sabato 15 marzo 2014

Un’addizione senza addendi


Roberto Maggiani, La bellezza non si somma, Casa editrice Italic, Ancona, 2014, pp. 65, euro 12,00

recensione di Marco Furia

Con La bellezza non si somma, Roberto Maggiani presenta una raccolta in cui la precisione del dettato poetico è esito di un intenso interesse nei confronti di persone, oggetti, ambienti.

Il Nostro dichiara:

“Il cuore è come un’isola:
una cima che emerge
da altezze nascoste tradite dal blu”.

In effetti, l’idea dell’isola attraversa un po’ tutta l’articolata silloge, esprimendo, però, non un desiderio di solitudine, bensì di comunicazione con un tutto che comprende il poeta medesimo.
Può sembrare banale dirlo, ma in questo caso non lo è.
L’autore non si considera un individuo separato dal resto e nemmeno è propenso ad annullare la propria identità, piuttosto pone l’accento su un sé nell’universo su cui fonda la propria versificazione.
A un certo punto, scrive:

“di questo vorrei parlare
di ciò che non so dire”.

Insomma, Maggiani si rivolge alla parola poetica, la pratica intensamente, riuscendo così, se non a spiegare, almeno a far emergere la presenza di un indicibile quid presente in lui come nell’ambiente naturale e sociale.
Si legge a pagina 13: “Il silenzio circonda la sola parola del mare”.
Per il poeta l’esterno genera una riflessione che non si distingue, per così dire, dal suo oggetto, poiché tende a coincidere con esso: ne derivano versi ricchi di un vivido senso di conoscenza.
“Penso con la stessa frequenza del vento –
finché nella bassa marea e nell’alba
risplende tutta la parte di realtà
che dà sostanza al nulla del mondo”.

In questa sequenza il “mondo” non è considerato distinto dal pensiero: ciò che gli uomini sono (e pensano) è già, appunto, mondo.
Il sentimento amoroso nei confronti di singole persone assume spesso il ruolo di protagonista: nella scena poetica, nondimeno, tutto è sempre presente.
Talvolta convivono addirittura elementi contrastanti:

“una stonatura
d’apparente armonia”.

L’aggettivo “apparente” attenua l’ossimoro, ma non lo elimina.

Gli opposti coesistono dialogando tra loro.

“La bellezza”, davvero, “non si somma”, perché si compone d’infiniti aspetti connessi gli uni agli altri che, in nessun modo, possono essere considerati addendi annullati nel risultato di un’addizione.

Per Roberto, esserci è comprendere con un unico, ampio, sguardo il cielo stellato e il singolo ciottolo, è avvertire la presenza della vita in ogni sua forma, è distinguere per collegare e, alla fine, è riconoscere nella parola poetica lo strumento migliore per rendere una lucida e appassionata testimonianza.

“Il calore percuote i tamburi della terra”?

Sì e tutto induce a pensare che li percuoterà per molto tempo ancora, almeno fino a quando piacerà a un Dio nei cui riguardi si legge, verso la fine del libro, un’esplicita dichiarazione di fede.
La poesia, ovviamente, è opera dell’uomo, ma, per alcuni, può essere una via che avvicina alla divinità:

“Ti cerco instancabilmente
ed è solo per la nostalgia che ho di te
che scrivo poesie”.

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