venerdì 21 agosto 2015

Appunti su Oltre il margine di Sergio Pasquandrea

di Caterina Camporesi


L’opera, vincitrice del concorso Faraexcelsior V, è corredata da alcuni disegni dell’autore, fra i quali due autoritratti presenti in apertura e chiusura  del libro.
Intrigante il titolo Oltre il margine che   può anche suggerire il superamento del limite e  l’apertura al possibile.
I testi conducono il  lettore  nella quotidianità ripetitiva e insofferente per  offrirgli, tuttavia,  bagliori di spaesamento e di bellezza: … la poesia / non chiede svolgimento o evoluzione / è un attimo immobile la poesia/ e i labbri  della ferita rifiutano di accostarsi.
L’ironia fa capolino tra  spazi di versi serrati e tesi: quante vite occorrono per farne una?
Il sentiero di un quotidiano che paralizza il dinamismo della ricerca di altro invoca la scheggia di luce  per sconfiggere la paralisi e continuare  ancora il cammino.
La quotidianità in questo libro entra in punta di piedi in modo soffice e rispettoso, come i volti, i gesti e il mondo interiore di tanti giovani che hanno il privilegio di avere un insegnante tanto accorto e empatico:  In fondo lo sanno anche loro / è sempre o troppo presto o troppo tardi / c’è sempre un passo in più o in meno / una parola che non si fa in tempo a dire.
Il primo e unico capello bianco, dopo la sorpresa, porta  all’accettazione del tempo che passa e la presa di coscienza si integra nell’accettazione di entrare in una nuova fase della vita.
Il lapsus “essere felce” anziché “essere felice” nel testo Enigmista dell’Es conduce  il poeta a interessanti riflessioni circa la condizione umana.
Un libro,  questo di Pasquandrea, che  si caratterizza per profondità, cultura, esperienza e umanità, la cui lettura è consigliata a quanti vogliono avvicinarsi a una poesia che si caratterizza nel segno del vero.   

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