sabato 13 aprile 2024

Lorenzo Spurio su "Rebus Banksy. L'uomo dall'arte ribelle" di Andrea Del Monte

 È uscito il 6 dicembre scorso in tutte le librerie, per i tipi della romana Ensemble, Rebus Banksy, il nuovo libro-disco di Andrea Del Monte che porta quale sottotitolo L’uomo dall’arte ribelle.

Non si tratta solo di un libro dedicato al grande artista e writer britannico ma anche un libro di poesie, racconti e di musica. Nominare Banksy – si legge nel comunicato di lancio dell’opera – significa solitamente catturare immediatamente l’attenzione mediatica anche se l’interesse sociale spesso si limita solo a cercare d’individuarne l’identità. Del Monte ha avuto modo di osservare: «Per me, l’identità di Banksy può restare un rebus. A me interessa la sua arte». Ed è tale l’obiettivo del libro-disco: andare al di là del nome per approfondire, attraverso alcune delle massime forme d’arte, tutti i significati che le opere del celebre e al contempo misterioso writer possono offrire. Emozioni, sentimenti, riflessioni, note e quant’altro.

Per realizzare l’opera Andrea Del Monte si è avvalso della collaborazione di Jacopo Colabattista, che ha ridisegnato dieci opere di Banksy, degli scrittori e poeti Vivian Lamarque, Antonio Veneziani, Renzo Paris, Elisabetta Bucciarelli, Geraldina Colotti, Susanna Schimperna, Giorgio Ghiotti, Gino Scartaghiande, Fernando Acitelli, Antonio Pennacchi, Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Angelo Mastrandrea, Alessandro Moscè, Claudio Finelli, Marcello Loprencipe, Diego Zandel, Helena Velena e Ugo Magnanti.

Tra le opere di Banksy selezionate e qui riprodotte figurano “Il lanciatore di fiori” (“The Flower Thrower”, opera in stencil nero apparsa nel 1999 su un muro di Beit Sahour in Palestina) in cui in una diapositiva di un’ipotetica intifada al posto delle pietre vengono lanciati fiori a trasmettere un’idea di negazione della guerra nella quale la collettività dovrebbe impegnarsi; “La madonna con la pistola” (apparso come murales nei pressi di Piazza Gerolomini a Napoli) con un chiaro intento di denuncia del fenomeno malavitoso camorrista; “Bambino migrante” (“Migrant child”) opera apparsa nel 2019 su un muro di una casa lambita dall’acqua del Canale a Venezia nel sestiere Dorsoduro, in cui il tema è l’immigrazione che concerne il mondo dell’infanzia: il bambino tiene in mano un razzo di segnalazione dal quale diparte una conformazione fumosa in un acceso color fucsia ad intendere un SOS lanciato. Il critico Vittorio Sgarbi all’epoca sostenne che era necessario un intervento protettivo per tutelare l’opera, esposta alle intemperie e all’umidità vista la prossimità dell’acqua del Canale che arriva a coprire addirittura i piedi del ragazzino ritratto.

Tra le altre opere di Banksy proposte figurano “Il calciatore rivoluzionario” pensata per riferirsi all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), un movimento nato in Messico in sostegno delle popolazioni indios contro il capitalismo rappresentato dal Subcomandante Marcos; “Babbo Natale” apparso su un muro di Birmingham dove, a un vero clochard che dorme steso su una panchina, il misterioso artista ha pitturato sul muro le linee che collegano alle renne (la panchina sarebbe dunque la slitta). Il canonico ridanciano Santa Claus è trasformato da Banksy in clochard, povero derelitto che vive alle intemperie della vita, per sottolineare il tema della marginalità delle periferie, della vulnerabilità e della povertà sociale.



Si continua con “Evoluzione umana in codice a barre” (o “Evoluzione della scimmia a codice a barre”) in cui nella poesia collegata, a firma dello stesso Andrea Del Monte, leggiamo “Sono una persona, non sono un codice a barre, / sono una persona, non sono uguale alle altre”. Fanno capolino il tema dell’alienazione e della mancanza d’identità che in questa società contemporanea purtroppo spopolano e che lasciano il posto alla generalizzazione e al bieco relativismo. Con l’opera banksyana “Bambini sulle armi” (“Kids on guns”) ritorna il tema della violenza, della guerra, riferito all’inerme mondo dei bambini: qui due ragazzi sono ritratti vicini sulla sommità di un cumulo di armi d’artiglieria. Il tutto ha – come capita quasi sempre – una colorazione nera mentre il palloncino che reggono e che si eleva verso l’alto (a differenza delle armi, in basso) è di colore rosso e ha una forma di cuore. Associata a quest’opera è una cantilenesca poesia di Vivian Lamarque – poetessa da sempre particolarmente legata al mondo dei minori – intitolata “Filastrocca in disarmo” che recita: “C’era una guerra così intelligente / che solo lei si capiva / gli altri non capivano niente, / gli altri non capivano niente”. E poi, verso la chiusa: “Morivano tutti anche i bambini / […] // Ma più di tutti moriva il mare / vedendo i bambini morire di mare”.

C’è poi la curiosa “Banconota Lady Diana / Di-Faced Turner” che ritrae una fantasiosa banconota con l’immagine della Principessa dei Cuori e, al posto di Bank of England, Banksy of England. Si tratta, come avviene nella maggior parte dei casi, di una provocazione. L’artista vuol forse riferirsi allo stigma della donna per l’allontanamento dalla Real Casa e al clima d’odio fomentato da certa stampa, alla sua vulnerabilità di donna e alla solitudine del suo ultimo periodo prima del tragico incidente nella Capitale francese. Nella poesia di Susanna Schimperna dedicata alla Principessa si legge: “Lei era troppo dolce / guardava intimidita sempre da un’altra parte”.

Tra le ultime opere proposte in questo volume grafico, poetico, narrativo e musicale ci sono “Il bacio dei poliziotti” (“Kissing Coppers”) e “La bambina con il palloncino” (“Balloon girl”) quest’ultima accompagnata, in chiave poetica, da un testo di Elisabetta Bucciarelli.

Rebus Banksy, che è un’opera polifonica e multimediale, contiene anche quattro interviste ad altrettanti esponenti del mondo artistico in tutte le sue declinazioni: Vittorio Sgarbi, Vauro Senesi, Sabina De Gregori (autrice del primo libro, nel nostro Paese, dedicato al geniale artista di strada, Banksy, il terrorista dell’arte, opera del 2010) e Giuseppe Pollicelli. Il medesimo format d’intervista è proposto per i quattro esponenti intervistati. Diverse sono le considerazioni attorno alle potenzialità della street art di Banksy, a fornire uno scenario completo e variegato, motivo di riflessione.

Mediante il codice QR che figura nel colophon del libro è possibile ascoltare le dieci canzoni che l’Autore ha prodotto in collaborazione con artisti di fama mondiale tra i quali John Jackson (storico chitarrista di Bob Dylan), Fernando Saunders (produttore e bassista di Lou Reed) ed Ezio Bonicelli (violinista e chitarrista di Giovanni L. Ferretti e dei CCCP).

Andrea Del Monte è chitarrista, cantautore e compositore. Ha partecipato allo storico festival “Il Cantagiro” dell’edizione 2007, risultando vincitore del premio della critica. Si è più volte esibito a Casa Sanremo e nel Sanremo Off e in alcune tappe di Radio Italia. Al suo primo EP hanno collaborato John Jackson e il musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Ha pubblicato il libro Brigantesse, storie d’amore e di fucile (Ponte Sisto, Roma, 2019) il cui disco allegato si apre con l’intervento di Sabrina Ferilli e il libro-disco Puzzle Pasolini (Ensemble, Roma, 2022) con il quale ha ricevuto in Campidoglio i premi “Microfono d’oro”, “Antenna d’oro per la TIVVU” e il “Sette Colli”. A Lanuvio l’opera è stata premiata con il premio speciale “Croffi – Castelli Romani Film Festival”.

 LORENZO SPURIO


Matera, 08/0/2024

 

 

 

 

venerdì 12 aprile 2024

(Polaroid XXIII): Luigi Carotenuto


Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto


Da farsi fiori (Gattomerlino, 2023)


memento mori

è indizio e faro

dunque acconsenti

al riparo tra le dita

all’amore di un momento

proteggo le tue costole

custodisco il sacro

*

infiniti mondi come dirti

di mondi infiniti e spazi puntini

non vedi che sul foglio c’è sempre 

un tratto bianco sospeso

non si allontana dal centro

*

lo spettro dei colori

tavolozza dei tuoi sguardi

ti aspetto dove muto

è il divenire

dove tace l’apparente

riposa la bellezza

*

il signore delle girandole

sulla bici arrugginita

sorrideva bruciante

la pelle d’ambra.

Di volantini 

faceva fiori..

*

mentre morivi leggevo Epicuro

volevo starmene al caldo

rannicchiato al riparo

delle sue lettere

la cadenza perfetta 

dei tuoi occhi

era già presente 

nella gioia distante

di un altro mondo

*

la sera si apre,

si tiene nel tuo sguardo,

un assolo appena accennato,

il resto si perde nel tintinnare

di pioggia e petali



Luigi Carotento: educatore, frequenta un corso di pedagogia curativa a indirizzo antroposofico. Tra le sue pubblicazioni recenti: farsi fiori, gattomerlino, Roma, 2023. Krankenhaus, gattomerlino, Roma, 2020. In Francia: Krankenhaus suivi de Carnet hollandais et autres inédits, Éditions du Cygne, Parigi, 2021, cura e traduzione francese di Irène Dubœuf. Ha contribuito al Dizionario critico della poesia italiana (AA. VV. a cura di Mario Fresa), SEF, Firenze, 2021, curando i saggi dedicati a Jolanda Insana e Giovanni Testori. Figura nell’antologia di poeti siciliani tradotti in lingua inglese, a cura di Ana Ilievska e Pietro Russo, Contemporary Sicilian Poetry. A multilingual Anthology. Italica press, Stati Uniti, 2023. Suoi testi sono apparsi su riviste italiane e straniere, tradotti in francese, inglese, spagnolo, serbo. Dal 2010 collabora con l’EstroVerso di Grazia Calanna (www.lestroverso.it). Compositore, ha scritto brani strumentali, canzoni pop, canzoni per l’infanzia, in gran parte inediti. Cura la rubrica Particelle sonore sulla rivista Niederngasse di Paola Silvia Dolci (niederngasse.it), dove tenta vestizioni di suoni sui testi e le voci degli autori scelti.









mercoledì 10 aprile 2024

“La vita / è fuori tempo.”: Il corpo libero di Doris.


recensione di AR



Il distico che intitola questa recensione è tratto dalla poesia In paese (p. 39) e offre una interessante chiave “musicale” per entrare in questi esercizi
Marina Maggi nella sua bella e perspicua Prefazione (p. 12) osserva che “la poesia prova a costruire fragili tradimenti, immagini sublimate contro gli specchi, (…) [Doris] segue le tracce di una visione fuggita, scivola sulla pagina come una lucertola”. Una precisa istantanea di questa raccolta che si apre con la sezionei “IERI. Come le rondini al cielo” dove Bellomusto si confessa dicendoci: “La luna / mi basta dimezzata.” (La perifrastica attiva, p. 15); “si vive di ciò che resta / dopo tutto l’oblio.” (Il resto, p. 21); “Mio figlio / non è / mio. / Devo scriverlo per ricordarlo / al mio cuore / avido.” (Come le rondini al cielo, p. 35); “Goccia d’acqua / stesa al vento / aspetto che il sole / mi asciughi.” (Giorni così, p. 36).
La sezione successiva – “OGGI. Come lucertola al sole” – ci immerge nella quotidianità poetica ed esistenziale della poetessa: “Se mi cercate, / sono nascosta / fra le lettere del mio nome.” (L’ora delle cose impossibili, p. 48); “Sono l’ago e il filo dei miei giorni” (Le parole, p. 51); “ho imparato a pregare / ogni muta creatura” (Al vento di maestrale, p. 54); “Guardo la terra da qui / e so di non esistere.” (Astolfo sulla luna, p. 57); “Stasera sto / seduta sulle cose di sempre / come sta il corvo / appeso al ramo.” (Un brindisi, p. 59).
Se la vita a volte ci sembra ”solo una rete / intrecciata a ruggine e cielo” (Dal mio giardino, p. 64), o “la sottrazione di tutto il tempo futuro / che la mia età non sa contenere.” (Nostalgia del presente, p. 66); se “L’amore quando è stanco / mangia il tempo, / sbriciola le ore in minuti / e li divora ingordo / arreso al morso amaro / della fretta.” (Cosa fa l’amore quando è stanco?, p. 76, notare i due splendidi endecasillabi spezzati che aprono e chiudono la citazione)… immergerci nei versi di Doris ci aiuta a calibrare i giorni con un cuore che “… non conosce / il suo nome / né il mio. / Arreso al mio sangue / altro non vuole / che una carezza.” (Cuore, p. 101).
I poeti come Doris sanno trovare la bellezza nascosta nelle crepe insondabili nelle domande senza risposta e sanno rianimare i nostri cuori quando sconvolti e disperati si trasformano in “un chiodo nel petto” (ivi).







lunedì 8 aprile 2024

“La grazia dell'ombra” di Daniele Donegà a cura di Vincenzo Capodiferro

recensione di Vincenzo Capodiferro
pubblicata su Insubria Critica




“Un’ombra luminosa che si produce a volte in poesia” di Daniele Donegà

La grazia dell’ombra. Poesie per Alda Merini è una silloge di poesie di Daniele Donegà, pubblicata da Fara, Rimini, 2023. Daniele Donegà, presbitero della diocesi di Adria-Rovigo, scrive poesie fin da giovane età. Laureato in filosofia all’Università di Bologna, ha pubblicato diverse sillogi. Come scrive Alessandro Zaccuri nella prefazione: «Alda Merini scrive… e Donegà risponde… Un gioco di ombre e di luci, ancora una volta. Il risultato è quell’ombra luminosa che si produce a volte in poesia e alla quale diamo il nome di aura: qualcosa di impalpabile e necessario, come ogni domanda che implori di essere ascoltata». La poesia è domanda, è problema. Spesso pone interrogativi esistenziali, senza risposta. Almeno questa è stata l’esperienza poetica di Alda Merini. La poesia è riflesso di vita. Quando gettiamo un sasso in uno specchio d’acqua si producono delle onde. Le onde producono necessariamente increspature di luci ed ombre. Questa è la vita. Se tutto fosse buio o tutto fosse luce intensa noi non vedremmo d'altronde proprio niente. Noi stessi, come sottolinea don Daniele produciamo necessariamente ombra, le nostre stesse esistenze, come diceva Kierkegaard, sono peccato.

Bevi inebriata di stranezza
nel giorno incantato,
nella piazza che ti vede
gioiosa sposa in festa…


Bellissima questa visione di Alda come sposa, sposa di Poesia. È la celebrazione del nunc est bibendum di Orazio e di Alceo. La poesia è mistica unione con l’Assoluto, è voce dell’infinito, vibrata e ascoltata. Epitteto diceva: Dio ci ha dato due orecchie ed una bocca proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà.

… per poi sposare le tenebre
ed accendere il fuoco dell’amore.


La poesia è mistero, tenebra, “notte oscura”, per usare un termine caro a san Giovanni della Croce. La poesia sorge dall’oscurità come seme, dal silenzio esiziale cosmico. Dio in questo senso è il primo poeta, il primo creatore. Poesia è dono creativo trasfuso agli umani.

Ti voglio bene
per tutto il male
che mi hai fatto
nei giardini della giovinezza.


Mirabile sintesi della vita di Alda Merini! L’amore ha il potere alchemico di trasmutare gli elementi non solo fisici, ma anche spirituali, così trasmuta, in misteriose “Nozze di Cana”, piombo in oro, male in bene:

Attendo anch’io insieme a te
che il pianto
si cambi in speranza…



Solo l’amore può tutto questo, quel “ch’Amor non venga sempre ragionando con meco” del “Solo e pensoso” poeta:

Dell’amore che infonde
di sorpresa e di silenzio
vuole farci uscire
ai nostri nascondigli
e ci porta sul carro di sole.


L’amore ci porta sul carro di sole, nel viaggio mistico verso l’infinito e verso l’Aldilà, l’altro mondo, simboleggiato dall’Occidente. La vita è cammin verso l’ombra, verso la foscoliana sera, la morte, il più grande mistero di tutti i tempi, che ha ispirato da sempre l’arte e la cultura. Quest’ombra è grazia, come dice don Daniele. Questo viaggio è al limite della follia: fece rinsavire Parmenide. Fece impazzire Dedalo e Icaro. Non tutti sono pronti e la “Ibris” attenta al cammino della verità, l’aletheia, l’uscir fuori dal nascondiglio, dal Lete, fiume dell’oblio.

Dio è il tuo vero sposo…

Ogni poeta vero, ogni artista, ogni scienziato è sposo di Dio, ispirato da lui. Questo è il vero senso di questa silloge autentica e seria, che tenta di dare delle risposte veramente attente e riflessive sull’esperienza poetica di una grande poetessa dei tempi nostri, Alda Merini.

venerdì 5 aprile 2024

It's friday! : poesie inedite di Giuliana Donzello

 




















Foto in copertina di Loretta Zuin Silenzi (per gentile concessione dell'autrice)

It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini




 

Non chiedere al poeta

 

Non chiedere al poeta

da dove salga la sua voce

suoni che nel cammino

esausto s’involano liberati.

 

Sta dentro versi che sgorgano

sangue per vivere lo spazio

di un foglio bianco, oltre

i giorni che gli son concessi

e gli occhi persi nell’incanto.

 

S’aggrappa limpido il suo cuore

ai nembi plumbei di cieli immoti

al tenue ricordo di brune foglie

autunnali, aliti lievi disciolti.

 

Lo trascina incline il tempo

dentro ciò che fu giovinezza,

e il quieto ordine apparente

della vita presente, del peso incauto

di ogni giorno vissuto e perduto.

Nelle mute ore, nei muti istanti

da contorte sillabe scanditi:

fragili foglie molli appese 

ad un ramo e prossime a cadere.

 


 


Fondale d'aria


Notte, fondale d’aria

da ombre solerti abitata.

Cela il vento la terra riversa,

che un giorno odorava di grano

e la gente cantava le gesta

all’alba anzi desta.

 

Palude di lacrime sull’acqua verde

di quel che è solo memoria,

inghiotte il pioppo e le foglie riarse,

macera veleni nel trangugiar

quell’otre dalla bocca vorace.

 

Parole chiuse, sepolte nel cuore

di chi era vivo prima

e saliva il tempo con la gaiezza

di giovinezza ridente nel cercare

celato l’intima alba nascente.

 

In dolce esilio amore faceva schermo

alla mestizia di un tacito passo

a cui male avrebbe mosso la morte

in apparente rifugio di dolcezze vestita.

 

 

L'esule


Non arretra il tempo.

Il tempo non si ferma,

ma nell’ora congelata

sulla terra bianca e nera

con neve e fango

va scrivendo la storia.

 

Fra ruggini e rottami

un’anima sola

i grevi suoi passi affida

a una valigia rotta.

V’ha chiuso i sogni

e gli intimi tormenti,

custode del suo andare incerto,

di quelle orme eluse

dal governo della mente.

 

Si fa presente il tempo cadenzato

da quel passo stanco senza più forma

né disegno, per quella maschera

che nel suo vagare l’esule indossa

e niente cela alla sua antica orma.

 

Riga una lacrima il suo volto

che carezza il vento e poi disperde,

occhi aperti sul vuoto del domani:

un urlo soffocato in gola

nel cogliere i gesti di ciò che era

dell’eterno silenzio di una notte scura.



A una madre di Mikolaiv

 

Di aprile splende la luce

all’aprirsi del giorno

sul prato che inneggia

alla sua tovaglia erbosa.

Non oggi. Non ora.

 

Sanguina la stagione

sulla terra martoriata

di Mikolaiv, dove l’ultimo

ospedale è caduto in rovina,

dove le mine hanno decretato

morta di corpi piagati

la speranza sanifica.

 

Stringe al petto ancora Il figlio

perito e il cielo maledice.

Urla il suo dolore, forte,

la madre: non è incubo fugace!

Lacerato è il suo cuore

e non si dà pace.

 

Fondo è il giaciglio e la pietra

che lo copre troppo dura.

Si perde la sua voce … sola,

alta si leva nell’angoscia,

ma nessuno l’ascolta.

E più di tutti è la morte sorda!


Resurrezione

 

Nella notte salgono dal baratro

memorie di chi piegate le ginocchia

l’ultimo fiato di vita ha esalato.

Nuda voce che dall’abisso del terrore

nessuna parola ha violato.

 

Pietà del tempo di resurrezioni subite

da povere creature cadute;

non hanno più respiro le cose,

né l’uomo più sa, né dolora.

 

È suo il cuore dalle vene aperte

chiamato a nutrire la terra

e quello che fu solo un lamento

è canto di foresta elevato

dai suoi occhi di erba.


 

Giuliana Donzello è nata il 25 aprile 1949 a Venezia, dove ha conseguito la laurea in Lettere e successivamente si è specializzata all’Università di Firenze. Ha affiancato fin dall’inizio della sua carriera l’attività di docente a quella di ricercatrice, collaborando con il Dipartimento di Storia e Critica delle Arti Contemporanee dell’università di Venezia e con il Settore Arti Visive della Biennale. Ha pubblicato diversi saggi sull’arte e numerosi articoli sulla ricerca didattica, collaborando con riviste specializzate, tra cui “L’Educatore, Mensile di Pedagogia, didattica e servizi professionali per la scuola primaria”, dell’editrice RCS – Fabbri, Milano. Ha curato situazioni orientative e formative per il MIUR e l’Università di Venezia ed è stata relatrice e formatrice a convegni e seminari europei sulle tematiche dei linguaggi analogici e dell’inclusione.
Scrittrice e studiosa, tra le sue pubblicazioni vanno citate: “Arte e Collezionismo. Fradeletto e Pica primi segretari alle Biennali veneziane 1895-1926”, Editrice Firenze Libri, 1987; “Un ragazzo zingaro nella mia classe”, Editrice Anicia, Roma, 1998; “Il vento di Tampere”, Editrice Anicia, Roma, 2007, che è stato al centro del convegno sull’integrazione alla Commissione europea nel gennaio  del 2008.
Dal 2008 si dedica alla scrittura creativa. “Il serbatorio dei sentimenti”, edito dalla casa editrice Progetto cultura 2003, Roma 2010, è stato il suo esordio letterario.
Sono seguiti: “La stagione delle cicale”, Seneca di Torino, 2012; II^ Edizione Aletti Editore, Guidonia (RM) 2013, opera insignita del II° Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” 2016; “Fiori di sale”, II° Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” 2017, BookSprint Edizioni, Bucino (SA), 2013; “Il tre periodico”, II° classificato al Premio Internazionale “S. Quasimodo” per la narrativa edita da Aletti Editore, Guidonia (RM) 2015; “Scritti d’Arte”, insignito del primo Premio Internazionale Cumani 2017 per la saggistica, edito da Aletti Editore, Guidonia (RM) 2016; “L’Ostatismo ultima impronta del Novecento”, Premio della Giuria al concorso “Scrittori per l’Europa” 2017, edito da Ibiskos Ulivieri, Empoli; Premio Astrolabio 2018, prima classificata Sezione poesia singola; “L’accusa del tempo”, Europa edizioni, Roma, 2018.
Nel 2019 è stata insignita del “Premio per la Miglior Trama” al Dickens Books Awards, Napoli, e risultata vincitrice del Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo”, sezione poesia singola; “Crisalidi”, Leonida Editrice, opera vincitrice del Premio Maria Cumani Quasimodo 2022; “Crisalidi-Chrysalises”, testo italiano-inglese, translation by Ivano Mugnaini, Leonida Editrice 2023; “Un anno con… Calendario letterario”, Aletti editore, 2024; “Topografie di memorie”, Leonida Editrice 2024
Arte, istituzione e potere. La Biennale di Venezia 1895-1942, Crysalises-Crisalidi e L’altana sono stati premiati alla Biennale di Milano 2023 e insigniti della menzione speciale per il talento e la qualità al “Premio Margherita Hack 2023” e al “Premio Jacopo Da Ponte 2024”; “Topografie di memorie” è stato insignito del “Premio Arte Biennale”, Venezia 2024.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti per meriti artistici e culturali. I suoi testi sono riportati in antologie, riviste e dizionari di scrittori e poeti contemporanei.


giovedì 4 aprile 2024

“Perché ne seguiate le orme” con don Antonio Scattolini, Cavriana MN mercoledì 17 aprile 2024


Nello studio Angelo Brusco di Cavriana (MN)
via SS. Martiri Angelo e Alessandro n. 1

Mercoledì 17 aprile 2024 ore 20:30

incontro con don Antonio Scattolini
sulla Via Crucis di Giorgio Lao K
e su quella scolpita da Novello Finotti

si prega di confermare la propria presenza

martedì 2 aprile 2024

Il pensiero di San Bonaventura nell’opera di Agostino Venanzio Reali, Montetiffi 7 aprile 2024



AGOSTINO VENANZIO REALI

Nel trentennale della morte (1994-2024) di Agostino Venanzio Reali, l’Associazione Agostino Venanzio Reali, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e con la biblioteca, organizza

DOMENICA 7 APRILE 2024

ORE 10 S. MESSA

celebrata da p. Prospero
in abbazia a Montetiffi (Sogliano)

ORE 11.15 breve incontro
con p. Prospero sul tema:

Il pensiero di San Bonaventura
nell’opera di Agostino Venanzio Reali



Prora di pietra grigia,
ti è nido la rupe,
colomba della roccia.
Da te prorompono i sette fiumi
nell’osanna dei firmamenti
e il rovello dell'intemperie
esalta la giovinezza
della tua fronte materna.

Sopravvivi alle tenebre e fecondi
d’amore il germe che non muore.
Vanamente la bufera irruppe
contro l’austero campanile,
fedele scolta del mistero
che regge i voli assomma le pupille
e forse rimemora il canto
di Francesco e di Dante e le roveri
che mitigavano i tramonti
sul cimitero e tu varavi,
aspettando cieli nuovi,
le stagioni all’eterno.