domenica 24 aprile 2016

“Io vivo le amicizie come lampi”: su Il cuore del girasole di Paolo Valesio

Paolo Valesio, Il cuore del girasole, Marietti1820, Genova-Milano, 2006

recensione di AR

http://www.mariettieditore.it/it-it/catalogo/9788821159107-il-cuore-del-girasole.aspx?idC=61680&idO=24476&LN=it-IT
Il verso che abbiamo scelto come titolo appartiene ad Amistà (p. 125) e il verso successivo recita: «vorrà dire che vengono dall’alto». Nella poesia Gli amici troviamo: «restan brevi passaggi di amicizia / come zig-zag di fulmini: / la loro scossa elettrica / fa soprassaltare / di vita il cuore» (p. 146). Come ricordava ai cinesi Matteo Ricci, l’amicizia è forse la forma di amore più gratuita. 
La raccolta è costituita da due sezioni: “Liminare” (molto ridotta, in fondo il limes è una linea di confine) e “Cronotopie” (tempi e luoghi che tessono il libro). Il lessico fa uso ogni tanto di termini spagnoli (la lingua iberica è particolarmente amata dall’autore, oltre all’inglese e all’italiano, cfr. Le lingue, p. 165) e rivela amplissime letture benché si mantenga su un tono generalmente colloquiale, essendo tutta l’opera un giornale dell’uomo Paolo Valesio che si mette abbastanza a nudo nel descrivere successi e frustrazioni, illuminazioni e malinconie, piaceri e dispiaceri che costellano in fondo la vita di tutti noi. Sfolgoranti le immagini a volte aforistiche, altre volte mistiche, (auto)ironiche, provocatorie, che costellano come esplosioni trattenute e quindi prodighe di vibrazioni queste pagine: «Il cuor del mondo / si estroflette e diventa un girasole» (Fioritura, p. 18); «Il dono della preghiera / (…) / è dato in dotazione a non dotati» (Il compenso, p. 25); «la mia gioia è un vestibolo / (è la gioia del prònao)» (Risposta sulla gioia, p. 30); «L’amore e la preghiera: due colonne. / A quale delle due fu legato / Gesù quando venne fustigato?» (Le bine, 32); «quel che vorrei ricevere / (…) / è un bacio sull’anima»  (Parole da riempire, p. 33); «Brava zucca barucca / che accogli le preghiere /dentro la tua vuotaggine e le lasci scorribandare» (Testavuota, p. 37); «1. L’odio è sputo mentale» (Seconda lezione di odio (in quattro parti), p. 52); «Non vi avevo finora veduti, / né con gli occhi mortali / né con i polpastrelli delle preghiere» (Dopo le Torri, p. 54); «L’ira (…) /  è la vuota cessi dell’anima» (Riscatto, p. 56); Vorrei legare il polso della notte / a una qualche sponda di Dio» (Ancoraggio, p. 57); «Talvolta levo il viso e lancio un ululato – / (…) / per ritrovarmi umano / e dire l’allegria della mia angoscia» (Meditazione al cesso, p. 58); «e il viso ha raccolto tutta l’anima» (Volti volti volti, p. 72); «“Ogni santo ha un passato”, / ha citato il curato, / “e ogni peccatore ha un futuro”» (L’intervallo, p. 77); «Nessuna / parola è nostra» (Emanazioni, p. 92);  «Il poeta rivela / il deserto al deserto / lo rivergina e prepara» (Sal poeticum, p. 93); «… l’improvviso avvitarsi / di un mulinello di silenzio» (Notturno, p. 107).

Questa veloce carellata per minimi lacerti (ovviamente scelti fra quelli che più hanno toccato le mie corde) può dare un’idea della vibrazione poetica dell’autore, dell’architettura sinfonica di questo libro in cui non solo i titolo ma anche le notazioni di luogo e data che seguono ogni poesia c’immergono nel nostro pellegrinaggio fatto di incontri, scontri, bellezza, miseria… ma sempre incardinato in un Oltre che ci accompagna: «Che la mia vita è vuota, non lo credo / (…) / In verità è svuotata / dunque disponibile –» (La buona disposizione, p. 116);  “… i santi continuano a commuovermi / e io mi aggancio mi aggrappo / ai lembi dei loro mantelli» (I mantelli, p. 132); «più ci assentiamo, / (dentro al mondo, / dal mondo) / e più ci indïamo» (Oscura presenza, p. 161).

Ha una voce guizzante, Paolo Valesio: i suoi versi individuano un bersaglio – non di rado nella sfera più intima, sensuale e mistica dell’autore stesso – e fanno scoccare la freccia. Al lettore il compito di valutarne il tragitto e di accettare che possa colpire un punto nevralgico del suo corpo-anima. L’amore carnale e spirituale, la ricerca di un proprio andare, il valore delle tappe, delle soste, de momenti di meditazione e preghiera “duologante”… sono gli ingredienti che ci portano al cuore di noi stessi che, come il girasole, ha bisogno di rivolgersi al cuore infinito del Padre.

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