martedì 11 luglio 2017

Un itinerario di gratitudine e gioia

Massimiliano Bardotti, Il Dio che ho incontrato, Nerbini, Firenze, 2016
 
recensione di Subhaga Gaetano Failla




La nuova raccolta poetica di Massimiliano Bardotti, dal titolo Il Dio che ho incontrato, pubblicata in bella veste grafica dalla storica casa editrice Nerbini nell’ottobre del 2016, con una presentazione di Carlo Lapucci, coinvolge il lettore come in un abbraccio sin dalla prima poesia:

Ricordo gli occhi
(mia madre che coglie ciliegie)
il sole alle spalle.

Ricordo l’eco delle stelle
l’armonia della pace.

Ricordo amore, quanto era necessario.
Era un giardino.
Dio era di casa.

Per chi come me conosce le opere precedenti di Massimiliano Bardotti, noterà immediatamente in questo libro una luminosità e una pacificazione che sorprende, quasi nella suggestione d’un moderno Cantico delle Creature. Il fulgore di questi versi levigati e lievi ci conduce in un itinerario di gratitudine e gioia. L’incanto e la contemplazione attraversano tutte le pagine, in un soffio estatico:

Il Dio che ho incontrato ha tre anni
i suoi occhi son canti
(la sua voce un richiamo).

Se ride, l’universo ride.
Ha un tesoro
nel’incavo del cuore.

Senza timori, lo custodisce
ne ha cura.

Come di lui hanno cura i parenti
le ghiandole del cielo.

Spesso le poesie presentate sono brevissime, squarci della potenza essenziale d’un haiku, dell’energia vibrante d’un Whitman:

Scelgo il sasso, la pietra
millenaria esistenza.

La pazienza.

Gli occhi limpidi di rinnovato fanciullo sono spalancati a riflettere la struggente bellezza del Creato:

Il Dio che ho incontrato è il cerbiatto
che irrompe per via
è la cerva che sbuca improvvisa
il cenno d’intesa del tasso.

Il coniglio selvatico che salta qua e là.

I versi del Poeta sono immersi nel mistero ciclico d’un eterno ritorno, nella sospensione silente d’essere egli stesso, il Poeta, parte d’un istante immobile incastonato nel Tempo:

E mi hai detto: guarda.
Indicavi la foto di mia nonna.
Guarda la sua fronte hai detto,
è la tua fronte, tua nonna
e i suoi occhi fiammeggianti
che accendono la dimora
dove ora riposa.

E come tutti i veri poeti, Massimiliano Bardotti riconosce la poesia ovunque:

Il Dio che ho incontrato è poesia
il Dio che ho incontrato è il poeta.

Ho in mano adesso questo libro necessario, come ad accogliere tra le dita un fragile fiore. Vorrei che la bellezza d’ogni suo petalo giungesse fino a voi.

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