di Vincenzo D'Alessio
da Opere scelte (Fara, 2014)
Il greggio costa caro
auto in fila lasciano
scie di veleni. Sorride
le mani intrise d’olio
Vincenzo il benzinaio
nelle giornate lunghe
al distributore ha occhi
di terra e l’amore del figlio
che nasce.
martedì 24 giugno 2014
lunedì 23 giugno 2014
Gladys Basagoitia Dazza vince il Premio Camaiore 2014 sez. Internazionale
Premio Letterario Camaiore, ecco la cinquina dei finalisti
v. album
Mario Benedetti, Michele Brancale, Chandra Livia Candiani (dichiarata vincitrice dalla giuria popolare), Loretto Rafanelli e Ottavio Rossani. Resi noti anche i nomi degli autori per gli altri riconoscimenti. Per la Proposta Alessandro Pancotti, l'internazionale a Gladys Basagoitia Dazza, gli speciali ad Antonio Spagnuolo, Gordiano Lupi e Sergio Sandrelli La giuria tecnica del 26esimo Premio letterario Camaiore, composta da Francesco Belluomini, presidente, Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini e Mario Santagostini, dopo attenta e approfondita valutazione dei volumi facenti parte della prima rosa di selezione dei candidati al premio 2014, ha determinato, in riunione congiunta, svoltasi in data odierna, alle ore 10,00, presso la sede municipale, i cinque finalisti, il Camaiore Proposta Opera Prima e il Premio Internazionale.
Nella stessa seduta sono stati ufficializzati i Premi Speciali indicati dal Presidente.
Di seguito la lista dei nomi:
Premio Camaiore 2014
Mario Benedetti, Tersa morte, Mondadori; Michele Brancale, Rosa dei tempi, Passigli; Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi; Loretto Rafanelli,
L’indice delle distanze, Jaca Book; Ottavio Rossani; Riti di seduzione, Nomos.
Camaiore Proposta – Opera prima Vittorio Grotti: Alessandro Pancotti, Le iniziali, Lietocolle.
Premio Internazionale: Gladys Basagoitia Dazza, Oceano di luce, Fara.
Premio Speciale: Antonio Spagnuolo, Il senso della possibilità, Kairos
Menzione Speciale: Gordiano Lupi, Heberto Padilla: Fuera del juego, Il foglio
Menzione Speciale (alla memoria): Sergio Sandrelli, Primo verso – a cura della sorella Stefania, Italic Pequod.
Cerimonia di premiazione il 20 settembre. La Giuria popolare è composta da 45 cittadini estratti a sorte fra quelli che hanno fatto domanda e dai 5 alunni delle Scuole Medie del territorio, vincitori del Premio “La Poesia dei Ragazzi”.
“Ringrazio il Presidente Belluomini e tutta la giuria tecnica per tutto il lavoro fin qui svolto - ha commentato il Sindaco Alessandro Del Dotto - Con orgoglio, unendomi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, faccio le mie congratulazioni a Paola Lucarini per la sua Laurea Apollinaris Poetica 2014, che rende ancor più prestigioso il livello del nostro Premio di Poesia” (cfr. 21/06/2014 17.38 Redazione di Met).
v. album
Mario Benedetti, Michele Brancale, Chandra Livia Candiani (dichiarata vincitrice dalla giuria popolare), Loretto Rafanelli e Ottavio Rossani. Resi noti anche i nomi degli autori per gli altri riconoscimenti. Per la Proposta Alessandro Pancotti, l'internazionale a Gladys Basagoitia Dazza, gli speciali ad Antonio Spagnuolo, Gordiano Lupi e Sergio Sandrelli La giuria tecnica del 26esimo Premio letterario Camaiore, composta da Francesco Belluomini, presidente, Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini e Mario Santagostini, dopo attenta e approfondita valutazione dei volumi facenti parte della prima rosa di selezione dei candidati al premio 2014, ha determinato, in riunione congiunta, svoltasi in data odierna, alle ore 10,00, presso la sede municipale, i cinque finalisti, il Camaiore Proposta Opera Prima e il Premio Internazionale.
Nella stessa seduta sono stati ufficializzati i Premi Speciali indicati dal Presidente.
Di seguito la lista dei nomi:
Premio Camaiore 2014
Mario Benedetti, Tersa morte, Mondadori; Michele Brancale, Rosa dei tempi, Passigli; Chandra Livia Candiani, La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi; Loretto Rafanelli,
L’indice delle distanze, Jaca Book; Ottavio Rossani; Riti di seduzione, Nomos.
Camaiore Proposta – Opera prima Vittorio Grotti: Alessandro Pancotti, Le iniziali, Lietocolle.
Premio Internazionale: Gladys Basagoitia Dazza, Oceano di luce, Fara.
Premio Speciale: Antonio Spagnuolo, Il senso della possibilità, Kairos
Menzione Speciale: Gordiano Lupi, Heberto Padilla: Fuera del juego, Il foglio
Menzione Speciale (alla memoria): Sergio Sandrelli, Primo verso – a cura della sorella Stefania, Italic Pequod.
Cerimonia di premiazione il 20 settembre. La Giuria popolare è composta da 45 cittadini estratti a sorte fra quelli che hanno fatto domanda e dai 5 alunni delle Scuole Medie del territorio, vincitori del Premio “La Poesia dei Ragazzi”.
“Ringrazio il Presidente Belluomini e tutta la giuria tecnica per tutto il lavoro fin qui svolto - ha commentato il Sindaco Alessandro Del Dotto - Con orgoglio, unendomi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, faccio le mie congratulazioni a Paola Lucarini per la sua Laurea Apollinaris Poetica 2014, che rende ancor più prestigioso il livello del nostro Premio di Poesia” (cfr. 21/06/2014 17.38 Redazione di Met).
Maria Di Lorenzo su I giorni e le strade di Carla De Angelis
I giorni e le strade
flanneryblog.wordpress.com/2014/06/23/carla-de-angelis/
mercoledì 18 giugno 2014
Sono uscite le Cartografie neodialettali di Maria Lenti
Maria Lenti
Cartografie neodialettali
Poeti di Romagna e d'altri luoghi
saggistica
Introduzione e cura di Gualtiero De Santi. Pazzini Editore, Villa Verrucchio 2014, pp. 232.
Scritti critici editi e inediti
«... di fronte all'universo delle opere e dei poeti presi in esame, la voce di Maria Lenti non è una voce indifferente o neutra: non è voce che si privi di se stessa, ..., ma è insieme il racconto di una vicenda espressiva, quella della letteratura italiana in neo-volgare, che ha anch'essa contribuito a non lasciar svanire nell'ombra il volto della poesia.»
martedì 17 giugno 2014
Su Nelle stanze remote di Sandro Serreri
Cantagalli 2014
recensione di AR
C'è una profonda nostalgia d'amore (nelle sue varie declinazioni, da quelle più concrete di prossimità carnale e di sangue a quelle mistiche) in questa raccolta che possiamo senz'altro definire lirica (nel desiderio di “appoggiare” trasporti e sentimenti a luoghi e persone comunque, anche nel dolore, percepiti nella loro bellezza transitoria, nella loro fuggevole datità) e, a tratti, idillica, nell'immersione (forse a volte un po' compiaciuta, ma sempre vera) in una paesaggio naturale pulsante di presenze letterarie (Whitman, Lorca, Rimmbaud, Dickinson, Thoreau, Dante…) e reali, cioè appartenenti al vissuto di Serreri.
Consideriamo alcuni lacerti:
«I cieli fossili cammino / stanco d'acque remote / nel dolore / che, talvolta, sorride.» (Altra vita mi forma, p. 13)
«Morirò, se rimarrò qui / a pregare inutilmente.» (Disteso sui miei versi, p. 15)
«Ho cuore di carne / Signore! / Nella notte della Terra /abbandonami.» (Non m'hai tradito, p. 17)
«… le cicale, agonizzano / rauche e le rane, nello stagno, dormono, nei campi / infreddoliti, nulla si muove, il passero pizzica» (L'attesa, p. 26)
«Vi andai intimorito dai disastri del cuore / dalla confusione dei sentimenti, quando questi / non sanno chi sono e che vogliono…» (Andai nei boschi, p. 53)
«qualcuno, non ricordo chi, mi sussurrò: Deve morire! / ed allora, lasciai il collegio e gli amici, senza rimpianti / ed inziammo a riscoprirci sangue dello stesso sangue / e desiderosi di strappare le ore ai giorni e alle notti.» (Mio fratello, p. 95)
«Ora, che la tua voce s'è ammutolita / (…) / sento dentro le stanze che dipinto / il vuoto della tua paternità» (Orfano, p. 110)
Numerosi i rimandi anche a brani musicali classici e contemporanei (il libro non a caso è aperto da un Preludio, a cui fanno seguito le sezioni “Sulle tracce di…”, “Suoni camaldolesi”, “Versi americani” e “Nelle stanze remote”), musiche che hanno probabilmente accompagnato l'autore nella composizione dei versi.
Al tono disteso e malinconico della ballata che caratterizza diverse poesie, si unisce quello jazzato di versi più brevi che troviamo, in genere, più essenziali ed evocativi:
«Chi / si accorgerà / della morte / dentro le stanze del cuore / e della solitudine / quando tutto appare, nero» (Chi, p. 62)
«Siamo / corpi, mostruosi / nei campi dello sterminio / fantasmi di salmi nascosti» (Siamo, p. 71)
«Ninna nanna, felice eternità / e abbracciami e annusami, sono / tua, tua madre, mortale / e temporale, di te senza tempo.» (Ninna nanna, p. 92)
«la notte, come una coperta / mi avvolse, teneramente /ed io a lei / non ho più paura! / lo so! mi rispose / ed allora, sognai / di essere me stesso.» (Lasciami andare, p. 124)
Con i versi appena citati si conclude questo libro di Serreri. Se qualche limatura ulteriore avrebbe giovato a mantere alta la tensione poetica (che in alcune pagine diventa, come si è accennato, più narrativa e descrittiva) e avrebbe reso formidabilmente compatto il libro, è innegabile che vi si trovino momenti di alta poesia, capace commuovere e di coinvolgere il lettore, e gli esempi qui sopra ne sono solo un piccolo assaggio.
recensione di AR
C'è una profonda nostalgia d'amore (nelle sue varie declinazioni, da quelle più concrete di prossimità carnale e di sangue a quelle mistiche) in questa raccolta che possiamo senz'altro definire lirica (nel desiderio di “appoggiare” trasporti e sentimenti a luoghi e persone comunque, anche nel dolore, percepiti nella loro bellezza transitoria, nella loro fuggevole datità) e, a tratti, idillica, nell'immersione (forse a volte un po' compiaciuta, ma sempre vera) in una paesaggio naturale pulsante di presenze letterarie (Whitman, Lorca, Rimmbaud, Dickinson, Thoreau, Dante…) e reali, cioè appartenenti al vissuto di Serreri.
Consideriamo alcuni lacerti:
«I cieli fossili cammino / stanco d'acque remote / nel dolore / che, talvolta, sorride.» (Altra vita mi forma, p. 13)
«Morirò, se rimarrò qui / a pregare inutilmente.» (Disteso sui miei versi, p. 15)
«Ho cuore di carne / Signore! / Nella notte della Terra /abbandonami.» (Non m'hai tradito, p. 17)
«… le cicale, agonizzano / rauche e le rane, nello stagno, dormono, nei campi / infreddoliti, nulla si muove, il passero pizzica» (L'attesa, p. 26)
«Vi andai intimorito dai disastri del cuore / dalla confusione dei sentimenti, quando questi / non sanno chi sono e che vogliono…» (Andai nei boschi, p. 53)
«qualcuno, non ricordo chi, mi sussurrò: Deve morire! / ed allora, lasciai il collegio e gli amici, senza rimpianti / ed inziammo a riscoprirci sangue dello stesso sangue / e desiderosi di strappare le ore ai giorni e alle notti.» (Mio fratello, p. 95)
«Ora, che la tua voce s'è ammutolita / (…) / sento dentro le stanze che dipinto / il vuoto della tua paternità» (Orfano, p. 110)
Numerosi i rimandi anche a brani musicali classici e contemporanei (il libro non a caso è aperto da un Preludio, a cui fanno seguito le sezioni “Sulle tracce di…”, “Suoni camaldolesi”, “Versi americani” e “Nelle stanze remote”), musiche che hanno probabilmente accompagnato l'autore nella composizione dei versi.
Al tono disteso e malinconico della ballata che caratterizza diverse poesie, si unisce quello jazzato di versi più brevi che troviamo, in genere, più essenziali ed evocativi:
«Chi / si accorgerà / della morte / dentro le stanze del cuore / e della solitudine / quando tutto appare, nero» (Chi, p. 62)
«Siamo / corpi, mostruosi / nei campi dello sterminio / fantasmi di salmi nascosti» (Siamo, p. 71)
«Ninna nanna, felice eternità / e abbracciami e annusami, sono / tua, tua madre, mortale / e temporale, di te senza tempo.» (Ninna nanna, p. 92)
«la notte, come una coperta / mi avvolse, teneramente /ed io a lei / non ho più paura! / lo so! mi rispose / ed allora, sognai / di essere me stesso.» (Lasciami andare, p. 124)
Con i versi appena citati si conclude questo libro di Serreri. Se qualche limatura ulteriore avrebbe giovato a mantere alta la tensione poetica (che in alcune pagine diventa, come si è accennato, più narrativa e descrittiva) e avrebbe reso formidabilmente compatto il libro, è innegabile che vi si trovino momenti di alta poesia, capace commuovere e di coinvolgere il lettore, e gli esempi qui sopra ne sono solo un piccolo assaggio.
Il corpo e l'orto, l'ultimo libro di Marco Amendolara
Giovedì 19 giugno 2014, alle ore 18.00, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, sarà presentato in anteprima nazionale il libro postumo di Marco Amendolara Il corpo e l'orto. Poesie 2005-2008 (Edizioni La Vita Felice, con una postfazione di Renzo Paris). L'incontro, coordinato da Paolo Romano, dopo i saluti istituzionali di Ermanno Guerra e di Alfredo Nicastri (Presidente dell'Associazione “Marco Amendolara”), prevede gli interventi critici di Pina De Luca e di Renzo Paris.
L'attore Carlo Roselli leggerà alcuni stralci dal libro. La violista Michela Coppola eseguirà musiche di Alban Berg. L'iniziativa rientra nel progetto “Moby Dick. Incontri di economia e cultura” a cura di Alfonso Amendola e Innocenzo Orlando.
«Affrontando il tema del corpo che è orto e vegetazione, Amendolara ha recuperato la grande poesia del passato, quella virgiliana per intenderci (...) Il corpo e l'orto è uno dei pochi libri che vale la pena di leggere e rileggere della nuova poesia italiana.» (Renzo Paris)
«Duplice e imprendibile, attraversato di continuo da
oblique visioni, il lavoro di questo poeta , così peculiare con la sua alta e
nervosa ciclotimia espressiva, offre al lettore il dono di una danza sospesa,
che inizia leggera e che infine, a poco a poco, si rivela tortuosa e spietata,
gonfia ancora di domande irrisolte, di richieste inascoltate.» (Mario Fresa)
*
Lo sguardo, due coltelli, luce in buio.
Coincidi veramente con il tuo corpo,
o sei altro, sei in altro,
e non lo sai?
*
Quando non hai corpo ti conosci meglio,
scorre e dice l’acqua
mentre si specchia in te;
quando non sei corpo
susciti ogni meraviglia
e, meravigliato, sei sbigottito
della conquista.
La natura ti annulla, è niente,
e tu sei natura.
*
Tutto questo freddo da quando
sei nato; forse è la fine
che viene a liberarti, si spera
nel segno della salvezza.
Per il resto, conviene fingere
ogni smargiassata, adottare
comportamenti da gaglioffo,
per illudersi che questa misera
presenza non scompaia del tutto.
Marco Amendolara nasce a Salerno il 17 ottobre 1968. Poeta,
critico letterario e d’arte, traduttore di poesia latina. Laureato in Filosofia
e in Lettere moderne, ha svolto un’intensa attività pubblicistica, collaborando
a vari periodici e quotidiani. Tra i suoi libri di poesia: Rimmel,
Extravagantes, Ravello 1986 (con lo pseudonimo di Omar Dalmjrò); Misteri di Seymour, Altri
Termini, Napoli 1989; Fogli
selvatici, con Ugo Marano, La Fabbrica Felice 1993; Stelle e devianze, La
Fabbrica Felice 1993; Epigrammi,
Nuova Frontiera, Salerno 2006; La
passione prima del gelo (auto-antologia
di poesie e traduzioni, Ripostes e Marocchino blu 2007); L’amore alle porte, Plectica
& Bishop, Salerno-Giffoni Sei Casali 2007; La bevanda di Mitridate,
Marocchino Blu 2008. Muore di sua volontà, a Salerno, il 16 luglio 2008.
Oceano di luce di Gladys Basagoitia Dazza nella rosa del Premio internazionale Camaiore!
COMUNICATO STAMPA
16
giugno 2014
XXVI Premio Letterario Camaiore 2014
Rose di Selezione
|
La Giuria Tecnica del XXVI Premio Letterario Camaiore, composta da
Francesco Belluomini, presidente,
Corrado Calabrò, Emilio Coco, Vincenzo Guarracino, Paola Lucarini e Mario
Santagostini, ha formalizzato le proprie scelte in merito alle rose di
selezione degli autori partecipanti. I 5 finalisti saranno designati dalla
giuria tecnica il prossimo 21 giugno. Scelti anche i candidati al Camaiore
Proposta - Opera Prima - Vittorio Grotti e gli autori stranieri tradotti in
lunga italiana che concorrono al Premio Internazionale 2014. Ufficializzato
il conferimento del Premio Speciale ad Antonio Spagnuolo per “Il Senso della
possibilità”, la Menzione speciale a Gordiano Lupi per “Heberto Padilla:
Fuera del juego” e la Menzione speciale alla memoria a Sergio Sandrelli per
“Primo verso – a cura della sorella Stefania”.
“Sfiorano quota 170 i libri
pervenuti al XXVI Premio Letterario Camaiore 2014. Una enormità, considerato i
tempi che corrono – questo è il commento del presidente Belluomini - come non secondario il fatto che si tratti
di novità editoriali, cioé opere pubblicate negli ultimi 12 mesi, condizione
inserita nel bando. Ancora una volta il mondo letterario italiano ed estero
ha voluto accordare il meritato prestigio al 'nostro' grande e storico premio
che si conferma tra i più ambìti e collocando lei, a livello planetario, la
Poesia: 'Madre di tutte le arti'
“La levatura dei nomi conferma
il prestigio del premio Letterario Camaiore. Un riconoscimento che porta il
nome della città oltre i confini italiani grazie alla selezione
Internazionale. Crediamo fortemente nell’importanza culturale della
manifestazione e continueremo a farlo pur con i cambiamenti che i tempi richiederanno”,
afferma il Sindaco Alessandro Del Dotto.
Di seguito la rosa di selezione della sezione:
|
Premio
Internazionale
|
||
Marco
Antonio Campos
|
Nessun luogo che sia mio
|
Gattomerlino
|
Ekaterina Josifova
|
La pioggia fuori
|
Valigie rosse
|
Fatiha Morchid
|
Inespresso
|
Lietocolle
|
Juan Carlos Reche
|
La corsa del frutto
|
Lietocolle
|
lunedì 16 giugno 2014
“Dove sta andando il mio italiano?” a Fonte Avellana 20-22 giugno 2014
Dove sta andando il mio italiano?
Fonte Avellana
Fonte Avellana
Il tema della kermesse avellanita del 2014 è il rapporto con la nostra lingua che ci trasforma e che noi stessi trasformiamo, la lingua in cui pensiamo, preghiamo, amiamo e progettiamo, la lingua che tanto deve a Dante che ha calcato le pietre dello Scriptorium in cui ci riuniremo (v. foto a lato), la lingua che scriviamo, pronunciamo e digitiamo… ciascuno può interpretare il tema come meglio credo (reading, testimonianza, saggio, arte, musica, mix di tutto ciò). La kermesse, calorosamente ospitata dai monaci camaldolesi (in primis dal priore Gianni Giacomelli) nello splendido monastero camaldolese di Fonte Avellana, è aperta a tutti gli interessati credenti e non (anche come semplici uditori, che possono comunque intervenire nei vari dibattiti). Poiché le finestre per i relatori sono limitate, chi è interessato e pregato di inviare la sua adesione a info@faraeditore.it allegando una foto jpg e una brevissima (4-5righe) e vivace biografia aggiornata ed il titolo dell’intervento. Si parte alle 15.00 di venerdì 20 giugno per finire alle 16.00 di domenica 22 giugno.
Il
costo totale del soggiorno dalla cena di venerdì al pranzo di domenica è
di € 110,00 (€ 90,00 a testa per chi sta camera doppia o a più letti e
solo € 80,00 per chi ha meno di 35 anni, anche in singola). È possibile
pranzare già da venerdì (ogni pasto extra € 15.00 e prolungare il
soggiorno accordandosi direttamente con i monaci). Verranno fornite
coperte e lenzuola ma è necessario portare gli asciugamani. È
richiesta la presenza per tutta la durata della kermesse: questo per
creare un'atmosfera conviviale di attenzione ed ascolto, rispettare il
silenzio e la vita liturgica e i momenti di preghiera dei monaci (ai
quali chi vuole potrà partecipare) e staccare veramente, sia pur per
pochi giorni dal rumore quotidiano. Si possono portare libri, cd e altro
materiale per vendite/scambi informali e autogestiti o per donarli al
monastero. Chi suona uno strumento è pregato di portarlo.
Le
prenotazioni vanno fatte direttamente al numero 0721-730261. Si prega
di telefonare intorno alle 13,00 o dalle 20,00 alle 21.00, foresteria@fonteavellana.it (inviare per conoscenza anche a info@faraeditore.it informando con cortese sollecitudine di eventuali impedimenti).
Venerdì 20 giugno
15.00 Presentazione del convegno con saluto del Priore Gianni Giacomelli e di Alessandro Ramberti, moderatore della kermesse.
15.20 Il mio italiano va a zonzo… / A zonzo nel mio italiano… – Fra i tre milioni di italiani dediti alla scrittura creativa, c’è pure la Germana Duca Ruggeri. Nata contadina alle porte di Ancona, si è scolarizzata per tramutarsi in prof e mezza cittadina a Urbino, dove ancora impara. Divenuta poeta e narratrice in età avanzata, la Germana ha pubblicato quattro libri (distanzainstanza, Ex ore, Tessere, Gli angoli della terra). Ma l’opera sua che va per la maggiore, e di cui è orgogliosa, è quella di nonna, madre, sposa. Ultimamente, la Germana non scrive tanto. Quando è libera, si diverte a fare l’orto.
15.40 Legni, una lettura Devadatta – Paolo Pistoletti
è nato a Città di Castello nel 1964 e vive e lavora ad Umbertide.
Terminati gli studi in giurisprudenza e in teologia, oramai stanco del
pensiero sistematico, ha continuato in modo autonomo ad approfondire i
contenuti di alcune correnti spirituali, concentrandosi allo stesso
tempo nella sua ricerca poetica. Dal 2010 cura e conduce Arcipelago, il programma di letture e poesia di RadioRCC. La sua raccolta di poesie Legni (Ladolfi Editore) è uscita a gennaio 2014 (prefazione di Marco Beck). Attualmente sta lavorando, col musicista Manuele Cambiotti, al progetto “DEVADATTA: vedo la parola che suona”.
16.00 Mascaratu – Lucia Grassiccia dice: «Da tutti gli anni che ho, mi sfamo di letture e mi disseto di scritture. Sono
arteterapeuta e attualmente vivo a Milano ma la mia terra è la Sicilia,
e Modica la città che nel 1986 mi riversò sul mondo. Inizio a scrivere
articoli per il progetto Hzine, presso l’Accademia di Belle Arti di
Catania, e per il quotidiano web Ondaiblea. Collaboro con le testate Artribune e Look Lateral per interrogarmi e interrogare sull’arte. Nel 2013 pubblico il mio primo romanzo ebook, Elevator (Prospero Editore). Non credo nei pettini.»
16.20 Il mio e il nostro italiano: un briefing tattico – Stefano
Martello (Roma, 1974), giornalista, ha conseguito il Master in Comunicazione
Pubblica e Politica. Collabora con Donalda, società
di produzione audio e video di Roma, per la quale cura l’attività
autoriale e svolge attività pubblicistica sui temi della comunicazione pubblica. Con Fara, assieme a Gennaro Pesante, ha pubblicato Santi,
Poeti e Comunicatori (2004); ha poi curato Diversità
apparenti (di Carla De Angelis, 2007) e collaborato con la stessa a Il
resto (parziale) della storia (2008). Ha scritto diverse prefazioni e postfazioni per pubblicazioni Fara, la più recente è la prefazione a I giorni e le strade. Per contatti s_martello@hotmail.com
17.00 In principio il logos c’era già (una parola greca dentro l'italiano può mettere a fuoco il problema) – Maurizio Marcheselli, nato a Ferrara nel 1961, insegna alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna in Bologna, al Pontificio Istituto Biblico in Roma e altrove. Dirige la Rivista di Teologia dell’Evangelizzazione
e ha ruoli di responsabilità in Ad Gentes,
Rivista Biblica Italiana, Parole di Vita, Associazione Biblica
Italiana, ecc. Coordina la Scuola di Formazione Teologica dell’Arcidiocesi
di Bologna. Numerose le pubblicazioni, fra le ultime cose: «Il
riferimento ad Abramo in Gv 8,31-59: funzione retorica in un contesto
polemico», in Ricerche Storico Bibliche 26(2014); «Verità, parola e Spirito. Il fondamento giovanneo di una teologia della testimonianza / annuncio», in Atti del Convegno FTER 11-12 dicembre 2012, Dipartimento di Teologia dell’Evangelizzazione, EDB, Bologna; «“E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32)», in G. Ibba (ed.), La salvezza universale, Fs. Rossé, Città Nuova, Roma 2013; «Dalla Scrittura: un unico gesto per un pensiero plurale», in R. Repole e F. Scanziani (ed.), Eucaristia e logos. Un legame propizio per la teologia e la Chiesa (Forum ATI 13), Glossa, Milano 2013; «Il profilo narrativo del personaggio “i giudei” in Gv 1–12», in L.D. Chrupcała (ed.), Rediscovering John (SBF Analecta 80), Fs F. Manns, Edizioni Terra Santa, Milano 2013; «Il Vangelo di Giovanni nel giudaismo. Un’identità in tensione», in Rivista Biblica 61(2013); «I Giudei nel quarto vangelo», ne La letteratura giovannea (Vangelo, lettere e Apocalisse). Seminario per gli studiosi di Sacra Scrittura, Roma 21-25 gennaio 2013, GBP @biblicum; «Verità negli scritti giovannei», in Servizio della Parola 45 (2013); «Echi d’Ezechiele nel vangelo di Giovanni» in Parole di Vita 58 (2013); «Pane donato: il pane e Gesù in Gv 6», in C. Bazzi e R. Amici (edd.), Donare. Esegesi, teologia e altro (Studia 63), Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2012; «Ruolo dello Spirito nella testimonianza e sua destinazione universale, secondo il vangelo di Gv», in Ad Gentes 16 (2012).
17.40 Dibattito e tempo libero
18.30 Vespri (per chi vuole)
19.30 Cena
Sessione serale
Sessione serale
21.00 Le parabole ci mettono in gioco – Alessandro Zavattini è un sacerdote Diocesano di Rimini cresciuto come educatore nelle file dell’Azione Cattolica,
ove è tornato come assistente del settore Ragazzi per una decina di
anni. Lavora come insegnante di Religione presso il Liceo Classico
Giulio Cesare dove con i gli studenti si diverte ad incontrare il Dio
della Vita che Gesù di Nazareth ci ha svelato, giocando con la Bibbia e
portando i ragazzi dai poveri, disabili e carcerati ed insieme ad altri
insegnanti coordina coloro che dedicano il loro tempo al volontariato in
questi ambienti. Assistente degli universitari della FUCI
e parroco di campagna nella zona di Coriano (Cerasolo e Mulazzano),
attualmente ha sospeso tutto per qualche mese per dedicarsi allo studio
della Bibbia come gioco di ruolo da proporre anche ai giovani che
faticano a credere in Dio.
22.00 Dibattito e riposo
Sabato 21 giugno
8.00 Colazione
9.00 Il giorno in cui ho imparato l’italiano – Un viaggio nei luoghi reali e dell’anima, alla ricerca di un ascolto che consoli e plachi il dolore. Andrea Venzi
è nato a Bologna nel 1946, vive attualmente tra Bologna e Padova. Ha
pubblicato quattro volumi di poesia, un volume di racconti e un romanzo.
La sua ricerca parte da una realtà “altra”, sradicata e vissuta come
sogno tra inferni tropicali o metropolitani, spedizioni di
conquistadores o angosce fantasmatiche in un giro di vite che
stritola immagini trattate in narrazioni astratte e surreali. Le
presenze umane sono infrequenti o marginali, spesso ridotte ad orme
osservate o dominate dalla luna che le aspira nel turbinio del vento e
delle onde d'un mare minaccioso. I suoi volumi: Nuestra Señora de Atocha (Amadeus 1986); Il sentiero degli alberi morti (Mobydick 2007); Aria fredda (Bohumil 2009); Una pioggia sottile (Firenze libri 2010); la raccolta di racconti Il rifugio del cane (Solfanelli 1992); il romanzo Dyea (Giraldi 2009). Per Pendragon sono uscite le raccolte poetiche Lune doppie (2011, Premio Casentino e Premio Ilaria Osti)) e Cielo di cristallo (2013). È anche pittore, fotografo e viaggiatore. Ha tenuto svariate mostre in Italia e all'estero.
9.20 Voci oltre le sbarre – Lisa Di Paolo,
nata a Chieti nel 1985, si trasferisce a Forlì nel 2004 per iniziare
gli studi in criminologia. Ha un master in Mediazione,
dell’Università di Padova. Dal 2006 per lavoro, ricerca e
volontariato, frequenta gli istituti penali della Regione
Emilia-Romagna. Dice di sé: «Non sono una scrittrice, né una poetessa e
neanche una cultrice della lingua italiana. Mi piace leggere e
comunicare e questa è la passione che porto anche nel mio lavoro. Sono
un criminologo, lavoro dentro e fuori dagli istituti di pena. Seguo e
gestisco percorsi “oltre le sbarre” tra carcere e città. Parlare in
carcere e parlare di carcere vuol dire sempre interrogarsi sul valore,
sul peso, sulla capacità delle parole. Presento a voi, attraverso la
voce dei detenuti, una riflessione sul linguaggio in carcere:
quali sono gli effetti della detenzione sulla capacità di esprimersi e
qual è la forza della parola per avvicinare carcere e società?»
9.40 Dov'è finito il mio italiano? – Guido Passini con le attrici Laura Mazzotti (a destra) e Stefania Zanetti (infra) della Compagnia delle Liridi (dirigono e recitano in svariati spettacoli teatrali cercando di unire l'arte alla beneficenza). Guido Passini è nato a Bologna nel 1978. Ammalato di fibrosi cistica cura Senza Fiato (Fara 2008) a cui seguono Senza Fiato 2. In ricordo di te, Senza fiato 3. Lasciami correre (2012) e Come farfalle diventermo immensità (per ricordare Katia Zattoni (2014). Membro dell’Associazione Culturale Poliedrica di Forlì dal 2008, è inserito nell’antologia Sentieri
edita da lulu.com nel 2009, nello
stesso anno pubblica con Fara la sua prima raccolta autonoma, Io, Lei e la Romagna. La poesia Ti mostrerò compare sull’Antologia I poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini (Il Ponte Vecchio, 2009). La poesia Italia son cresciuto compare nell’Antologia Il segreto delle fragole 2010 (LietoColle).
È inserito ne La poesia, il sacro, il sublime (a c. di Adele Desideri, Fara 2010), in Salvezza e impegno, ne Il valore del tempo nella scrittura, Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2010, 11 e 12), in Chi scrive ha fede?, Scrittura felice (usciti nel 2013) e in Letteratura… con i piedi (2014).
10.40 Dibattito e tempo libero
10.40 Dibattito e tempo libero
11.00 Scovare le parole per non perdere il cuore – Gianni Giacomelli è monaco benedettino camaldolese nel monastero di Fonte Avellana (PU) dal settembre del 2003. Dall’ottobre del 2011 è priore nello stesso monastero alle pendici del Catria (www.fonteavellana.it). Ha effettuato studi classici e frequentato la facoltà di Giurisprudenza. Ha operato in una comunità per disabili. Dopo l’ingresso in monastero ha conseguito il master in Teologia cattolica a Strasburgo (Francia) con un memoire sul fenomenologo francese Michel Henry, Per una soteriologia immanente. Appassionato di filosofia e di opera lirica, teatro, poesia e psicanalisi ha partecipato alle kermesse fariane di Fonte Avellana e Rapallo ed è inserito in varie antologie fra cui le ultime: Chi scrive ha fede? e Scrittura felice.
11.40 Dibattito e tempo libero
12.30 Pranzo e tempo libero
15.00 Leggere e scrivere: uguali parole, differenti verità – Marco Bottoni
è nato il 30 Settembre 1958. Laureato in Medicina da 31 anni e
scrittore dilettante da 15 afferma di fare il medico a tempo perso, e di
non avere più molto tempo da perdere, data l’età. Scrive, citati in
rigido ordine alfabetico: aforismi, certificati, curricula, dialoghi,
lettere agli editori, liste della spesa, poesie, racconti, ricevute,
romanzi, ricette, testi teatrali: ne interpreterà alcuni tratti da Con il titolo in coda (Fara 2011) libro finalista a poi vincitore del Premio Martucci 2012 sez. Teatro. Più di qualche Editore non ha saputo resistere alla tentazione di pubblicare i suoi scritti,
così che, incredibilmente, sempre più numerosi diventano, nel tempo, i
suoi lettori. Il 17 Gennaio 2006 ha corso come tedoforo per il Viaggio
della Fiamma Olimpica di Torino 2006 nel Comune di Mira (VE). Suona uno
strumento, e lo porterà.
15.20 Park Kul’tury – Maria Clotilde Pesci Schiavo,
vive a Roma, è nata a Cagliari il 21 maggio 1934, è laureata in Scienze
Politiche, ha insegnato Diritto e Economia negli Istituti Tecnici
Commerciali. Ha scritto e pubblicato un lungo romanzo storico ambientato
negli anni 1943-45, premiato in Campidoglio per la partecipazione al
Concorso letterario ALBEROANDRONICO e un racconto che ha ricevuto il 3°
premio nel concorso letterario LA GIRANDOLA. Altri racconti e reportages
sui periodi trascorsi a Mosca all’epoca dell’Unione Sovietica sono
ancora nel cassetto. Ha recentemente vinto con Park Kul’tury il Concorso Pubblica con noi 2014 con inserimento premio in Opere scelte.
15.40 … in continuo ed infinito cammino – Silvano Gallon,
già dipendente del Ministero degli Esteri, vive la pensione tra la
poesia ed alcune ricerche storiche sull’emigrazione nel suo giardino in
Ciociaria. Impegnato per lungo tempo anche nella diffusione della lingua
e della cultura italiana, ora passa molto tempo tra studi teologici ed
incontri sulla sua nuova identià di “italiano in continuo ed infinito
cammino”. Ha pubblicato numerosi saggi e raccolte poetiche tradotte in
diverse lingue. Per ulteriori informazioni: www.silvanogallon.it
16.00 Scrivendo, sbagliando… se mi correggo, quello che intendo alfin capiranno – Mario Campagnuolo
è un ingegnere edile che ha lavorato come Direttore di cantiere, poi
d’Impresa e poi di Consorzi d’Imprese. Da 20 anni è giornalista pubblicista e ha pubblicato due
libri: Come il mare e L’Opera dei Pupi: il primo nel 2010 e
l’altro quest’anno. Scrive racconti e favole. Così si racconta: «Ho vissuto tanto da riempire dieci vite, ma ancora rimpiango i traguardi sfuggiti le strade non tentate.
Ho scritto, progettato, costruito, piantato, raccolto… Ho adoperato la mente e la matita e, quando ho dovuto e potuto, le braccia e la pala. Ho una moglie. Al riguardo: “… son discretissimo (come scriveva Giuseppe Giusti) una mi basta e posso ascrivere a mia fortuna se in certi articoli basto per una”. Abbiamo avuto quattro figli e da questi sei nipoti. Quattro per quattro fa sedici e, a conti fatti, di nipoti ne potevamo avere sedici, ma è bene contentarsi: per consolarmi penso a come sarebbe stato difficile tenere a mente sedici nomi. Ho viaggiato per mezza Europa, dalla Bretagna a Praga, da Berlino a Lisbona, con un breve salto nell’Africa profonda e continuerò a viaggiare, finché ne avrò la forza, per avere conferma che gli uomini sono davvero tutti uguali, come finora ho costatato.»
16.20 Le parole del dialetto – Gianfranco Gori (foto Ferroni a lato), detto Miro, è nato a San Mauro Pascoli (11.8.1951). Dopo gli studi classici, si è laureato in Filosofia e ha conseguito il dottorato di ricerca in Discipline dello spettacolo. Nella metà degli anni Ottanta, ha fondato la Cineteca del comune di Rimini: da lui diretta per venticinque anni. Ha organizzato festival e manifestazioni culturali in patria e all'estero, e pubblicato molti saggi di cinema, dedicandosi soprattutto, tra i primi in Italia, allo studio dei rapporti tra cinema e storia. Si è occupato di Fellini, Pascoli, Guerra e Casadei. Ha pubblicato un romanzo (Senza Movente, Mobydick, Faenza 2000) e tre raccolte di versi in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza 2008). È stato prima assessore alla cultura poi sindaco, per dieci anni, di San Mauro Pascoli.
Ho scritto, progettato, costruito, piantato, raccolto… Ho adoperato la mente e la matita e, quando ho dovuto e potuto, le braccia e la pala. Ho una moglie. Al riguardo: “… son discretissimo (come scriveva Giuseppe Giusti) una mi basta e posso ascrivere a mia fortuna se in certi articoli basto per una”. Abbiamo avuto quattro figli e da questi sei nipoti. Quattro per quattro fa sedici e, a conti fatti, di nipoti ne potevamo avere sedici, ma è bene contentarsi: per consolarmi penso a come sarebbe stato difficile tenere a mente sedici nomi. Ho viaggiato per mezza Europa, dalla Bretagna a Praga, da Berlino a Lisbona, con un breve salto nell’Africa profonda e continuerò a viaggiare, finché ne avrò la forza, per avere conferma che gli uomini sono davvero tutti uguali, come finora ho costatato.»
16.20 Le parole del dialetto – Gianfranco Gori (foto Ferroni a lato), detto Miro, è nato a San Mauro Pascoli (11.8.1951). Dopo gli studi classici, si è laureato in Filosofia e ha conseguito il dottorato di ricerca in Discipline dello spettacolo. Nella metà degli anni Ottanta, ha fondato la Cineteca del comune di Rimini: da lui diretta per venticinque anni. Ha organizzato festival e manifestazioni culturali in patria e all'estero, e pubblicato molti saggi di cinema, dedicandosi soprattutto, tra i primi in Italia, allo studio dei rapporti tra cinema e storia. Si è occupato di Fellini, Pascoli, Guerra e Casadei. Ha pubblicato un romanzo (Senza Movente, Mobydick, Faenza 2000) e tre raccolte di versi in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza 2008). È stato prima assessore alla cultura poi sindaco, per dieci anni, di San Mauro Pascoli.
16.40 Osservazioni sul linguaggio giuridico attuale: dentro un groviglio solipsistico
– Il mondo giuridico si presenta come una imponente “cattedrale di
parole”. I chierici officianti della cattedrale concorrono ed
assistono alla quotidiana perdita di significato o alla nuova
semantizzazione delle parole che reggono la costruzione; ciò li fa
sentire autorizzati ad imporre il solispsismo comunicativo di una
nebulosa morale. Claudio Fraticelli
è avvocato cassazionista del Foro di Macerata. Alla professione forense
coniuga la passione per lo studio della Sacra Scrittura nella lingua
ebraica e per le nuove tecnologie informatiche. Gli incontri avellaniti
sono divenuti per lui una preziosa occasione per uscire dalla secche
della vita professionale affrontando una riflessione sul diritto e la
giustizia che, guardando l’attualità, ha trovato modo di confrontarsi
con temi incontrati nelle sue letture, per lo più di carattere
filosofico e sulla c.d. “teologia politica”. Nel 2009 ha proposto “La
giustizia dello stato: salvezza o inferenza da cui salvarsi?” in Salvezza e impegno
(Fara 2010); Nel 2010 “La scrittura dei diritti fondamentali e
l’ingiuria del tempo. Nuove tavole della legge… Per quale popolo? ne Il valore del tempo nella scrittura
(Fara 2011); nel 2012 Quale diritto ai tempi delle tecnologie
informatiche? Riflessioni su genesi e conseguenze di un’astrazione: in
bilico tra agonia e morte dello Stato e fallimento delle regole del mercato” in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012). Nel 2013 “Il Diritto: dalla paura alla felicità” in Scrittura felice.
17.00 Dibattito e tempo libero
19.30 Cena
Sessione serale
ore 21.00 Concerto multilingue del coro Altrenote di Roma
Il coro Altrenote è nato nel 2000 ed è attivo nei seguenti campi musicali: Accompagnamento musicale e corale in occasione di eventi liturgici e sante messe; Accompagnamento musicale e corale in occasione di matrimoni, anniversari, ecc.; Nostri concerti, anche in collaborazione con altri cori; Partecipazione, su richiesta di altri cori, a concerti e manifestazioni pubbliche, soprattutto finalizzate a scopi umanitari; Partecipazione a manifestazioni e festival in Italia e in Europa. In tutte le manifestazioni abbiamo l’occasione di scambiarci esperienze, vivere altre realtà che tanto ci arricchiscono, sia musicalmente che personalmente. Le nostre attività sono totalmente gratuite ma quello che riusciamo a raccogliere, tolte le spese, lo finalizziamo per iniziative di solidarietà, sia in Italia che in altre parti del mondo.
22.30 Riposo
7.30 Lodi (per chi vuole)
8.00 Colazione
Sessione serale
ore 21.00 Concerto multilingue del coro Altrenote di Roma
Il coro Altrenote è nato nel 2000 ed è attivo nei seguenti campi musicali: Accompagnamento musicale e corale in occasione di eventi liturgici e sante messe; Accompagnamento musicale e corale in occasione di matrimoni, anniversari, ecc.; Nostri concerti, anche in collaborazione con altri cori; Partecipazione, su richiesta di altri cori, a concerti e manifestazioni pubbliche, soprattutto finalizzate a scopi umanitari; Partecipazione a manifestazioni e festival in Italia e in Europa. In tutte le manifestazioni abbiamo l’occasione di scambiarci esperienze, vivere altre realtà che tanto ci arricchiscono, sia musicalmente che personalmente. Le nostre attività sono totalmente gratuite ma quello che riusciamo a raccogliere, tolte le spese, lo finalizziamo per iniziative di solidarietà, sia in Italia che in altre parti del mondo.
22.30 Riposo
Domenica 22 giugno
7.30 Lodi (per chi vuole)
8.00 Colazione
9.00 La poesia viaggia oltre la lingua – Salvatore Ritrovato comincia
a scrivere poesie intorno ai 15 anni, dopo aver sognato di fare il
paleontologo e poi il giornalista sportivo. Ha pubblicato qualche libro
di versi – meno di quanti ne abbia letti – e non crede nel destino, e a
riprova ha due figli meravigliosi. Gli piace osservare il cielo, dove
ogni tanto passa la poesia, come una nuvola, mentre il mondo
brucia, e in compagnia fumare la pipa.
9.40 La “direzione” della lingua – Stefano Titta, gesuita, 53 anni, vive a Bologna dove si occupa di Esercizi spirituali, di accompagnamento spirituale e vocazionale nella piccola struttura Sulla via di Damasco che ospita giovani interessati alla vita religiosa; è anche animatore del gruppo Pietre vive che propone l’evangelizzazione attraverso l’arte. La parola di Dio e quella dell’uomo, nell’arte o nella ricerca del senso più umano della storia e della natura, sono le sue passioni.
10.20 Tradurre ovvero ri-comporre (tradurre una poesia o una prosa di pensiero: necessariamente una nuova creazione – tradurre è tentare l’impossibile) – Antonio Carlo Dall’Acqua, di famiglia veneta, si laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano e si occupa di finanza creativa in grandi gruppi bancari. Parallelamente coltiva interessi umanistici scrivendo poesie che pubblica in antologie corali. Ha frequentato e condotto corsi di ricerca spirituale in una nota associazione culturale milanese. Insieme a Alessandro Barban ha scritto Etty Hillesum. Osare Dio (Cittadella dicembre 2012). Il suo interessamento per la figura di Etty Hillesum è di antica data: sulla sua opera ha tenuto conferenze e curato corsi. Vive, con la moglie Giannina, tra la Lombardia e il veneto, luoghi in cui risiedono le loro due figlie.
10.40 Dibattito
11.00 Santa Messa (per chi vuole)
12.30 Pranzo
15.00 Che lingua parla l’anima? – Alessandro Ramberti è sempre stato affascinato dai sentieri di montagna, dalle parole, dalle lingue, dalla Bibbia… si considera un piccolo ponte e ama mettere in relazione e comunicazione anime, volti e persone. Fra i saggi, ha curato Riflessioni sul linguaggio (1993). A fine 2012 è uscita la raccolta Sotto il sole (sopra il cielo).
15.30 Gran dibattito conclusivo e partenze
La lingua comunica e dà forma Fariani e kermesse farapoesia.blogspot.it twitter.com/#!/faraeditore
9.40 La “direzione” della lingua – Stefano Titta, gesuita, 53 anni, vive a Bologna dove si occupa di Esercizi spirituali, di accompagnamento spirituale e vocazionale nella piccola struttura Sulla via di Damasco che ospita giovani interessati alla vita religiosa; è anche animatore del gruppo Pietre vive che propone l’evangelizzazione attraverso l’arte. La parola di Dio e quella dell’uomo, nell’arte o nella ricerca del senso più umano della storia e della natura, sono le sue passioni.
10.20 Tradurre ovvero ri-comporre (tradurre una poesia o una prosa di pensiero: necessariamente una nuova creazione – tradurre è tentare l’impossibile) – Antonio Carlo Dall’Acqua, di famiglia veneta, si laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano e si occupa di finanza creativa in grandi gruppi bancari. Parallelamente coltiva interessi umanistici scrivendo poesie che pubblica in antologie corali. Ha frequentato e condotto corsi di ricerca spirituale in una nota associazione culturale milanese. Insieme a Alessandro Barban ha scritto Etty Hillesum. Osare Dio (Cittadella dicembre 2012). Il suo interessamento per la figura di Etty Hillesum è di antica data: sulla sua opera ha tenuto conferenze e curato corsi. Vive, con la moglie Giannina, tra la Lombardia e il veneto, luoghi in cui risiedono le loro due figlie.
10.40 Dibattito
11.00 Santa Messa (per chi vuole)
12.30 Pranzo
14.40 Non capisco mai bene l'italiano – Enrica Musio
nasce a Santarcangelo di Romagna il 31 marzo 1966, ama la natura e
l’ambiente; per 13 anni è stata volontaria di Legambiente. Adora leggere
libri di letteratura femminile (Emily Dickinson, Sibilla Aleramo,
Ilaria Rattazzi). Ha pubblicato con Fara: Dediche sillabiche (2006), Senza saperlo nemmeno (2010) e Case di angeli (2013). Per il blog Narrabilando scrive “Le pillole di Enrica”. Recentemente è stata intervistata a ContainerRadio www.andreacollalto.com e ha partecipato ad Anima d'Autore su IcaroTV.
15.00 Che lingua parla l’anima? – Alessandro Ramberti è sempre stato affascinato dai sentieri di montagna, dalle parole, dalle lingue, dalla Bibbia… si considera un piccolo ponte e ama mettere in relazione e comunicazione anime, volti e persone. Fra i saggi, ha curato Riflessioni sul linguaggio (1993). A fine 2012 è uscita la raccolta Sotto il sole (sopra il cielo).
15.30 Gran dibattito conclusivo e partenze
La lingua comunica e dà forma Fariani e kermesse farapoesia.blogspot.it twitter.com/#!/faraeditore
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