Lino Angiuli e Milica Marinković, prefazione di Amedeo Anelli, Milano, La Vita Felice, 2013.
La prefazione di Amedeo Anelli a questa pregiata raccolta di poesie - provenienti dalle aree più diverse dell’Unione Europea - è, a mio avviso, una sorta di “Manifesto”, nel quale si delinea un reale senso civico, un profondo, vero, sentimento europeo.

Anelli identifica, infatti, nella cultura (in particolare nella poesia) – e non nei tanto noti, quanto spesso devastanti interessi economici dell’Unione Europea – lo spazio per la costruzione di una comunità realmente capace di fare accoglienza, di costruire pace, di progettare tempi migliori e una qualità della vita eticamente accettabile, perché rispettosa dei diritti, anche linguistici, della persona umana.

Gli intrecci, i prestiti, i conflitti, le tradizioni, i travasi, la qualità millenaria di alcune letterature, anche di piccole consistenze numeriche, il dialogismo, i continui passaggi di testimone, i bisogni di una tradizione rispetto ad un’altra, non rendono più possibile il sostare monologicamente in ambito linguistico nazionale, sia ricostruttivamente nella storiografia sia creativamente.
In una correlazione stretta fra geografia e storia, fra temporalità e spazialità, fra corporeità complesse, modi di gestire gli «orizzonti», i tempi e gli spazi, anche creativi, le culture si aprono ad un sentimento complesso dell’intersecarsi temporale delle tradizioni, che riguardano sempre più il senso del presente e la costruzione del futuro.
Di qui i condivisibili auspici di molti e anche dei curatori per la formazione di un’Europa dei popoli, delle culture e delle idee, in cui la diversità rappresenti un valore, un auspicio di senso ulteriore, un’apertura significativa, nella costruzione di un senso di comunità plurima, armonica e dialogante, rispettosa delle diversità, avendo ben presente che ogni prassi istituisce una propria controprassi e che «rendere la luce» può comportare «una cupa metà d’ombra». (…)  

L’antologia, dove peraltro troviamo anche la uguale dignità e vitalità di lingue e dialetti, si muove in un auspicio di rinnovata percezione delle cose e delle comunità, in una visione di «bene comune», che, come l’acqua, ci potrebbe dissetare nella prospettiva di un’umanità più piena, prossima e plurale.” (Dalla prefazione di Amedeo Anelli)

Lieta con voi,
 
Adele Desideri

martedì 22 ottobre 2013

È uscita la raccolta di Fulvio Segato vincitrice del Faraexcelsior 2013!

Fulvio Segato La consuetudine dei frantumi

€ 11,00 pp. 74 (Sia cosa che # 103)
ISBN 978 97441 33 5

Vincitore assoluto del premio Faraexcelsior 2013 - sez. Poesia

Questo odore scavato che circola fra strade rioni : così inizia questo viaggio nella poesia della quotidianità di cose, persone e situazioni che hanno però sempre qualcosa di sommessamente spiazzante, magari sorprendente, pur nell’apparente routine di gesti e degli eventi che lo sguardo di Segato ci offre adombrandoli con una luce radente che sa metterli in risalto. Come scrivono (rispettivamente) i giurati Giuseppe Carracchia, Vincenzo D’Alessio e Valerio Grutt, troviamo in questa raccolta: “fughe e imprevisti ben calibrati”, “una poetica acuminata”, “consapevolezza e visione, uno stile compatto e riconoscibile”. C’è sempre qualcosa da scoprire, qualche emozione da provare o provocazione da far nostra in questi “frantumi” che ci scorrono dentro come le liquide vibrazioni sonore di un bastone della pioggia. Ascoltiamone qui subito, ad esempio, i coinvolgenti versi conclusivi:

Lo sentite anche voi, anche tu lo senti
quel respiro, quell’attimo, quella cosa?
quella che poi sembra diventare tua,
sembra diventare nostra,
la cosa d’abitudine, come petalo
schiacciato che fu il fiore,
anche odore del fiore, il suo gambo,
la consuetudine dei suoi frantumi.



Fulvio Segato è nato a Trieste nel 1959, città dove lavora in una scuola pubblica. Negli anni Ottanta ha pubblicato due raccolte poetiche: I canti della Fenice (Nuovi Autori 1984) e Io Narciso (Ibiskos 1985, anche ne I poeti contemporanei 87, a cura di Elio Pecora, ed. Pagine) Nel 2013 è uscita per le Edizioni Helicon la silloge Vocativi in eco (con nota introduttiva di Silvio Ramat), quale premio Casentino 2012. È in preparazione per Edizioni Progetto Cultura una raccolta dal titolo Cadono i cormorani. Ha conseguito riconoscimenti
in concorsi letterari sia in poesia che in prosa. Per contatti: fulvio08@libero.it

domenica 20 ottobre 2013

I Cantos a Torino 25 ott


Marco Furia recensisce Angela Caccia su La Recherche

V. www.larecherche.it




Nel fruscio feroce degli ulivi

Poesia

Angela Caccia (Biografia)
Fara Editore

Recensione di Marco Furia [ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le recensioni scritte dall'autore in una sola pagina ]



Pubblicato il 18/10/2013 12.00.00

Un fruscio feroce?

Nel fruscio feroce degli ulivi, ultima fatica poetica di Angela Caccia, è un’elegante raccolta di versi in cui, non proprio a dispetto dell’aggettivo “feroce” (su questo punto tornerò alla fine), la serenità si distingue dalla coscienza.
Strano a dirsi, perché la serenità, di per sé, è uno stato d’animo e, dunque, è coscienza.
Nel caso di Angela, tuttavia, tale stato d’animo sembra quasi staccarsi dal resto, vivere una vita propria fino a divenire oggetto di una poesia incline tanto all’esperienza quanto alla contemplazione.
La coscienza, intanto, pare quasi attendere, nascosta dietro la scrittura: non si vede eppure c’è.
Fuor di metafora, la poetessa non intende, ovviamente, compiere meccaniche (impossibili) separazioni, bensì liberare ulteriori fisionomie.
La vita è biologia, geologia, astronomia, chimica, fisica, geometria, eccetera, è, insomma, un tutto che presenta fattezze definite, distinte.
Chiedersi cosa sia parte e cosa sia intero è porsi un quesito filosofico?
Sì, ma anche poetico.
Incontriamo cadenze leggere e precise in cui la quotidianità, lungi dal risultare banale, è come rischiarata da una luce complice e, nello stesso tempo, autonoma:

guardo la stanza del mattino
così ariosa
e già arredata di primavera.

La nostalgia, argomento davvero difficile, viene trattata con una (non comune) spontaneità verbale capace di renderla poeticamente interessante:

è un film in bianco e nero
l’emozione
già consumata
mi culla ancora
con onde piccole.

Troviamo, poi, brevi sequenze di versi che sorprendono con equilibrio, poiché riescono a far emergere da un’immagine imprevista un richiamo per nulla estraneo:

solo al vento
sarà dato scollinare le frontiere?

Non manca il tema della lacrima.

Conservati una lacrima
dalle un posto importante

è pronuncia in grado di trattare efficacemente un aspetto intimo, creando un’atmosfera sospesa, quasi interrogativa.
Interrogazione alla quale, più avanti, è data risposta:

C’è qualcosa di virtuoso in una lacrima che sale
e non si piange più.

Argomenti come la nostalgia e la lacrima potrebbero indurre a pensare a crepuscolarismo di ritorno, ma non è così: l’interiorità, nella raccolta in esame, non è malinconica, poiché consiste in una composta persistenza tendente a oggettivarsi, a offrirsi al lettore con distinte fattezze.
Il tutto si svolge nell’àmbito di una fede religiosa vissuta quale illuminante, affettivo attimo durevole e, di conseguenza, quale sollecitudine nei confronti di un mondo ritenuto degno di attenzione e di cura.
Siffatta fede, pur testimoniata da poesie specifiche ed esplicite, è ovunque diffusa come sentimento di partecipe esserci.
Forse, a ben vedere, quel “fruscio” non è poi così “feroce” o, forse, è un grumo da sciogliere anche per via poetica.

giovedì 17 ottobre 2013

Alberto Mori: PAN OPTICAL TREE 29 ott

29.10-17.11 2013
 
Calisto Café Vailate (CR)

ALBERTO MORI

PAN OPTICAL TREE


Il  riflesso della natura degli alberi catturato dagli specchi architettonici dei centri direzionali, sulla loro esteriorità che li rende invisibili e dove posizionano le vettorialità delle linee  in  traiettorie di astrazione mentre la luce, il verde, il cielo, liberamente compongono quadri urbani  e contemporaneamente la poesia visiva e sonora decostruisce la parola, si inserisce nel loro spazio panottico, per porre e disseminare un accento urbano. Sussulto dinamico nel testo fotografico che scorre via con immagini  reali e virtuali in una similitudine continua della città.

Inaugurazione
Martedì 29.10 ore 21:30  con Videoperformance dell’autore

Alberto Mori, poeta performer e artista,  sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni editoriali.La produzione video e performativa è consultabile  nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano.Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “ L.Montano” della rivista Anterem di Verona.

Website: www.albertomoripoeta.com

Orari: Mar.Mer.Gio. 8:00-1:00              
          Ven.Sab.Dom. 8:00-2:00

domenica 13 ottobre 2013

Mario Fresa. Ex Libris / 2








La poesia-evento di Enzo Rega

di Mario Fresa

 



 

Le cangianti oscillazioni e le vibratili ellissi sulle cui traiettorie viaggiano i versi di Enzo Rega, raccolti nel suo volume Indice dei luoghi (edizioni Laceno, 2011) scandiscono un orizzonte sempre mobile e proteiforme che procede per addensazioni e per accumuli, per condensazioni e sovrapposizioni. La poesia vortica, allora, nel fuoco di un movimento orbicolare che produce l’aprirsi di una forza tracimante e compulsiva, capace di lanciarsi in una prospettiva corale del gesto poetico, nella quale la voce narrante approda a una forma di estesa e sovrasoggettiva rilevazione di luoghi, di città, di vedute e di scenari col sostegno di una dilatazione linguistica potentemente ricettiva e reattiva.
La parola s’inarca fino a costituire una densa nebulosa, carica di energia straripante, che accoglie e che potenzia l’emergere di un moto circolare ed eccentrico, sensibilmente ricolmo di vibrazioni e di rifrazioni sollecitate sempre da un fiammante, dinamico vigore interno.
La lingua si offre, così, come medium che costruisce, e poi riproietta fuori, un arsenale di immagini e di suoni di singolare luminescenza: la visione-registrazione dello spettacolo del mondo si presenta con la verticale felicità di un turbinio meravigliato, di una lucente danza visionaria. Ma i volti della realtà scrutati dalla poesia di Rega sembrerebbero l’eco polverizzata di immagini-scampoli, di velocissime schegge, di minuzzoli volanti, di bricioli esplodenti: atomi-ombre, diresti, che appaiono dispaiono, che balenano tramontano, che bruciano svaniscono; e invece, l’arsura di questa riverberante festa sa ben configurare un organismo formale equilibrato e coeso, anche in virtù di un linguaggio magnetico, acceso, affatato; e la stessa impermanenza della parola, e il suo vivido e ansante peregrinare, non fanno che accompagnare, e dunque evidenziare, la medesima irreversibile impermanenza del tempo, il suo precipitare nel circolo fatico di un eterno ritorno.
Ed ecco, forse, individuato il nodo centrale che possa condurci al fondamento generativo della raccolta: e cioè il proposito di incuneare i brandelli infinitesimali della percezione del mondo nell’infinita risplendenza di una rappresentazione ricreatrice e rifondatrice degli stessi concetti di tempo e di luogo: concetti prossimi, qui, a tradursi in vicenda collettiva e universale, ovvero in un gioco emblematico nel quale l’ininterrotto scomporsi e ricomporsi dei frammenti della realtà, vista o immaginata, disegna il percorso di un viaggio ch’è insieme fisico e illusivo, presente e fuggitivo, entro il quale la stessa poesia già si trasforma in indice del tutto, in un catalogo-inventario di presenze e di assenze, di lampi vivacissimi e di filmiche dissolvenze, di possibilità e di riprese, di visitazioni e di apparizioni.
Qui la poesia si muta, dunque, in un archivio-diario capace di esporre i frantumati luoghi dell’esserci e dello svanire, e che fa accedere il lettore a uno spazio labirintico e immisurabile; e che alla parola sa sottrarre la pesantezza della pura catalogazione «geografica», denotativa o descrittiva, restituendole, infine, la possibilità di mostrarsi come uno sguardo assoluto: uno sguardo che non guida né definisce, che non certifica né riordina, ma che deflagra e divampa, naturale e implacabile, come un evento puro.

 

 

 
 
 

«La poesia è legata al tempo da qualcosa di brusco, un taglio, uno strappo, una scaturigine, un balzo, qualcosa che accade internamente in un istante incalcolabile, d’un subito senza progressione.»

 

Leonardo Sinisgalli, Vecchie fole euclidee
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

sabato 12 ottobre 2013

AA.VV. “Nuovi Salmi” a cura di Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino

I Quaderni di CNTN, N.28, Palermo, 2012

rececensione di Vincenzo D'Alessio

“IL SIGNORE è più buono dell’uomo. All’uomo posso dire: tu non sei
come appari, e neanche io. A Dio, solo: ascolta la mia preghiera.”

(dal Salmo 39, Massimo Sannelli)
 

Il volume Nuovi Salmi curato da Giacomo Ribaudo e Giovanni Dino riprende, in forma poetica, “Il libro dei Salmi” attribuito al Re Davide, antico di più di tremila anni e fondamento sostanziale della spiritualità israelita. Ancora oggi la figura del Re Davide è tra mito e archeologia. Sta di fatto che la nazione “Israele” ha fondato le proprie insegne nazionali su questa mitica figura di Re.

Noi Cristiani, fratelli del popolo israelita, siamo partecipi in quanto l’ossatura della Fede che professiamo ci unisce in quell’unico Dio al quale ci rivolgiamo quotidianamente senza intermediari, nella preghiera liturgica, nella ricerca inesausta del contatto personale; ed i Salmi sono stati, e sono per i credenti, il canto della “perfetta laetizia” (leggi Speranza).

Non lo nascondo: ho provata molta fatica nel seguire i centocinquanta poeti contenuti in questa Antologica salmodia. Non ho grandi capacità per la polifonia. La musica corale che è contenuta nel testo, come ad aprire il coperchio di un carillon, nel testo è tanto diversa quanto unanimi sono le aspettative di fronte a Dio, all’Umanità, alla ferocia della Morte. Ci vuole molto silenzio nell’ascolto, anche il rumore del computer è fastidioso.

Mi tornano alla mente i concerti per organo di Giorgio Carnini: musicalità intensa nella maestosità degli antichi strumenti a canne, nel silenzio delle Cattedrali dove aleggia lo Spirito e dove riprendono a respirare le ossa di migliaia di esseri umani deposti nelle cripte sotterranee.

Scrive Giovanni Dino, uno dei curatori, nella nota introduttiva a quest’opera: “Sono nato poeta e cresciuto nelle case di due Amici-Maestri di poesia e spiritualità: i poeti Giulio Palumbo e Pietro Mirabile, i quali mi hanno trasmesso l’entusiasmo della fede e la ricerca del sacro unita ai valori della poesia” (pag. XV. La raccolta poetica di Pietro Mirabile Il ramo di bosso fu accolta e premiata al Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra” XIII edizione 1999-2000, tanto per ricordare l’universalità dell’insegnamento poetico).

A Giovanni Dino, curatore del Salmo 9 (Dio trionfatore sugli empi), si lega l’intensità della musicopoesia quando dal profondo dolore della perdita della moglie scaglia l’artiglio della scrittura verso il “Te” distante dal “vuoto di questa offesa solitudine / (dove, ndr) il cuore vedovo di lacrime annega” (pag. 17). Per nome sono chiamate le creature. Il nome si cancella nel tempo. Resta il mistero che non riusciamo a conciliare con la Fede: “È nel lutto e nella malattia che si sperimenta il vuoto della propria caverna / l’argillità dell’anima / i limiti della propria sassosità” (pag. 20).

A pag. 237, Alessandro Ramberti, ha scelto di affidarsi al Salmo 129 (Il canto del pentimento) invitando il lettore a seguire i suoi versi attraverso la chiave disposta nella epigrafe: “L’ERBA CHE DURA NON NASCE SUI TETTI”. Il corpo poetico annuncia con una esclamazione la tragica coscienza dell’IO: “Difficile crescere!” Si parte con l’incoscienza del finale. Si affronta la maratona tra “ostacoli e trappole” con le inevitabili “cadute e sconfitte”. Ramberti si rivolge a chi legge e implora: “ – voi mi capite –”. Diversi tra noi posso rispondere sì, al primo impatto. Ma la certezza di appartenere all’esistenza non contempla la perfidia dei nemici, il dolore del “ferro maligno”, il continuo difendersi. Ci sono i momenti, nella nostra esistenza, nei quali i nemici non ci lasciano respirare, quanto più apriamo le braccia tanto più ingiusto sentiamo il nostro prossimo. Il versificare con l’ausilio dell’enjambement rafforza la chiusa del verso precedente, incalzando la sequenza del verso libero.

Non a caso “Il libro dei salmi” è preceduto da “Il libro di Giobbe”.

Giobbe si lamenta e non comprende il logorio al quale lo sottopone lo Spirito di Dio. Ogni uomo di fronte ad un male incurabile esclama come Giobbe: “(…) Se ho peccato, che cosa ho fatto a te, o pastore di uomini?” (6,25-8,18). Ramberti, nei suoi versi, risponde a questa domanda con i versi : “ (…) presi in cura dalla giustizia più alta / l’unica che conta / sulla nostra libertà.”

Massimo Sannelli, nel Salmo 39 (la caducità della vita) apre i suoi versi in modo da far intervenire il lettore nel suo dialogo: gli interrogativi si alternano ponendo il lettore nella condizioni di divenire attore e il poeta regista. Polvere di secoli, troppi, ci inducono a pensare, francescanamente, a sorella Morte: “la sorella è sui piedi, è alta, scatta / le foto e ride: tu mi tieni, tu? mi tieni?” (pag. 72). Il teatro stupendo dell’esistenza; la richiesta pressante a Dio di trattenere, sé stesso e i propri simili, nel presente, l’accostamento a Lazzaro: metafora della rinascita dell’anima e il bisogno primo del nutrimento reale: il pane.

La poetica di Sannelli ha raggiunto una maturità sulla quale si sono provati molti critici e la molteplicità delle Arti frequentate ci pone nella condizione di avvicinarlo al “Giullare” di quel Dio al quale, egli stesso, chiede “pietà” per sé stesso e per tutti noi. I versi continuano a diffondere la loro energia in una prosa poetica, disposta nella stessa pagina, brano dal quale abbiamo tratto l’epigrafe apposta a questo scritto.

A conclusione dei Salmi, il numero 150 (Sinfonia finale), è affidato a Giacomo Ribaudo: curatore con Giovanni Dino di questa Antologia. Il Nostro nella sua composizione, richiamandosi alla musicalità dei migliori poeti del Novecento appena concluso, esalta la divinità dell’Essere con l’ausilio della poesia: “Un raggio / della tua gloria / filtra e vulnera / gl’inermi petti” (pag. 270). Il verso breve dà vigore alla composizione. Il richiamo che maggiormente compare è in difesa della vita già dal concepimento: “(…) da forcipi impazziti” (ibidem).

Dirigere coro e orchestra è molto difficile. Del coro poetico contenuto in questa Antologia dei Nuovi Salmi ho preferito ascoltare, più che dirigere, prediligendo alcune voci vicine alla ricerca che mi consuma da tempo e che bene ha saputo trasmettere Giorgio Barberi Squarotti nella Prefazione: “Nei salmi biblici l’esilio comporta il pianto sulla patria perduta, sulle rovine di Gerusalemme, ma anche l’attesa dell’intervento di Dio che abbia pietà del suo popolo che non può più cantare davanti ai fiumi di Babilonia, mentre tanti salmi d’ora esprimono invece l’assenza della speranza umana e l’invocazione a Dio suona drammatica, come se fossimo davvero alla fine dei tempi” (pag. VIII).

Il grande musicista italiano Giuseppe Verdi del quale quest’anno ricorre il duecentesimo della nascita tradusse quanto riportato, dal chiarissimo Barberi Squarotti, nell’Opera Il Nabucco. I poeti inclusi in questo libro hanno trasmesso con le proprie opere il disagio e la speranza che l’intera umanità affronta nel passaggio da un secolo di guerre ad un altro che si apre con lo spettro della terribile continuità di questa traumatica esperienza.

mercoledì 9 ottobre 2013

Esecuzioni di Alberto Mori a Crema 27 ott



Ascolto per scrivere a Le Castella (KR) 31 ottobre - 3 novembre 2013



Dalle 18.00 di giovedì 31 ottobre alle 14.30 di domenica 3 novembre 2013 ha luogo la kermesse

Ascolto per scrivere

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che, grazie all’interessamento di Angela Caccia e dell’Associazione Le Madie si terrà in Calabria nella splendida location dell’Hotel La Brace a Punta delle Castella (Crotone), via Duomo 54, cap 88841, tel. 0962.795117, mail: info@hotellabrace.it 

Il tema si è liberi di interpretarlo e declinarlo come si vuole (un saggio, dei versi, un racconto, una testimonianza, un’opera d’arte, canto, musica… un mix di queste cose). La kermesse è aperta a tutti gli interessati (anche come semplici uditori, che possono comunque intervenire nei vari dibattiti aperti). Lo spirito delle kermesse è quello dell’ascolto, della condivisione, della convivialità, ed è quindi richiesta la presenza per tutta la durata della kermesse. È prevista una escursione al castello di S. Severina

Il costo in pensione completa dalla cena di giovedì al pranzo di domenica è di euro 120,00 per la camera doppia e euro 150,00 per la singola (pranzo e cena a base di pesce, o carne per chi non gradisse il pesce, bevande, prima colazione, parcheggio auto e connessione wi-fi inclusi). Per chi arrivasse in treno o aeroporto, l’Associazione Le Madie si offre, nei limiti del possibile, per il servizio di trasferimento. Ogni partecipante è invitato a portare proprie opere, libri, cd, quadri, ecc. per vendite o scambi autogestiti. Chi suona uno strumento è pregato di portarlo.
Le prenotazioni del soggiorno vanno fatte direttamente all'hotel La Brace ai contatti indicati sopra, informando gentilmente Angela Caccia mafaf@libero.it (comunicandole i dati personali e i luoghi di arrivo e partenza e la eventuale presenza di accompagnatori, perché possa organizzare l'accoglienza) e dando anche un cenno di conferma a Fara Editore info@faraeditore.it 

Giovedì 31 ottobre

18.00 Accoglienza e presentazione della kermesse  da parte di Angela Caccia e di Alessandro Ramberti

18.30 Workshop: Ascolto… poi scrivo? – L'Associazione Le Madie (Cutro–Crotone) nata nel 2006, è stata federata a Bombacarta, associazione/federazione con sede a Roma, ideata e diretta dal gesuita e noto critico letterario Antonio Spadaro (premio Crotone 2002 per la letteratura). Promuove cultura e creatività artistica, soprattutto attraverso workshop tematici elaboratori di lettura (se ne contano oltre 130 fino al 2011). Nel corso di questi, ogni partecipante propone un testo – narrativa o poesia – e ne motiva la scelta esprimendo le emozioni suscitate dall’ascolto della lettura. A turno e a braccio, gli altri componenti del gruppo esprimono un proprio pensiero.

19.30 Dibatitto, sistemazione nelle camere, 19.45 (per chi vuole) Vespri, e cena ore 20.00

Sessione sereale
 
21.15 Il fruscio che inquietaAngela Caccia,  funzionaria in un ente pubblico, matura la giusta dose di frustrazione che si sublima poi in qualche squarcio di creatività. Abita una zona del meridione molto legata alla tradizione e brulicante di talenti. Qualcuno, di larghe vedute, disse ‘veni vidi vici’, in questo suo piccolo mondo, vagola vive verseggia. Ha vinto, fra gli altri, il concorso Insanamente 2012. È da poco uscita la sua raccolta Nel fruscio feroce degli ulivi (Fara 2013, prefata da Davide Rondoni): 1° classificato al Premio Letterario Europeo Massa città fiabesca sez. Poesia; 1° classificato al Concorso Città di Parole premiazione il 20 ott 2013 a Firenze; finalista al Convivio 2013. Web: ilciottolo.blogspot.it


  
21.40 Quale ascolto in un Villaggio globale dominato dalle tecnologie delle comunicazioniAlberto D’Ettoris, nato a Crotone e laureatosi a Lecce nel 1979 in Lettere Moderne, ha insegnato nella Scuola Elementare. Nel 1988, abilitatosi in Lettere Moderne, è divenuto Direttore Didattico nella Scuola di Baceno (NO). Ha frequentato due Master alla Luiss di Roma (Dirigenza e Gestione Aziendale/Manageriale) ed è stato chiamato, unico Dirigente Scolastico, sia alla partecipazione di un PASS III con i Dirigenti della Provincia e del Comune di Crotone sia a partecipare ad uno scambio con l’ambiente scolastico cinese che lo ha portato ad incontrare Dirigenti e alte autorità scolastiche cinesi. Dal 1989 ha diretto Scuole della Provincia di Cosenza e di Crotone, reggendo contemporaneamente altre scuole tra cui la Scuola “Di Bona” di Cutro. È stato poi Dirigente Scolastico nell’Istituto Comprensivo “Maria Grazia Cutuli” e dal 2003 dirige l’Istituto “Gian Vincenzo Gravina” di Crotone portandolo ad offrire ben cinque offerte formative: il Liceo delle Scienze Umane ed il Liceo Linguistico, che derivano dalla vecchia sperimentazione; mentre ha voluto con forza il Liceo Economico Sociale, del Liceo Musicale “Vincenzo Scaramazza” e, unico in Calabria, del Liceo coreutica “Giuliana Penzi”. Ha collaborato con riviste scolastiche ed è stato direttore di corsi di formazione. È sposato con il Dirigente Scolastico Diana Marullo ed hanno due figli.
22.10 Dibattito e riposo

Venerdì 1° novembre Festa di Tutti i Santi

8.00 colazione

9.00 Dal silenzio e dai suoni della natura sgorgano paroleAntonella Dorigotti è nata nel 1957, d’inverno, nevicava a Rovereto (Trento). Maturità al Liceo Antonio Rosmini di Rovereto con il massimo dei voti. Al liceo lavorava impartendo ripetizioni, come baby sitter, cameriera, persino l’estate dei suoi 17 anni in un Eisdieler (gelateria) nello Schleswig-Holstein in Germania. Dopo la maturità un periodo a Cambridge in Inghilterra. Studi di medicina e chirurgia e letture a Firenze, laurea nel 1983. Specializzazione in Neurofisiopatologia a Firenze: praticamente è una neurologa. Ha lavorato come medico sino a 50 anni quando per problemi di salute, ironia della sorte, ho avuto un prepensionamento. Ha lavorato esclusivamente per il servizio sanitario nazionale e nel limite del possibile ha sempre curato i suoi interessi letterari. Sposata con una figlia, ha pubblicato il primo libro nel 2000, dei racconti al femminile dal titolo Nel volto di una donna (Arca edizioni Trento), sono seguiti 4 libri per l’infanzia e tre di poesie. Due libri per l’infanzia hanno vinto il premio Itas internazionale, la raccolta di poesie Arabeschi del mio cuore  è stata finalista al premio “Autori per l’Europa”; premio poesia e pittura-grafica ai concorsi nazionali “I colori del lago di Bolsena” e “ I grandi maestri dell’arte contemporanea” Versilia 2011. Ama scrivere, leggere, dipingere, ascoltare musica e prendersi cura della famiglia.


9.20 A volo di rondineMario Campagnuolo  è un ingegnere edile che ha lavorato come Direttore di cantiere, poi d’Impresa e poi di Consorzi d’Imprese nel campo dell’Edilizia. Nel 1968 ha costruito, a pochi chilometri da Le Castella, il Villaggio Turistico della Valtur. Da 20 anni è giornalista pubblicista e ha pubblicato due libri: Come il mare e L’Opera dei Pupi: il primo nel 2010 e l’altro quest’anno. Scrive racconti e favole. È sposato da cinquant’anni con Annamaria e hanno quattro figli e sei nipoti. Ha partecipato alla kermesse avellanita di quest’anno leggendo la favola Il teatrino di Fifì e Fofò. A Le Castella leggerà, con l’aiuto di chi tra i presenti vorrà partecipare, pagine scelte dai suoi libri. 

9.40 I covoni della speranza - Luana Fabiano è nata a Catanzaro nel 1978 e cresciuta in un piccolo paese, Marcellinara. Maturità linguistica nel 1997, laurea in Lingue all’Università della Calabria nel 2003. Ha insegnato un anno in Francia (Beauvais). Dal 2005 è docente di francese nelle scuole superiori. Mamma dal 2007, ama da sempre la poesia: la vede, la ascolta, la tocca, la stringe come un campo di covoni tra i ricordi di un’infanzia autentica, colta nell’inestricabile groviglio di illusioni e speranze. Come Emily Starr è profondamente attratta dalla bellezza della natura. Se nella fattoria sull’Isola del Principe Edoardo la dolce Emily sognava un futuro da scrittrice, dalla “sua” quercia  nella campagna dei nonni Luana assaporava l’incanto di un paese da ritmi e colori ben scanditi. Oggi, con il pensiero più pesante ma gli stessi occhi mai sazi, con quella dimensione infantile della vita, continua a scrivere e a mantenere fresco il sorriso di allora, cercando la verità e la bellezza delle cose.



10.00 Dibattito

10.10 intervento musicale del CICCIO IERHARD TRIO: Jazz: una passione, ossigeno vitale, sangue arterioso, circolazione sanguigna. Ciccio Ierardi, chitarra e voce, Rosario Misuraca chitarra e voce, Leonardo Scarriglia chitarra e voce.  
 





10.40 Segni, le conversazioni silenzioseDavid Aguzzi è nato a Rimini nel 1966, allora aveva tanti capelli biondi e boccolosi. Oggi ha una volta luminosa e lucida. Ha conseguito due lauree quasi inutili in Sociologia e in Scienze della comunicazione. Si interessa di arte e teatro e il fascino della “parola”, della “conoscenza”, ha sempre stimolato piccoli pensieri per grandi sogni diviso com'è in quotidiani lavori di artigianato sociale e cittadino. Tra le pubblicazioni: Il Dono di Davide – I Volontari e la rete di Solidarietà (Ed. CSV Rimini); … e cuchèl – il Gabbiano (Ed. Comune di Riccione); Per uscire dall’invisibile (ANC Edizioni). Un suo saggio è inserito in Scrittura felice.


11.00 La lettura e l'elogio dell'inutile Armando Vitale si è laureato in Filosofia all'Università di Pisa. Dopo un breve periodo di insegnamento negli Istituti Superiori, è preside dal 1985. Dal 1993 ha diretto il Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro, dove ha ideato, promosso e realizzato dieci edizioni di una Fiera del Libro a Scuola (Progetto Gutenberg) che oggi mette in Rete 42 Istituti della Calabria. Fiera Gutenberg ha ospitato personalità prestigiose della cultura nazionale ed europea, centinaia di studiosi, scrittori, storici, filosofi, scienziati, che hanno dato vita, nelle ultime settimane di maggio, ad una ricca kermesse caratterizzata da intensi incontri-dibattito con i giovani allievi. Il progetto –  presentato dal suo ideatore in diversi Festival della Cultura e al Salone del Libro di Torino – è stato segnalato da grandi testate nazionali (Repubblica, Il Sole 24 ore, l'Unità ecc.) e dalla stampa regionale. Dal 1997 al 2002 è stato presidente dell'Irrsae Calabria, Istituto di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativo, dove, fra l'altro, ha realizzato una collana di testi dedicati a “I Saperi della scuola del futuro” (Rubbettino Editore). Oggi continua ad occuparsi di Fiera del Libro Gutenberg come presidente dell'omonima Associazione, nata a fine 2012, con uno spiccato interesse a promuovere il confronto delle idee e un'opinione pubblica colta. È anche presidente della Fondazione Imes Catanzaro, Istituto meridionale di storia e scienze sociali, che intende sviluppare ricerca sui nuovi profili della Questione meridionale e sulla condizione della Calabria. Ha pubblicato articoli e saggi sulla riforma della scuola, su scuola e mezzogiorno, sulla didattica della Storia, su temi filosofici. Ha curato e introdotto i volumi collettanei: Il Novecento a scuola (Donzelli Editore) e Reti a delinquere (Meridiana Donzelli). È membro dell'Associazione “Forum del Libro” ispirata dall'Editore Giuseppe Laterza e presieduta da Giovanni Solimine, biblioteconomo dell'Università La Sapienza di Roma. 

11.30 Dibattito e tempo libero
12.00 (per chi vuole) S. Messa

13.00 Pranzo e tempo libero


15.00 La ricerca di sé stessi nel silenzio della solitudine: Petrarca sulle orme di AgostinoTeresa Caligiure, postdoc Università della Calabria.

15.30 Chitarra classica del M° liutaio  Giuseppe Mungari, storia di un liutaio, 31 anni, costruisce a mano tutti i tipi di strumenti a corda, passando ore e ore fra legni, scalpellini, colla, calchi. Quando parla del suo mestiere, gli occhi si illuminano di orgoglio: “La liuteria esiste da secoli, è un’arte che non dovrebbe mai morire, perché i manufatti conservano la cultura e le tradizioni dei popoli antichi.”
 


 
15.40 Lettura e scrittura come etiche dell'ascolto, ovvero come luogo di risonanza della parola che pone l’essere umano in ascolto della veritàDavide Zizza (Crotone, 1976) è Dottore Magistrale in Lingue e Letterature Straniere con una tesi in Filologia Romanza sul Tristran di Beroul. Membro delle Madie dal 2007, coltiva interessi legati alla testualità e alla poesia, in particolare coniugando lo studio critico-letterario alle scienze della mente connesse alla creatività. A parte qualche intrusione in forma antologica (Giulio Perrone Editore) e alcune segnalazioni (Rivista Specchio della Stampa, Blog Rainews Poesia di L. Sorrentino), nel 2000 ha pubblicato in forma tipografica una plaquette poetica (Mediterraneo). Autore della raccolta di versi Dipinti & Introspettive (Rupe Mutevole 2012), scrive articoli per il Litblog Poetarum Silva, la rivista Estroverso. Ha pubblicato inoltre alcuni contributi sulla rivista greca «Koukoutsi». Nelle sue letture di poesia predilige quella straniera, ma rilegge periodicamente i suoi autori di sempre: Borges, Brodskij, Enrico Testa e Cesare Pavese.

16.00 Voci dai brigantiRaffaele Serafino Caligiuri è scrittore di storia patria, professore di letteratura italiana e storia in pensione che si interessa di poesia, letteratura e soprattutto della microstoria del territorio calabrese. Premiato a Firenze dalla Regione Toscana nel 2011 per aver relazionato sul brigantaggio meridionale in occasione del 150°anno dell’Unità d’Italia, presentando due opere su due brigantesse, Maria Oliverio e Felicita De Sanctis. Ha studiato la condizione femminile durante il brigantaggio meridionale del 1799 e del 1864, quale convinto assertore del femminismo, leggendo ciò che un osservatore francese dice delle donne e quanto pensa di sé Maria Oliverio. Restando nel tema, prima ascolta, poi scrive.

16.20 Chitarra classica del M° liutaio  Giuseppe Mungari   

16.30 Dibattito e tempo libero


18.00 La parola è l'ascolto: viaggio nel variegato mondo della scritturaBonifacio Vincenzi è nato a Cerchiara di Calabria nel 1960. Vive a Francavilla Marittima (CS). Ha pubblicato quattro raccolte di liriche (ultima delle quali, La tempesta perfetta, Aljon Editrice, 2009); il romanzo Arrivederci, Letizia! (Editrice “Il Coscile” 2000); Per sole donne – Un amore di carta (Aljon Editrice 2011); e, recentemente, il romanzo per ragazzi Kremena e la sfida del fuoco magico (Giovane Holden Editrice). Ha diretto la rivista «La colpa di scrivere» e attualmente dirige il quadrimestrale di letteratura «Il Fiacre N. 9» edita da Aljon Editrice. Ha curato diverse antologie poetiche e ha collaborato a quotidiani, settimanali, riviste specializzate, in più di trent’anni di attività. Nel 1985 ha fondato Il Musagete nell’ambito del quale ha ideato diverse rassegne letterarie e di arte contemporanea. Ricordiamo, (per la Letteratura) il “Settembre culturale francavillese”, alla dodicesima edizione e ancora “Variazioni sul tema”, “Aura – Prova d’emozione”, “I fuochi di Tomtor”, “La bella estate”, ecc. Per l’Arte, invece, l’itinerario artistico Giano – Incontri con l’Arte e la Kultazione. Ha fondato, inoltre, il Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata; il Premio Donna dell’anno e il Premio di lettura Hansel e Gretel.


18.30 In ascolto di ciò che rischia di restare muto - Caterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944. È psicoterapeuta. Già condirettrice de «La Rocca poesia», e redattrice de Le Voci della Luna, socia di Sinopia e altre organizzazioni, collabora con riviste cartacee e on-line come Fili d’aquilone. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio, Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003), Solchi e Nodi (Fara 2008). È presente nellle antologie La coda della Galassia, La linea del Sillaro (Campanotto 2006), Poesia e Natura (Le lettere, Firenze 2007, a c. di Alessio Brandolini, Martha Canfield e Ivano Malcotti), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008, a c. di Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini) e, con Profezia, sogno e poesia in Poeti profeti? (c. di B.F.M. Gianni, Fara 2009). Ha curato e tradotto dallo spagnolo L'Attesa di Pablo Gozalves (Sinopia, 2007). Nel 2011 pubblica con Raffaelli la raccolta Dove il verso si coagula. È in giuria di vari concorsi letterari e inserita, fra l'altro, in Salvezza e impegno, Il valore del tempo nella scrittura e Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche, Chi scrive ha fede? e Scrittura felice (Fara 2010-13).

18.50 Dibattito, tempo libero 19.45 (per chi vuole) Vespri e cena ore 20.00

Sessione serale con la chitarra classica del M° liutaio  Giuseppe Mungari

21.15 “Maddalena” – Racconto dell'opera pittorica, cover del libro di Cinzia Demi: Com'è nata? Come si è sviluppata? In che modo il pittore ha ascoltato la parola poetica per renderla nell'immagine? Significati simbolici e cromatici. Maurizio Caruso è nato in provincia di Cosenza, vive e lavora a Bologna. Ha frequentato il Liceo Artistico Statale di Cosenza dove si è messo in evidenza per i colori e la fervida fantasia che sprigiona nel dipingere gli elaborati. Dopo il diploma si trasferisce per motivi artistici e di lavoro
spostandosi in varie città e sempre arricchendo le proprie conoscenze: Padova, Venezia, Firenze, Massa e Carrara dove frequenta gli ambienti accademici. Organizza e partecipa a diverse mostre personali e collettive, in Italia e in Europa. Dal 2000 firma la cover della rivista di poesia «Parole» (Bologna) ed è autore di pagine di grafica, copertine di libri e opuscoli, locandine per eventi culturali. Nel suo sito www.MaurizioCaruso.it sono consultabili la ricca Biografia, la Galleria Virtuale con la sua produzione artistica, il gran numero di recensioni curate da significative firme del panorama culturale italiano. È stato recentemente inserito in Scrittura felice, che riproduce in copertina una sua opera: “Omaggio a Giorgio Caproni”.

 21.35 Ero Maddalena – Dall'ascolto di una delle figure più controverse delle donne della Bibbia, nasce il poemetto Ero Maddalena (puntoacapo 2013), monologo intimo e doloroso di una donna dei nostri giorni. Un lavoro di carne e sangue, di spirito e inconscio, che affronta le problematiche femminili della violenza e della fede nell'ottica della figura più vicina a Gesù, da lui stesso scelta quale compagna di viaggio per le sue missioni profetiche. Un'attualizzazione che forse mancava. Cinzia Demi è nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna. È operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista.Dirrige la Nuova Collana di Poesia Contemporanea “Sibilla” della Pendragon (Bologna). Fa parte del gruppo Poetico il “Laboratorio di Parole” e ne dirige la rivista bimestrale «Parole». Nel 2007 pubblica il libro Incontriamoci all’Inferno. parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon). Ha collaborato e collabora con il Centro di Poesia Contemporanea  dell’Università di Bologna, con l’Università Primo Levi di Bologna, con l’Associazione Italia Medievale e con molte altre associazioni e istituzioni sul territorio nazionale. Scrive su riviste, blog letterari e siti internet a carattere internazionale. Cura per il sito Altritaliani la Nuova Rubrica di Poesia Contemporanea Missione poesia. Realizza con i suoi testi presentazioni spettacolari in abbinamento a musica e arti varie, in giro per l’Italia e all’estero. Ha inoltre pubblicato: Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, Catania 2009); Al di là dello specchio fatato. Fiabe in poesia (Albatros, Viterbo 2010); Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia (Fara 2010); Incontri e Incantamenti (Raffaelli 2012); Ersilia Bronzini Majno. Immaginario biografico di un’italiana tra ruolo pubblico e privato (Pendragon 2013 ).

21.55 Cielo di Cristallo e Lune doppie – Un viaggio nei luoghi reali e dell'anima, alla ricerca di un ascolto che consoli e plachi il dolore. Andrea Venzi è nato a Bologna nel 1946, vive attualmente tra Bologna e Padova. Ha pubblicato quattro volumi di poesia, un volume di racconti e un romanzo. La sua ricerca parte da una realtà “altra”, sradicata e vissuta come sogno tra inferni tropicali o metropolitani, spedizioni di conquistadores o angosce fantasmatiche in un giro di vite che stritola immagini trattate in narrazioni astratte e surreali. Le presenze umane sono infrequenti o marginali, spesso ridotte ad orme osservate o dominate dalla luna che le aspira nel turbinio del vento e delle onde d'un mare minaccioso. I suoi volumi: Nuestra Señora de Atocha (Amadeus 1986); Il sentiero degli alberi morti (Mobydick 2007); Aria fredda (Bohumil 2009); Una pioggia sottile (Firenze libri 2010); la raccolta di racconti Il rifugio del cane (Solfanelli 1992); il romanzo Dyea (Giraldi 2009). Per Pendragon sono uscite le raccolte poetiche Lune doppie (2011, Premio Casentino e Premio Ilaria Osti)) e Cielo di cristallo (2013). È anche pittore, fotografo e viaggiatore. Ha tenuto svariate mostre in Italia e all'estero.

22.15 Dibattito e riposo


Sabato 2 novembre
  
7.45 (per chi vuole) Lodi - 8.00 colazione
8.45 Gita a S. Severina o in altra amena località

13.00 Pranzo

15.00 Nei panni di Johan Alessandro Ramberti è nato a Santarcangelo di R. nel 1960. Laureato in Lingue Orientali a Venezia, vince una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai. Nel 1988 consegue il Master in Linguistica presso l’Università di California Los Angeles. Conclude gli studi con il dottorato in Linguistica presso l’Università Roma Tre (1993). Da allora lavora in ambito editoriale. Ha vinto il premio “l’Astrolabio” con pubblicazione dei suoi Racconti su un chicco di riso (Tacchi Editore 1991). Come Johan Thor Johansson edita La simmetria imperfetta (Fara 1996). Con In cerca (Fara 2004) vince il premio “Alfonso Gatto” 2005 opera prima e, nel 2006, i premi “Città di Solofra”, “Voce dal Ponte” (Monopoli) e il premio speciale “Città degli Acaja” (Fossano). Con Pietrisco (Fara 2006) “Poesi@ & Rete” (Trapani-Palermo) e il premio biennale “Cluvium”. Con L’Arca Felice di Salerno nel 2009 pubblica la plaquette Inoltramenti e nel 2011 Paese in pezzi? I monti e i fiumi reggono (4 poesie di Du Fu), entrambi illustrati da Francesco Ramberti. In «Italian Poetry Review» V, 2010 esce “Rabbunì”, ampiamente riscritto in Sotto il sole (sopra il cielo), Fara 2012). Gli è stata dedicata la «Lettera in versi» n. 32 a cura di Rosa Elisa Giangoia: bombacarta.com/le-attivita/lettera-in-versi


15.20 La maledizione di PitagoraGiusy Regalino, giornalista professionista, primo direttore “donna” di una testata giornalistica in Calabria. Ama il suo lavoro iniziato per caso in una emittente televisiva di un piccolo territorio provinciale dell’Italia, Crotone, con un impegno costante in difesa della legalità, dell’ascolto dei cittadini, sempre con spirito di servizio e mai per interessi personali. Dal 1992 al '97 capo redattore, dal '97 al 2011 direttore responsabile della testata televisiva “RTI”. Ceduto il timone della direzione della redazione, si occupa di una Calabria che merita di essere conosciuta, una Calabria delle imprese sociali, del mondo agricolo, della fattività piuttosto che delle parole. È riuscita ad essere spesso “una voce che grida nel deserto” perché purtroppo la rassegnazione popolare ha preso il posto del sano protagonismo che si è vissuto fino ai primi anni '90. È sposata, madre di 5 figli, nonna di 5 nipoti. Tra i suoi impegni quello che le da più gioia e la sostiene nel combattimento quotidiano, è essere un ministro della comunione che svolge il suo servizio nell’ospedale civile della città. Ritiene importante il voler dare sempre una testimonianza di amore e rispetto per la propria terra fuori dai compromessi.

15.50 L'ascolto nello spirito di GesùFortunato Morrone è prete dell’Arcidiocesi di Crotone S. Severina dal 1983. Parroco dal 1986 al 2008. Dal 2008 al 2012 è stato Direttore spirituale del Seminario teologico regionale S. Pio X in Catanzaro. Dal 2008 è Assistente regionale dell’Azione Cattolica. Attualmente in Diocesi è referente diocesano per il Progetto Culturale della Chiesa italiana e delegato arcivescovile per i giovani preti e per i diaconi permanenti. Licenza specializzata e Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, Roma (1988). Ordinario di Teologia Sistematica presso l’Istituto Teologico Calabro in Catanzaro (aggregato alla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, Napoli). Docente incaricato di Teologia presso l’ISSR della Pontificia Università della S. Croce, Roma. Svariate pubblicazioni per Jaka Book, Cittadella editrice e Rubbettino, è In via di pubblicazione presso i tipi della Cittadella editrice, Assisi: Lo Spirito della vita, nella collana “Le parole della fede”. Molte le curatele e gli articoli in varie Miscellanee e Dizionari di Teologia. Collabora con riviste specializzate di teologia quali: Communio, Louvain Studies, Rassegna di Teologia, Ricerche Teologiche, Vivarium. Ha scritto su L'Osservatore Romano e Quaderni Lametini.

16.20 Dibattito e tempo libero


18.00 spettacolo dell'ASSOCIAZIONE SCUOLA DI DANZA “MARIA TAGLIONI” – La scuola di danza MARIA TAGLIONI è sorta a Crotone nel 1980 ed ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Pubblica Istruzione con presa d’atto N° 9537; ha un corpo Docente formato da professionisti internazionali, che provengono dai relativi teatri, e giovani locali che hanno frequentato specifici corsi di formazione. Nella Maria Taglioni hanno mosso i primi passi giovani interpreti della danza italiana e internazionale; Alessandro Riga (primo ballerino etoile al Maggio Danza di Firenze), Pasquale Greco, Riccardo Riccio, Luana Petrozza, Diego Millesimo, Giusy Grande, Alfonso Capolbo, Alessandra Manica, Ruben Vrenna ed altri ancora. Ogni anno vengono organizzati e gestiti decine di manifestazioni.

19.45 (per chi vuole) Vespri  20.00 Cena

Sessione serale


21.15 “Basterebbe un po' di silenzio...”(Fellini, La voce della luna) Sergio Pasquandrea è nato nel sud-est della penisola, in uno degli ultimi decenni del secolo scorso. Il destino, che egli corteggia spassionatamente, lo ha poi portato a trasferirsi nel centro esatto dello stivale. La poesia, da lui amata di un amore che sconfina nel masochismo, a volte gli ditta dentro. Lui scrive. Lei scuote la testa, sconsolata. Quando la Musa tace, Sergio Pasquandrea dispone di numerosi altri modi per far danni: l’insegnamento, il giornalismo musicale, la ricerca universitaria, il disegno, la tastiera di un pianoforte. Ha due figli che adora e una moglie che si guadagna la santità sopportandolo.
21.45 Il poetare come ricerca e ascoltoFrancesco Filia vive, insegna e scrive a Napoli, dov’è nato nel 1973. I suoi interessi si sviluppano tra poesia, filosofia e critica letteraria. Sue poesie e note critiche sono presenti in numerose riviste e antologie, tra cui Il miele del silenzio (a cura di Giancarlo Pontiggia, Interlinea 2010). Ha pubblicato i poemi in frammenti Il margine di una città (Il Laboratorio, 2008) e La neve (Fara, 2012), vincitore del concorso nazionale per inediti Faraexcelsior 2012, del concorso nazionale editi Civetta di Minerva 2013 e finalista del premio nazionale di poesia Ponte di Legno 2013. Collabora al litblog Nellocchiodelpavone

22.15 Dibattito e riposo

Domenica 3 novembre

8.00 Colazione


9.00 La voce della storia, l'orecchio del presente: news dal MedioevoFrancesco Cosco nasce a Petilia Policastro nel 1942, laureato in Materie Letterarie nel 1969 ha svolto la professione di Docente per circa quarant’anni. Appassionato di ricerca storica, pensa che gran parte della Storia di un popolo sia già scritta nella sua lingua, formatasi dalla somma delle lingue dei popoli invasori. A ciò sono da attribuire le argomentazioni delle sue pubblicazioni sia di storia che di dialetti. Gli insediamenti rupestri di cui si occupa non fanno altro che scandire nel tempo con le loro scanalature, icone, croci, graffiti, le dominazioni straniere. Fondamentalmente ricerca la verità, la verità nell’analisi minuziosa dei particolari. Ama la natura e segue l’insegnamento di Bernardo di Clairvaux: “Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che non apprenderesti dai maestri della scienza”. Molte le pubblicazioni. Cura il sito www.radicicalabre.it

 
9.20 Mi ascolto e curo la mia creatività – Esteta per nascita, Paolo Sesti è da sempre incuriosito dai misteri della Natura. Una volta scelto lo studio della Medicina si è lasciato folgorare dal mistero dell'insondabilità della Mente Umana.  Ultimati gli studi e la sua formazione di Neuropsichiatra Infantile, per mero incidente di percorso, si è imbattuto nella Psichiatria, se ne è innamorato ed intrattiene con lei, ormai da oltre 25 anni, un rapporto stabile intriso di fatica ma anche di profonda passione. Nel tentativo di curare il suo spirito continua ad accrescere la sua fame di conoscenza dedicando quanto gli resta della giornata alla sua passione naturale.

9.40 Gran dibattito conclusivo e tempo libero

12.00 (per chi vuole) S. Messa

13.00 Pranzo e partenze

La vita è (anche) un racconto
Buon cammino!