martedì 17 gennaio 2017

Lo spazio e la luce di Ardea Montebelli


pro manuscripto, Rimini 4 settembre 2016
Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta
 
nota di lettura di AR

Questa plaquette è un inno alla misericordia del Padre che – come troviamo nell’esergo tratto dalla Misericordiae Vultus di papa Francesco – “ci ama e vuole condividere con noi la sua vita”. È dunque poesia d’amore nel senso più alto e più ampio, un amore che si fa vicino e ci capisce molto meglio di quanto noi stessi riusciamo a capirci, così limitati dalle imperfezioni personali e dai condizionamenti sociali, dalle malattie, dai lutti, dai traumi e dalle ferite che caratterizzano la condizione umana intrisa di bellezza ma costantemente insidiata dal maligno. A questo amore misericordioso che si è reso visibile in Cristo, Ardea si rivolge  con versi-preghiera di grande eleganza e trasporto fiducioso, icastici ed empatici al tempo stesso: «Il male che ci affligge / nella quotidiana cura / conduce a Te / inconsapevolmente». Le poesie, costellate di aforismi, sono precedute da citazioni dal libro della Sapienza e ci donano la luce di una voce ardente perché sa farsi infiammare dalla Parola e sa riconoscerla negli incontri quotidiani con le persone, specie se fragili, bisognose, neglette; anche nelle persone più dimenticate e “improbabili” l’occhio della fede può riconoscere in umiltà un nucleo infinito di bellezza: «Facendomi obbediente / mi adagio / e Ti chiedo / il senso della vita». Sono gli ultimi versi di quest’opera che irradia di luce anche gli angoli oscuri e difficili: «Superare le cadute / le giustificazioni personali / gli ostacoli che umiliano» e ci invita a farci sorprendere  («Lo stupore in un attimo / si allarga») da un preludio di luce che è già ora un assaggio di paradiso se ci rendiamo conto che: «Un mistero / scuote e provoca / le impronte inconfondibili / dei passi» e che «Il perdono / è come una gran festa».

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