sabato 10 ottobre 2015

Renzo Montagnoli su Ladro di sabbia di Laura Pecoraro

Recensione pubblicata su Arteinsieme 


Ladro di sabbia di Laura Pecoraro
Prefazione di Narda Fattori
Copertina di Fabio Dolci
Fara Editore

Poesia
Pagg. 60
ISBN 978 97441 71 7

Prezzo € 9,00


L’amore

L’amore è uno dei temi che più frequentemente si possono incontrare in poesia, proprio perché è un sentimento comune a tutti gli uomini. Inoltre presenta il vantaggio di avere diversi aspetti, ognuno corrispondente a una vicenda vissuta. E quando si parla di poesie d’amore la mente corre subito al più grande autore di versi che svolgono questo tema, a quel Nazim Hikmet che ci ha lasciato splendide liriche, in cui passione, ardore, malinconia e dolore si fondono mirabilmente. Ora, per quanto non sia proponibile un paragone fra il grande poeta turco e Laura Pecoraro, autrice di Ladro di sabbia, tuttavia è sempre bello leggere dei versi in cui questo comune sentimento sembra sgorgare senza freni e paraventi, ora ruscello d’acque limpide e tranquille, ora torrente impetuoso che trascina e quasi travolge.
Nelle poesie di questa silloge trova ancora una volta conferma che l’amore può essere gioia, ma anche dolore, può essere il motore di una vita, foriero di nuove scoperte, ma anche può diventare una lunga agonia interiore. Quello che nasce è straripante, è un’emozione da cui è piacevole lasciarsi avviluppare; quello che muore è una tristezza intensa che accompagna giorni del più scuro grigiore anche se in cielo brilla il sole.
Forse di tutti i sentimenti e le emozioni l’amore è il più sincero e ciò che si prova non viene espresso attraverso il filtro del pudore, ma è gridato, non sussurrato, è uno squarcio dell’animo che impietosamente si mostra agli occhi di tutti, ed è così che queste liriche appaiono, a volte liete, più spesso dubbiose, ancora in altre occasioni dolorose, e comunque sempre gridate, come se a lasciar fluire liberamente ciò che si prova finisse con il diventare una certezza di uno stato in cui dapprima inconsapevolmente siamo entrati.
Ma è anche uno sfogo, è il desiderio di scaricare quella tensione che è dentro e che nel frastuono espressivo viene attenuata.
Eh sì, l’amore è un sentimento che non ha vie di mezzo, è l’inconsapevole fardello che istintivamente ci portiamo appresso e qualunque sia il peso, si tratti di gioia o di dolore, in fin dei conti non vogliamo liberarcene, perché sappiamo di quanto la vita potrebbe essere vuota se non ci fosse.
Laura Pecoraro non è da meno, il suo stile fluido dà meglio l’impressione di quel ruscello o di quel torrente di cui parlavo e finisce con lo specchiarsi in una realtà che da soggettiva diventa oggettiva, perché non c’è nessuno che in questo campo non abbia provato, in misura minore o maggiore, le stesse pene.
Da leggere, ci mancherebbe altro.


Laura Pecoraro (1980) nasce a Nocera Inferiore (SA) e cresce a Campobasso in Molise. Attualmente risiede a Rimini. È docente di scuola primaria e svolge attività di libero professionista in qualità di Pedagogista clinico. È referente regionale P.Ed.I.As. – Pedagogisti e Educatori Italiani Associati per l’Emilia Romagna. Ha pubblicato la raccolta di poesie e racconti brevi Frammenti di Sterlizia (Gump Edizioni, 2014). È presente nell’antologia poetica Tra un fiore colto e l’altro donato (Aletti Editore, 2015) con la poesia Bocciolo. Ha prefato i libri La cura del sogno (2013) e Pietre, rose e altri versi (2013) del poeta molisano Sergio Marchetta (Regia Edizioni).


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